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14 Ottobre 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO – La produzione industriale di agosto ha evidenziato una flessione dell’output nel complesso dell’Eurozona di -1,6% m/m, in linea con le attese, (la crescita del mese precedente è stata invece rivista al ribasso di un decimo a +1,4% m/m).
Il dato lascia la produzione in rotta per una stagnazione nel trimestre estivo dopo il marginale incremento di +0,1% t/t registrato nel 2° trimestre.
L’attività manifatturiera dovrebbe restare debole anche sul finale d’anno penalizzata dalle strozzature presenti lungo le filiere produttive che ormai appaiono diffuse a gran parte dei comparti.

STATI UNITI – Ieri, il CPI di settembre ha mostrato un aumento di 0,4% m/m, con il core in rialzo di 0,24% m/m (4% a/a).
La variazione è contenuta rispetto ai forti rialzi estivi, ma nasconde due trend opposti.
Alcune voci hanno registrato contrazioni (tariffe aeree, auto usate, abbigliamento), confermando la natura transitoria dei precedenti incrementi.
Però, sono comparsi segnali di rialzi più strutturali, in particolare abitazione e alimentari (che includono la ristorazione, colpita dalla scarsità di manodopera), con segnali di rischi verso l’alto per il sentiero dell’inflazione.
Sul fronte delle strozzature all’offerta, il porto di Los Angeles ha annunciato che opererà 24 ore su 24, raddoppiando così la capacità di smistamento dei container, con un segnale incoraggiante di risposta alle difficoltà del settore logistico.

CINA
– L’inflazione dei prezzi alla produzione ha raggiunto il massimo da agosto 2008 salendo da 9,5% in agosto a 10,7% a/a in settembre, oltre le attese di consenso (Bloomberg 10,5% a/a), ancora sostenuta dal rialzo dei prezzi delle materie prime (prodotti minerari +49,4% a/a) e in particolare del carbone.
L’aumento dei prezzi alla produzione dei beni durevoli (+0,2% a/a) dopo un periodo di deflazione ininterrotto da febbraio 2019 e di quelli dell’abbigliamento costituisce un primo segnale di trasmissione dell’aumento dei prezzi delle materie prime ai prodotti finali, anche se l’inflazione dei prezzi alla produzione dei beni di consumo rimane bassa (+0,4% a/a in settembre) e non ci sono ancora segnali di trasmissione ai prezzi al dettaglio.
– L’inflazione dei prezzi al consumo è lievemente rallentata da 0,8% a/a in agosto a 0,7% a/a in settembre contro attese di stabilità, ancora spinta verso il basso dal calo dei prezzi degli alimentari (-0,7% m/m e -4,1% a/a).
Simile la dinamica dell’inflazione core passata da 1,3% a/a in agosto a 1,2% a/a in settembre.
Il rallentamento dei prezzi degli alimentari proseguirà nei prossimi mesi mitigando l’impatto dell’aumento del prezzo dell’elettricità e contribuendo a contenere l’inflazione al di sotto del 2% nei prossimi trimestri.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ieri sul dato di inflazione che è risultata più elevata delle attese, ma poco dopo ha iniziato a ritracciare ampiamente al ribasso, una reazione in parte tecnica e in parte coerente con la spaccatura emersa anche dai verbali del FOMC sulla natura transitoria o meno del recente aumento dell’inflazione, che per ora non consente quindi di anticipare ulteriormente le attese di avvio del ciclo di rialzi dei tassi Fed.
La prospettiva invece di avvio del tapering a novembre resta invariata.
Il ritracciamento del dollaro dovrebbe pertanto essere temporaneo e si dovrebbe osservare una risalita già prossimamente, non appena usciranno dati che sposteranno le preferenze all’interno del FOMC verso l’opzione di anticipare il primo rialzo (al 2022).
Oggi intanto saranno da seguire i sussidi di disoccupazione e vari discorsi Fed.

EURL’euro è risalito da 1,15 a 1,16 EUR/USD di riflesso al ritracciamento del dollaro.
Nel breve l’upside potrebbe estendersi
fino a 1,17 EUR/USD, ma rimangono prospettive di nuova debolezza in vista della svolta Fed e della possibilità che prossimamente (se i dati USA non deluderanno) venga anticipato il timing atteso del primo rialzo dei tassi USA.

GBPAnche la sterlina è risalita contro dollaro da 1,35 a 1,37 GBP/USD sul ritracciamento di quest’ultimo, ed è in rafforzamento, marginale, anche contro euro, ma ancora in area 0,84 EUR/GBP.
Le proposte avanzate ieri dall’UE per agevolare la circolazione delle merci dalla Gran Bretagna all’Irlanda del Nord rappresentano un’evoluzione favorevole ma potrebbero non essere sufficienti ad allentare le tensioni che permangono con l’UE soprattutto con riferimento al ruolo della Corte di Giustizia Europea.
I driver principali del cambio rimangono comunque quelli di origine USA, per cui la sterlina dovrebbe restare supportata nel breve finché il dollaro rimane in modalità “ritracciamento”, unitamente ad eventuali novità sul fronte delle prospettive di rialzo dei tassi BoE.
A tale proposito è in programma oggi un discorso di Tenreyro.

JPYAnche lo yen ha parzialmente recuperate contro dollaro sul ritracciamento di quest’ultimo, mantenendosi però in area 113 USD/JPY.
Contro euro invece si è indebolito da 130 a 131 EUR/JPY, per via del più ampio rimbalzo dell’EUR/USD.
Tale divergenza di comportamento dello yen rispetto a dollaro ed euro potrebbe perdurare nel breve, fintantoché il dollaro non torna a salire a livello generalizzato.

 

COMMENTI:

STATI UNITI – I verbali della riunione di settembre del FOMC hanno confermato un diffuso consenso per l’annuncio del tapering a novembre, con un inizio previsto con i calendari di metà novembre o di metà dicembre (-10 mld di Treasury e -5 mld di MBS, probabilmente), e chiusura del programma entro metà 2022.
I verbali riportano un consenso diffuso sulla natura transitoria del rialzo dell’inflazione e sui rischi verso l’alto per il sentiero dei prezzi.
Tuttavia, emerge una spaccatura fra due gruppi.
Il primo prevede che dopo il 2022 il trend dell’inflazione tornerà a essere decisamente verso il basso, mentre un secondo gruppo ritiene appropriato iniziare i rialzi nel 2022 per far fronte a un sentiero di inflazione elevato non solo l’anno prossimo ma anche oltre.
Il gruppo dei “falchi” nelle scorse settimane ha perso due componenti, Kaplan e Rosenberg, che si sono dimessi per via dei conflitti di interesse nella gestione delle loro finanze personali.
Pertanto, il baricentro del Comitato si è spostato verso le “colombe”, senza però modificare a nostro avviso la previsione di svolta dei tassi a fine 2022.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI
 – Oggi sono in uscita i dati sui sussidi di disoccupazione, attesi in calo moderato a livello statale, con indicazioni in linea con una ripresa lenta dell’offerta di lavoro.
– Il PPI di settembre dovrebbe registrare un aumento di 0,5% m/m per l’indice headline e di 0,4% m/m per quello core, segnalando la persistenza di pressioni verso l’alto sui prezzi.