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17 Luglio 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Venerdì i dati sul commercio estero di maggio hanno riportato un rimbalzo dell’export (+2,9% m/m da -3,8%) nell’Eurozona e un calo, il terzo consecutivo, in Italia (-0,3% m/m da -1,7%).
Le importazioni sono diminuite in entrambi i casi (rispettivamente di -0,1% e -3% m/m).
Il riassorbimento dello shock energetico ha permesso un ritorno in positivo dei saldi commerciali ma la tendenza dell’export segnala un rallentamento in corso della domanda estera.

STATI UNITI – Venerdì la fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a luglio ha sorpreso al rialzo, attestandosi a 72,6 (massimo da settembre 2021) da 64,4 di giugno, con un miglioramento sia delle condizioni correnti (a 77,5 da 69) che delle aspettative (a 69,4 da 61,5).
Il marcato progresso è imputabile principalmente al continuo rallentamento dell’inflazione e alla robustezza del mercato del lavoro.
Le attese sulla crescita dei prezzi al consumo sugli orizzonti a 1 e 5 anni sono salite di un decimo, a 3,4% e 3,1% rispettivamente.

CINA
 – La crescita del PIL è accelerata da 4,5% a/a nel 1° trimestre a 6,3% a/a nel 2° trimestre, molto meno delle attese (7,3% a/a), sostenuta dalla prosecuzione della ripresa nei servizi (da 5,4% a/a nel 1° trimestre a 7,4% a/a nel 2° trimestre) e, in misura minore, nel manifatturiero (da 3,3% a/a nel 1° trimestre a 5,2% a/a nel 2° trimestre).
Su base congiunturale la crescita è rallentata da 2,2% t/t nel 1° trimestre a 0,8% t/t nel 2° trimestre.
– I dati mensili relativi al mese di giugno sono stati misti e nel complesso hanno confermato la perdita di forza della ripresa.
Questi ultimi, insieme al rallentamento congiunturale della crescita economica nel 2° trimestre, potrebbero portare ad una revisione al ribasso della nostra previsione di crescita annua del PIL nel 2023 (5,5%) di qualche decimo di punto percentuale, nonostante le attese di un ulteriore stimolo fiscale e monetario.
La produzione industriale è accelerata da 3,5% a/a a 4,4% a/a in giugno, contrariamente alle attese, mentre la dinamica della produzione di servizi è rallentata da 11,7% a/a a 6,8% a/a, principalmente a causa dell’effetto confronto sfavorevole con l’uscita dal lockdown di Shanghai.
Quest’ultimo ha avuto un impatto significativo anche nella brusca decelerazione delle vendite al dettaglio (da 12,7% a/a a 3,1% a/a in giugno), che sono comunque moderatamente rallentate anche su base congiunturale (da 0,39% m/m destagionalizzato a 0,23% m/m).
Gli investimenti fissi nominali sono saliti del 3,8% a/a nella prima metà dell’anno, registrando una modesta accelerazione da 2,2% a/a a 3,3% a/a in giugno, ancora trainata dagli investimenti delle imprese statali (+7,4% a/a) e da quelli in infrastrutture (6,4% a/a).
Si è lievemente ridotta la contrazione tendenziale degli investimenti delle imprese private (da -1,3% a/a in maggio a – 0,5% a/a in giugno) mentre è rimasta elevata quella degli investimenti immobiliari (-10,2% a/a in giugno), accompagnata da un ulteriore calo sia dell’indice di clima del settore sia dei prezzi medi delle abitazioni nelle 70 maggiori città (-0,1% m/m), quest’ultimo trainato dalle città di terza fascia.
Il tasso di disoccupazione urbano è rimasto invariato a 5,2% in giugno, mentre quello giovanile (16-24 anni) è ulteriormente salito, arrivando a un massimo di 21,3%, continuando a segnalare le difficoltà nella ripresa del mercato del lavoro.

 

COMMENTI:     

BCE – Sul fronte BCE, la presidente Lagarde, il capoeconomista Lane e alcuni governatori di banche centrali nazionali interverranno alla conferenza BCE sui paesi CEESE: con le aspettative su luglio e settembre fortemente orientate a scontare rialzi di 25pb, gli interventi non dovrebbero esercitare significativi impatti sui mercati.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata in ampio calo.
Anche se ha recuperato lievemente nella giornata di venerdì sull’inatteso miglioramento della fiducia dei consumatori, oggi si ritrova di nuovo sulla difensiva e così dovrebbe essere ancora in questi giorni, con dati da cui si attendono indicazioni miste, ma che nel complesso suggeriscono un indebolimento della crescita USA nel 3° trimestre.
L’indice Empire oggi è previsto in peggioramento e nella settimana pre-FOMC l’idea dominante che la Fed sia in prossimità della chiusura del ciclo di rialzi dei tassi (ultimo rialzo di 25 pb atteso il 26 luglio, laddove a giugno la Fed ne aveva preventivato anche un secondo collocabile in settembre) resta il principale fattore a sfavore del dollaro.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in ampio rialzo da 1,09 a 1,12 EUR/USD sull’indebolimento del dollaro prodotto dal ridimensionarsi delle attese di rialzo dei tassi Fed dopo i dati di inflazione USA in calo più del previsto.
L’euro apre in rafforzamento, seppur lieve (superato di poco il massimo di venerdì a 1,1244 EUR/USD), anche oggi.
Le prospettive sui tassi Fed sono la variabile dominante, e dovrebbe favorire un consolidamento se dai dati USA non giungeranno sorprese verso l’alto.
L’upside dell’euro dovrebbe essere comunque contenuto (resistenze chiave in area 1,12 EUR/USD) perché il movimento della scorsa settimana è stato già molto ampio e nella settimana pre-FOMC, salvo appunto sorprese dai dati USA, dovrebbe prevalere una posizione attendista da parte del mercato (che comunque, tra l’altro, non esclude del tutto un secondo rialzo Fed a settembre, attribuendovi una probabilità intorno al 10%).
Inoltre, dai pochi dati area euro in uscita (fiducia dei consumatori dell’area e delle imprese francesi giovedì), si attendono indicazioni negative e sulla crescita dell’area nella seconda metà dell’anno i rischi sono verso il basso.
Dato che quindi il mercato già sconta pienamente due rialzi dei tassi BCE (di 25 pb, la settimana prossima, il 27 luglio, e a settembre), l’upside associato alla variabile delle attese sui tassi BCE è ridotto ed anzi, in caso di delusioni dai dati il cambio potrebbe leggermente ritracciare.
Nel nostro scenario centrale infatti la previsione è sostanzialmente di una dinamica laterale tra 1,11 e 1,13 EUR/USD a 1m-3m.
I rischi, tuttavia, nel breve sembrano leggermente verso l’alto, ovvero per un euro che potrebbe temporaneamente salire di più (fascia di resistenze/barriera nel canale 1,13-1,14 EUR/USD): in tal caso però poi ritraccerebbe verso quota 1,10 EUR/USD all’avvicinarsi della chiusura del ciclo di rialzi BCE, per poi riprendere a salire all’approssimarsi dell’avvio del ciclo di tagli dei tassi Fed (atteso nel 1° trimestre 2024).

GBPAnche la sterlina si è ampiamente apprezzata sulla debolezza del dollaro la scorsa settimana da 1,27 a 1,31 GBP/USD, ma non più dell’euro rispetto al quale si è mantenuta in area 0,85 EUR/GBP.
Nonostante, infatti, il mercato sconti 100/125 pb di rialzi dei tassi BoE entro fine anno, questo non sta favorendo molto la valuta britannica per via delle ricadute negative sulla crescita.
Premesso che in questi giorni i driver rimangono quelli di dollaro, mercoledì saranno importanti i dati di inflazione, attesa in calo nella componente “headline” ma non in quella “core”, mentre venerdì le vendite al dettaglio sono attese stabili o in marginale indebolimento.
In caso di sorprese verso l’alto dai dati la sterlina potrebbe rafforzarsi anche contro euro.

JPYAnche lo yen la scorsa settimana si è rafforzato ampiamente sul calo del dollaro da 143 a 137 USD/JPY, ulteriormente supportato da attese, per quanto incerte, che la BoJ possa aprire a un allentamento del controllo della curva dei rendimenti alla riunione della prossima settimana (28 luglio).
Nell’attesa, la valuta nipponica dovrebbe riuscire a consolidare, principalmente sulla generalizzata debolezza del dollaro nel breve, a meno di sorprese verso l’alto sui dati USA o di notizie sul fronte BoJ che neghino l’intenzione di voler modificare l’assetto di policy già a fine luglio.
Contro euro invece lo yen dopo un iniziale rafforzamento la scorsa settimana da 156 a 153 EUR/JPY ha ritracciato, prevalendo la forza dell’EUR/USD e l’incertezza sull’esito della riunione BoJ.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Oggi la seconda lettura dovrebbe confermare che l’inflazione è scesa a giugno a 6,4% a/a (con prezzi stabili nel mese) da 7,6% sull’indice nazionale e a 6,7% (+0,1% m/m) da 8% sull’armonizzato.
Il calo tendenziale risulterebbe imputabile alla componente energetica, ma segnali di frenata dovrebbero giungere anche da servizi e beni industriali, con l’inflazione al netto di energetici e alimentari freschi che dovrebbe essere confermata a 5,6% da 6% a/a (sul NIC).
Nelle nostre stime, il NIC dovrebbe raggiungere il 2,3% a dicembre 2023, mentre l’indice al netto di energetici e alimentari freschi (sempre sull’indice nazionale) è atteso a 3,3% a fine anno.

AREA EURO – La settimana entrante si presenta povera di dati rilevanti.
Le indagini di fiducia di luglio dovrebbero evidenziare una correzione del morale manifatturiero in Francia e di quello dei consumatori nell’Eurozona dopo tre mesi di recupero, confermando un quadro di indebolimento dell’attività economica.
Le stime finali sui prezzi al consumo di giugno confermeranno il calo dell’inflazione in Italia ed Eurozona.
La produzione nelle costruzioni dovrebbe mostrare un modesto recupero a maggio, dopo la flessione dei due mesi precedenti.

STATI UNITI
 – L’indice Empire della NY Fed a luglio è atteso a -8, da 6,6 di giugno.
L’indagine a giugno aveva registrato un ampio aumento degli ordini e dell’indice di attività, che a luglio dovrebbero tornare in territorio recessivo, mentre gli occupati e le ore lavorate dovrebbero confermare il trend di contrazione in atto da febbraio.
Sul fronte dei prezzi, gli indicatori dovrebbero rimanere in territorio solo modestamente espansivo, circa in linea con i livelli pre-pandemici.
Gli indici di aspettativa potrebbero mantenersi all’interno dell’intervallo di fluttuazione dell’ultimo anno, compreso fra livelli marginalmente negativi e 20, al di sotto della media pre-pandemica.
– Questa settimana, i dati in uscita daranno informazioni sui trend dell’attività in diversi settori.
Le prime indagini sul settore manifatturiero di luglio dovrebbero confermare la fase recessiva.
Per giugno, le vendite al dettaglio sono previste in modesto rialzo, spinte dal comparto auto, mentre la produzione industriale dovrebbe rimanere stabile.
Sul fronte del mercato immobiliare residenziale, a giugno si dovrebbero vedere ritracciamenti sia per le vendite di case esistenti sia per i nuovi cantieri, dopo diversi mesi di sorprese positive.