Seguci su twitter

Categorie

18 Aprile 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – Ieri la crescita dei prezzi al consumo a marzo è stata rivista al ribasso di un decimo sia sull’indice armonizzato che su quello nazionale (rispettivamente a 8,1% e 7,6% a/a).
L’inflazione al netto di energetici e alimentari freschi è rimasta stabile a 6,3% a/a dopo 13 mesi consecutivi di rialzi.
Riteniamo che la discesa dell’inflazione possa continuare nei prossimi mesi spinta dagli effetti base sull’energia; stimiamo una crescita tendenziale dei prezzi all’1,4% sull’IPCA e all’1,2% sul NIC a fine 2023.

STATI UNITI – L’indice Empire della NY Fed ad aprile ha sorpreso verso l’alto, rimbalzando a 10,8 da -24,6 di marzo, con incrementi anche più ampi per gli ordini (a 25,6 da -21,7) e per le consegne (a 23,9 da -13,4).
L’indice degli occupati rimane in area recessiva (a -8 da -10,1) e le ore lavorate migliorano, pur restando in calo (-6,4 da -18,5).
Gli indici di prezzo mostrano moderazione, con i prezzi pagati in rallentamento a 33 da 41,8 e quelli ricevuti in aumento circa stabile (23,7 da 21,9).
Gli indici a 6 mesi sono poco variati, in area modestamente positiva.
L’indagine della NY Fed è molto volatile: nel complesso i dati sono in linea con quasi stagnazione dell’attività nel manifatturiero.

CINA
 – I dati di contabilità nazionale relativi al 1° trimestre hanno evidenziato un’accelerazione della crescita del PIL superiore alle nostre attese e a quelle di consenso sia in termini congiunturali sia in termini tendenziali, sostenuta principalmente dal rimbalzo dei servizi.
Il PIL è salito del 2,2% t/t (consenso Bloomberg: 2% t/t) da 0,6% t/t nel 4° trimestre 2022 (rivisto al rialzo da zero) e del 4,5% a/a (consenso Bloomberg: 4% a/a).
Il traino è stato fornito principalmente dal settore dei servizi, cresciuto del 5,4% a/a nel 3° trimestre da 2,3% a/a nel 4° trimestre 2022, che ha più che compensato una marginale decelerazione del settore industriale (da 3,4% a/a nel 4° trimestre 2022 a 3,3% a/a nel 1° trimestre 2023) e del comparto agricolo (da 4% a/a a 3,7% a/a).
Il settore dei servizi ha goduto soprattutto del recupero del commercio al dettaglio e all’ingrosso (a 13,6% a/a da -5,8% a/a nel 4° trimestre) e di una crescita robusta dei servizi finanziari e di quelli dell’ICT.
Il dettaglio con i contributi dal lato della domanda verrà pubblicato nei prossimi giorni.
I dati sul reddito e i consumi pro capite delle famiglie hanno registrato un rimbalzo dei consumi pro capite in termini nominali (a 5,4% a/a nel 1° trimestre 2023 da -2,4% a/a nel 4° trimestre 2022), in linea con la dinamica del reddito disponibile, ma il tasso di risparmio è rimasto elevato.
Nel complesso i dati pongono rischi al rialzo sulla nostra previsione annuale di crescita del PIL 4,9% per il 2023.
– I dati mensili relativi al mese di marzo hanno confermato il recupero dei consumi; hanno inoltre registrato un’accelerazione della produzione industriale ma un rallentamento degli investimenti fissi nominali.
Le vendite al dettaglio sono salite del 10,6% a/a in marzo da 3,5% a/a in media nei primi due mesi dell’anno, molto più delle attese (consenso Bloomberg: 7,5% a/a), soprattutto grazie ad un effetto base favorevole, ma evidenziando un rallentamento congiunturale (+0,15% m/m) rispetto a febbraio (0,67% m/m).
La fiducia dei consumatori, di solito pubblicata con ritardo di almeno un mese, ha continuato a recuperare toccando a febbraio 94,7, un massimo da aprile 2022, mentre il tasso di disoccupazione urbano è sceso da 5,6% in febbraio a 5,3% in marzo, pur con un aumento nella fascia 16-24 anni a 19,6%, vicino ai massimi di metà 2022.
La produzione industriale è salita del 3,9% a/a in marzo da 2,4% a/a in media nei primi due mesi dell’anno, registrando un aumento contenuto dello 0,12% m/m, invariato rispetto a febbraio e in rallentamento rispetto a gennaio (0,26% m/m).
Il rimbalzo della produzione dei servizi è stato molto più marcato, a 9,2% a/a in marzo da una media di 5,5% a/a nei primi due mesi del 2023.
Gli investimenti fissi nominali sono rallentati, stimiamo da 5,5% a/a in febbraio a 4,8% a/a in marzo, frenati dal rallentamento degli investimenti sia delle imprese statali, la cui dinamica rimane comunque elevata (9,6% a/a in marzo), sia delle imprese private, dove rimane molto fiacca (0,4% a/a), nonché dalla moderata accentuazione della contrazione tendenziale degli investimenti nel settore immobiliare (da -5,7% a/a in febbraio a -5,9% a/a in marzo).
Gli investimenti in infrastrutture hanno invece registrato un ulteriore accelerazione, da 8,1% a/a in febbraio a 8,8% in marzo.

 

COMMENTI:                                  

STATI UNITI – Ieri, il presidente repubblicano della Camera, K. McCarthy, ha detto che un aumento del limite del debito senza vincoli non passerà e ha elencato le condizioni per un accordo: limiti alla spesa federale, recupero dei fondi allocati per Covid e non ancora spesi, e obbligo di lavoro per chi riceve sussidi federali.
Sul fronte della spesa, i repubblicani chiedono di riportare la spesa discrezionale sui livelli del 2022 e di limitare la crescita futura a 1% all’anno.
La Casa Bianca ha reagito accusando la leadership repubblicana di tenere in ostaggio “la piena fiducia e il credito” degli Stati Uniti, mettendo a rischio la sicurezza economica del paese.
Una soluzione all’impasse sul limite del debito sarà molto difficile da trovare, vista la ricattabilità della leadership repubblicana da parte del gruppo di rappresentanti del Freedom Caucus, in grado di far cadere McCarthy dalla guida della Camera.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana in ulteriore rafforzamento ieri grazie alla sorpresa positiva giunta dall’indice Empire che è salito molto più delle attese tornando in territorio positivo.
Il dato aumenta la probabilità che la Fed alzi ancora i tassi alla prossima riunione di maggio, tuttavia le componenti dell’indice confermano debolezza del settore, coerentemente con uno scenario di rallentamento dell’economia USA nei prossimi mesi.
Oggi, infatti, il dollaro sta di nuovo arretrando, seppure parzialmente, indebolito anche dalla sorpresa positiva giunta nella notte dai dati cinesi che hanno mostrato una crescita del PIL più forte del previsto, contribuendo a rischiarare, almeno in parte, le prospettive dello scenario globale.
Dai dati USA di oggi sul settore immobiliare si attendono indicazioni di rallentamento.
Il dollaro può ancora trarre supporto dalla possibilità che la Fed alzi i tassi a maggio, ma la successiva chiusura del ciclo di rialzi dovrebbe tornare a indebolirlo.

EURL’euro ha aperto la settimana in calo ieri sul ri-allargamento dei differenziali di rendimento dopo i dati USA, ma è di nuovo in recupero stamani sul rientro generalizzato del dollaro, con le oscillazioni che sono rimaste comunque contenute in area 1,09 EUR/USD.
L’euro trae sostegno da attese che la BCE alzi i tassi più della Fed nel breve, ma in attesa del FOMC d’inizio maggio, il consolidarsi di aspettative che la Fed alzi di nuovo i tassi in tale occasione può limitare ancora l’upside dell’euro.
Anche la possibilità che complessivamente nei prossimi mesi la BCE alzi i tassi leggermene meno di quanto atteso fino a prima delle crisi bancarie può contribuire a contenere lo slancio della moneta unica.
La reazione al ribasso del cambio stamani sullo ZEW tedesco che è sceso contro attese di leggero aumento è stata comunque, per ora, minima.

GBPAnche la sterlina ha aperto la settimana in calo ieri contro dollaro da 1,24 a 1,23 GBP/USD sui dati USA ma sta già risalendo stamani sia per l’arretramento del biglietto verde sia per i dati sul mercato del lavoro che hanno mostrato una crescita salariale molto più elevata del previsto aumentando la probabilità che anche la BoE alzi ancora i tassi alla prossima riunione dell’11 maggio.
Il tasso di disoccupazione però è aumentato contro attese di stabilizzazione, supportando uno scenario recessivo, per cui l’upside della sterlina sul dollaro dovrebbe in generale restare inferiore a quello dell’euro. Tra ieri e oggi invece la valuta britannica si è leggermente rafforzata rispetto alla moneta unica mantenendosi comunque in area 0,88 EUR/GBP, ma dovrebbe trattarsi di una dinamica temporanea.

JPYAnche lo yen ha aperto la settimana in calo ieri contro dollaro da 133 a 134 USD/JPY sulla salita dei rendimenti a lunga USA post-indice Empire, ma sta parzialmente recuperando oggi sull’arretramento del biglietto verde.
Nel breve è possibile che lo yen si mantenga ancora sulla difensiva, soprattutto se alla riunione BoJ del 28 aprile, la prima presieduta da Ueda, la strategia di policy dovesse restare totalmente invariata. Successivamente invece dovrebbe tornare a rafforzarsi, innanzitutto sull’attesa progressiva discesa dei rendimenti USA. Contro euro lo yen si mantiene in calo, da 146 a 147 EUR/JPY, prevalendo il rafforzamento dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

GERMANIA – Oggi l’indagine di fiducia ZEW condotta tra gli analisti finanziari dovrebbe beneficiare del ridimensionamento dei rischi sul fronte finanziario, nonché dei segnali di maggiore vivacità dell’industria tedesca.
Dopo la correzione di marzo, vediamo un rialzo a 15 da 13 per l’indice relativo alle aspettative e a -42 da -46,5 per quello sulla situazione corrente.

STATI UNITI – Oggi i nuovi cantieri residenziali a marzo dovrebbero stabilizzarsi a 1,43 mln da 1,45 mln di febbraio.
Il trend di ripresa della fiducia dei costruttori, iniziato a dicembre, sta rallentando, e le aspettative di vendite di case fra 6 mesi ha segnato una battuta di arresto, dopo 4 aumenti consecutivi.
Le licenze dovrebbero correggere a 1,5 mln da 1,55 mln.