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15 Ottobre 2021 – nota economica giornaliera

STATI UNITI
– Il PPI di settembre ha segnato un aumento di 0,5% m/m, mentre l’indice core ha registrato una variazione di solo 0,1% m/m.
Il crollo delle tariffe aeree (-16,9% m/m) ha contribuito alla moderazione dell’incremento complessivo.
Il PPI punta a un aumento del deflatore dei consumi inferiore a quello del CPI.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione a inizio ottobre sono scese sotto 300 mila per la prima volta dall’inizio della pandemia; anche i sussidi esistenti sono in calo nella maggior parte degli Stati.
Nei prossimi mesi si dovrebbe vedere un’accelerazione della dinamica occupazionale.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Consiglio dei Ministri si riunisce oggi alle 11 per esaminare il decreto fiscale (e l’estensione della cassa integrazione Covid sino alla fine dell’anno), mentre la riunione che dovrebbe approvare il Documento Programmatico di Bilancio da inviare a Bruxelles, che dettaglierà la manovra da almeno 22 miliardi per l’anno prossimo, è slittata a lunedì.

BCE – Ieri Knot (governatore della banca centrale olandese e membro del consiglio direttivo BCE) ha detto di attendersi che a dicembre si chiuda il divario fra le previsioni di inflazione dello staff e quelle pre-pandemia.
Condividiamo tale valutazione.
Secondo Knot, la ripresa delle aspettative di inflazione è una buona notizia, e consentirà di chiudere il PEPP il 31 marzo 2022.
Knot ha anche confermato che la BCE sta valutando diverse opzioni per facilitare l’uscita dal PEPP.
Pure Rehn (governatore della banca centrale finlandese) ha valutato le aspettative di inflazione come in linea con la strategia di politica monetaria BCE.
La presidente Lagarde, invece, ha ripetuto senza significative variazioni il messaggio della conferenza stampa dell’ultima riunione.

STATI UNITI – Dalla Fed, M. Bowman del Board ha sottolineato i rischi di pressioni sui prezzi derivanti da colli di bottiglia all’offerta, che potranno persistereper un certo tempo”.
Barkin della Richmond Fed ha detto che gli effetti della pandemia sulla partecipazione alla forza lavoro potrebbero diventare strutturali, con una possibile riduzione permanente dell’offerta di lavoro e un recupero solo parziale dei posti persi da marzo 2020.
Sull’inflazione, Barkin ha riconosciuto qualche segnale di moderazione, ma ha ribadito che lo scenario dei prezzi è estremamente incerto.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha continuato a scendere dopo il ritracciamento post-dati di inflazione e post-verbali del FOMC; anche se ieri ha tratto beneficio dal calo, superiore al previsto, dei sussidi di disoccupazione, il recupero è stato modesto.
Oggi il test sarà con i dati sulle vendite al dettaglio, l’indice Empire e la fiducia delle famiglie, dai quali si attendono indicazioni miste.
A meno pertanto di sorprese positive il dollaro potrebbe avviarsi a chiudere la settimana in calo, seppure contenuto.
La pausa nella salita del biglietto verde dovrebbe tuttavia essere temporanea, ma per la rimonta sono necessari dati che supportino uno scenario di avvio anticipato del ciclo di rialzi dei tassi Fed.

EURL’euro sta traendo beneficio dal ritracciamento del dollaro, ma in misura ridotta: ieri è passato da un minimo di 1,1582 a un massimo di 1,1624 EUR/USD e oggi si trova ancora su tali livelli.
Se oggi i dati USA dovessero deludere potrebbe salire ulteriormente in area 1,16 EUR/USD, ma finché dalla BCE non giunge un segnale chiaro dell’avvicinarsi dei tempi almeno per l’impostazione, se non per l’avvio, del processo di normalizzazione della politica monetaria, la moneta unica rimane sulla difensiva rispetto al dollaro.

GBPLa sterlina invece sta traendo beneficio dal ritracciamento del dollaro consolidando contro quest’ultimo da 1,36 a 1,37 GBP/USD nonché contro euro seppure ancora in area 0,84 EUR/GBP, favorita dal consolidarsi di attese di avvio del ciclo di rialzi dei tassi BoE, che dopo le ultime dichiarazioni di Bailey il mercato avrebbe anticipato già entro la fine di quest’anno.
La riunione chiave sarà quella del 4 novembre, in occasione della quale verrà pubblicato il MPR aggiornato con le nuove previsioni di crescita e inflazione.
Dalla BoE ieri sono giunte dichiarazioni di Mann e Tenreyro, entrambe non favorevoli a un avvio anticipato dei rialzi dei tassi, principalmente per via della natura, transitoria, dei fattori che stanno generando un’inflazione più elevata.
La questione è delicata perché è proprio su questo punto (natura transitoria o meno delle pressioni al rialzo sull’inflazione) che la BoE, anche all’ultima riunione di settembre, era spaccata.
L’avvio del ciclo di rialzi a febbraio è altamente probabile, ma alla luce della reazione di mercato recente dopo le dichiarazioni di Bailey e dell’evidenza di alcuni dati, non è da escludersi che la BoE prenda in considerazione l’ipotesi di un primo rialzo anticipato quest’anno (novembre o dicembre).
Importanti ai fini di tale decisione saranno i dati della prossima settimana (inflazione, vendite al dettaglio e PMI) e più in generale i vari indicatori del mercato del lavoro dopo la chiusura (a fine settembre) del programma “furlough scheme”.
In attesa di spunti dai dati e di eventuali altri discorsi BoE, la sterlina potrebbe mantenersi supportata, sia contro dollaro sia contro euro, soprattutto finché il ritracciamento del dollaro non rientra.

JPYLo yen invece ha accelerato ulteriormente la tendenza ribassista aggiornando i minimi dell’anno contro dollaro da 113 a 114 USD/JPY e correggendo anche contro euro da 131 a 132 EUR/JPY, sulla doppia combinazione di rendimenti USA comunque elevati anche se in ritracciamento negli ultimi giorni e di calo, da ieri, della risk aversion.
A meno di sorprese positive dai dati USA di oggi, la discesa potrebbe fare una pausa sui livelli attuali, data l’ampiezza del movimento recente.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Verranno pubblicati oggi le stime finali degli indici dei prezzi al consumo di settembre, che sono attese confermare l’aumento dell’inflazione in Francia (a 2,1% a/a da 1,9% di agosto sulla misura nazionale ea 2,7% da 2,4% su quella armonizzata) e in Italia (da 2% a 2,6% sul NIC e da 2,5% a 3% sull’indice armonizzato UE).

STATI UNITI
– I principali dati di oggi sono le vendite al dettaglio di settembre e l’indice Empire di ottobre.
Le vendite al dettaglio dovrebbero essere in calo per via di una nuova correzione del comparto auto, dovuta alla scarsità di veicoli disponibili; al netto delle auto, le vendite sono previste in rialzo, con indicazioni di crescita moderata dei consumi in estate.
– L’indice Empire darà le prime informazioni sul manifatturiero a ottobre, con probabile conferma dell’espansione nel settore e persistenza di colli di bottiglia e rialzi dei prezzi.
La fiducia delle famiglie a ottobre dovrebbe essere poco variata, con continui timori per l’inflazione.