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16 Maggio 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Venerdì la produzione industriale è calata di -1,8% m/m a marzo da 0,5% precedente (-0,8% a/a da 1,7%), la flessione mensile più ampia da aprile 2020.
Nel 2° trimestre l’industria dovrebbe agire da freno alla crescita.

FRANCIA – La seconda lettura dell’inflazione ha confermato la salita al 4,8% dal 4,5% precedente sull’indice nazionale e al 5,4% dal 5,1% sull’armonizzato (su livelli più moderati rispetto alla media dell’Eurozona, anche grazie agli interventi calmieranti del Governo, più tempestivi che altrove).

SPAGNA – L’inflazione armonizzata ha confermato la stima preliminare di 8,3% a/a mentre la misura nazionale è stata rivista al ribasso di un decimo, all’8,2%.

STATI UNITI – Venerdì, la fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a maggio (prel.) è scesa più delle attese, calando a 59,1 da 65,2, sui minimi dal 2011.
La correzione è dovuta a flessioni diffuse sia alla componente coincidente sia a quella delle aspettative legate alle preoccupazioni per l’inflazione.
Le aspettative di inflazione sono stabili a 5,4% sull’orizzonte a 1 anno e a 3% su quello a 5 anni.

CINA
– I dati del mese di aprile sono stati nettamente inferiori alle attese segnalando una significativa contrazione dell’attività economica, maggiore sul fronte dei consumi e dei servizi.
Le vendite al dettaglio, in calo del 3,5% a/a in marzo, sono scese dell’11,1% a/a in aprile, registrando una contrazione non lontano da quella di marzo 2020 (-15,9% a/a) anche se, secondo i dati destagionalizzati dell’ufficio statistico, in termini congiunturali è stata inferiore (-0,69% m/m) rispetto a quella di marzo.
La contrazione tendenziale ha riguardato tutti i comparti ad eccezione degli alimentari.
– Le misure di contenimento sembrano aver avuto un impatto minore sulla dinamica tendenziale della produzione industriale (-2,9% a/a in aprile), ma nettamente superiore su quella congiunturale (-7,08% m/m, il primo calo mensile da marzo 2020).
La produzione del settore dei servizi è scesa di -6,1% a/a, registrando il minimo da aprile 2020.
– La dinamica degli investimenti fissi nominali è stata invece migliore, registrando una crescita cumulata del 6,8% a/a nei primi quattro mesi dell’anno, ossia una crescita tendenziale positiva del 2,4% a/a in aprile. La contrazione degli investimenti nel settore immobiliare stimata a -10,1% a/a in aprile.

 

COMMENTI:

AREA EURO – Nell’Eurozona, oggi non è prevista la pubblicazione di alcun dato di rilievo ma la Commissione Europea pubblicherà le Previsioni economiche di primavera, che dovrebbero contenere ampie revisioni al ribasso delle stime di crescita e al rialzo per quelle di inflazione.
Potrebbe essere annunciata la sospensione del Patto di Stabilità anche a valere sul 2023.
I discorsi di Panetta e Lane dovrebbero concentrarsi sull’euro digitale e non sulla politica monetaria.

STATI UNITI – Dalla Fed, Mester (Cleveland Fed) ha affermato che sarà necessario proseguire sul sentiero di rialzi dei tassi e che, come Powell, si aspetta aumenti di 50 pb alle prossime due riunioni.
Da settembre in poi, secondo Mester, il FOMC valuterà se ci sarà “evidenza convincente che l’inflazione sta rallentando” e se si potrà rallentare il ritmo dei rialzi.
Se però non ci saranno segni di moderazione, potrebbe essere necessario un ritmo più rapido di aumenti. Waller (Board Fed) ha detto che la credibilità della Fed permetterà di riportare l’inflazione sotto controllo con rialzi dei tassi molto più limitati rispetto a quelli attuati da Volcker negli anni ’80, con conseguenze molto meno drammatiche sull’economia.

CINA – Le indicazioni sul fronte dei contagi continuano a migliorare sia a Shanghai sia in altre città e il Governo ha annunciato una graduale riapertura di Shanghai in tre fasi.
Ipotizzando che la situazione non peggiori nuovamente ci si può aspettare un miglioramento dell’attività economica giù nei dati di maggio, tuttavia, il rallentamento di aprile comporterà comunque una revisione al ribasso delle nostre stime di crescita del PIL (5,2% nello scenario di marzo).
La ripresa si annuncia infatti difficile a causa delle difficoltà di recupero del mercato del lavoro, della debolezza del mercato immobiliare e del rallentamento della domanda estera.

FMI – L’IMF ha concluso la revisione quinquennale del paniere di valute che compongono i diritti speciali di prelievo (Special Drawing Rights, SDRs), rinviata di un anno a causa del Covid-19.
Il comitato esecutivo ha annunciato una revisione al rialzo le quote del dollaro (da 41,73% a 43,38%) e del renminbi (da 10,92% a 12,28%) e al ribasso quelle della sterlina (da 8,09% a 7,44%), dell’euro (da 30,93% a 29,31%) e dello yen (da 8,33% a 7,59%) a partire dal 1° agosto 2022.
Esso ha inoltre ribadito che i criteri della quota di export mondiale e del libero utilizzo delle valute continueranno a guidare la decisione sull’inclusione delle valute nel paniere e che verrà mantenuta la metodologia di valutazione dei pesi introdotta nel 2015.
Il Comitato ha sottolineato che né l’epidemia di Covid-19 né la finanza tecnologica hanno determinato cambiamenti nella composizione del paniere ma soprattutto gli sviluppi di quest’ultima continueranno ad essere monitorati.
Il Comitato ha infine riconosciuto i progressi delle riforme del mercato finanziario in Cina ed ha esortato il Paese ad un rafforzamento del mercato finanziario interno e a una sua ulteriore apertura nonché ad una maggiore trasparenza dei dati.
La prossima revisione della composizione del paniere sarà effettuata entro luglio 2027.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha chiuso la settimana passata al rialzo, aggiornando i massimi venerdì su livelli abbandonati nel 2002.
Da qui ha comunque leggermente ritracciato già venerdì complici sia il ridimensionarsi della risk aversion sia il calo, più ampio delle attese, della fiducia dei consumatori, minata dalla preoccupazione per l’elevata inflazione.
I dati di questi giorni (indice Empire oggi, vendite al dettaglio e produzione industriale domani, Philly Fed giovedì) sono attesi positivi, ma non in ulteriore aumento/miglioramento.
Questo potrebbe contribuire a mantenere i rendimenti ancora al di sotto dei massimi recenti, rallentando la salita del dollaro o interrompendola temporaneamente, a meno di un nuovo aumento della risk aversion. Nel breve il quadro rimane comunque ancora favorevole al biglietto verde.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in calo da 1,05 a 1,03 EUR/USD, aggiornando qui venerdì i minimi a 1,0348 EUR/USD, salvo poi chiudere la sessione in leggero recupero riaffacciandosi a 1,04 EUR/USD dove si ritrova anche oggi.
La possibilità che i differenziali di rendimento smettano di allargarsi, anche al consolidarsi di attese di un primo rialzo dei tassi BCE a luglio, dovrebbe contribuire a limitare il downside per poi favorire una fase di stabilizzazione evitando quindi nuove correzioni, a meno di ampie sorprese verso l’alto dai dati USA. Tuttavia, i rischi nel breve restano ancora verso il basso, soprattutto in caso di nuovi sviluppi negativi sul fronte russo-ucraino o di un rinnovato aumento della risk aversion.
Intanto, stamani dalla BCE Villeroy ha ribadito i rischi per la stabilità dei prezzi derivanti da un indebolimento eccessivo del cambio.

GBPLa sterlina ha chiuso la settimana passata in calo verso nuovi minimi contro dollaro da 1,24 a 1,21 GBP/USD, recuperando leggermente nella giornata di venerdì, mentre contro euro ha chiuso in leggero rafforzamento da 0,85 a 0,84 EUR/GBP, dopo essere però prima passata per minimi in area 0,86 EUR/GBP.
I dati dei prossimi giorni dovrebbero confermare il contrasto tra elevata inflazione (dati su mercato del lavoro domani e inflazione mercoledì) e rischi verso il basso sulla crescita (vendite al dettaglio venerdì).
A meno quindi di sorprese particolarmente positive dai dati la sterlina dovrebbe dunque mantenersi vicino ai minimi recenti, avendo tuttavia la possibilità di recuperare marginalmente contro dollaro se il generalizzato rafforzamento di quest’ultimo dovesse fare una pausa.
Più importanti dei dati saranno comunque i discorsi BoE in programma – a partire oggi da Bailey, Ramsden e Haskel – per trarre eventuali dettagli sul sentiero dei rialzi dei tassi nel secondo semestre, dopo le indicazioni contrastanti emerse invece all’ultima riunione BoE.

JPYLo yen invece ha chiuso la settimana passata in rafforzamento sia contro dollaro, da 131 a 127 USD/JPY, sia contro euro, da 138 a 132 EUR/JPY, iniziando però a retrocedere venerdì, complice il parziale rientro della risk aversion.
Fermo restando il ruolo chiave di quest’ultima, il driver di fondo del cambio restano comunque i differenziali di rendimento.
Lo yen potrà quindi indebolirsi ancora contro dollaro in funzione dell’attesa salita dei rendimenti a lunga USA.
Essendo però questa in via di esaurimento, anche il downside dello yen rispetto al dollaro dovrebbe essere non distante dai minimi recenti.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– In settimana la seconda lettura del PIL per il 1° trimestre è attesa confermare il rallentamento a 0,2% t/t (5% a/a) della stima flash; la prima lettura del dato dei Paesi Bassi dovrebbe vedere una crescita poco più che stagnante.
– La stima flash della fiducia dei consumatori dovrebbe mostrare un lieve miglioramento del morale a maggio (che pure resterebbe ben al di sotto della media di lungo periodo).
– Infine, la stima finale dei dati sui prezzi al consumo di aprile dovrebbe confermare la prima lettura, con un’inflazione annua in crescita nell’Eurozona (7,5%) e in calo in Italia (6,6%).

FRANCIA – Nel 1° trimestre, il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere invariato.

STATI UNITI
 – Oggi verrà pubblicato l’indice Empire della NY Fed di maggio, che dovrebbe correggere a 17 da 24,6 di aprile, restando comunque in territorio espansivo.
L’indagine dovrebbe riportare difficoltà a soddisfare la domanda per via della carenza di manodopera e persistenti pressioni sui prezzi.
I dati potrebbero evidenziare un miglioramento delle strozzature all’offerta, in linea con le indicazioni del Global Supply Chain Pressure Index della NY Fed, che a marzo è tornato sul livello di novembre, dopo un’accelerazione fra fine 2021 e inizio 2022.
– I cantieri residenziali e le vendite di case esistenti ad aprile dovrebbero confermare il rallentamento del settore immobiliare causato dai prezzi elevati delle case e dal rialzo dei tassi sui mutui.
– La produzione industriale e le vendite al dettaglio di aprile sono previste in moderato rialzo.