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16 Maggio 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Ieri la produzione industriale di marzo è crollata di -4,1% m/m, dopo due mesi di recupero: il calo è diffuso alle principali economie (con l’eccezione della Spagna), ed è amplificato dal volatile dato irlandese (-26,3% m/m).
Su base settoriale sono i beni strumentali i più penalizzati (-15,4% m/m), frenati da un crollo del 50% della produzione nel comparto dell’elettronica, computer e prodotti ottici, ma si registrano contrazioni anche per gli altri comparti: -1,8% i beni intermedi; -0,9% l’energia e -0,8% i beni di consumo non durevoli.
Solo i beni durevoli risultano in espansione per il secondo mese (2,8%).
Nonostante il calo dei prezzi dell’energia, anche i comparti più energivori non mostrano segnali di significativa ripartenza (dopo due mesi di recupero l’output è tornato a calare, di -1,2% m/m e -9,1% a/a), mentre il supporto derivante dalle minori problematiche di approvvigionamento e dagli ordini arretrati è in progressivo ridimensionamento.
L’industria chiude il 1° trimestre in contrazione di -0,2% t/t (-0,7% t/t il solo settore manufatturiero), le indagini segnalano che l’attività industriale rimarrà ancora debole verosimilmente anche nei trimestri centrali dell’anno.

STATI UNITI – Ieri, l’indice Empire della NY Fed è calato più delle attese, scendendo di 43 punti, a -31,8, con ampi cali per ordini e fatturato, che erano aumentati ad aprile.
L’occupazione e le ore lavorate si mantengono in territorio recessivo per il quarto mese consecutivo.
Le imprese non prevedono miglioramenti nei prossimi sei mesi.
I dati segnalano persistente debolezza nel manifatturiero.

CINA
– I dati relativi al mese di aprile sono stati nettamente inferiori alle attese di consenso, riconfermando che la ripresa economica prosegue ma rimane disomogenea, più sostenuta dal lato dei servizi e dei consumi.
La produzione industriale è salita del 5,6% a/a in aprile, in accelerazione da 3,9% a/a in marzo, quasi la metà rispetto alle attese (consenso Bloomberg: 10,9% a/a) e con un calo di -0,47% m/m.
Il traino è ancora arrivato dalle imprese statali (6,6% a/a) e dal forte rimbalzo della produzione delle industrie a capitale straniero (da 1,4% a/a in marzo a 11,8% a/a in aprile) mentre quella delle imprese private è decelerata e rimane modesta (1,6% a/a).
La produzione del settore dei servizi è salita invece a un ritmo molto più sostenuto: 13,5% a/a in aprile, in accelerazione da 9,2% a/a in marzo, in linea con le indicazioni degli indici PMI.
– La dinamica delle vendite al dettaglio nominali è accelerata da 10,6% a/a in marzo a 18,4% a/a in aprile (consenso Bloomberg: 21,9% a/a), accompagnata da una revisione al rialzo dell’andamento congiunturale dei primi tre mesi dell’anno.
Le vendite sono sostenute dal forte rimbalzo delle vendite di automobili (+82,8%), che beneficiano anche di un significativo effetto di confronto favorevole con il mese di aprile del 2022 (quando ci fu il lockdown a Shanghai), della ristorazione ma anche di abbigliamento e gioielleria.
– I segnali dal mercato del lavoro continuano ad essere misti: il tasso di disoccupazione urbano è sceso da 5,3% in marzo a 5,2% in aprile, mentre quello relativo alle maggiori 31 città è rimasto invariato a 5,5% e quello della fascia16-24 anni è salito ulteriormente a 20,4%.
– Gli investimenti fissi nominali nei primi cinque mesi dell’anno sono saliti del 4,7% a/a, meno delle attese di consenso (5,7% a/a), incorporando una decelerazione stimata da 4,8% a/a in marzo a 3,9% a/a in aprile.
Quest’ultima è spiegata dall’ulteriore contrazione tendenziale degli investimenti nel settore immobiliare (-7,2% a/a in aprile da -5,9% a/a in marzo) e dalla debolezza degli investimenti del settore privato.

 

COMMENTI:                                  

AREA EURO – La Commissione Europea ha pubblicato le Previsioni Economiche di Primavera con il consueto aggiornamento delle stime di crescita e inflazione e dei principali indicatori di finanza pubblica.
Per la zona euro nel suo insieme, sono state riviste al rialzo rispetto al documento dello scorso febbraio sia le previsioni di crescita del PIL, a 1,1% quest’anno e 1,6% il prossimo, sia quelle di inflazione, a 5,8% e 2,8% nei due anni considerati.
Per quanto riguarda l’Italia la Commissione ha rivisto al rialzo le proiezioni sul PIL per l’orizzonte 2023-24, rispettivamente a 1,2% e 1,1% (da 0,8% e 1%), mentre le stime d’inflazione sono state confermate al 6,1% per l’anno in corso e alzate a 2,9% da 2,6% per quello successivo.
Sul fronte fiscale la Commissione vede una tendenza di calo per il disavanzo pubblico (-4,5% nel 2023 e -3,7% nel 2024), in linea con i target programmatici presentati nel DEF 2023, mentre il debito è visto su una traiettoria discendente più marcata di quella indicata dal governo (dal 144,4% del PIL del 2022 al 140,4% nel 2023 e al 140,3% nel 2024).

STATI UNITIBiden ha detto che l’incontro con i leader del Congresso per discutere il limite del debito dovrebbe svolgersi oggi.
Secondo Biden, non ci sono aggiornamenti sui negoziati.
McCarthy ha affermato che le parti restano molto distanti, ma che il suo obiettivo è un accordo entro la fine della settimana.
Il Congresso sarà operativo solo per una settimana prima del 1° giugno, quando secondo il Tesoro, il CBO e il Bipartisan Policy Center potrebbero terminare i fondi necessari a soddisfare gli obblighi finanziari del Tesoro.
Ieri, Yellen ha ribadito la sua stima di un possibile default già dal 1° giugno e ha sottolineato l’assenza di un accordo sta causando un aumento del costo del debito, con un rialzo significativo per i titoli in scadenza a inizio giugno.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha corretto sul calo dell’indice Empire ieri che è sceso molto più delle attese.
Anche dai dati di oggi – vendite al dettaglio (in recupero su base mensile ma deboli su base trimestrale) e produzione industriale – si attendono segnali di indebolimento dell’economia che, a meno di sorprese, dovrebbero mantenere il dollaro sulla difensiva.
Oggi riprendono inoltre gli incontri sul limite del debito: in assenza di aperture favorevoli il dollaro ne risentirebbe negativamente, mentre eventuali spiragli per un accordo dovrebbero favorirlo, prevalendo – temporaneamente – sui dati.

EURL’euro si è ripreso sull’indice Empire, ma di poco, mantenendosi in area 1,08 EUR/USD.
Oggi, a meno di sorprese positive dagli USA, potrebbe provare a consolidare, ma l’upside appare temporaneamente frenato dai dati dell’area, generalmente più deboli delle attese di recente, come dovrebbe essere anche oggi per lo ZEW tedesco.

GBPLa sterlina è risalita ieri contro dollaro sull’indice Empire da 1,24 a 1,25 GBP/USD.
Questa mattina però ha fatto temporaneamente marcia indietro sull’inatteso aumento del tasso di disoccupazione, salvo poi recuperare perché i dati sui salari hanno confermato una crescita ancora molto elevata.
Anche se, come sostiene la BoE, inizia a vedersi qualche segnale di allentamento, nel complesso le condizioni del mercato del lavoro restano ancora tirate, supportando lo scenario di un altro rialzo BoE a giugno.
Ieri la sterlina si è rafforzata anche contro euro da 0,87 a 0,86 EUR/GBP, ma oggi sta cedendo nuovamente.

JPYLo yen si è invece indebolito ieri contro dollaro da 135 a 136 USD/JPY in linea con la salita dei rendimenti a lunga USA.
Questa mattina, tuttavia, sta già recuperando e, a meno di sorprese favorevoli dagli USA, i rendimenti statunitensi dovrebbero tornare a scendere già oggi, il che dovrebbe far proseguire il recupero in atto dello yen.
Ieri la valuta nipponica è scesa anche contro euro, da 147 a 148 EUR/JPY, complice il recupero dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La seconda lettura dovrebbe confermare che l’inflazione è risalita in aprile, all’8,3% dal 7,6% di marzo sul NIC (+0,5% m/m) e all’8,8% dall’8,1% sull’IPCA (+1% m/m).
La sorpresa al rialzo è imputabile soprattutto alla componente energetica non regolamentata, per via di rincari per gas ed energia elettrica sul mercato libero.
L’inflazione al netto di energetici e alimentari freschi dovrebbe essere confermata stabile al 6,3%.
Nelle nostre stime, l’inflazione potrebbe tornare a calare da maggio, per moderare al 2,3% a dicembre 2023; il calo dell’indice “core BCE” sarà più lento (è atteso rimanere sopra il 3% a fine anno).

AREA EURO
– Oggi nell’area euro sarà diffusa la prima indagine di fiducia relativa al mese di maggio, lo ZEW tedesco, che dovrebbe mostrare un peggioramento per il terzo mese di fila delle attese di investitori e analisti finanziari, stimiamo a -1 da 4,1 di aprile (sarebbe il primo ritorno in territorio negativo dopo 4 mesi).
La flessione dovrebbe risultare di entità più moderata per l’indice sulla situazione corrente, visto a -35 da -32,5 precedente.
– Nell’Eurozona, la crescita dell’occupazione dovrebbe essere rimasta relativamente robusta nel 1° trimestre, a 0,3% t/t (1,3% a/a), in linea con i tre mesi precedenti.
La tenuta del ciclo, nonché intenzioni di assunzione delle imprese (specie nei servizi) ancora su livelli espansivi, sono compatibili con una crescita degli occupati in rallentamento ma ancora positiva, intorno all’1% a/a in media nei prossimi trimestri.
– La seconda stima del PIL non dovrebbe riservare revisioni rispetto allo 0,1% t/t (1,3% a/a) della prima lettura.
– I dati sul commercio internazionale di marzo sono attesi mostrare un calo congiunturale delle importazioni più ampio di quello delle esportazioni (-4,5% contro -1,8% m/m).
L’avanzo commerciale (grezzo) è visto ampliarsi a marzo (a 19,7 miliardi), e anche il dato destagionalizzato dovrebbe tornare a registrare un surplus per la prima volta da settembre 2021 (3,3 miliardi).

PAESI BASSI – La stima preliminare è attesa mostrare una stagnazione del PIL nel 1° trimestre, dopo lo 0,6% t/t precedente; i rischi sulla previsione sono orientati verso il basso.
Il settore industriale dovrebbe aver fornito un contributo negativo alla crescita del valore aggiunto, compensato da una crescita nei servizi.
L’apporto negativo della domanda interna dovrebbe essere stato bilanciato da un contributo positivo degli scambi con l’estero e delle scorte.
Stimiamo un rallentamento del PIL olandese all’1,3% nel 2023, dal 4,5% dello scorso anno.

STATI UNITI
 – Oggi, le vendite al dettaglio di aprile sono attese in aumento di 0,7% m/m.
I dati dei concessionari hanno mostrato una variazione di volumi in vendita pari a 7,2% m/m, grazie all’aumento dell’offerta in atto dall’autunno.
Al netto delle auto, le vendite dovrebbero essere in rialzo di 0,3% m/m, con un modesto calo del prezzo della benzina e una riaccelerazione delle vendite negli altri comparti.
L’indice settimanale delle vendite Redbook ha registrato una variazione di 0,9% m/m a inizio maggio, dopo due mesi di relativa stabilità.
Anche con una ripresa moderata dei consumi ad aprile, la previsione è di netto rallentamento della spesa reale nel 2° trimestre, dopo 3,7% t/t ann. visto a inizio 2023.
– La produzione industriale ad aprile dovrebbe registrare un calo di -0,1% m/m, dopo 0,4% m/m di marzo, sulla scia di una correzione attesa per le utility.
Nel manifatturiero, l’output dovrebbe essere in ripresa modesta, alla luce dell’aumento di occupati e della variazione marginale delle ore lavorate.