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19 Luglio 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – Ieri la produzione nel settore delle costruzioni è calata per il secondo mese (-0,7% m/m da un precedente -3,9%), lasciando l’output in rotta per una contrazione prossima a -4% t/t nel 2° trimestre, quando le costruzioni potrebbero sottrarre fino a due decimi alla crescita del valore aggiunto.

STATI UNITI
– Ieri le vendite al dettaglio di giugno hanno registrato un aumento di 0,2% m/m (1,5% a/a), in rallentamento dallo 0,5% di maggio (rivisto al rialzo da 0,3%).
Arredamento, elettronica, abbigliamento e, in minor misura, auto hanno riportato variazioni positive, a fronte di correzioni per benzina, articoli sportivi, materiali per l’edilizia e servizi di ristorazione.
Al netto delle auto, le vendite sono in rialzo solo marginale, di 0,2% m/m, ma l’aggregato più correlato ai consumi di contabilità nazionale (al netto di automobili, benzina, materiali da costruzione e servizi di ristorazione) è in aumento di ben 0,6% m/m (il doppio del mese precedente).
Con le informazioni delle vendite, la stima GDPNow dell’Atlanta Fed per i consumi del 2° trimestre è rivista verso l’alto a 1,4% da 1,2% t/t ann. della stima precedente.
– La produzione industriale a giugno è scesa più del previsto, di -0,5% m/m, così come a maggio (dato rivisto al ribasso da -0,2% m/m).
Nel manifatturiero l’output è in calo di -0,3% m/m, con una forte contrazione per le auto (-3% m/m).
La debolezza della produzione è amplificata dall’ampia correzione per le utility (-2,6% m/m, di cui -3,2% l’elettricità).
Nel complesso l’industria potrebbe aver contribuito solo marginalmente alla crescita del PIL nel secondo trimestre, e non ci aspettiamo un’inversione di tendenza nei prossimi mesi.

 

COMMENTI:     

BCE – Uno dei governatori di banche centrali nazionali abitualmente più aggressivo nel sostenere politiche antinflazionistiche aggressive, Klaas Knot, ieri ha etichettato l’ipotesi di un rialzo dei tassi BCE a settembre come “al massimo una possibilità“, “in nessun modo una certezza“, e che sarà necessario valutare con molta attenzione i dati sul raffreddamento dell’inflazione, perché “l’equilibrio dei rischi si sta spostando“.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro sta parzialmente recuperando: è sceso solo marginalmente e brevemente ieri sui dati, che sono stati di carattere misto (marginalmente positive le vendite al dettaglio, negativa la produzione industriale) e poi ha ripreso a salire.
Dopo l’ampia correzione recente è possibile una fase di stabilizzazione nel conto alla rovescia per il FOMC di mercoledì prossimo, dove la Fed alzerà i tassi, secondo la maggior parte dei previsori per l’ultima volta.
Il mercato, tuttavia, mantiene una probabilità leggermente superiore al 20% di un altro (ultimo) rialzo successivo, il che in questi giorni può contribuire a limitare il downside del dollaro.
Oggi un test della capacità di tenuta del dollaro si avrà con i dati sul settore residenziale.

EURL’euro, che ieri aveva aggiornato i massimi a 1,1275 EUR/USD, ha poi corretto, fino a un minimo di questa mattina a 1,1194 EUR/USD, sulle dichiarazioni di Knot (BCE) che ha indicato che un secondo rialzo dei tassi a settembre dopo quello atteso la prossima settimana non è assolutamente certo (il mercato vi attribuisce una probabilità solo marginalmente superiore al 70%) perché bisogna valutare attentamente i recenti segnali di raffreddamento dell’inflazione in quanto il bilancio dei rischi si sta spostando.
Anche se ora l’euro ha riguadagnato quota 1,12 EUR/USD e può riavvicinare i massimi di ieri in caso di dati USA più deboli del previsto, il calo atteso domani per i dati di fiducia delle imprese francesi e dei consumatori dell’area potrebbe tornare a indebolirlo.

GBPLa sterlina ha corretto ampiamente questa mattina sia contro dollaro a 1,29 GBP/USD (da 1,31 GBP/USD di ieri) sia contro euro a 0,86 EUR/GBP (da 0,85 EUR/GBP di ieri) sui dati di inflazione che sono scesi più delle attese sia nella componente “headline” che in quella “core”.
Il mercato ha eliminato completamente un rialzo dei tassi di 25 pb, scontandone ora 75-100 pb entro fine anno dai 100-125 pb che aveva fino a ieri.
Si tratta comunque di un sentiero di rialzi attesi maggiori rispetto alla Fed, per cui il downside della sterlina rispetto al dollaro dovrebbe essere limitato, ma non necessariamente più dell’euro, perché comunque la maggior restrizione monetaria inciderà negativamente sulla crescita britannica.

JPYLo yen si è indebolito da ieri da 137 a 139 USD/JPY sia sul parziale recupero del dollaro sia sulle dichiarazioni di Ueda che ha indicato che si è ancora molto distanti dall’obiettivo di un’inflazione che si riporti stabilmente a target.
Anche i rendimenti giapponesi a 10 anni infatti sono scesi.
A meno di nuove dichiarazioni che aprano a una modifica dell’assetto di policy questo può lasciare lo yen sulla difensiva in questi giorni.
Tuttavia, la BoJ aveva lasciato intendere che eventuali cambiamenti nella politica monetaria, come potrebbe essere l’allentamento del controllo della curva dei rendimenti, non sarebbero stati “preannunciati”.
Quindi sulla riunione BoJ del 28 luglio rimane elevata l’incertezza.
Lo yen è in calo anche contro euro da 155 a 157 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Oggi la stima finale dovrebbe confermare il marcato calo dell’inflazione in giugno, a 5,5% (+0,3% m/m) da 6,1% di maggio.
Dovrebbe essere confermata anche la flessione di un decimo dell’indicecore BCE” (al netto di alimentari freschi ed energia), al 6,8% (+0,4% m/m).
Il rallentamento tendenziale dovrebbe riguardare quasi tutte le principali componenti con l’eccezione dei servizi, saliti per via di effetti base sfavorevoli sui servizi di trasporto tedeschi.
Il nostro scenario previsivo rimane coerente con un calo dell’inflazione headline nei prossimi mesi, che è attesa toccare il 2,6% a dicembre 2023; l’indice “di fondo” potrebbe chiudere l’anno su livelli più elevati, al 3,9%.
– Dopo due mesi di calo, la produzione nelle costruzioni è attesa tornare a crescere sia pur modestamente a maggio, stimiamo di 0,2% m/m.
Dopo gli ampi progressi registrati a inizio 2023, le costruzioni dovrebbero essere tornate a contrarsi nel 2° trimestre, e le indagini di fiducia restano su una tendenza discendente coerente con un ulteriore rallentamento del settore nel resto del 2023.

STATI UNITI – Oggi i nuovi cantieri residenziali dovrebbero correggere a 1,52 mln, dopo il balzo del 21,7% m/m di maggio a 1,631 mln.
Le licenze sono attese in aumento a 1,51 mln, da 1,496 mln di maggio.
Gli indicatori del mercato immobiliare residenziale sono in miglioramento da inizio anno, quando si è interrotto il trend verso l’alto dei tassi sui mutui.
La fiducia dei costruttori di case è sui massimi dall’estate 2022 e segnala una probabile moderata riaccelerazione dell’attività di costruzione nella seconda metà dell’anno, anche alla luce del persistente eccesso di domanda di abitazioni.