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15 Aprile 2020 – nota economica giornaliera

IMF – Il Fondo Monetario Internazionale prevede una contrazione del 3% per il PIL mondiale nel 2020, seguita da un rimbalzo di 5,8% nel 2021, nell’ipotesi che la pandemia superi il picco nel secondo trimestre e che la situazione migliori nel secondo semestre.
Se la pandemia non recedesse nel secondo semestre, la caduta del 2020 potrebbe aumentare di altri 3 punti percentuali. Il FMI teme che la crisi possa fare da catalizzatore per crisi finanziarie legate a problemi di solvibilità delle imprese, più che di liquidità, anche se nota che il sistema bancario ha più capitale e liquidità che in passato.

ITALIA – Secondo il Fondo Monetario Internazionale l’economia italiana sarà la più colpita dall’emergenza Covid-19 nell’eurozona, con un calo del PIL di -9,1% quest’anno e un recupero di +4,8% nel 2021. Nel World Economic Outlook, il Fondo stima anche un tasso di disoccupazione a 12,7% nel 2020 e a 10,5%nel 2021.

FRANCIA – I ministri dell’Economia e dei Conti Pubblici hanno rivisto al ribasso le stime preliminari di crescita per il 2020 già indicate nel progetto di legge di bilancio rettificativo, dopo che il presidente Macron lunedì ha annunciato di estendere il confinamento del Paese fino all’11 maggio (otto settimane). Secondo la nuova proiezione, il PIL sarebbe in calo dell’8% quest’anno dal 6% precedentemente ipotizzato. Il deficit quest’anno toccherebbe il -9% (da -7,6%) e il debito pubblico salirebbe al 115% del PIL, invece del 112% della precedente stima. L’impatto della crisi sanitaria sul bilancio è paria 110 miliardi, di cui 24 stimati come costo del sistema di disoccupazione parziale e 43 miliardi di minori entrate tributarie.

AREA EURO – Secondo le nuove proiezioni dell’IMF la crescita dell’area euro subirebbe una contrazione pari a -7,5% (più ampia degli USA) quest’anno a causa del coronavirus, con ripresa a 4,7% (come gli Stati Uniti) l’anno prossimo. La previsione di gennaio era per una marginale accelerazione a 1,3% quest’anno dall’1,2% dell’anno scorso e ulteriore rafforzamento a 1,4% l’anno prossimo.

STATI UNITI
 – Il FMI, nel World Economic Outlook di aprile pubblicato ieri, prevede per gli USA una contrazione di -5,9% nel 2020, seguita da una crescita di 4,7% nel 2021. L’inflazione americana è prevista a 0,6% nel 2020 e 2,2% nel 2021. Lo scenario per la disoccupazione è indicativo della profondità della recessione attesa, con una previsione di 10,4% quest’anno e di 9,1% l’anno prossimo. La previsione di gennaio era per una decelerazione a 2,0% quest’anno dal 2,3% dell’anno scorso e ulteriore rallentamento a 1,7% l’anno prossimo.
– Il Committee for a Responsible Budget (CRFB), tenendo conto degli interventi legislativi attuati finora, stima che il deficit federale nel 2020 raggiunga i 3,8 tln di dollari (18,7% del PIL) e 2,1 tln nel 2021 (9,7% del PIL). Negli anni successivi, fino al 2025, il deficit in media è previsto in media a 1,3 tln (5,6% del PIL).
Il debito/PIL dovrebbe superare il 100% già quest’anno. Le stime del CRFB ipotizzano un impatto sul 2020 degli interventi approvati finora di circa2,2 tln di uscite direttamente collegate al CARES Act e al FFCRA, a cui si sommerebbero circa 600 mld di ulteriori uscite collegate agli ammortizzatori sociali. Queste stime si sommano al livello del deficit stimato per quest’anno prima dello shock, e pari a 1,1 tln di dollari.
– Il Weekly Economic Index costruito dalla Fed di NY con dati a frequenza settimanale nella settimana conclusa il 4 aprile segnala una contrazione del PIL di -8,89%, in calo da -3,23% stimato per la settimana conclusa il 21 marzo.

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA – La Commissione Europea dovrebbe presentare oggi le linee guida per un’uscita ordinata dalla fase di contenimento sanitario della COVID-19.
Alcuni paesi hanno già iniziato un graduale percorso di uscita, come l’Austria (che ha riaperto i piccoli esercizi commerciali) e la Danimarca (che riapre oggi scuole materne ed elementari). La Germania potrebbe annunciare oggi un alleggerimento delle misure restrittive.
Sempre oggi, i ministri dell’economia dovrebbero tornare a discutere del pacchetto annunciato il 9 aprile, incluse le opzioni per il Recovery Fund.
Intanto, la Commissione Europea ha approvato gli schemi italiani, tedesco e francese di garanzia del credito.

STATI UNITI – Covid-19 update
Contagi 609.407, variazione contagi 27.000, decessi 26.041, guarigioni 49.444 (Fonte: JHU).
Trump ha annunciato che verranno bloccati i pagamenti della quota degli USA all’OMS mentre sarà condotta una valutazione della gestione della pandemia da arte dell’istituzione internazionale. Nel 2019, gli USA hanno trasferito 453 mln all’OMS.
Dieci (su dodici) fra le principali grandi linee aeree e il Tesoro hanno trovato un accordo sui termini dell’erogazione di fondi in base al CARES Act. Le grandi compagnie domestiche hanno accettato l’intervento. In base a indicazioni del segretario del Tesoro il 30% dei trasferimenti allocati nel CARES Act al settore (25 mld) dovrà essere ripagato e le società dovranno cedere al Tesoro una quota di capitale sotto forma di warrant, mentre per una quota i fondi saranno erogati sotto forma di prestiti a lungo termine.
– La Fed di NY ha annunciato che a partire dal 4 maggio i repo overnight verranno condotti solo una volta al giorno (cancellando l’operazione del pomeriggio), mentre le operazioni a un mese verranno mantenute con la frequenza attuale di una volta alla settimana.
Clarida (vice-presidente del Board Fed) ha detto che i programmi di erogazione del credito istituiti dalla Fed sono un “uso ambizioso, completamente appropriato e aggressivo della politica monetaria in questi tempi”. A suo avviso i programmi saranno in grado di supportare l’economia e di evitare la deflazione. Evans (Chicago Fed) ha affermato che l’intervento della Fed è assolutamente appropriato per fronteggiare la situazione attuale. Pertanto, a suo avviso non occorre essere preoccupati per problemi di azzardo morale che potrebbero essere collegati all’erogazione di credito straordinaria che verrà attuata con i programmi della Fed. Evans ha anche detto che, nonostante gli interventi di supporto, le economie americana e mondiali saranno “meno prospere uscendo dalla crisi rispetto a come erano quando ci sono entrate”.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha proseguito ieri il calo in atto già dalla settimana scorsa per via di un generalizzato miglioramento di sentiment sui dati di commercio estero della Cina risultati più positivi delle attese e su segnali di possibile rallentamento nella diffusione del coronavirus in alcune aree chiave, compresi gli USA, dove in vari stati si sta già programmando la riapertura delle attività. I dati USA di oggi sono attesi nel complesso negativi a causa della pandemia.
Utile sarà il Beige Book per una valutazione aggiornata dell’impatto economico del coronavirus. A meno di un nuovo aumento della risk aversion, il dollaro dovrebbe tendenzialmente restare sulla difensiva.

EUR – L’euro si è rafforzato sul calo del dollaro, mantenendosi però in area 1,09 EUR/USD. Resistenze chiave in area 1,10 EUR/USD.

GBP – Anche la sterlina si è rafforzata grazie al generalizzato miglioramento di sentiment salendo sia contro dollaro da 1,25 a 1,26 GBP/USD sia contro euro da 0,87 a 0,86 EUR/GBP. Le ripercussioni negative della pandemia unitamente all’incertezza sui negoziati con l’UE suggeriscono però che nuovi cedimenti saranno possibili successivamente.
Secondo le nuove proiezioni dell’IMF la crescita economica nel Regno Unito subirebbe una contrazione pari a -6,5% (più ampia degli USA, meno ampia dell’area euro) quest’anno a causa del coronavirus, con ripresa a 4,0% (inferiore sia agli USA che all’area euro) l’anno prossimo. La previsione di gennaio era per una stabilizzazione a 1,4% quest’anno dall’1,4% dell’anno scorso e marginale accelerazione a 1,5% l’anno prossimo.

JPY – Anche lo yen si è rafforzato sul calo del dollaro portandosi da 107,79 a 106,91 USD/JPY. Contro euro si è assestato in area 117 EUR/JPY. Oggi si potrebbe osservare una dinamica simile. Secondo le nuove proiezioni dell’IMF, la crescita giapponese subirebbe una contrazione pari a -5,2%(meno ampia degli USA) quest’anno a causa del coronavirus, con ripresa a 3,0% (meno ampia degli USA) l’anno prossimo. La previsione di gennaio era per una stabilizzazione a 0,7% quest’anno dallo 0,7% dell’anno scorso e decelerazione a 0,5% l’anno prossimo.

 

PREVISIONI:

FRANCIA – La stima finale dovrebbe indicare che i prezzi al consumo sono rimasti invariati a marzo su entrambe le misure: l’inflazione dovrebbe quindi essere anch’essa confermata in brusco rallentamento. L’inflazione a marzo si è dimezzata sulla spinta di un calo dei prezzi dei beni manufatti e del crollo del prezzo dell’energia.  Ad aprile il rallentamento potrebbe proseguire, spinto dal calo anche della componente servizi.

ITALIA – Ci aspettiamo una revisione al ribasso del dato sui prezzi al consumo di marzo, a zero da 0,1% a/a della prima lettura. La stima flash era stata superiore alle attese, ma la rilevazione potrebbe non aver colto appieno la flessione dei listini registrata nella parte finale del mese. A nostro avviso, il CPI è destinato ad approdare in territorio negativo già da aprile e restarci almeno per tutti i mesi primaverili. Più in generale, la contrazione in atto della domanda non potrà non avere effetti negativi sull’inflazione.

STATI UNITI
– Le vendite al dettaglio a marzo sono attese in calo dopo -0,5% m/m a febbraio. Il calo di marzo sarà probabilmente seguito da ulteriori correzioni nel segmento auto. Al netto delle auto, dopo -0,4% m/m di febbraio, le vendite sono previste con un’ampia flessione nel comparto benzina (sia in volume sia in prezzo) e rialzi nei segmenti dei beni di prima necessità e in quello delle vendite online, a fronte di crolli per quanto riguarda le consumazioni in bar e ristoranti e tutti i beni discrezionali. La contrazione dei consumi nel 2° trimestre sarà anche più massiccia.
– L’indice Empire della NY Fed ad aprile dovrebbe correggere ancora, calando da -21,5 di marzo, con riduzioni per gli indici di attività (ordini, consegne) e per le variabili relative al mercato del lavoro (settimana lavorativa e occupati). Le aspettative a 6 mesi dovrebbero essere in ulteriore correzione, ed entrare in territorio recessivo ad aprile, con indicazioni di grande incertezza per lo scenario sia dal lato della domanda, sia da quello dell’offerta.
– La produzione industriale a marzo è attesa in contrazione, dopo +0,6% m/m di febbraio, con una flessione ampia nell’estrattivo e moderata nel manifatturiero. Le utility dovrebbero essere l’unico comparto positivo.
– La Fed pubblica il Beige Book, che questa volta sarà cruciale per avere informazioni aggiornate sulla situazione e sulle difficoltà delle imprese nei diversi comparti. Il quadro economico nel rapporto dovrebbe riportare indicazioni su come le imprese stanno affrontando il blocco dell’attività nei diversi settori.