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16 Novembre 2020 – nota economica giornaliera

AREA EURO – La seconda lettura del PIL del 3° trimestre 2020 mostra una revisione al ribasso di un decimo rispetto al dato preliminare, a +12,6% t/t e -4,4% a/a, dopo il -11,8% t/t (-14,8% a/a) registrato nei mesi primaverili.
Si tratta dell’aumento più ampio su base congiunturale da quando esiste la serie storica (1995).
Eurostat fornirà dettagli sull’andamento delle componenti in coincidenza con la pubblicazione della stima finale l’8 dicembre.
Nel 4° trimestre, la crescita subirà una battuta di arresto a causa della reintroduzione di misure di confinamento e chiusure di attività commerciali in diversi Stati membri.
L’incertezza è molto elevata, e non si può escludere una drastica contrazione. Nel trimestre estivo è cresciuta anche l’occupazione, a +0,9% t/t dopo il-2,9% t/t precedente.

PAESI BASSI – La prima stima indica che nel terzo trimestre il PIL è cresciuto più del previsto: +7,7% t/t (-2,5% a/a) dopo il -8,5% t/t (-9,2% a/a) del 2° trimestre.
Lo spaccato indica un contributo della domanda interna di 6,9 punti (dopo il-8,1 precedente); i consumi privati sono rimbalzati del 9,4% t/t, gli investimenti fissi del +6,3% t/t.
Anche l’export netto ha contribuito positivamente per 2,2 punti (da -1,7precedente), con le esportazioni in crescita di+8,6% t/t (da -10,5% t/t precedente) e le importazioni di +6,8% t/t (da -9,5% t/t).

STATI UNITI – La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a novembre (prel.) cala a 77 da 81,8 di ottobre, con le condizioni correnti circa invariate (a 85,8 da 85,9), ma un’ampia correzione delle aspettative (a 71,3 da 79,2). Il calo delle aspettative è spinto da due fattori: la ripresa dei contagi e l’esito elettorale.
La profonda divisione nel paese si riflette in reazioni diverse nei gruppi identificati come repubblicani e democratici: i primi hanno registrato un significativo calo delle aspettative, mentre per i democratici l’indice è invariato, dando luogo a una contrazione netta della valutazione delle condizioni future.
La stabilità delle aspettative fra i democratici è influenzata dai timori per la ripresa di Covid, con effetti negativi sulla vita quotidiana e sulle prospettive economiche. I repubblicani intervistati riportano minore impatto di Covid sulla loro vita e attività quotidiana (34%) rispetto ai democratici (59%).

GIAPPONE – Il PIL del 3° trimestre aumenta del 5% t/t (21,4% t/t ann.), dopo -8% t/t della primavera, con una sorpresa positiva rispetto alle aspettative di consenso per un rialzo di 4,4% t/t e un ampio contributo positivo dalle esportazioni nette.
Nonostante l’ampio rimbalzo estivo, il livello del PIL ha recuperato solo poco più di metà del crollo del 2° trimestre ed è in calo di 5,9% a/a.
La crescita nel 3° trimestre è guidata dai consumi privati (+4,7% t/t dopo -8,1% t/t, -7,2% a/a), in rialzo dopo quattro contrazioni consecutive, spinta da tutte le componenti, inclusi i servizi (in rialzo di 6,6% t/t dopo -12,1% t/t).
Un sostegno superiore alle attese alla crescita complessiva è venuto dai consumi pubblici, in rialzo di 2,2% t/t.
Gli investimenti fissi non residenziali proseguono sul sentiero negativo, con una correzione di -3,5% t/t, dopo -4,5% t/t in primavera, sulla scia del calo degli utili e dell’incertezza sulle prospettive dell’economia domestica e globale.  Gli investimenti pubblici risultano in aumento di 0,4% t/t, dopo 1,2% t/t.
Le esportazioni nette contribuiscono per +2,9 pp, dopo -3,3 pp nel 2° trimestre, sulla scia di una ripresa dell’export (+7% t/t) e di una contrazione significativa delle importazioni (-9,8% t/t dopo +2,2% t/t), diffusa sia ai servizi sia ai beni. Le scorte sottraggono -0,2 pp alla crescita.
La previsione per il 4° trimestre è di prosecuzione della crescita, su ritmi più contenuti, con una variazione attesa di 1,1% t/t. La variazione annua nel 2020 dovrebbe attestarsi a -5,5%. Per il 2021, prevediamo una crescita di 2,7%, guidata dalla ripresa della domanda domestica.

CINA – La produzione industriale si è stabilizzata a 6,9% a/a in ottobre nonostante un giorno lavorativo in meno rispetto allo stesso mese del 2019. L’aumento del fatturato estero, ai massimi da metà 2018, testimonia che le imprese hanno continuato a beneficiare della domanda estera.
Gli investimenti fissi sono saliti dell’1,8%  cum. a/a in ottobre, in accelerazione da 0,8% cum. a/a in settembre, trainati principalmente dagli investimenti statali in particolare in infrastrutture, sostenute dalla spesa dei governi locali, e nel settore immobiliare.
I consumi hanno continuato a migliorare: la dinamica delle vendite al dettaglio nominali è accelerata da 3,3% a/a a 4,3% a/a (anche se meno delle aspettative: Consenso Bloomberg 5,0%), contribuendo a far salire il passo di crescita della produzione di servizi, passato da 5,4% a/a in ottobre a 7,4% a/a in ottobre.
Il tasso di disoccupazione è lievemente sceso da 5,4% a 5,3%. Nel complesso i dati sono positivi e segnalano che l’attività economica ha continuato a migliorare all’avvio del 4° trimestre.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Consiglio dei Ministri torna oggi a esaminare la bozza della Legge di Bilancio per il 2021, per l’approvazione definitiva richiesta dalla Presidenza della Repubblica alla luce dell’evoluzione che la manovra ha avuto dal 18 ottobre a oggi.
Secondo il quotidiano La Repubblica, però, il testo non sarebbe stato ancora finalizzato.
Possibile un nuovo CdM nei prossimi giorni per la richiesta di un nuovo scostamento di bilancio, che, sempre secondo La Repubblica, potrebbe ammontare a 15-20 miliardi per il 2021 (destinati in gran parte a un Decreto “Ristori Ter).

COVID-19 – I dati di EuroMoMo per 26 paesi europei mostrano un eccesso di mortalità di 6400 persone nella 45° settimana, in calo rispetto alla precedente (9044), e ben sotto i livelli di picco della prima ondata (oltre 35mila a settimana).
Tuttavia, i dati più recenti sono passibili di revisione, e una singola settimana non è sufficiente per considerare superato il picco. L’eccesso di mortalità più elevato si riscontra attualmente in Belgio e Italia.
• In Italia, dal 15/11, Campania e Toscana sono passate in area rossa, portando al 44% la quota della popolazione nella massima categoria di rischio, e al 46% quella del PIL; Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche sono salite dalla categoria gialla a quella arancione, che ora include il 34% della popolazione italiana; oggi potrebbe essere firmata una nuova ordinanza che porterebbe da domani in area rossa anche l’Abruzzo (oggi in zona arancione).
• L’Austria ha iniziato un confinamento su base nazionale, che include chiusura di negozi non essenziali, limiti al movimento delle persone e passaggio integrale alle lezioni a distanza. Ristoranti, bar, caffè, servizi personali, strutture sportive, musei e luoghi di intrattenimento erano già chiusi dal 3/11, e dalla stessa data era in vigore un coprifuoco notturno. Le misure resteranno in vigore almeno fino al6 dicembre.
• Negli Stati Uniti, i nuovi contagi sono in aumento di 166.555 (+80% in 14 giorni), con un’accelerazione più marcata nel Midwest, ma crescita in ripresa in tutti gli stati.
Finora la terza ondata di nuovi casi non ha dato luogo a restrizioni generalizzate sull’attività, ma la diffusione e l’esplosione dei nuovi casi richiederà probabilmente maggiori interventi di contenimento nelle aree più colpite (Midwest), dove finora le misure introdotte sono “inviti” a restare a casa e a mantenere il distanziamento.
Invece in altre aree (costa orientale e occidentale), con accelerazione dei contagi su livelli inferiori a quella degli stati del centro, sono già state introdotte misure limitate, ma obbligatorie, in zone mirate (coprifuoco, chiusura e/o limiti di attività a rischio, come ristorazione e palestre, limiti all’istruzione in presenza).
Gli effetti sugli indicatori di attività settimanali per ora sono modesti, ma potrebbero diventare più rilevanti nel mese di dicembre, con il continuo peggioramento del quadro sanitario. Le conseguenze della nuova ondata di contagi si manifesteranno soprattutto sulla domanda di servizi, dalla ristorazione, alla sanità, e alle attività aggregative.
• Anche il Giappone sta registrando una terza ondata di contagi (1.441 casi il 15 ottobre, con una media a 7 giorni di 1451) in gran parte del paese, con una concentrazione di casi in alcune aree specifiche.
Esponenti del governo hanno detto che per ora la situazione non richiede la dichiarazione di stato di emergenza, ma in caso di proseguimento dei trend attuali potrebbero essere necessarie misure di contenimento attive, alla luce della situazione potenzialmente critica per il sistema sanitario in alcune zone.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo ma è sceso nella giornata di venerdì e apre in calo anche oggi, al ridimensionarsi dell’ottimismo iniziale sulla notizia del vaccino anti-Covid e al permanere di rischi verso il basso per l’evoluzione della pandemia.
Questo, unitamente alle tensioni post-elettorali (Trump continua a contestare la vittoria di Biden), resterà il tema chiave anche questa settimana.
Dai dati USA di questi giorni (in primis indici Empire e Philly Fed, produzione industriale e vendite al dettaglio) si attendono segnali complessivamente positivi.
Tuttavia, questi potrebbero non essere ancora sufficienti a risollevare le sorti del dollaro, se non riescono a favorire contestualmente una salita dei rendimenti. Il dollaro potrà risentire anche della reazione della sterlina sull’esito dei negoziati post-Brexit.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in calo ma è risalito tra giovedì e venerdì rientrando in area 1,18 EUR/USD e apre al rialzo anche oggi.
L’upside dovrebbe tuttavia restare contenuto
alla luce dell’incertezza sul fronte pandemico e delle dichiarazioni di Lagarde che ha prospettato nuovo stimolo BCE il mese prossimo.
Tra i pochi dati in uscita la fiducia dei consumatori dell’area è attesa ancora in calo, il che dovrebbe contribuire ad arginare ulteriormente eventuali nuovi slanci del cambio.
Anche l’euro potrà risentire dell’esito dei negoziati post-Brexit, mantenendo una correlazione positiva con il cambio GBP/USD, mostrando però una reazione di dimensione più contenuta rispetto alla valuta britannica.

GBPLa sterlina ha avuto una settimana movimentata, finendo però per chiudere pressoché stabile in area 1,31 GBP/USD contro dollaro e 0,89 EUR/GBP contro euro.
Venerdì si è rafforzata livello intraday e apre al rialzo anche oggi sulla notizia delle dimissioni di Cummings, consigliere di Johnson e sostenitore acceso di Brexit, leggendo in tale annuncio la possibilità che il Regno Unito sia disposto ad ammorbidire la propria posizione negoziale rispetto all’UE, ipotesi smentita dal portavoce di Johnson.
Dopo una pausa nel fine settimana i negoziati con l’UE riprendono oggi e al momento l’idea è che se accordo dev’essere questo debba arrivare entro il vertice del Consiglio Europeo di giovedì 19 novembre, in quanto il tempo stringe, dato che una volta raggiunta un’intesa questa necessita di essere ratificata da tutti gli Stati membri oltre che dal Regno Unito, il tuto entro e non oltre il 31 dicembre.
In caso di accordo la sterlina si rafforzerebbe, ma limitatamente, in caso di no-deal side prezzerebbe, in misura più ampia. In calendario intanto anche alcuni discorsi BoE, tra cui Bailey domani, mentre tra i dati rilevano inflazione e vendite al dettaglio, attese deboli.

JPYAnche lo yen ha chiuso la settimana passata in calo ma si è parzialmente ripreso tra giovedì e venerdì sia contro dollaro da 105 a 104 USD/JPY sia contro euro da 124 a 123 EUR/JPY e apre al rialzo anche oggi.
Il permanere di incertezza a livello globale fornisce supporto alla valuta nipponica ma lo spazio di rafforzamento è limitato.
Anche lo yen potrà risentire dell’esito dei negoziati post-Brexit, al rialzo in caso di fallimento e al ribasso (moderatamente) in caso di raggiungimento di un accordo.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La seconda stima dell’inflazione di ottobre dovrebbe confermare la lettura preliminare, con prezzi in aumento di due decimi sul NIC e di sei decimi sull’IPCA, per un’inflazione annua in risalita a -0,3% da -0,6% sull’indice domestico e a -0,6% da -1% sulla misura armonizzata UE.
L’“inflazione di fondo” (al netto degli energetici e degli alimentari freschi) dovrebbe anch’essa essere confermata in crescita, a 0,3% da 0,1% di settembre.
Pensiamo che il rialzo di ottobre sia stato temporaneo, e che l’inflazione possa tornare a calare moderatamente nei prossimi mesi. Vediamo entrambi gli indici in territorio negativo almeno sino all’inizio della prossima primavera.

AREA EURO – La settimana è povera di indicatori congiunturali. La seconda stima dei dati di inflazione di ottobre dovrebbe confermare la prima lettura, con un’inflazione annua stabile a -0,3% nell’Eurozona. La stima preliminare dell’indice di fiducia dei consumatori calcolato dalla Commissione UE dovrebbe mostrare un ulteriore calo del morale a novembre dopo quello già visto a ottobre.

STATI UNITI
 – La settimana ha molti dati in uscita, ma il focus sarà sempre sull’evoluzione della contesa per la nomina a presidente. Le prime indagini del manifatturiero di novembre dovrebbero confermare l’espansione dell’attività e le aspettative relativamente ottimistiche delle imprese, nonostante il peggioramento del quadro sanitario. Fra i dati di ottobre, le informazioni dovrebbero essere ancora positive: le vendite al dettaglio, la produzione industriale, le vendite di case esistenti e i nuovi cantieri dovrebbero dare segnali espansivi per i consumi e gli investimenti nel 4° trimestre.
– L’indice Empire della NY Fed a novembre dovrebbe essere poco variato, a 12, da 10,5 di ottobre, restando all’interno dell’intervallo di fluttuazione visto dall’estate e in linea con il proseguimento dell’espansione dell’attività.
Le indicazioni degli ordini e dei dati settimanali si mantengono positive, con la domanda finale di beni ancora sostenuta, a discapito dei servizi, dall’evoluzione della pandemia.
Il costante aumento dei contagi sta determinando reazioni modeste da parte delle Autorità negli Stati del distretto della Fed di NY, prevalentemente mirate a ridurre gli orari di apertura di bar e ristoranti e le riunioni di persone.
Le aspettative a 6 mesi potrebbero aumentare da 32,8 di ottobre, sulla scia delle notizie incoraggianti sul fronte dei vaccini.