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19 Marzo 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – A gennaio, dopo il calo di dicembre, entrambi i flussi commerciali con l’estero sono tornati ad aumentare su base congiunturale (esportazioni +2,3%, importazioni +1,2% m/m).
L’incremento dell’export è dovuto all’aumento delle vendite verso l’area Ue.
Tuttavia, su base annua, entrambi i flussi sono tornati a diminuire (l’export a -8,5% da +3,3% di dicembre, l’import a -11,6% da -1,7%).
Numerosi settori mostrano un ampio calo delle vendite all’estero (abbigliamento -23,1%, raffinazione -36,5%, articoli in pelle -17,1%, farmaceutici -9% e alimentari -7,2%); viceversa, risultano in aumento le vendite di autoveicoli (+6,5%), gli apparecchi elettrici (+5,3%), i prodotti dell’agricoltura (+8,4%) e computer, apparecchi elettronici e ottici (+0,8%).
Su base annua, i Paesi che contribuiscono in misura più ampia alla flessione dell’export sono Stati Uniti (-20,6%), Regno Unito (-37,4%), Francia (-7,0%) e paesi OPEC (-17,4%).
Solo le vendite verso Cina (+29,2%), Polonia (+5,8%), Germania (+0,9%) e paesi MERCOSUR (+8,2%) risultano in crescita.

STATI UNITI
 – L’indice della Philadelphia Fed a marzo registra solidi aumenti sia per le condizioni correnti, sia per quelle a 6 mesi.
L’indice corrente tocca il massimo da quasi 50 anni, salendo a 51,8 da 23,1 di febbraio con aumenti diffusi a tutte le componenti: ordini a 50,9 (massimo da 50 anni, +28), consegne a 30,2 (+9), occupati a 30,1 (+4,7), settimana lavorativa a 39,7 (+9).
Gli indici di prezzo proseguono sul trend verso l’alto, con i prezzi pagati a 75,9, massimo dal 1980, e i prezzi ricevuti a 31,8 da 16,8.
L’indice generale a 6 mesi sale a 61,6 (+22), con solidi rimbalzi per ordini, consegne e occupazione, le domande speciali del mese riguardano le difficoltà a reperire forza lavoro: le imprese riportano crescenti difficoltà a trovare manodopera qualificata (64%) e il 59% riporta squilibri fra le qualifiche richieste e le risorse disponibili, con circa il 45% che ha posizioni aperte che non è riuscito a coprire da più di tre mesi.
L’indagine segnala quindi crescente ottimismo delle imprese riguardo all’espansione corrente e attesa e punta ad una accelerazione della ripresa.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 13 marzo aumentano a 770 mila da 725 mila. In termini non destagionalizzati, le nuove richieste sono pari a 746.496, in rialzo di 24.318 rispetto alla settimana precedente.
A questi, si sommano i nuovi sussidi erogati con il programma federale Pandemic Unemployment Assistance, pari a 282.394.
I sussidi statali esistenti nella settimana conclusa il 6 marzo calano a 4,124 mln da 4,142 mln.
I sussidi totali in essere nella settimana conclusa il 27 febbraio sono 18,216 mln, in calo di -1,9 mln rispetto alla settimana precedente.
I rialzi dei sussidi sembrano indicare un rallentamento della dinamica occupazionale a marzo, anche se si rileva che una parte considerevole del rialzo è concentrato in pochi grandi Stati (NY, Texas).
Un ulteriore dubbio sulla diffusione del miglioramento del mercato del lavoro è generato dal costante aumento del programma federale PEUC, che potrebbe essere collegato al calo dei sussidi statali dovuto al raggiungimento del limite di settimane disponibili per i disoccupati di lungo termine.

GIAPPONE – L’inflazione a febbraio risale, come atteso, a -0,4% a/a sia per l’indice headline sia per quello al netto degli alimentari freschi (core) da -0,6% a/a di gennaio.
L’indice al netto di alimentari freschi ed energia si mantiene in territorio positivo a 0,2% a/a da 0,1% a/a.
Le variazioni mensili sono pari a 0,1% m/m per l’indice headline e per quello al netto degli alimentari freschi, mentre l’indice ex-energia e alimentari freschi è invariato.
La variazione positiva dell’indice core è sostenuta da rialzi nell’abitazione (0,1% m/m), nei trasporti e comunicazione (0,2% m/m) e nell’abbigliamento, a fronte di correzioni per arredamento e ricreazione (-0,3% m/m).
I beni registrano una flessione di -0,1% m/m, i servizi sono invariati.
Il trend dell’inflazione nel resto dell’anno dovrebbe mantenersi moderatamente verso l’alto, con un probabile ritorno in territorio positivo a partire da aprile, per via dell’effetto confronto con il 2020.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Consiglio dei Ministri è atteso approvare oggi pomeriggio l’annunciato “Decreto Sostegni”, che utilizzerà i 32 miliardi dello scostamento di bilancio approvato in gennaio dal Parlamento.
Il capitolo dedicato agli aiuti a fondo perduto a partite Iva e piccole imprese dovrebbe valere ben 12 miliardi (compreso l’utilizzo degli aiuti inutilizzati dal “decreto Ristori”).
Le misure sulla salute sono attese pesare per 6 miliardi, di cui 5 dedicati all’accelerazione della campagna vaccinale (acquisto delle dosi, logistica delle somministrazioni e avvio della produzione nazionale).
Al capitolo “lavoro dovrebbero essere destinati 9,4 miliardi, di cui 5 per il rifinanziamento della CIG. Completeranno il pacchetto 2,6 miliardi per gli enti territoriali e 2 miliardi di misure fiscali (tra cui lo stralcio delle cartelle esattoriali pre-2015 fino a 5 mila euro).
Nell’insieme, il decreto dovrebbe coprire il periodo corrispondente alle restrizioni in essere, ovvero sino al 6 aprile.
Nel caso in cui le misure restrittive siano estese, almeno parzialmente, oltre tale termine, saranno necessari nuovi aiuti: fonti di stampa nei giorni scorsi riferivano della possibilità di un nuovo scostamento di bilancio per almeno 20 miliardi, il che potrebbe portare l’indebitamento netto quest’anno a superare il 9,5% del PIL registrato nel 2020.

UNIONE EUROPEA-Covid19 – L’ultimo rapporto di sorveglianza ECDC registra la terza settimana consecutiva di aumento dell’incidenza di nuovi casi, a 381 ogni 100 mila abitanti in 14 giorni.
Gli incrementi sono stati osservati in ben 19 Paesi, fra i quali tutti i più popolosi.
Anche in Germania, l’allentamento delle restrizioni ha subito portato a un aumento dell’incidenza, che il RKI ieri riportava in 90 casi ogni 100 mila abitanti su base settimanale.
Quasi ovunque viene registrata una situazione di elevata pressione sul sistema sanitario, ma la mortalità quindicinale è stabile a 65,7 ogni 100 mila abitanti, e l’eccesso di mortalità rispetto alla norma stagionale resta per ora negativo.
Il peggioramento della situazione sanitaria ha finalmente indotto anche la Francia a introdurre nuove restrizioni: da sabato e per un mese sarà reintrodotto il confinamento in 5 regioni (Île -de-France, Hauts-de-France, Alpes-Maritimes, Eure e Seine-Maritime), inclusa la chiusura della distribuzione commerciale non essenziale. Le misure interessano circa 21 milioni di abitanti.
Sul fronte delle vaccinazioni, i dati mostrano un netto rallentamento del ritmo per effetto della sospensione temporanea del vaccino Oxford/AZ.
Dopo il pronunciamento dell’EMA avvenuto ieri, la somministrazione del vaccino riprenderà in tutti i paesi europei nei prossimi giorni – in molti già oggi, in Francia fin da ieri.

STATI UNITI-Covid19 – Il ritmo delle vaccinazioni accelera ulteriormente, con l’aumento del numero di stati che aprono l’immunizzazione a tutta la popolazione adulta, reso possibile dalla crescente disponibilità di vaccini. Il 23% della popolazione (75,5 mln) ha ricevuto almeno una dose e il 12% è completamente immunizzato.
Il numero di dosi giornaliere inoculate è in costante rialzo, con la media settimanale a 2,5 mln, da 1,4 mln di un mese fa.
Di conseguenza, la proiezione di copertura della popolazione con almeno una dose continua a migliorare, con una previsione di 70% al 23 giugno e di 90% al 2 agosto.
Gli effetti della campagna vaccinale sono evidenti nel calo dei ricoveri, dei decessi e dei contagi.

GIAPPONE – La riunione della BoJ si è conclusa con il mantenimento degli obiettivi sui tassi di interesse a -0,1% per il tasso overnight e a 0 per quello a 10 anni e con la conferma del proseguimento del QQE con il controllo della curva.
Tuttavia la review della politica monetaria introduce diverse novità nell’implementazione della strategia della BoJ.
La banda di oscillazione dei rendimenti a 10 anniintorno a zero” è ampliata a +/-0,25,da +/-0,2, e definita esplicitamente in modo formale e preciso.
Inoltre, per quanto riguarda gli acquisti di ETF, si mantiene il tetto di 12 tln di yen all’anno, ma si elimina l’impegno ad acquistare in media 6 tln all’anno, mirando invece a intervenire quando necessario sulla base dell’andamento del mercato con acquisti ampi, ritenuti particolarmente efficaci in caso di grande volatilità. L’obiettivo è delle modifiche è avere una politica più sostenibile che permetta il funzionamento del mercato e concili il controllo dei tassi di interesse con “un certo grado” di fluttuazioni.
La review include anche l’introduzione di uno schema di sostegno alle banche nei periodi di tassi di interesse negativi, per segnalare che la politica monetaria non è completamente senza munizioni in caso di necessità di nuovi interventi espansivi.
Lo schema prevede un rimborso alle banche proporzionale a eventuali riduzioni del tasso di policy su una parte delle riserve.
La BoJ ribadisce che le politiche attuali verranno mantenute in vigore alla luce delle prospettive ancora deboli per il sentiero dell’inflazione.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ieri è risalito, recuperando quasi integralmente il calo post-FOMC, grazie alla salita dei rendimenti USA che ha visto quelli nominali aggiornare i massimi e quelli reali sfiorare i massimi di un mese fa. Se l’ascesa dei rendimenti proseguirà, il dollaro potrà rafforzarsi ulteriormente.

EURL’euro ha corretto, di riflesso al recupero del dollaro, mantenendosi comunque in area 1,19 EUR/USD.
Affinché il calo prosegua appare necessario che prosegua la salita dei rendimenti USA.
Anche l’atteggiamento della BCE dovrebbe comunque favorire un indebolimento del cambio.
Lagarde ieri ha infatti ribadito che la BCE è pronta a intervenire se le condizioni di mercato diventano restrittive, riferendosi al recente rialzo dei rendimenti euro ma menzionando a tale proposito anche la dinamica del cambio (eventuale apprezzamento indesiderato dell’euro).

GBPLa sterlina è scesa sul recupero del dollaro da 1,4001 a 1,3895 GBP/USD mentre si è marginalmente rafforzata contro euro, rispetto al quale ha aggiornato i massimi, pur restando comunque in area 0,85 EUR/GBP.
Dalla riunione BoE sono giunti spunti che dovrebbero ancora offrire sostegno alla valuta britannica, ma con moderazione.
Infatti, la BoE, che ha mantenuto invariati i parametri di policy, ha ribadito che le aspettative rimangono per una ripresa robusta a partire dal 2° trimestre e che grazie al procedere delle vaccinazioni e al nuovo stimolo fiscale domestico (nonché a quello USA) il quadro di breve appare ancora migliore di quanto prospettato alla riunione del mese scorso.
Contemporaneamente però la BoE ha ribadito che a causa della pandemia lo scenario rimane soggetto ad un livello insolitamente elevato di incertezza, spiegando anche che non è chiaro se il miglioramento del quadro di breve possa trasmettersi anche su quello di medio termine e aggiungendo che vi è divergenza di opinioni all’interno del comitato sui rischi – verso l’alto o verso il basso – dello scenario condiviso.
Anche la BoE ha commentato il recente rialzo dei rendimenti, spiegandolo come riflesso del migliorato scenario a livello globale, ma aggiungendo anche che in caso di evoluzione avversa delle condizioni di mercato è pronta ad aumentare il ritmo degli acquisti per garantire una trasmissione efficace della politica monetaria.
Rivediamo pertanto leggermente al rialzo il profilo atteso della sterlina contro dollaro a 1m e leggermente al ribasso quello a 3m-6m, mantenendo però attese di contenuto indebolimento nella parte centrale dell’anno e di rafforzamento successivamente.
Il nuovo profilo passa a 1,37-1,36-1,37-1,42-1,44 GBP/USD a 1m-3m-6m-12m-24m dal precedente 1,35-1,37-1,39-1,42-1,44 GBP/USD.
Analoghe implicazioni per il cambio contro euro, dove il profilo atteso passa a 0,86-0,85-0,84-0,83-0,83 EUR/GBP dal precedente 0,87-0,85-0,83-0,83-0,83 EUR/GBP.
Il livello più elevato dei tassi rispetto all’area euro dovrebbe tendenzialmente favorire la sterlina rispetto alla moneta unica su buona parte dell’orizzonte previsivo.

JPYLo yen si è indebolito solo marginalmente e temporaneamente, da 108 a 109 USD/JPY contro dollaro e restando comunque in area 129 EUR/JPY contro euro, sull’esito della riunione BoJ di questa notte.
I tassi sono rimasti invariati (-0,10% quello a breve, 0% quello a 10 anni), e sono stati mantenuti sia il controllo della curva sia il QQE, ritenuti appropriati per conseguire un’inflazione al 2%, ma è stata allargata da ±20 a ±25 pb la banda di oscillazione per il rendimento a 10 anni, al fine di ridurre le perdite per le istituzioni finanziarie legate all’impiego di tassi negativi.
La possibilità che in fase rialzista i rendimenti possano salire più di quanto facciano adesso è un fattore che potrebbe ridimensionare il downside dello yen.
Tuttavia, la BoJ ha ribadito che al fine di favorire la ripresa post-pandemia è necessario che i rendimenti rimangano il più possibile bassi.
Il profilo atteso dello yen rimane pertanto di indebolimento in corso d’anno, soprattutto contro dollaro: ne rivediamo al ribasso le previsioni a 108-110-112-114-115 USD/JPY a 1m-3m-6m-12m-24m dalle precedenti 107-109-110-112-114 USD/JPY.