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17 Aprile 2023 – nota economica giornaliera

FRANCIA – Venerdì la crescita dei prezzi al consumo è stata rivista al rialzo di un decimo a marzo sia sull’indice armonizzato che su quello nazionale (rispettivamente a 1% e 0,9% m/m).
Si conferma comunque il calo dell’inflazione rispetto a febbraio (6,7% a/a da 7,3% l’armonizzato e 5,7% da 6,3% il nazionale): anche in Francia, seppur in ritardo rispetto al resto dell’Eurozona, la crescita annua dei prezzi sembra aver superato il punto di massimo.
Riteniamo che l’inflazione francese possa calare ancora nei prossimi mesi, seppur più lentamente rispetto alle altre principali economie dell’area euro, e attestarsi al 2,8% a dicembre

SPAGNA – La stima finale dei prezzi al consumo di marzo ha confermato il calo su base annua a 3,3% a/a da 6% sul CPI e a 3,1% a/a da 6% sull’IPCA; anche l’indice core è lievemente sceso a 7,5% da un precedente 7,6%.

STATI UNITI
 – Venerdì, le vendite al dettaglio di marzo hanno registrato una contrazione più ampia delle attese, calando di -1% m/m, dopo -0,2% m/m di febbraio, rivisto verso l’alto.
Anche al netto delle auto la flessione è significativa (-0,8% m/m).
Le vendite sono frenate, oltre che dalle auto (-1,6% m/m) e dalla benzina (-5,5% m/m, per un effetto prezzo), anche dalla maggior parte delle voci (abbigliamento, elettronica, arredamento), con l’esclusione di commercio online (in forte crescita per il terzo mese consecutivo), ristorazione e salute.
L’aggregato “controllo” che include solo le voci che entrano direttamente nei consumi del PIL è in calo di -0,3% m/m.
Su base trimestrale, i consumi dovrebbero comunque essere in solida riaccelerazione, grazie all’entrata forte di gennaio: la stima nowcasting dell’Atlanta Fed è di 4,2% t/t ann.
– La produzione industriale di marzo ha registrato un aumento di 0,4% m/m, grazie a un rimbalzo di 8,4% m/m delle utility, che ha più che compensato correzioni di -0,5% m/m sia nel manifatturiero sia nell’estrattivo.
Nel manifatturiero la flessione è diffusa alla maggior parte dei comparti, dalle auto, ai macchinari, all’elettronica e alla metallurgia.
Con i dati di marzo, la stima nowcasting dell’Atlanta Fed vede gli investimenti fissi non residenziali in quasi-stagnazione, con una variazione di 0,5% t/t ann.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan ad aprile (prel.) è risalita a 63,5 da 62 di marzo, con un miglioramento sia delle condizioni correnti sia, in misura minore, delle aspettative, indicando che la crisi bancaria non ha influenzato le valutazioni delle famiglie.
Le aspettative di inflazione a 1 anno sono balzate a 4,6% da 3,6% di marzo, toccando il massimo da novembre, ma quelle a 5 anni sono rimaste stabili a 2,9%.
Il rialzo delle aspettative a breve è probabilmente collegato alla ripresa dei prezzi della benzina vista ad aprile.

 

COMMENTI:                                  

BCEReuters continua ad agitare le acque con indiscrezioni che paiono spostare il fronte del dibattito interno dai tassi (che ormai paiono abbastanza vicini al picco, e che sicuramente saranno alzati meno nei prossimi mesi rispetto a quanto visto a inizio anno) alla riduzione del portafoglio APP.
Secondo un report che cita “cinque fonti” anonime, i reinvestimenti dovrebbero essere del tutto sospesi nella seconda metà del 2023.
Questo significherebbe ridurre i reinvestimenti di altri 10 miliardi circa in media rispetto ai livelli attuali, considerando le scadenze attese nel periodo luglio-dicembre.

STATI UNITI
 – Dalla Fed, Waller (Board Fed) ha detto che l’inflazione è troppo alta e la politica monetaria deve essere più restrittiva.
Waller ritiene che fino a quando non ci saranno segni di moderazione della domanda e di riduzione persistente dell’inflazione verso il 2%, ci sia ancora lavoro da fare per la Fed, nonostante l’aumento dell’incertezza.
Waller riconosce che una significativa restrizione del credito in seguito alla crisi bancaria potrebbe ovviare alla necessità di ulteriori rialzi, ma questa valutazione è difficile da fare, soprattutto in tempo reale.
– I dati settimanali dei bilanci bancari al 5 aprile hanno mostrato una ripresa dei depositi di 60 mld, con rialzi diffusi sia alle banche grandi sia a quelle di più piccole dimensioni.
La voce che include i prestiti di emergenza (“borrowings”) ha registrato una correzione, mentre i prestiti industriali e commerciali sono in rialzo, segnalando che la fase di crisi sembra rientrata.
Se il quadro sul fronte bancario si manterrà tranquillizzante, aumenterà la probabilità di un rialzo dei tassi alla prossima riunione del FOMC.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata in calo ma ha recuperato in parte durante la giornata di venerdì sulla parziale risalita dei rendimenti favorita da alcuni dati (miglioramento della fiducia delle famiglie e aumento delle aspettative di inflazione a breve) e da trimestrali bancarie positive che hanno fatto ripristinare attese di mercato che la Fed possa alzare ancora i tassi alla prossima riunione d’inizio maggio.
Dai dati di questa settimana si attendono indicazioni miste (in marginale miglioramento, ma ancora su livelli negativi, l’indice Empire oggi e il Philly Fed giovedì, più deboli i dati sul settore immobiliare e i PMI).
Tuttavia, se non vi saranno delusioni, e le condizioni del sistema bancario resteranno stabili, il dollaro potrebbe temporaneamente smettere di scendere e recuperare leggermente o quantomeno stabilizzarsi.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata al rialzo da 1,08 a 1,10 EUR/USD aggiornando qui i massimi, ma è in parte arretrato venerdì sul generalizzato recupero del dollaro.
Se i dati USA non deluderanno, il possibile consolidarsi di attese che la Fed alzi ancora i tassi a maggio dovrebbe prevalere a favore del dollaro, impedendo all’euro – ma solo temporaneamente – di salire verso nuovi massimi, mantenendolo perlopiù nel range 1,09-1,10 EUR/USD.
Dai dati dell’area in questi giorni si attendono indicazioni di leggero miglioramento dai PMI e dalla fiducia di consumatori così come dallo ZEW tedesco.

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana passata pressoché stabile contro dollaro in area 1,24 GBP/USD, arretrando anch’essa nella giornata di venerdì sul generalizzato recupero del dollaro dopo la precedente salita fino a 1,25 GBP/USD.
In questi giorni dovrebbe indebolirsi ancora non solo per la possibilità che il calo del dollaro faccia una pausa ma anche perché dai dati sull’economia britannica si attendono segnali di rallentamento della dinamica salariale, un calo dell’inflazione, una contrazione delle vendite al dettaglio e un solo marginale aumento dei PMI.
Le attese di un rialzo dei tassi BoE a maggio potrebbero pertanto diminuire, ma su questo fronte sarà importante seguire anche i discorsi BoE in programma (oggi Cunliffe).
La sterlina rimane in calo contro euro da 0,87 a 0,88 EUR/GBP.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata in lieve indebolimento contro dollaro proseguendo in calo anche oggi da 132 a 134 USD/JPY in linea con il parziale recupero dei rendimenti a lunga USA e con le dichiarazioni del neo-governatore della BoJ Ueda che ha ribadito l’intenzione di mantenere l’assetto di policy invariato, almeno “per ora.
Se i dati USA in questi giorni non deluderanno, lo yen potrebbe temporaneamente mantenersi sulla difensiva.
Successivamente però lo scenario resta di rafforzamento e il riferimento di Ueda alla situazione attuale non esclude che se le condizioni dell’economia giapponese si modificheranno anche i termini della politica monetaria verranno rivisti in direzione meno espansiva.
Contro euro lo yen resta in calo da 143 a 147 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– La settimana vedrà la pubblicazione delle prime indagini di fiducia di aprile nell’Eurozona: lo ZEW tedesco e gli indici INSEE in Francia, nonché i PMI flash e la fiducia dei consumatori nel complesso dell’area euro, attesi confermare il miglioramento in corso dell’attività economica.
– In agenda in Eurozona anche la stima finale d’inflazione di marzo, che non dovrebbe offrire sorprese; la produzione nelle costruzioni, attesa in espansione per il secondo mese e i dati sul commercio internazionale di febbraio.

ITALIA – Oggi la stima finale dei prezzi al consumo dovrebbe confermare che a marzo l’inflazione è calata all’8,2% a/a dal 9,8% sull’indice armonizzato e a 7,7% a/a da 9,1% su quello nazionale.
Anche la dinamica di fondo non dovrebbe registrare revisioni, confermando l’incremento di un decimo a 6,4% a/a.
Nelle nostre previsioni, il rallentamento dell’indice generale è atteso continuare nei prossimi mesi, e anche il punto di svolta per l’indice core potrebbe essere vicino.

STATI UNITI
 – Oggi l’indice Empire della NY Fed ad aprile è previsto a -20 da -24,6 di marzo, confermando il trend verso il basso in atto dal 2022.
L’indagine dovrebbe mostrare persistente debolezza degli ordini, dell’attività e dell’occupazione.
Le aspettative a 6 mesi a febbraio erano di stabilità per l’indice generale e di modesti aumenti per ordini, consegne e occupati.
Sul fronte dei prezzi, gli indici di vendita e di acquisto si stanno normalizzando.
– Questa settimana, sono in uscita le prime indagini di settore relative ad aprile, che dovrebbero confermare la debolezza del manifatturiero e una moderata espansione dei servizi.
Le vendite di case esistenti e i nuovi cantieri residenziali di marzo sono attesi circa stabili.