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17 Aprile 2020 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Il dato finale dell’inflazione di marzo ha confermato la stima preliminare. L’indice nazionale è passato all’1,4% a/a dall’1,7% a/a di febbraio, l’indice armonizzato all’1,3% a/a dall’1,7% precedente. Il calo è guidato principalmente dai prodotti petroliferi: il prezzo del gasolio da riscaldamento è sceso del -19,6% a/a (-10,1% m/m) ed il prezzo del carburante del -3,3% a/a (-4,7% m/m), facendo così diminuire l’indice generale di due decimi. In marzo, invece, sono aumentati del 3,7% a/a i listini alimentari.
Sul mese, i prezzi sono lievemente cresciuti dello 0,1% m/m, ben al disotto dell’andamento stagionale. L’istituto Destatis ha comunicato che la raccolta dati è stata eseguita quando la maggior parte delle attività commerciali e di servizi era ancora aperta. Nei prossimi mesi ci aspettiamo un ulteriore calo dell’inflazione. In aprile, la raccolta dei dati di inflazione diverrà più problematica a cause delle misure di contenimento della pandemia.

STATI UNITI
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa l’11 aprile sono in calo a 5,245mln (da 6,615 mln) della settimana precedente. La stima dei sussidi esistenti nella settimana conclusa il 4 aprile è a 11,976 mln, il livello più elevato da quando esiste la serie. Nelle ultime quattro settimane, sulla base di questi dati settimanali, i nuovi disoccupati superano i 22 milioni.
Il numero di sussidi rilevato nella settimana dell’11 aprile, in modesto calo rispetto al picco di fine marzo, include probabilmente anche individui divenuti disoccupati fra fine marzo e inizio aprile che non erano riusciti a presentare domanda nelle settimane scorse per via di difficoltà a livello locale nella gestione dei sussidi. Le informazioni danno supporto a una previsione di tasso di disoccupazione nell’ordine del 20% fra aprile e maggio.
– L’indice della Philadelphia Fed ad aprile crolla a -56,6 da -12,7 di marzo, ben al di sotto dei livelli della grande recessione e sul minimo dal 1980. Le imprese che riportano attività in calo sono il 60%, contro il 4% che riporta aumento di attività. Le singole componenti dell’indagine sono in caduta libera: ordini a -70,9 (da -15,5), consegne -74,1, occupazione a -46,7 (in calo di 51 punti), sul minimo dal 2009, e settimana lavorativa a -54,5, minimo assoluto.
Anche gli indici dei prezzi, sia pagati (-9,3) sia ricevuti (-10,6), sono in territorio negativo. Un fattore modestamente positivo è la tenuta degli indicatori a sei mesi: l’indice di attività aumenta di 8 punti a 43 dopo il calo visto a marzo, gli ordini sono circa stabili a 36,5 e le consegne migliorano a 46, gli occupati sono poco variati a 26,6 da 29,8, gli indici di prezzo restano in territorio espansivo. L’indagine quindi è coerente con un crollo dell’attività corrente, ma anche con una ripresa nella seconda metà dell’anno più sostenuta di quanto indicato nell’indagine della NY Fed rilevata per aprile.
– I nuovi cantieri residenziali a marzo correggono a 1,216 mln (-22,3% m/m), mentre le nuove licenze calano a 1,353 mln (-6,8% m/m), con un crollo nel comparto delle unità monofamiliari di -12% m/m. Anche le costruzioni completate sono in ampia flessione, -6,1% m/m, e puntano a un significativo indebolimento della spesa in costruzioni a partire dal 2° trimestre.

GIAPPONE – La produzione industriale a febbraio corregge di -0,3% m/m, registrando un’ampia revisione verso il basso rispetto alla lettura preliminare di +0,4% m/m.

CINA – Il PIL del 1° trimestre 2020 è sceso del -9,8% t/t (meno del consenso Bloomberg posizionato su -12% t/t) determinando un calo della crescita tendenziale del 6,8% a/a (consenso Bloomberg 6,0% a/a, poco al di sopra della nostra stima del 6,7% a/a), il primo dal 1992. La contrazione più significativa si è registrata nel settore industriale (-9,6% a/a), seguito dai servizi (-5,2% a/a) e dall’agricoltura (-3,2% a/a).
Il calo del PIL potrebbe non riflettere completamente il calo dei dati mensili che, in particolare per le vendite al dettaglio, avrebbe puntato ad una contrazione del settore dei servizi più ampia di quanto registrato nei dati di contabilità nazionale. La contrazione per le vendite al dettaglio, è stata del 15,8% a/a in termini nominali e (18,1% in termini reali) con un aumento dello 0,2% m/m in marzo, dopo due mesi di cali. Le vendite del settore del catering sono crollate del 46,8% a/a e quelle di auto sono scese del 43,2%, in recupero rispetto al calo del 79% a/a registrato a febbraio. Le vendite al dettaglio online hanno retto meglio, in linea con le attese, registrando un calo di appena lo 0,8% a/a per quelle di beni e servizi e un aumento del 5,9% a/a per quelle di soli beni.
Il tasso di disoccupazione urbano è sceso a 5,9% in marzo da 6,2% in febbraio, mentre quello rilevato nelle maggiori città è rimasto invariato a 5,7%. La contrazione degli investimenti fissi è stata del 16,1% a/a nei primi tre mesi dell’anno, in miglioramento rispetto a quella del 24,5% registrata nei primi due mesi, in particolare alla diminuzione del ritmo di contrazione nei settori dell’immobiliare, delle infrastrutture e dell’agricoltura.

 

COMMENTI:

AREA EURO – Nessuna novità di particolare rilievo dalla riunione Ecofin: il resoconto finale parla di una gestione semplificata del processo di programmazione economica (il Semestre Europeo) e di una veloce implementazione del processo legislativo connesso alle nuove misure di emergenza.
Il Consiglio ha anche invitato le banche ad astenersi dalla distribuzione di dividendi.
Nel discorso al parlamento europeo, la presidente della Commissione Europea Von der Leyen ha invitato a utilizzare il budget pluriennale dell’Unione Europea come veicolo per il rilancio dell’economia. Nella sua idea, sarà impiegato come leva per finanziare l’enorme ammontare di investimenti pubblici e privati necessari a ricostruire il mercato unico, e ciò può essere fatto all’inizio del ciclo di bilancio.
Le priorità resteranno quelle della digitalizzazione e dello European Green Deal, ma Von der Leyen considera necessario rafforzare anche le politiche di coesione e convergenza.
Anche Charles Michel, presidente dell’Unione Europea, ha detto di confidare che il prossimo budget offra qualche strumento, qualche possibilità per sviluppare una strategia di rilancio.
– In un’intervista al Financial Times, il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso la convinzione che la tenuta dell’unione monetaria e dell’Unione Europea stessa sarà minacciata se non ci sarà più solidarietà, in particolare attraverso aiuti finanziari finanziati da emissioni comuni di debito. In caso contrario, si rischia di consegnare i paesi mediterranei in mano a governi sovranisti.

ITALIA – Secondo fonti di stampa, il decreto “aprile, che dovrebbe essere varato lunedì in Consiglio dei Ministri, potrebbe valere quasi 70 miliardi. Di questi, 30 non avranno impatto sull’indebitamento ma solo sul saldo netto da finanziare. Si tratta dei fondi destinati a finanziare le garanzie statali sui prestiti avviate dal decreto liquidità: dovrebbe trattarsi di 5 miliardi per l’aumento della dotazione del Fondo di Garanzia alle PMI e 25 miliardi per la copertura statale ai prestiti tramite Sace.
Per il resto, il pacchetto più importante è quello della proroga e rafforzamento degli strumenti di sostegno all’occupazione e al reddito: 15 miliardi per estensione di CIG e Naspi e 10 miliardi per un possibile ampliamento del bonus ai lavoratori autonomi (che potrebbe essere allargato fino a diventare un vero e proprio «reddito di emergenza»). Si parla inoltre di un pacchetto di aiuti agli enti locali (5 miliardi), di un ulteriore rafforzamento di sistema sanitario e protezione civile (3 miliardi) e di misure per la famiglia (3 miliardi) e per il turismo (1,5 miliardi).

ITALIA – Intanto il Tesoro ha annunciato il lancio di un nuovo BTP Italia dal prossimo 18 maggio, in due fasi. La nuova emissione di BTP Italia indicizzato all’inflazione, con 3 giornate di sottoscrizione per risparmiatori individuali (18-20 maggio) e una per investitori istituzionali (21 maggio). La durata, non ancora fissata, sarà fra 4 e 8 anni.

FRANCIA – Così come già la Germania, anche la Francia ha scelto di utilizzare le obbligazioni del tesoro per reperire gran parte dei fondi necessari a fronteggiare la pandemia. L’agenzia del debito francese AFT ha comunicato una seconda revisione del programma di emissione 2020 che prevede un aumento delle emissioni nette di BTF da 10 mld originari a 45 mld, nonché un incremento delle emissioni lorde di OAT a 245 miliardi (da 205 mld). Il fabbisogno da finanziare è stato rivisto da 93,1 mld a 183,5 miliardi nel 2020.

STATI UNITI – Covid-19 update
Contagi 671.331, nuovi contagi 31.600, guarigioni 56.236, decessi 33.284 (Fonte: JHU)
Trump ha annunciato le nuove linee guida “Opening Up America Again” per la riapertura dell’economia, come un processo in tre fasi che dovrà essere determinato dai singoli Stati. Trump ha segnalato che la riapertura non avverrà tutta in una volta, ma in fasi successive che dovranno essere guidate dai dati.
La pre-condizione per iniziare la prima fase sarà un trend in calo di contagi o di test positivi per un periodo di due settimane. Allora sarà possibile riaprire cinema, ristoranti, circoli sportivi, palestre e altri luoghi di ritrovo mettendo in atto condizioni perché possa esser mantenuta la “distanza sociale”. Bar, scuole e asili dovrebbero rimanere chiusi e gli individui più a rischio dovrebbero rimanere a casa.
• Nella seconda fase, verrebbero riaperte le scuole e le attività giovanili, i bar e sarebbero permessi i viaggi. Gli individui a rischio dovrebbero restare a casa e sarebbe incentivato lo smart-working.
• Nella terza fase, verrebbero eliminate tutte le restrizioni alle attività e alle condizioni di lavoro e accoglienza. Anche gli individui a rischio potrebbero riprendere le normali attività, mentre sarebbero anche riaperte le visite agli ospedali e alle case di risposo.
Trump ha delegato agli Stati le decisioni riguardo ai passaggi nelle varie fasi. Il presidente ha affermato che ci sono almeno 29 stati che potrebbero passare alla fase 1 già da oggi, e molti potrebbero iniziare il processo entro il 1° maggio, pur riconoscendo che in altri casi i tempi potranno essere più lunghi. Trump ha anche lasciato la responsabilità di ottenere test e materiali protettivi, indicando che il governo federale è solo un supporto indiretto. Molti Stati sono senza materiali e hanno richiesto da tempo l’accesso alle riserve di emergenza federali, tuttavia già esaurite.
L’amministrazione ha formato una task-force a cui partecipano imprenditori e rappresentanti politici. La task-force include tutti i senatori repubblicani tranne Romney (che aveva votato a favore dell’impeachment di Trump), 12 senatori democratici e 32 rappresentanti della Camera (22 repubblicani e 10 democratici). In una riunione ieri, secondo molti partecipanti, è stato richiesto di aumentare la capacità e la diffusione dei test. Ieri, il governatore dello Stato di NY ha annunciato che le misure restrittive sono estese fino al 15 maggio, mentre il governatore della Florida ha comunicato che nella prossima settimana potrebbe essere pronto un piano dettagliato per la riapertura.
– I fondi per i prestiti alle piccole imprese allocati con il CARES Act (350 mld) sono esauriti, ma il Congresso non ha trovato un accordo per rifinanziare questa parte del pacchetto fiscale. I repubblicani vogliono intervenire con una misura singola di 250 mld, mirata solo alle piccole imprese, mentre i democratici vogliono incorporare i 250 mld in una legge che includa finanziamenti agli Stati e alle strutture sanitarie. Trump sembra disponibile a contribuire a sbloccare l’impasse, con la possibilità di un pacchetto che includa fondi per altri obiettivi oltre a quelli per le piccole imprese.
Williams (NY Fed) ha detto che gli interventi “forti e puntuali della Fed hanno permesso ai mercati di normalizzarsi, evitando un potenziale blocco del flusso di credito, e stanno offrendo “finanziamenti e stabilità in un momento di straordinaria volatilità sui mercati”. Willliams ha sottolineato che ci sono stati significativi miglioramenti nella liquidità e nel funzionamento di parti cruciali del sistema finanziario americano, anche se resteranno tensioni sui mercati fino a quando la pandemia non sarà debellata. Secondo Williams la dimensione delle conseguenze economiche è ancora difficile da valutare, pur sapendo che l’economia è in una fase di contrazione “severa.

 

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro è salito ulteriormente ieri, recuperando il calo dell’ultima settimana, ancora grazie all’aumento dell’avversione al rischio in seguito a dati USA pesantemente negativi a causa della pandemia. È leggermente arretrato questa notte sul miglioramento di sentiment dopo che Trump ha annunciato il piano per la riapertura dell’economia. A meno di novità particolari, il biglietto verde dovrebbe avviarsi a chiudere la settimana (almeno leggermente) al rialzo.

EUR – L’euro è sceso ancora approfondendo il calo in atto da 1,09 a 1,08 EUR/USD. Il movimento riflette sia il generale rafforzamento del dollaro sia i rischi di minor capacità di recupero dell’area euro dalla pandemia rispetto agli Stati Uniti per via della possibile maggior efficacia delle misure di policy adottate negli USA. A meno di novità il cambio dovrebbe mantenersi in range.

GBP – Anche la sterlina si è mantenuta in calo contro dollaro da 1,25 a 1,24 GBP/USD, stabile contro euro a 0,86-0,87 EUR/GBP, data la discesa simultanea dell’EUR/USD.
Dalla BoE Tenreyro ha dichiarato che l’impatto della pandemia sull’economia britannica è pesantissimo e che sarà inevitabile un aumento della disoccupazione, che inciderà negativamente sulla crescita dei salari. Secondo Tenreyro probabilmente la ripresa sarà meno “a V” di quanto ci si auspicherebbe.
La BoE rimane pronta a intervenire ancora se necessario. In programma oggi altri discorsi BoE.

JPY – Lo yen si è mantenuto in calo ieri contro dollaro da 107 a 108 USD/JPY, e in rafforzamento contro euro da 117 a 116 EUR/JPY, ma le oscillazioni restano di portata limitata, complice l’incertezza che fatica a dissiparsi. Ieri per contrastare la diffusione del coronavirus il governo ha dichiarato l’estensione dello stato di emergenza, prima limitato a una parte del Giappone, a tutta la nazione. A meno di novità significative il cambio dovrebbe mantenersi in range.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Il dato finale dell’inflazione di marzo è atteso confermare la stima flash di 0,7% a/a, dall’1,2%di febbraio. La diminuzione risulterebbe guidata dal crollo dei prezzi dell’energia (visti in discesa di -3,1% m/m e -4,3% a/a), mentre dovrebbero aumentare i listini alimentari.
L’indice core BCE (al netto di alimentari ed energia) è atteso anch’esso in linea con il dato preliminare, all’1,2% a/a dall’1,3% precedente.
Sul mese, i prezzi dovrebbero salire di +0,5% m/m, per via della stagionalità, dopo il +0,2% m/m di febbraio. L’inflazione è attesa rallentare ulteriormente nei prossimi mesi, a causa dell’impatto negativo sulla domanda della pandemia di COVID-19.