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17 Maggio 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – La crescita dei prezzi al consumo ad aprile è stata rivista al ribasso di un decimo sia sull’indice armonizzato che su quello nazionale (rispettivamente a 8,7% e 8,2% a/a), a seguito principalmente delle correzioni sui dati di alimentari, ricreazione e comunicazioni.
L’inflazione al netto di energetici e alimentari freschi (sul NIC) è scesa per la prima volta dopo 14 mesi, a 6,2% da 6,3% a/a della lettura preliminare e del dato di marzo.
Riteniamo che l’inflazione possa tornare a calare da maggio, per moderare al 2,3% a dicembre 2023; il calo dell’indice “core BCE” sarà più lento (è atteso rimanere sopra il 3% a fine anno).

FRANCIA – Questa mattina il tasso di disoccupazione relativo al 1° trimestre è rimasto invariato al 7,1% dopo che il dato di fine 2022 è stato rivisto al ribasso di un decimo: escludendo il dato registrato nei mesi del primo lockdown nel 2020, la lettura odierna rappresenta un minimo almeno dal 1982

GERMANIA – Ieri l’indice ZEW, che misura le aspettative a 6 mesi di analisti e investitori istituzionali sull’economia tedesca, è calato a -10,7 da 4,1 precedente: l’indicatore è ritornato in territorio negativo dopo 4 mesi, per via dei timori di nuovi aumenti dei tassi da parte della BCE, e del rischio default degli Stati Uniti.
La flessione è stata di entità più moderata per l’indicatore sulla situazione corrente, a -34,8 da -32,5 (ben al di sotto della media storica).

PAESI BASSI – Il PIL è calato a sorpresa di -0,6% t/t nel primo trimestre dell’anno, dopo la crescita di 0,4% (rivista da 0,6% preliminare) registrata a fine 2022.
La flessione è dovuta a un calo dell’export più accentuato di quello dell’import, in presenza di consumi stagnanti e investimenti in accelerazione.
La variazione tendenziale è calata a 2,1% da un precedente 3,4%.
La crescita media annua è attesa in deciso rallentamento nel 2023, a 0,4% da 4,5% dell’anno scorso.

AREA EURO
– Nell’Eurozona la seconda stima del PIL ha confermato l’espansione di 0,1% t/t (1,3% a/a) nel 1° trimestre.
– L’occupazione ha accelerato a 0,6% t/t da 0,3% di fine 2022 (1,7% a/a da 1,5%): per trovare un ritmo di crescita congiunturale più elevato, occorre risalire al 3° trimestre 2021.
– A marzo le importazioni sono crollate a fronte di una sostanziale stabilità dell’export (-7,1% contro -0,1% m/m), riportando il saldo commerciale destagionalizzato in avanzo, a un massimo da due anni (+17 miliardi): la crescita marginale del PIL a inizio 2023 dovrebbe essere stata dovuta proprio agli scambi con l’estero, a fronte di una domanda finale domestica verosimilmente ancora in contrazione.

STATI UNITI
 – Ieri, le vendite al dettaglio di aprile, inclusa la ristorazione, hanno mostrato un aumento di 0,4% m/m (1,6% a/a), e il dato di marzo è stato rivisto verso il basso di 1 decimo a -0,7% m/m.
Anche le vendite al netto della ristorazione e quelle al netto delle auto sono in aumento di 0,4% m/m (0,5% a/a).
Auto, ristorazione, prodotti per la salute e vendite online sono in rialzo sostenuto, a fronte di correzioni per l’arredamento, l’abbigliamento, gli articoli sportivi e la benzina (in questo caso per via di un effetto prezzo negativo).
In termini reali, le vendite sono circa stagnanti, dopo due mesi ampiamente negativi, con indicazioni di rallentamento della crescita dei consumi di beni nel 2° trimestre.
– La produzione industriale ad aprile ha sorpreso verso l’alto, con un aumento di 0,5% m/m, dovuto a una combinazione di calo per le utility (-3,1% m/m) e incrementi negli altri due comparti, manifatturiero (+1% m/m) ed estrattivo (0,6% m/m).
Nel manifatturiero, la spinta principale è venuta dal balzo del settore auto (+9,3% m/m), ma anche altri segmenti hanno registrato variazioni solide (elettronica, alimentari, chimica, plastica).
I dati della produzione sono in contrasto con indicazioni più deboli degli occupati e delle ore lavorate, oltre che con i segnali recessivi delle indagini.

GIAPPONE – La stima preliminare del PIL del 1° trimestre ha mostrato una crescita superiore alle attese, con una variazione di 0,4% t/t (1,6% t/t ann.), spinta dalla domanda domestica privata, in rialzo di 0,8% t/t.
I consumi sono in crescita di 0,6% t/t, dopo 0,2% t/t, grazie alla riapertura dell’economia post-Covid, e gli investimenti aumentano di 0,9% t/t.
Le esportazioni nette danno un contributo di -0,3pp, con flussi commerciali in calo sia per l’import sia per l’export.
L’economia dovrebbe essere ancora sostenuta dagli effetti della fine dell’emergenza Covid sui consumi, oltre che dal supporto della politica fiscale attraverso i sussidi per la spesa energetica, con una crescita attesa intorno all’1%.

 

COMMENTI:                                  

STATI UNITI
L’incontro fra Biden e i leader del Congresso sul limite del debito ieri si è concluso senza risultati nuovi, ma con l’indicazione di proseguimento dei negoziati e il riconoscimento comune che l’uscita dalla crisi deve passare attraverso un compromesso bipartisan, con l’implicita disponibilità a trovare punti di accordo su un sentiero di riduzione della spesa.
Inoltre, ora le trattative verranno condotte direttamente dagli staff della Casa Bianca e di McCarthy, rendendo più snella l’evoluzione delle discussioni.
Un eventuale accordo dovrebbe avere come punti cardine l’utilizzo dei fondi allocati per Covid e non spesi, la velocizzazione dei permessi di sfruttamento energetico, un possibile tetto al sentiero della spesa nel prossimo biennio e requisiti di inserimento al lavoro per i beneficiari di alcuni programmi assistenziali pubblici.
L’accordo dovrebbe portare alla sospensione o al rialzo del limite del debito su un orizzonte che scavalchi le elezioni, con un orizzonte fra fine 2024 e primavera 2025.
Biden ha annunciato che il suo viaggio internazionale, che inizia oggi, sarà accorciato, in modo da essere di ritorno a Washington entro domenica.
I tempi per raggiungere un accordo prima del 1° giugno sono molto stretti, perché Camera e Senato dalla prossima settimana saranno aperti in date alternate, e chiusi a ridosso di Memorial Day (29 maggio).
– Dalla Fed, Bostic (Atlanta Fed) ha detto che la politica appropriata a suo avviso è di “aspettare e vedere quanto l’economia rallenta per via delle azioni di policy intraprese”.
Il suo scenario non prevede tagli dei tassi.
A suo avviso, con l’inflazione “persistentemente alta”, il rischio è che i tassi possano dover salire ulteriormente.
Goolsbee (Chicago Fed) invece ha affermato di non avere ancora deciso se dare il via libera a una pausa per i tassi, dato che la Fed sta monitorando un insieme molto ampio di dati e mancano ancora diverse settimane alla prossima riunione.
Infine, Goolsbee ha segnalato che il suo voto a favore di un rialzo all’ultima riunione è stata una “close call.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro mantiene una dinamica contrastata.
Dopo aver aperto ancora in calo ieri è risalito inizialmente sui dati di produzione industriale che hanno sorpreso in positivo e poi aiutato in parte anche dalla prospettiva che i negoziati sul limite del debito proseguiranno, nella consapevolezza condivisa che la soluzione deve passare attraverso un compromesso bipartisan.
Il fattore di fondo che sta favorendo il dollaro è la tenuta/salita dei rendimenti, sull’idea che il mercato potrebbe essere stato precipitoso nel prezzare l’avvio dei tagli dei tassi già a fine estate.
Al di là del breve la tendenza di fondo dovrebbe però tornare al ribasso.
In questi giorni invece i riflettori resteranno sulla questione del limite del debito.

EURL’euro è sceso approfondendo il calo in area 1,08 EUR/USD, principalmente di riflesso al generalizzato recupero del dollaro, ma in parte penalizzato anche dai dati dell’area, con lo ZEW tedesco risultato anch’esso in indebolimento.
L’area chiave di supporto in questa fase si colloca a 1,0800-1,0760 EUR/USD.
Al di là del breve il cambio dovrebbe riprendere a salire, in funzione del disallineamento BCE/Fed.

GBPAnche la sterlina è scesa sia contro dollaro da 1,25 a 1,24 GBP/USD sia contro euro da 0,86 a 0,87 EUR/GBP, complici sia il generalizzato rafforzamento del dollaro sia il ridimensionarsi delle attese di rialzo dei tassi BoE nel breve dopo le indicazioni contrastanti giunte ieri dai dati sul mercato del lavoro.
Lo spazio per un altro rialzo BoE entro l’estate dovrebbe comunque esserci e la tendenza di fondo della sterlina dovrebbe restare al rialzo contro dollaro, anche se meno dell’euro.

JPYAnche lo yen è sceso da 135 a 137 USD/JPY sulla parziale salita dei rendimenti a lunga USA, ma la fase di debolezza dovrebbe essere transitoria.
Lo yen è sceso anche contro euro, ma di meno, da 147 a 148 EUR/JPY, per via del contestuale indebolimento dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Oggi la stima finale dovrebbe confermare la salita di un decimo dell’inflazione in aprile, al 7% a/a (+0,6% m/m), principalmente per via di effetti base sfavorevoli sull’energia.
Dovrebbe essere confermato anche il calo dell’indicecore BCE” (al netto di alimentari freschi ed energia), al 7,3% dal picco di 7,5% a marzo.
Nelle nostre stime, l’inflazione headline potrebbe riprendere a calare da maggio, sino ad arrivare al 3% a dicembre; l’indice “di fondo” potrebbe chiudere l’anno su livelli più elevati, al 3,5%.
I rischi su questa previsione sono al momento verso l’alto.
– Oggi verranno anche diffusi i dati sulla bilancia commerciale di marzo in Italia.

STATI UNITI – Oggi, i cantieri residenziali ad aprile dovrebbero essere poco variati a 1,41 mln, da 1,42 mln di marzo.
Gli occupati nel settore delle costruzioni residenziali il mese scorso hanno registrato un incremento di 15 mila unità e la fiducia dei costruttori è in ripresa dai minimi di fine 2022.
Le licenze sono previste in modesto calo, a 1,41 mln.