Seguci su twitter

Categorie

18 Ottobre 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – L’inflazione è stata rivista verso il basso di un decimo sia per la misura armonizzata che per quella nazionale, rispettivamente al 2,9% a/a (2,5% ad agosto) e al 2,5% a/a (2,0% il mese precedente).

FRANCIA – Le stime finali degli indici dei prezzi al consumo di settembre hanno confermato il rialzo dell’inflazione armonizzata (2,7% a/a da 2,4% di agosto) mentre quella calcolata su base nazionale è stata rivista al rialzo di un decimo (2,2% a/a, 1,9% nel mese precedente).

STATI UNITI
– Venerdì le informazioni macroeconomiche sono state positive, con le vendite al dettaglio di settembre in rialzo di 0,7% m/m e revisioni verso l’alto per agosto.
I dati segnalano una ripresa dei consumi dopo la frenata di inizio estate, e una domanda in moderata espansione nonostante i freni dovuti alla mancanza di offerta e ai prezzi elevati.
– L’indagine Empire della NY Fed di ottobre ha segnalato ancora espansione nel manifatturiero, se pure a ritmi più contenuti rispetto a settembre, con indicazioni positive per lo scenario a 6 mesi, pur in presenza di persistenti strozzature all’offerta e pressioni significative verso l’alto sui prezzi.
– Una nota di debolezza è venuta invece dalla fiducia dei consumatori, con una modesta correzione dell’indice dell’Univ. of Michigan a ottobre, dovuta soprattutto alle condizioni correnti, con preoccupazioni crescenti riguardo all’inflazione e alle politiche economiche.
Le aspettative di inflazione a 1 anno sono ancora aumentate, a 4,8%, mentre quelle a 5 anni hanno corretto a 2,8% da 3% di settembre.

CINA
– La crescita del PIL è rallentata da 7,9% a/a nel 2° trimestre a 4,9% a/a nel 3° trimestre, meno delle nostre attese (4,7%) ma più del consenso Bloomberg (5%), in parte ancora spinta al ribasso dal confronto sfavorevole con lo scorso anno; il tasso di crescita trimestrale è dello 0,2% t/t, il più basso dal 2010 (Consenso Bloomberg:0,4%).
Il NBS ha inoltre rivisto al ribasso il tasso di crescita del PIL del 1° trimestre da 0,4% a 0,2% t/t e quello del 2° trimestre da 1,3% a 1,2% t/t.
Il rallentamento è stato sensibile sia nei servizi (da 8,3% a/a nel 2° trimestre a 5,4% nel 1° trimestre), frenati dalle misure di contenimento dei focolai di contagi scoppiati tra luglio e agosto, sia nell’industria (da 7,5% a 3,6% a/a), mentre è stato contenuto nel settore agricolo (da 7,6% a 7,1% a/a).
Maggiori dettagli sulle componenti del PIL verranno pubblicati domani.
I dati mensili di attività economica evidenziano un ulteriore rallentamento a fine trimestre, mitigato da un moderato recupero dei servizi e dei consumi.
La dinamica tendenziale della produzione industriale è nettamente rallentata, da 5,3% in agosto a 3,1% in settembre, con una crescita mensile dello 0,5% m/m, la più bassa dal 2011 (escludendo il periodo di lockdown nel 2020).
La produzione è stata frenata dal razionamento dell’energia elettrica e dalla corsa al rispetto degli obiettivi di efficienza energetica e abbattimento dell’inquinamento, che continuerà nei prossimi mesi, almeno nei settori più inquinanti.
Al contrario la produzione nel settore dei servizi è salita del 5,2% a/a in settembre dal 4,8% in agosto, grazie all’allentamento delle misure di contenimento dei contagi, e le vendite al dettaglio sono accelerate da un minimo di 2,5% a/a in agosto a 4,4% a/a in settembre(più delle attese).
Il tasso di disoccupazione urbano è sceso da 5,1% in agosto a 4,9% in settembre.
Gli investimenti fissi nominali hanno invece continuato a rallentare, da 8,9% cum. a/a in agosto a 7,3% in settembre, con un tasso tendenziale implicito stimato a -1,8% a/a in settembre, in calo da +1,2% in agosto; una spinta al ribasso è giunta dalla frenata degli investimenti nel settore immobiliare (si stima da 0,6% a/a in agosto a -3,6% in settembre), che è attesa continuare nei prossimi mesi.

 

COMMENTI:

ITALIA – Oggi il Consiglio dei Ministri è atteso approvare il Documento Programmatico di Bilancio che dettaglierà la manovra da almeno 22 miliardi che sarà inclusa nella Legge di Bilancio (si tratta dell’unico evento rilevante dell’agenda odierna).

GERMANIA – Venerdì il candidato socialdemocratico alla cancelleria, Olaf Scholz, ha annunciato un accordo preliminare tra SPD, Verdi e FDP (“coalizione semaforo”), propedeutico alla formazione del futuro governo. Il documento d’intesa fra i tre partiti prevede l’innalzamento del salario minimo a 12 euro e un’uscita anticipata dall’energia a carbone (al momento concordata entro il 2038).

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata in calo, dopo aver però aggiornato i massimi dell’anno.
I dati sulle vendite al dettaglio venerdì sono stati migliori del previsto, ma non sono bastati a far rientrare il ritracciamento in corso, anche a causa di un generalizzato calo della risk aversion.
Oggi però apre al rialzo sui dati di crescita cinese risultati più deboli delle attese e prezzi del petrolio in ulteriore ascesa.
Dai dati USA di questa settimana (tra cui produzione industriale, Philly Fed e PMI) si attendono indicazioni miste.
A meno di delusioni il dollaro dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.
Saranno comunque da seguire anche i vari discorsi Fed, per monitorare l’evolversi delle preferenze sui tassi.
L’imminenza della svolta Fed e la possibilità che, se i dati lo consentiranno, la Fed anticipi l’avvio del ciclo di rialzi dei tassi, restano fattori favorevoli al dollaro al di là delle oscillazioni di brevissimo termine.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata al rialzo, ma solo marginale, da 1,15 a 1,16 EUR/USD, di riflesso al ritracciamento del dollaro e non su fattori di forza propria.
E oggi apre di nuovo in calo sul recupero del dollaro.
Tra i dati di questa settimana rilevano soprattutto i PMI, attesi in arretramento, il che non favorisce – autonomamente – il cambio, a meno di sorprese.
Saranno comunque da seguire anche i vari discorsi BCE in programma, per verificare l’evolversi della valutazione sui rischi di inflazione e le implicazioni che questo potrebbe avere per le decisioni di policy: eventuali indicazioni di accresciuti rischi verso l’alto potrebbero favorire, seppur solo leggermente, l’euro.
L’upside appare comunque compresso, tendenzialmente entro 1,17 EUR/USD, restando dominante il tema dell’imminente svolta Fed.

GBPAl contrario la sterlina ha chiuso la settimana passata al rialzo sia contro dollaro da 1,35 a 1,37 GBP/USD sia contro euro, rispetto al quale ha aggiornato i massimi dell’anno, da 0,85 a 0,84 EUR/GBP.
Oggi apre in leggero calo contro dollaro sul recupero di quest’ultimo.
A favorire la valuta britannica ha contribuito la combinazione di ritracciamento del dollaro e consolidamento delle attese di rialzo dei tassi BoE a breve.
Nuove dichiarazioni di Bailey venerdì hanno confermato una maggior preoccupazione per il crescente rischio inflazionistico.
Altri discorsi BoE sono in programma in questi giorni e saranno da seguire per mappare le preferenze sul timing del primo rialzo dei tassi (il mercato da una settimana ha anticipato il primo rialzo alla fine di quest’anno).
Anche i dati in uscita saranno importanti (inflazione, vendite al dettaglio e PMI): le attese sono miste, ma eventuali sorprese positive favorirebbero la sterlina.

JPYLo yen invece ha chiuso la settimana passata in ampio calo sia contro dollaro da 112 a 114 USD/JPY (nuovo minimo dell’anno: livelli abbandonati tre anni fa) sia contro euro da 129 a 132 EUR/JPY, complice la combinazione di rendimenti USA più elevati e calo della risk aversion.
Il ministro delle finanze Suzuki ha dichiarato che i movimenti valutari e il loro impatto sull’economia verranno seguiti con attenzione, spiegando che la stabilità valutaria è molto importante.
Le dichiarazioni non dovrebbero comunque preludere interventi sul cambio.
La discesa dello yen è coerente rispetto ai fondamentali (divergenza di policy tra BoJ e Fed in primis) ma i livelli di corto speculativo potrebbero contribuire a limitare temporaneamente il downside.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Questa settimana, in le indagini PMI e l’INSEE francese di ottobre dovrebbero confermare come la ripresa sia ormai in fase di decelerazione, in un contesto di strozzature all’offerta lungo le filiere industriali.
Anche il morale dei consumatori rilevato dalla Commissione Europea è visto calare ad ottobre, probabilmente penalizzato dai rincari energetici.
– La stima finale relativa al mese di settembre dovrebbe infine confermare il rialzo dell’inflazione, sia headline che core.

STATI UNITI
– Oggi il focus dell’agenda economica in USA sarà sulla produzione industriale di settembre, attesa in aumento di 0,2% m/m con rischi verso il basso dovuti a utility ed estrattivo, a fronte di un aumento atteso per il manifatturiero di 0,3% m/m.
– La settimana ha diversi dati rilevanti in pubblicazione.
Le indagini presso le imprese dovrebbero confermare per ottobre l’espansione dell’attività in presenza di colli di bottiglia all’offerta e pressioni verso l’alto sui prezzi.
Per settembre i cantieri residenziali e le vendite di case esistenti sono previsti in moderato rialzo, con indicazioni di crescita positiva, nonostante i vincoli dal lato dell’offerta.