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20 Aprile 2023 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Questa mattina il PPI è calato per il sesto mese consecutivo (-2,6% m/m), per via dell’impatto sulla componente energia del tetto al prezzo del gas.
Su base annua il PPI ha decelerato al 7,5% a/a da un precedente 15,8% (7,9% da 10,2% al netto dell’energia).

AREA EURO
 – Ieri nell’Eurozona la seconda lettura ha confermato che l’inflazione è calata al 6,9% a/a a marzo da 8,5% di febbraio (+0,9% m/m), e che l’inflazione core ha toccato invece un nuovo massimo al 5,7% da un precedente 5,6% (+1,3% m/m, rivisto al rialzo di un decimo dalla lettura preliminare).
Anche l’indice core BCE (al netto di energetici e alimentari freschi) è salito di un decimo rispetto al mese precedente, a 7,5% a/a.
Per fine anno stimiamo un’inflazione headline al 2% e un indice core BCE al 3,5%.
– La produzione nelle costruzioni è cresciuta in misura marcata per il secondo mese a febbraio, di 2,4% m/m da un precedente 3,7% (rivisto da 3,9%), ancora grazie a condizioni climatiche più favorevoli rispetto alla media stagionale.
Nel 1° trimestre il settore potrebbe contribuire positivamente per circa un decimo alla crescita del valore aggiunto.

STATI UNITI – Ieri, il Beige Book preparato per la riunione del FOMC di maggio riporta attività poco variata, con modesta crescita in solo tre distretti, e aspettative stabili o in calo.
Sul fronte del credito, si riporta calo dei volumi e della domanda di prestiti, con segnali di restrizione delle condizioni e preoccupazione per la liquidità.
La crescita dell’occupazione è in rallentamento, con indicazioni di licenziamenti e mancata sostituzione in caso di uscita di lavoratori.
Il mercato del lavoro appare meno sotto pressione, grazie anche a un aumento dell’offerta.
Salari e prezzi restano elevati, ma i ritmi di crescita sono in rallentamento.
Per i prezzi al consumo la spinta continua a venire dalla domanda ancora solida.
Nel complesso, il Beige Book dà un quadro di attività e mercato del lavoro in modesto indebolimento, con un aumento di restrizione del credito.

 

COMMENTI:                                  

BCE – Nuove conferme di un diffuso orientamento ad alzare ancora i tassi ufficiali BCE sono venute ieri da Knot (Olanda) e Lane (consigliere esecutivo).
Il primo ha giudicato l’attuale posizionamento della politica monetaria come “moderatamente restrittivo” ma insufficiente a garantire la stabilità dei prezzi; Knot si è detto anche a proprio agio con le attuali valutazioni del mercato in merito al tasso terminale (3,75-4,00%).
Lane ha ribadito ieri che “sarà appropriato alzare ancora i tassi” se lo scenario dello staff BCE sarà ulteriormente confermato dai dati.
Oggi BCE pubblicherà il resoconto della riunione di marzo, la cui rilevanza è stata però molto ridotta dalle numerose esternazioni di questi giorni e dal miglioramento della situazione finanziaria.

UNIONE EUROPEA – Eurostat ha stimato che il consumo di gas nei paesi UE del periodo agosto 2022 – marzo 2023 è stato del 17,7% inferiore alla media 2017-22.
Tra i maggiori paesi UE, riduzioni inferiori al target si sono osservate in Spagna (-10,8%), Polonia (-12,5%) e Belgio (-14,5%).

STATI UNITI – In agenda ci sono molti discorsi dalla Fed, che dovrebbero segnalare un crescente consenso a favore di un rialzo dei tassi alla prossima riunione, ora scontato con una probabilità di circa l’80% dal mercato, alla luce dei rischi sull’inflazione e della stabilizzazione del sistema bancario.
Ieri, Williams (NY Fed) ha dato supporto alla previsione di un intervento a maggio, affermando che l’inflazione è ancora troppo alta e la Fed “userà i suoi strumenti per ripristinare la stabilità dei prezzi”. Secondo Williams, l’emergenza sul fronte bancario è rientrata, ma le condizioni del credito diventeranno più restrittive.
Williams ha sottolineato la difficoltà delle decisioni della Fed, con dati in miglioramento a livello globale da un lato e minore disponibilità di credito, dall’altro.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro è risalito ieri seguendo la dinamica dei rendimenti al consolidarsi di attese che la Fed alzerà ancora i tassi a maggio, anche grazie alle nuove positive trimestrali bancarie che aggiungono evidenza di sostanziale stabilizzazione delle condizioni del settore.
Il parziale ritracciamento in atto stamani non nega il movimento di ieri e non dovrebbe compromettere la stabilizzazione al di sopra dei minimi della scorsa settimana e i vari discorsi Fed in programma oggi dovrebbero supportare tale scenario.
I dati USA in uscita invece dovrebbero dare indicazioni di graduale indebolimento della crescita, a supporto di uno scenario di successiva discesa del dollaro una volta chiuso il ciclo di rialzi Fed.

EURSeguendo i driver di dollaro, l’euro è sceso ieri e sta risalendo oggi ma la dinamica resta contenuta in area 1,09 EUR/USD. La moneta unica è comunque ben supportata da aspettative che la BCE alzerà i tassi più della Fed nei prossimi mesi, come confermano anche gli ultimi discorsi BCE.
L’elevata probabilità che comunque anche la BCE passi a rialzi più contenuti, di 25 pb, già a maggio, contribuisce a contenere, almeno nel brevissimo termine, l’upside dell’euro.
Sul fronte dati, il lieve aumento della fiducia dei consumatori dell’area atteso oggi non dovrebbe essere sufficiente da solo a far rafforzare il cambio, a meno di un’ampia sorpresa positiva. Piuttosto, l’euro potrebbe reagire di più in caso di delusione dal dato, come è accaduto con lo ZEW tedesco. Il range prevalente dovrebbe confermarsi a 1,09-1,10 EUR/USD.

GBPAl contrario la sterlina si è leggermente rafforzata ieri contro dollaro da 1,23 a 1,24 GBP/USD sostenuta da attese di maggiori rialzi dei tassi BoE nel breve dopo che i dati di inflazione hanno mostrato un calo inferiore alle attese.
Oggi è in marginale arretramento, ma il vero test sarà domani con i dati sulle vendite al dettaglio attesi negativi e i PMI attesi pressoché stabili.
Lo scenario centrale resta infatti un ultimo rialzo dei tassi di 25 pb alla prossima riunione dell’11 maggio, ma i rischi sono verso l’alto, ovvero per un rialzo che potrebbe essere di 50 pb o per altri due rialzi di 25 pb ciascuno, soprattutto se i dati sul fronte crescita dovessero sorprendere verso l’alto.
Questo favorirebbe un ulteriore rafforzamento della sterlina rispetto al dollaro, con upside che dovrebbe comunque restare inferiore a quello dell’euro per via dei maggiori rialzi attesi dalla BCE nel breve e della più lenta discesa dell’inflazione attesa nell’area euro rispetto al Regno Unito sull’orizzonte annuale.
Già oggi la sterlina sta arretrando contro euro dopo la salita di ieri da 0,88 a 0,87 EUR/GBP.

JPYAnche lo yen si è indebolito ieri contro dollaro da 133 a 135 USD/JPY sulla salita dei rendimenti a lunga USA e sta leggermente ritrattando oggi sempre in linea con la dinamica dei rendimenti, che resta il driver nel breve lasciano temporaneamente lo yen esposto a parziale debolezza in attesa del prossimo rialzo Fed.
Contro euro invece lo yen resta in calo più stabile a 147 EUR/JPY, penalizzato anche dalla tendenza rialzista sottostante dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Il saldo commerciale (non destagionalizzato) dovrebbe registrare un ridimensionamento del disavanzo a febbraio, stimiamo a -8 miliardi da -30,6 miliardi del mese precedente.
Oltre alla stagionalità favorevole, il calo dei prezzi del gas e il minor ricorso a importazioni sostitutive di input ad alta intensità energetica dovrebbero ridurre le pressioni sulla bilancia commerciale, attesa tornare in avanzo nel corso del 1° semestre dell’anno.
– La stima flash dell’indice di fiducia dei consumatori di aprile è attesa circa stabile a -19 dopo la correzione a -19,2 del mese precedente.
Nonostante il calo dei prezzi dell’energia e un mercato del lavoro ancora robusto, il morale dei nuclei famigliari dovrebbe rimanere al di sotto della media di lungo periodo, appesantito da redditi reali ancora in contrazione e dall’aumento in corso del costo del servizio del debito

FRANCIA – Oggi l’indice INSEE di fiducia manifatturiera di aprile è previsto restare al di sopra della media storica e salire di un punto, a 105, dopo la correzione registrata a marzo.
Le rilevazioni di marzo non hanno risentito in misura significativa degli scioperi (su base settoriale i più colpiti sono stati i servizi e i comparti industriali non manifatturieri), e le più recenti indagini della Banque de France hanno evidenziato una riaccelerazione dell’attività attesa a inizio aprile

STATI UNITI
– Oggi l’indice della Philadelphia Fed è previsto a -22 ad aprile, da -23,2 di marzo.
L’indagine a marzo aveva dato segnali di stabilizzazione su livelli negativi, con indicazioni di debolezza attesa anche sull’orizzonte a 6 mesi.
Come per le altre indagini, si dovrebbe continuare a rilevare ulteriore miglioramento delle strozzature all’offerta e stabilizzazione degli indici di prezzo su livelli vicini alla media storica.
– Le vendite di case esistenti a marzo dovrebbero mantenersi in linea con i livelli recenti, correggendo a 4,55 mln da 4,58 mln di febbraio.
I contratti di compravendita si sono stabilizzati dopo due mesi di rialzi, associati al calo dei tassi sui mutui, all’incremento delle richieste di nuovi mutui e all’aumento delle scorte di case in vendita visti a fine 2022.