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19 Maggio 2023 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Poco fa il PPI è cresciuto di +0,3% m/m in aprile: si tratta del primo aumento in termini congiunturali da settembre 2022.
Su base annua il PPI ha decelerato per il settimo mese consecutivo, portandosi al 4,1% dal 6,7% precedente (4,8% da 7,9% al netto dell’energia): si tratta di un minimo da oltre due anni.
Sia pure in rallentamento rispetto ai mesi precedenti, restano molto elevati i prezzi degli alimentari (+0,5% m/m, 13,6% a/a).

STATI UNITI
 – Le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione al 13 maggio sono calate a 242 mila da 264 mila della settimana precedente.
Il trend verso l’alto dei sussidi non viene interrotto dalla correzione di metà maggio, nonostante la flessione della settimana scorsa, che mantiene i dati sui livelli elevati visti ad aprile.
– L’indice della Philadelphia Fed a maggio è risalito da -31,3 a -10,4 segnalando persistente contrazione dell’attività nel settore manifatturiero, con ordini e consegne sempre in territorio recessivo, anche se su livelli modestamente più elevati.
L’indice di occupazione è peggiorato sensibilmente con un calo a -8,6 da -0,2, in linea con le ore lavorate (-7,7).
L’indice dei prezzi pagati è in modesto rialzo a 10,9, mentre sul fronte dei prezzi ricevuti l’indicazione è favorevole a un quadro di disinflazione, con l’indice a -7, minimo da aprile 2020.
Le aspettative a 6 mesi sono in peggioramento, con l’indice generale a -10,3.
Le imprese riportano un ridimensionamento delle previsioni per i prezzi dei propri prodotti e per gli aumenti salariali.

GIAPPONE – Il CPI ad aprile è aumentato di 0,6% m/m, 3,5% a/a.
Al netto degli alimentari freschi, l’indice è in rialzo di 0,7% m/m e 3,4% a/a, in accelerazione da 3,1% a/a di marzo.
I dati mostrano un ampio contributo negativo del comparto energia dovuto ai sussidi pubblici, ma si rileva un’accelerazione della dinamica dei prezzi in molti comparti, sia per i beni sia per i servizi al netto di energia e alimentari freschi.
I rinnovi contrattuali dovrebbero concludersi con un’accelerazione salariale diffusa e possibili spinte al rialzo soprattutto nei servizi, con rischi verso l’alto per il sentiero dei prezzi.
Per valutare una possibile svolta della politica monetaria, sarà importante vedere un’eventuale revisione verso l’alto dello scenario dei prezzi che a BoJ pubblicherà a luglio.

 

COMMENTI:                                  

STATI UNITI
 – Ieri, i dati del bilancio della Fed al 17 maggio hanno mostrato un marginale correzione dei prestiti alla finestra di sconto e un incremento di 3,9 mld del Bank Term Funding Program, oltre a un’ampia contrazione del portafoglio di titoli del Tesoro.
Dal lato del passivo, il bilancio è influenzato dall’avvicinarsi del limite del debito, con un nuovo ampio aumento delle riserve, +55 mld, e contrazioni del conto di tesoreria (-86,5 mld) e dei reverse repo.
– Negli Stati Uniti oggi il calendario è privo di indicatori rilevanti, ma il discorso di Powell sarà al centro dell’attenzione.
Powell dovrebbe toccare brevemente il tema del limite del debito, ripetendo che la Fed non sarebbe in grado evitare le conseguenze drammatiche di un superamento del limite del debito.
In una conference call organizzata da Bernanke ne 2013, quando il Tesoro era a ridosso di un possibile default, Powell (allora membro del Board) aveva sottolineato che “il vero rischio è quello di un’asta fallita – una perdita di accesso al mercato a qualsiasi prezzo”.
Le discussioni avevano considerato l’immissione massiccia di liquidità e l’estensione di finanziamenti a breve termine.
A suo avviso sarebbe stato opportuno rendere pubblico un piano di azione da parte della Fed.
Oggi, Powell dovrebbe ribadire la sua affermazione del 2013, secondo cui queste sono decisioni che davvero non si vorrebbe mai essere costretti a prendere, ma non discutere possibili piani di azione.
Sul fronte dei tassi, Powell dovrebbe riaffermare che alla riunione di giugno il Comitato probabilmente discuterà una pausa per i tassi, ma segnalare anche che la decisione verrà presa sulla base della totalità delle informazioni, con un bias restrittivo, alla luce del fatto che inflazione e mercato del lavoro sono ancora motivo di preoccupazione.
– I discorsi recenti danno un quadro di ampia dispersione di opinioni riguardo alla necessità di alzare ancora i tassi.
Ieri, Logan (Dallas Fed) ha detto che a suo avviso non c‘è ancora evidenza sufficientemente convincente di calo dell’inflazione.
Secondo Logan, i dati in uscita nelle prossime settimane potrebbero suggerire una pausa, ma per ora le informazioni disponibili non sono sufficienti a giustificare tassi fermi.
Bullard (St Louis Fed) ha detto che parteciperà alla prossima riunione con “una mente aperta”, ma ha ribadito la propria posizione secondo cui tassi più elevati sarebbero un’assicurazione contro i rischi di un’inflazione persistentemente elevata.
Invece, Jefferson (membro del Board, nominato per la posizione di vice-presidente Fed) ha detto che ci potrebbero essere argomenti per alzare i tassi, ma ha sottolineato anche che la crescita sta rallentando per via della restrizione monetaria, che agisce con ritardi lunghi.
Recentemente, anche Mester (Cleveland Fed) e Bowman (Board) hanno dato indicazioni hawkish, ventilando la possibilità di un rialzo a giugno, mentre Bostic (Atlanta Fed) e Goolsbee (Chicago Fed) hanno segnalato che una pausa potrebbe essere opportuna. Williams (NY Fed) invece non si è esposto.
Il voto di giugno sarà probabilmente sofferto e potrebbe concludersi con dei dissensi.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ulteriormente e visibilmente ieri, sorretto dalla salita dei rendimenti sul maggiore ottimismo in merito alla possibilità che si trovi una soluzione di compromesso per il limite del debito e su altri dati (sussidi di disoccupazione e Philly Fed) risultati migliori delle attese (pur restando su livelli di debolezza).
Oggi il dollaro sta in parte ritrattando dall’ampia salita di ieri e i mercati sono in attesa del discorso di Powell nel pomeriggio.
Anche se temporaneamente infatti può trarre beneficio dal rinvio del timing atteso del primo taglio dei tassi, la prospettiva della successiva svolta di policy guiderà nuovamente il trend del dollaro al ribasso.

EURL’euro ha corretto ampiamente ieri sulla generalizzata forza del dollaro scendendo da 1,0847 a 1,0761 EUR/USD, ovvero fermandosi proprio in corrispondenza del supporto che avevamo indicato (1,0760).
Oggi sta risalendo, ancora perlopiù di riflesso al rientro del dollaro e nel pomeriggio/sera reagirà ai discorsi di Powell, dalla Fed, e di Lagarde e Schnabel, dalla BCE.
Se verrà confermata la prospettiva che entro l’estate la BCE alzerà ancora i tassi a fronte di tassi fermi invece negli USA, l’euro dovrebbe prossimamente re-immettersi sul trend di fondo rialzista.

GBPAnche la sterlina sta seguendo perlopiù i driver USA e ieri è scesa contro dollaro da 1,24 a 1,23 GBP/USD, mentre oggi sta risalendo, e si è mantenuta in range contro euro in area 0,86 EUR/GBP.
La prospettiva di un altro rialzo BoE a giugno dovrebbe prossimamente far risalire la sterlina contro dollaro, ma meno dell’euro.

JPYAnche lo yen ha corretto contro dollaro ieri sulla salita dei rendimenti a lunga USA portandosi da 137 a 138 USD/JPY dove è andato a rivedere minimi abbandonati a novembre.
Oggi sta già recuperando, ma la salita potrà essere più continuativa quando i rendimenti USA inizieranno a scendere stabilmente.
Lo yen si è indebolito anche contro euro ieri da 148 a 149 EUR/JPY e sta recuperando oggi.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi non ci sono dati di rilievo in calendario, ma nel pomeriggio sono in agenda interventi da parte di Isabel Schnabel e Christine Lagarde (BCE), e a mercati chiusi è atteso il pronunciamento di Moody’s sul rating del debito sovrano dell’Italia (attualmente Baa3 con outlook negativo).