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16 Aprile 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – La seconda lettura dei dati sui prezzi al consumo di marzo ha confermato quella preliminare: l’inflazione è scesa a 0,1% a/a, un minimo da oltre tre anni, e i prezzi nel mese sono saliti di un decimo sul NIC e di 2,2% m/m sull’indice armonizzato Ue, che tiene contro del rientro dei saldi estivi su abbigliamento e calzature.
Si sono registrate ampie flessioni dei prezzi nei trasporti (-0,6% m/m) e nelle comunicazioni (-0,9% m/m), mentre si sono registrati rincari per gli alimentari (+0,2% m/m) e le bevande alcoliche e tabacco (+1,7% m/m).
L’inflazione di fondo è rimasta stabile allo 0,7% a/a; in lieve calo l’inflazione sui beni ad alta frequenza di acquisto (a 0,6% da 0,8% precedente), mentre l’inflazione sul cosiddetto “carrello della spesa” è salita decisamente, anche se meno che nella prima stima, a 1% da 0,3%, spinta dagli alimentari.
L’Istat segnala che per tre capitoli di spesa (abbigliamento e calzature, istruzione, servizi ricettivi e di ristorazione) l’indice è calcolato imputando, perché non disponibili o non utilizzabili, dati elementari rappresentativi del 50% e più del peso dell’aggregato. A nostro avviso, i problemi di rilevazione potrebbero aver distorto il dato verso l’alto. Nelle nostre stime, l’inflazione è destinata ad approdare in territorio negativo già dal mese corrente e a restarci sino a estate inoltrata. Ad aprile, un ruolo decisivo sarà giocato dal taglio delle tariffe su luce e gas (-18,35% e -13,5%, rispettivamente).

FRANCIA – La seconda lettura rivede al rialzo i prezzi al consumo di marzo: sulla misura nazionale la variazione è passata allo 0,1% m/m da zero precedente, così come sull’indice armonizzato.
L’inflazione ha rallentato meno della stima preliminare portandosi a 0,8% da 1,4% di febbraio; stesso dato anche per l’indice armonizzato, da 1,6% precedente. La causa è il rallentamento dei prezzi nei servizi (da 1,4% a 1,1% a/a) e dei beni manufatti (da +0,3% a -0,4% a/a). L’indice sottostante (al netto di alimentari, energia e tabacco) rallenta visibilmente a 0,7% (da 1,3%).
Per questa rilevazione, l’INSEE ha raccolto dati solo fino al 16 marzo: probabilmente, quindi, il dato di marzo potrebbe essere distorto verso l’alto dalla modalità di rilevamento. Nei prossimi mesi prevediamo che l’inflazione rallenti ancora e non escludiamo che arrivi prossima allo zero.

GERMANIA – La seconda lettura dei dati dell’inflazione di marzo è stata in linea con le stime preliminari. Sull’indice nazionale è scesa all’1,4% a/a dall’1,7% precedente, mentre sull’indice armonizzato è calata all’1,3% a/a dall’1,7% a/a di febbraio. La raccolta dei dati non è stata negativamente influenzata dalla pandemia, perché si è svolta in un periodo in cui le chiusure erano minime.

STATI UNITI
 – Il Beige Book è un bollettino di guerra, e riporta un’“improvvisa e acutacontrazione dell’attività in tutte le aree del paese causata dall’epidemia di Covid-19.
I settori più colpiti, a causa delle chiusure obbligatorie e delle misure di social distancing, sono quelli dell’ospitalità e del tempo libero, ma si registrano flessioni anche nel manifatturiero, pur con notevoli variazioni fra sotto-settori, in alcuni casi, come per le auto, praticamente del tutto fermi. L’estrattivo segnala calo di produzione e investimenti.
I comparti alimentare e sanitario riportano “domanda forte”, a cui però stentano a rispondere per via di modifiche agli ambienti di produzione mirati a evitare i contagi, oltre che per problemi di approvvigionamento lungo la catena produttiva.
La domanda di prestiti è in diffuso rialzo sia da parte delle imprese che utilizzano le linee di credito, sia da parte delle famiglie per il rifinanziamento dei mutui. Le imprese riportano enorme incertezza e aspettative di ulteriori peggioramenti delle condizioni economiche nei prossimi mesi.
Sul fronte del mercato del lavoro, l’occupazione è in calo ovunque. In molte aree la riduzione di occupati è attuata attraverso licenziamenti temporanei o congedi nella speranza di poter riassumere i dipendenti con la ripresa dell’attività. I prezzi di vendita e degli input sono in rallentamento diffuso. Il Beige Book dà un quadro in linea con i dati di attività e di occupazione già emersi, e con una previsione di crollo del PIL nel 2° trimestre. Per lo scenario successivo, relativo alla forma della ripresa dopo la fine del lockdown, le imprese esprimono solo incertezza.
– L’indice Empire della NY Fed ad aprile crolla di 57 punti a -78,2, sul minimo storico per la serie (il minimo precedente era -34,3 durante la grande recessione). L’indagine registra variazioni negative record per ordini (-66,3), consegne (-68,1), occupazione (-55,3 da -1,3) e settimana lavorativa (-61,6). Anche gli indici di prezzo correggono, con i prezzi pagati a 5,8 (-19 punti) e i prezzi ricevuti a -8,4, in territorio negativo per la prima volta dal 2016.
Le aspettative a 6 mesi mostrano solo un modesto miglioramento atteso rispetto alle condizioni attuali, con l’indice di attività a 7 da 1.
Si registrano ampi cali per gli indici relativi alle spese in conto capitale e per spesa in tecnologia (a -11), con indicazioni negative per le prospettive degli investimenti a medio termine. L’indagine è omogeneamente negativa, anche se incorpora un’aspettativa di stabilizzazione sull’orizzonte a 6 mesi.
– Le vendite al dettaglio a marzo crollano di -8,7% m/m (-6,25% a/a), dopo -0,4%m/m di febbraio.
Al netto dei trasporti la variazione è di -4,5% m/m e al netto dei servizi alimentari il calo è di -6,2% m/m. Le principali voci in calo sono: auto (25,6% m/m), arredamento (-26,8% m/m), benzina (-17,2% m/m, in calo sia per volume sia per prezzo), abbigliamento -50,5% m/m, articoli sportivi -28,3% m/m, alimentari e bevande consumate in luoghi di ristorazione -26,5% m/m.
Sono invece in forte aumento gli alimentari e le bevande (25,6% m/m), le vendite di prodotti sanitari (+4,3% m/m) e quelle online (+3% m/m).
I dati veramente negativi arriveranno con le informazioni di aprile, che includeranno il lockdown diffuso a gran parte degli Stati e rifletteranno gli effetti dell’ondata di licenziamenti.
– La produzione industriale a marzo corregge più delle attese, con un calo di -5,4% m/m (record negativo dal 1946), sulla scia deli effetti di Covid-19.
Nel manifatturiero, la produzione flette di -6,3% m/m, trainata verso il basso da tutte le principali sotto-componenti, con il dato più negativo nel settore auto (-28% m/m). Risultano in calo anche le utility (-3,9% m/m), dove probabilmente l’aumento dei consumi delle famiglie non è stato in grado di contrastare il calo a livello di imprese. L’estrattivo registra una correzione di -2% m/m.
I dati come noto riflettono una chiusura delle aziende solo per una frazione del mese di marzo e saranno quindi seguiti da contrazioni anche più ampie nel mese di aprile.

 

COMMENTI:

AREA EURONuova videoconferenza Ecofin dalle h. 15:30, per uno scambio di vedute sull’impatto economico della pandemia e, soprattutto, per pianificare i passi legislativi necessari all’attuazione delle misure concordate il 9 aprile.
La riunione prepara il Consiglio Europeo del 23 aprile. In questa occasione potrebbero essere annunciati maggiori dettagli sui tre meccanismi concordati (la ECCL/PCS del MES, il Fondo di Garanzia per la BEI e il fondo SURE della Commissione Europea) e potrebbero forse emergere nuove indicazioni sulla misura menzionata ma non concordata la scorsa settimana, il Recovery Fund per il periodo successivo all’emergenza.
La Commissione punta a far leva sul bilancio comunitario per la ripresa, e in particolare su un front-loading del flusso di spesa nel primo triennio; piuttosto che emissioni congiunte, potrebbe essere più facile aumentare quelle UE.
Anche il Parlamento Europeo discute della questione oggi e domani. Una risoluzione congiunta sostenuta da S&D, Popolari, Verdi e Renew ha proposto l’emissione di Recovery Bonds garantiti dagli Stati membri per finanziare progetti di investimento, chiedendo altresì un aumento ambizioso del budget UE.
Ieri la Commissione Europea ha anche presentato le sue linee guida per il passaggio alla fase 2 del controllo pandemico, con il limite che le strategie e la manifestazione dell’epidemia sono state piuttosto diversificate fra paese e paese, e così anche saranno tempi e modalità dell’uscita dalla misure di contenimento.

STATI UNITI – Covid-19 update
Contagi 639.055, variazione contagi 28.700, guarigioni 52.640, decessi 30.925 (Fonte: JHU).
I rappresentanti delle imprese dei principali settori, parte della task force per la riapertura dell’economia, hanno indicato che sarà necessario un drastico aumento della capacità e diffusione dei test prima di poter fare ripartire l’attività, segnalando che al momento tale capacità è del tutto inadeguata negli USA.
Daly (San Francisco Fed) ha detto che non si aspetta una ripresa a V, e ritiene più probabile una serie di trimestri di crescita negativa, seguita da una graduale ripresa nel 2021. Tuttavia, Daly ha indicato che lo scenario potrebbe essere anche più negativo, con una ripresa più lenta ma ha sottolineato che la Fed continuerà a fare tutto quanto possibile per contrastare gli effetti dell’epidemia.
Trump, lamentando il fatto che con i rappresentanti del Congresso in parte assenti da Washington e con sessioni “pro forma” del Senato, ha minacciato un intervento straordinario per sbloccare il processo di nomine per cui è necessaria una conferma del Senato.
Trump intenderebbe sciogliere il Congresso e insediare i suoi candidati senza un voto, con un mandato fino al 2021. Il Senato non dovrebbe riunirsi in persona a Washington almeno fino al 4 maggio. Nel caso in cui Trump aggiornasse il Congresso almeno 10 giorni prima della riapertura “fisica” del Senato, la procedura sarebbe in linea con un parere della Corte Suprema del 2014.
Trump ha affermato che probabilmente la decisione sarebbe impugnata in tribunale, e “vedremo chi vincerà”. In base alla Costituzione, il presidente ha il diritto di aggiornare il Congresso solo in circostanze precise e limitate: nessun presidente ha mai usato questa opzione.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il calo del dollaro si è interrotto e il biglietto verde ha recuperato parte delle perdite degli ultimi giorni per via di una risalita dell’avversione al rischio dovuta sia ai dati USA, risultati ancora peggiori del previsto, sia alle preoccupazioni per l’impatto della pandemia sull’economia mondiale. Le attese sono negative anche per i dati di oggi, anche in questo caso a causa del coronavirus. Il dollaro potrebbe quindi riuscire a consolidare.

EUR – L’euro ha corretto di riflesso, da 1,09 a 1,08 EUR/USD. A meno di novità rilevanti, questo dovrebbe restare il range centrale anche delle oscillazioni odierne.

GBP – È scesa anche la sterlina sul recupero del dollaro portandosi da 1,26 a 1,24 GBP/USD, e arretrando anche contro euro da 0,86 a 0,87 EUR/GBP. In questo caso il movimento è più coerente rispetto ai fondamentali domestici. È stato intanto deciso il calendario dei prossimi tre round negoziali con l’UE, che avranno durata settimanale e inizieranno rispettivamente il 20 aprile, l’11 maggio e l’1 giugno. In programma oggi un discorso di Tenreyro (BoE). A meno di un generale ripiegamento del dollaro, la sterlina dovrebbe restare sulla difensiva.

JPY – Anche lo yen si è indebolito sul recupero, generalizzato, del dollaro riportandosi da 106 a 107 USD/JPY, mentre contro euro ieri si è rafforzato da 117 a 116 EUR/JPY, per via del maggior calo dell’EUR/USD. A meno di novità significative il cambio dovrebbe tendenzialmente mantenersi intorno a tali livelli.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – A febbraio, la produzione industriale è attesa in leggero aumento a +0,1% m/m, dopo la forte accelerazione (+2,3% m/m) di gennaio. La variazione annua dovrebbe passare a -1,7% a/a (da -1,8% precedente). Il dato di febbraio non dovrebbe ancora risentire dell’impatto della diffusione dei contagi di COVID-19, i cui effetti sull’economia del vecchio continente cominceranno a vedersi da marzo.

STATI UNITI
 – I nuovi cantieri residenziali a marzo sono previsti in calo a 1,35mln da 1,559 mln di febbraio, con un ritorno sui minimi dell’autunno 2019. Anche le nuove licenze dovrebbero flettere, a 1,3mln da 1,464 mln di febbraio.
– L’indice della Philadelphia Fed ad aprile è atteso in calo a -23,5da -12,7di marzo, con indicazioni di peggioramento dell’attività senza però raggiungere i minimi (almeno per ora) visti durante la crisi finanziaria. Tutte le principali componenti dovrebbero essere in peggioramento, dai nuovi ordini, alle consegne, all’occupazione e alla settimana lavorativa. L’indice delle aspettative a sei mesi dovrebbe segnare un brusco calo, da un livello a marzo ancora espansivo (35,2) a -3. L’indagine dovrebbe riportare preoccupazione per l’impatto dell’epidemia e degli effetti del lockdown sia a livello domestico (calo di domanda) sia a livello globale (con strozzature all’offerta).
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione dovrebbero mantenersi intorno a 5 mln, indicando ulteriori aumenti dei disoccupati nella seconda settimana di aprile.