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18 Maggio 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA  – Il mese di marzo ha fatto registrare un crollo sia per il fatturato (-25,8% m/m, -25,2% a/a corretto per gli effetti di calendario) che per gli ordini all’industria (-26,5% m/m, -26,6% a/a).
La caduta del fatturato è diffusa a tuti i raggruppamenti principali di industrie (i più colpiti sono i beni durevoli, con un -43,5% m/m, i meno colpiti i beni di consumo non durevoli, che hanno fatto segnare un -16,7% m/m).
L’andamento tendenziale per settore mostra robusti incrementi sia del fatturato che degli ordini per il comparto farmaceutico (+9,9% e +19,5%, rispettivamente); l’unico altro settore che registra un segno positivo è, non sorprendentemente, quello alimentare (+3,1% il fatturato).
I comparti più falcidiati sono i mezzi di trasporto e il tessile (-55,4% e -43,7% gli ordini, rispettivamente). La contrazione è destinata ad ampliarsi nel mese di aprile.
ITALIA  – La seconda stima dei dati sui prezzi al consumo di aprile ha confermato la lettura preliminare. L’inflazione annua è scesa di un decimo, a zero, in aprile sull’indice nazionale ed è rimasta invariata allo 0,1% a/a in termini armonizzati UE.
Nel mese, i prezzi sono aumentati di un decimo sul NIC e di mezzo punto percentuale secondo l’indice armonizzato.
Sono state confermate le pressioni al ribasso sulle spese per l’abitazione (-3,9% da -3,8% m/m della prima stima, per via della decisa riduzione delle tariffe su gas e elettricità) e sui trasporti (-0,6%da -0,4%m/m della prima lettura, a causa del calo sia dei prezzi del carburante che dei servizi di trasporto), mentre sono stimati ora in aumento, a differenza che nella stima flash, i listini sulle comunicazioni(+0,1% da -0,8% m/m dei dati provvisori). Confermato il forte aumento dei prezzi di prodotti alimentari e bevande(+1,3% m/m, un decimo in meno di quanto stimato in precedenza) e dei servizi ricettivi e di ristorazione (+2,6% m/m, sorprendentemente tre decimi in più rispetto alla stima di 15 giorni fa). Questo spiega la revisione al rialzo di un decimo dell’inflazione core, a 0,8% a/a.
Rivista al ribasso di un decimo, ma ancora decisamente al di sopra del dato aggregato, l’inflazione sul cosiddetto “carrello della spesa” (+2,5%, da +1% di marzo). In prospettiva, pensiamo che l’inflazione possa approdare in territorio negativo verosimilmente già da maggio, e restarci almeno per i mesi a cavallo tra fine primavera e inizio estate.

AREA EURO – La seconda lettura del PIL nel 1° trimestre 2020 è in linea con la contrazione vista nella stima preliminare di -3,8% t/t (-3,2% a/a).
Si tratta del valore più basso mai registrato dal 1995, cioè da quando ha inizio la serie storica. Dopo un primo bimestre discreto, le misure di distanziamento sociale introdotte da diversi paesi dell’Eurozona nel mese di marzo hanno impattato negativamente su turismo, settori “aggregativi” e gran parte della distribuzione commerciale, nonché i consumi di beni durevoli.
Nella seconda quindicina di marzo, il calo dell’attività rispetto alla norma è stato molto marcato nelle quattro maggiori economie dell’area, coinvolgendo anche il comparto manifatturiero e l’edilizia. I conti nazionali completi dovrebbero essere diffusi il 9 giugno.

PAESI BASSI – La stima flash del tasso di crescita del PIL ha registrato una contrazione meno pesante del previsto, di -1,7% t/t da 0,4% t/t di fine 2019, in termini annui a -0,6% a/a da +1,6% a/a.
L’impatto dell’epidemia nei Paesi Bassi è stato meno drammatico rispetto ad altri Paesi dell’area euro, per le modalità di contenimento scelte dal Governo, che hanno visto interventi più moderati e tardivi rispetto agli altri stati (dalla metà di marzo). L’impatto più pesante sarà nel 2° trimestre, dato che nel mese di aprile le misure di contenimento si sono intensificate. La contrazione prevista per il 2020 sarà comunque la più forte dal dopoguerra.

GERMANIA – La stima flash del PIL nel 1° trimestre dell’anno evidenzia una forte contrazione dell’economia tedesca. Il PIL ha subito un calo del -2,2% t/t, da -0.1% t/t precedente (rivisto al ribasso da 0,0%).
Il tasso di crescita annuo corretto per i giorni lavorativi è sceso da +0,4% a -2,3%. La contrazione nel primo trimestre dell’anno è risultata più grave del previsto e la seconda per dimensioni nella storia della Germania moderna. Purtroppo, si tratta di una variazione relativamente contenuta rispetto alle aspettative per il 2° trimestre.
Dopo un primo bimestre discreto, lo scoppio dell’epidemia di COVID-19 ha fortemente danneggiato l’attività reale a partire da marzo, e in particolare dalla terza settimana del mese, quando sono state imposte le misure di contenimento più severe.
I tour operator, le agenzie di viaggio, i ristoranti e gli hotel sono stati tra i primi a risentirne negativamente (a causa del crollo della domanda, più che delle misure restrittive). In base ai dati mensili sulla produzione, il settore industriale ha probabilmente contribuito negativamente nella misura di circa -0.6%, un calo bilanciato in parte dal settore delle costruzioni e dai servizi pubblici.
La contrazione è stata guidata probabilmente dal settore privato.
Ulteriori dettagli verranno resi disponibili il 25 maggio. Alla luce della stima flash del PIL nel 1° trimestre, prevediamo una contrazione nel 2° trimestre di oltre -6% t/t, notevolmente superiore a quanto registrato nella fase acuta della crisi finanziaria del 2008/09 (-4,7% t/t nel 1° trimestre 2009).

STATI UNITI
 – Le vendite al dettaglio ad aprile crollano di -16,4% m/m (-21,6% a/a), dopo -8,3% m/m di marzo (rivisto da -8,4% m/m). I diversi aggregati sono omogeneamente negativi: ex-auto, -17,2% m/m, ex-auto e benzina, -16,2% m/m.
Fra le diverse voci, si registrano gradi diversi di correzione: auto, -12,4% m/m (dopo -25,7% m/m a marzo), arredamento -58,7% m/m, elettronica -60,6% m/m, materiali da costruzione -3,5% m/m, alimentari -13,1% m/m, benzina -28,8% m/m, abbigliamento -78,8% m/m (-89,3% a/a), articoli sportivi -38% m/m, servizi di alimentari e bevande -29,5% m/m.
L’unica voce positiva in questo quadro drammatico è, come atteso, il commercio online, in aumento di 8,4% m/m (+21,6% a/a).
L’abbigliamento fra febbraio e aprile corregge di -90% e anche le voci che avevano sostenuto il mese di marzo (beni di prima necessità) hanno ripiegato il mese scorso. I dati in parte sono indeboliti dal calo dei prezzi (-0,8% m/m, come visto nel CPI di aprile), ma anche in termini reali i segnali sono in linea con un crollo dei consumi nel 2° trimestre.
Anche nell’ipotesi che nei mesi di maggio e giugno ci sia una graduale ripresa della spesa personale, grazie alla riapertura delle attività e al sostegno al reddito personale offerto dai sussidi di disoccupazione e dai trasferimenti attuati con il CARES Act, i consumi saranno frenati non solo dai beni ma anche, e soprattutto, dai servizi, con rischi verso il basso per la nostra previsione di calo di -40% t/t ann. in primavera.
La stima nowcasting dell’Atlanta Fed dopo la pubblicazione dell’employment report vede i consumi in calo di -62,8% t/t ann., ma non tiene conto del supporto al reddito disponibile attuato con le misure fiscali.
– La produzione industriale ad aprile è in calo di -11,2% m/m, circa in linea con le attese, dopo -4,5% m/m di marzo. Nel manifatturiero, la contrazione è di -13,7% m/m, spinta dai settori automobilistico (-71,7% m/m, dopo -30% m/m di marzo) e aeronautico (-21,6% m/m). Negli altri sotto-settori, la contrazione è più contenuta (macchinari -11% m/m, elettronica -5% m/m).
L’estrattivo corregge di -6,1% m/m (terzo calo consecutivo), sulla scia del collasso del prezzo del petrolio e della domanda di carburanti. Nelle utility, la correzione è limitata, -0,9% m/m.
Con la riapertura dell’attività in molti stati nel mese di maggio (con PIL pari a circa il 70% del totale), la produzione dovrebbe stabilizzarsi e riprendere gradualmente. Nel settore auto, la maggior parte degli stabilimenti dovrebbe riaprire da metà maggio, mentre nell’aeronautica la produzione dovrebbe essere già iniziata all’inizio del mese.
– L’indagine Empire della NY Fed a maggio segnala ancora ampia contrazione di attività, ma a un ritmo più contenuto rispetto ad aprile. L’indice delle condizioni generali risale a -48,5, con modeste correzioni dei tempi di consegna e delle scorte, a fronte di aumenti per ordini (a -42,4 da -66,3), consegne (a -39 da -68,1) occupazione (a -6,1, da -55,3) e ore lavorate (a -21,6 da -61,6).
Gli indici a 6 mesi sono in aumento e danno indicazioni incoraggianti per le previsioni di attività nel 2° semestre: condizioni generali a 29,1 da 7, ordini a 35 da 11,7, occupazione a 10,4 da 5,2.
Tuttavia, le prospettive per gli investimenti restano deboli, con l’indice delle spese in conto capitale a 6 mesi ancora in territorio negativo a -8,1 da -11 di aprile.
I dati danno supporto alla previsione che il minimo per l’attività sia stato toccato ad aprile e che l’occupazione nel manifatturiero si stabilizzi ad aprile sui livelli compressi del mese precedente, prima di iniziare una graduale risalita nei trimestri successivi.

GIAPPONE – Il PIL nel 1° trimestre si contrae di -0,9% t/t ann. (-3,4% t/t, -2% a/a), segnando la seconda contrazione consecutiva, dopo -1,9% t/t nel 4° trimestre 2019.
La domanda domestica corregge di -2,6% t/t ann., con un calo di -3,5%t/t ann. della domanda domestica privata. Le flessioni sono diffuse a consumi (-3,5% t/t ann.), investimenti residenziali (-16,9% t/t ann.) e investimenti fissi delle imprese (-2,1% t/t ann.).
Nel settore pubblico si registra un aumento di 0,2%% t/t ann. dei consumi e un calo di -1,6% t/t ann. degli investimenti.
Per il canale estero, sia le importazioni (-18,4% t/t ann.) sia le esportazioni (-21,8% t/t ann.) sono in ampio calo. Il 1° trimestre risente essenzialmente della contrazione dei consumi e del commercio internazionale.
A marzo le uniche misure anti-covid adottate sono state le chiusure delle scuole, ma le famiglie hanno iniziato già da marzo a modificare i loro comportamenti evitando le attività aggregative.
Il vero colpo alla crescita giapponese verrà con i dati di aprile, quando è stata annunciata l’emergenza nazionale (terminata parzialmente ora, per una frazione ampia di prefetture), che determineranno una flessione di circa -10% t/t per il PIL del 2° trimestre.

 

COMMENTI:

AREA EURO – Il Pandemic Crisis Support del MES è operativo da venerdì, dopo la conferma del comitato direttivo del fondo. Il presidente dell’Eurogruppo ha poi annunciato che il programma SURE sarà incardinato nella normativa comunitaria entro qualche giorno, e che alcuni giorni saranno anche necessari perché possano essere finalizzati i dettagli operativi del Fondo Europeo di Garanzia per i crediti BEI.
In attesa che la Commissione Europea presenti la sua proposta per il Recovery Fund verso la fine del mese, Centeno ha dichiarato che l’Eurogruppo ha avuto un primo scambio di idee su “caratteristiche, schema, dimensione e priorità per la ripresa”, concordando che i progetti saranno orientati a transizione verde, digitalizzazione, riavvio del mercato unico e tutela delle catene del valore.
Intanto, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che diffida la Commissione Europea dal ricorrere a trucchi finanziari, chiedendo che le risorse effettivamente raccolte siano pari a 2000 miliardi di euro, che siano aggiuntive rispetto al budget pluriennale e che le erogazioni siano soprattutto a fondo perduto. Per il servizio del debito, il Parlamento propone di introdurre delle fonti di entrata proprie dell’UE.

ITALIA – Il Presidente del Consiglio ha illustrato in conferenza stampa sabato 16 maggio e firmato nel pomeriggio del 17 maggio il Dpcm sulla Fase 2, che prevede la riapertura da oggi di negozi, bar, ristoranti, pizzerie, parrucchieri, estetisti, musei e stabilimenti balneari, sulla base di “protocolli di sicurezza” approvati dalle Regioni, a patto che queste ultime “tengano sotto controllo la curva epidemiologica”.
Dal 25 maggio potranno riaprire palestre, piscine e centri sportivi, solo dal 15 giugno toccherà a cinema, teatri e centri estivi.
Ogni Regione potrà introdurre misure ampliative o restrittive in maniera autonoma, ma lo Stato, in caso di risalita della curva dei contagi, potrà intervenire qualora non lo facessero i governatori.
Per quanto riguarda gli spostamenti personali, resta il divieto di assembramento ma ci si potrà muovere all’interno della regione; per la mobilità extraregionale bisognerà aspettare il 3 giugno (fatta salva la possibilità di spostarsi tra una regione e l’altra con autocertificazione per stato di necessità, salute e lavoro); dal 3 giugno riapriranno anche le frontiere, e non saranno soggetti ad alcuna limitazione gli spostamenti dall’Ue, area Schengen (compresa la Svizzera), Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord.

ITALIA – Nella nota “L’impatto della pandemia di COVID-19sull’economia italiana: scenari illustrativi”, la Banca d’Italia presenta uno “scenario centrale” sull’evoluzione dell’economia italiana, che vede il PIL contrarsi del 9% quest’anno per poi espandersi del 4,8% nel 2021.
Le ipotesi sottostanti sono che la quota di attività produttive interessate da provvedimenti di sospensione, che era pari a circa un terzo del valore aggiunto in aprile, scenda intorno al 10% in maggio e diminuisca ulteriormente in giugno, e che a ciò segua un recupero dell’attività relativamente rapido nella seconda metà dell’anno.
La nota delinea poi un secondo scenario sotto ipotesi più pessimistiche, ovvero assumendo che:
1) il commercio mondiale si riduca di circa il 20% nell’anno in corso (contro il 12% nello scenario di base);
2) che, in conseguenza di nuovi focolai, gli effetti delle misure di contenimento dell’epidemia gravino per un tempo più prolungato sull’attività produttiva nella seconda parte dell’anno;
3) che vi sia un deterioramento delle condizioni finanziarie(incremento dei rendimenti a lungo termine di 100 punti base, irrigidimento delle condizioni del credito pari a circa la metà di quanto osservato durante la crisi finanziaria globale).
Queste ipotesi avrebbero effetti negativi aggiuntivi sul PIL nell’anno in corso rispettivamente di -1,5, -1,3 e -1,2 punti percentuali, pertanto in questo quadro il PIL scenderebbe quest’anno di quattro punti in più rispetto al primo scenario; la ripresa sarebbe più graduale nel 2021.
Per quanto riguarda le misure di politica fiscale, secondo Banca d’Italia esse fornirebbero un contributo che potrebbe essere valutabile secondo i moltiplicatori tradizionali nell’ordine di 2 punti percentuali, anche se tale valutazione, di larga massima, è basata sulle linee essenziali delle misure così come erano delineate nel DEF 2020, e una valutazione più precisa potrà essere fatta solo una volta disponibili i dettagli contenuti nel decreto legge “Rilancio.

GERMANIA – Il Ministro delle Finanze Scholz ha dichiarato che si stima una riduzione di gettito tributario di 98,6 miliardi di euro nel 2020, circa il 10% del totale precedentemente atteso.
Scholz ha preannunciato la presentazione di un nuovo pacchetto di stimolo a giugno, questa volta orientato a sostenere la ripresa nel 2021 e nel 2022 nel rispetto dell’obiettivo di azzerare l’impatto climatico entro il 2050.

STATI UNITI – Covid-19 update
Contagi 1.417.777, nuovi contagi 19 mila, decessi 89.562, guarigioni 272.265 (Fonte: JHU)
La Camera ha approvato il nuovo pacchetto di stimolo per la fase 4, il HEROES Act (Health and Economic Recovery Omnibus Solutions Act), che contiene misure per circa 3 tln di dollari, con un voto di 208-199 (14 democratici contrari, un repubblicano favorevole). Il disegno di legge include circa 1 tln di dollari di fondi per Stati ed enti locali (la conferenza dei governatori degli Stati aveva richiesto 750 mld di dollari), un nuovo invio di recovery check (con un contributo maggiore per i figli minorenni), un’estensione dell’integrazione dei sussidi di disoccupazione (600 dollari alla settimana), contributi per il pagamento degli affitti e dei mutui, sostegno ai redditi dei lavoratori dei settori “essenziali”.
Trump ha dichiarato che il disegno di legge è “dead on arrival”, ma il consigliere economico Hassett ha lasciato aperture per finanziamenti a stati ed enti locali. Il disegno di legge include anche misure per proseguire l’attività legislativa da remoto.
I democratici sono consapevoli che il HEROES Act è solo un punto di partenza per futuri negoziati su nuove misure di stimolo, ma intendono usarlo per forzare la ripresa dei negoziati con i repubblicani per definire nuovi interventi, soprattutto a favore degli stati.
Powell (Presidente Fed), in un’intervista a CBS News mirata al grande pubblico non specializzato, ha detto che la ripresa richiederà del tempo e avrà ritmi difficili da prevedere.
Secondo Powell, il tasso di disoccupazione salirà ancora fino a giugno e poi scenderà gradualmente, mentre l’economia potrebbe restare al di sotto dei livelli pre-crisi almeno fino alla fine del 2021.
Powell ha sottolineato che, nonostante la profondità della contrazione del PIL e il forte rialzo della disoccupazione, è un errore paragonare la crisi in atto con la Grande Depressione, quando le banche centrali hanno attuato politiche restrittive per ritornare al gold standard. Nella fase attuale, le politiche monetaria e fiscale sono straordinariamente espansive e le autorità sono pronte a intervenire ancora. Powell ha ribadito che è possibile che siano necessari ulteriori interventi sia fiscali sia monetari, affermando che la Fed ha ancora molte munizioni da usare.
Secondo il presidente della Fedci sono molte dimensioni su cui ci possiamo muovere per rendere la politica monetaria ancora più espansiva”, fra cui gli acquisti di titoli e la forward guidance.
Tuttavia, Powell ha approfittato dell’occasione per ribadire che fra gli strumenti considerati, non ci sono i tassi negativi: “anche se molte persone ritengono che tassi negativi siano una buona policy, non la pensiamo affatto così alla Fed”.
Il presidente della Fed ha citato ancora una volta il fatto che la valutazione degli effetti dei tassi negativi è “molto mista” e che probabilmente gli effetti espansivi “da libro di testo” non compensano le conseguenze negative sul sistema bancario.
Powell ha anche affermato che sarebbe pericoloso in questa fase avere politiche fiscali restrittive a livello statale, se gli stati fossero costretti ad attuare tagli di spesa a fronte del crollo delle entrate, dando così implicito supporto alle proposte democratiche di aumento dei fondi a favore degli Stati.
La Fed si sta evidentemente sforzando di comunicare le proprie politiche, con un aumento della frequenza dei messaggi di Powell, che questa settimana ha altri due interventi in calendario.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata in rialzo solo marginale. I primi dati di maggio hanno mostrato un miglioramento dopo l’allentamento del lockdown, ma permangono i timori circa i rischi di una seconda ondata di contagi e sono tornate a riacuirsi le tensioni USA-Cina.
La settimana entrante riproporrà dati negativi in aprile e in miglioramento in maggio. I verbali del FOMC potranno fornire indicazioni aggiuntiva circa il dibattito sullo scenario e la conseguente azione di policy.
A meno di novità rilevanti parrebbe quindi prospettarsi una settimana ancora interlocutoria, con il dollaro circa stabile nel range di quella passata.

EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata stabile nel range 1,07-1,08 EUR/USD. Questa settimana usciranno le indagini congiunturali di maggio che dovrebbero mostrare dei miglioramenti dopo l’allentamento del lockdown. Si attende inoltre la proposta della Commissione Europea sul “Recovery Fund: una soluzione soddisfacente favorirebbe l’euro, mentre una delusione lo penalizzerebbe nuovamente. Possibile di conseguenza un’almeno temporanea rottura del range.

GBP – La sterlina ha chiuso la settimana passata in calo sia contro dollaro da 1,2437 a 1,2099 GBP/USD sia contro euro da 0,87 a 0,89 EUR/GBP.
Il terzo round di negoziati con l’UE chiusosi venerdì è stato “deludente” secondo il capo-negoziatore UE Barnier. Sui temi più delicati, in primis quello dell’allineamento ai regolamenti e agli standard UE, non si fanno progressi e Barnier ha ammesso di non essere ottimista, avvertendo che il prossimo round che parte l’1 giugno dovrà essere più dinamico se si vuole evitare uno stallo.
La settimana entrante proporrà tra i dati le vendite al dettaglio di aprile, attese negative, e i PMI di maggio, attesi invece in miglioramento.
In programma anche alcuni interventi BoE, tra i quali uno del governatore Andrew Bailey.
Se i dati di maggio non deluderanno, la discesa della sterlina potrebbe fare una pausa. Tuttavia, nelle prossime settimane, il vero driver saranno i negoziati con l’UE, per cui i rischi restano verso il basso.

JPY – Lo yen si è leggermente indebolito la settimana scorsa, portandosi contro dollaro a 106-107 USD/JPY e contro euro a 115-116 EUR/JPY. Si tratta tuttavia ancora di movimenti di scarso valore direzionale e che testimoniano la presenza di un’elevata incertezza in un contesto di mercato dove permangono spunti contrastanti.
Anche in Giappone è infatti stata annunciata la fine dello stato di emergenza per 39 prefetture che rappresentano poco più del 50% del PIL nazionale. A meno di variazioni significative della risk aversion, lo yen dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – L’attenzione sarà sulla proposta per il Recovery Fund della Commissione Europea, prevista per mercoledì. La tornata di indagini congiunturali per il mese di maggio darà nuove indicazioni su come l’economia sta reagendo alla fase iniziale di allentamento delle misure di contenimento dell’epidemia scattate nei mesi scorsi in tutta Europa.
L’indice di fiducia dei consumatori elaborato dalla Commissione Europea è visto in risalita, in linea con i livelli registrati durante la crisi finanziaria del 2008-09.
Anche l’indice ZEW per la Germania dovrebbe segnare un miglioramento, in particolare per l’indice della situazione corrente. Le indagini PMI potrebbero indicare una risalita dai minimi di aprile, con la Germania candidata a guidare la ripresa.

STATI UNITI – Le nuove informazioni in uscita avranno due elementi importanti. Da un lato, fra i dati, le indagini del settore manifatturiero di maggio, Philadelphia Fed e PMI Markit, dovrebbero dare un messaggio incoraggiante per la ripresa dell’attività nel settore, legata alla graduale riapertura in stati che rappresentano circa il 70% del PIL.
Le nuove richieste di sussidio dovrebbero proseguire sul sentiero di graduale rallentamento, grazie alla riapertura di una parte degli stati.
Dall’altro, i verbali della riunione del FOMC di fine aprile dovrebbero dare un quadro del dibattito all’interno del Comitato sullo scenario economico e sui rischi, oltre che sulla disponibilità a continuare a intervenire a sostegno del credito e della ripresa prevista per la seconda metà dell’anno.
Fra gli altri dati in uscita, le vendite di case e i nuovi cantieri di aprile dovrebbero essere in crollo verticale sulla scia del lockdown del settore immobiliare residenziale in quasi tutti gli Stati.