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14 Luglio 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Ieri la produzione industriale è cresciuta di 0,8% m/m da un precedente 0,5% m/m.
Il secondo progresso mensile non è comunque sufficiente a compensare la pesante flessione registrata a marzo, lasciando l’output in rotta per una stagnazione nel 2° trimestre.
La produzione potrebbe comunque tornare a calare a giugno, e le prospettive per i prossimi mesi non sono incoraggianti.

FRANCIA – La stima finale ha confermato che a giugno l’inflazione è salita dal 5,2% al 5,8% precedente sull’indice nazionale e dal 5,8% dal 6,5% sull’armonizzato.
Nel mese, i prezzi al consumo hanno confermato l’aumento di 0,7% sull’indice nazionale e sono stati rivisti al rialzo di un decimo, a 0,9% sull’armonizzato.
Il rialzo tendenziale è spiegato principalmente dall’accelerazione dell’energia, a 33,1% da 27,8%, e degli alimentari (5,8% a/a da 4,3%); i servizi sono passati a 3,3% a/a da 3,2% di maggio, mentre i beni manufatti hanno visto una decelerazione a 2,5% a/a da 3% precedente, per via dell’inizio dei saldi estivi.
L’inflazione di fondo è salita al 3,7% a/a da 3,2% precedente.

STATI UNITI
 – Il CPI a giugno è aumentato di 1,3% m/m, oltre il consenso di 1,1% m/m, e di 9,1% a/a, toccando il massimo da novembre 1981.
Gli aumenti sono ancora una volta ampi e diffusi alla maggior parte delle componenti, incluse energia e alimentari.
L’energia spiega metà della variazione totale dell’indice headline, ed è spinta dalla benzina.
Anche l’indice core ha sorpreso verso l’alto, con una variazione di 0,7% m/m (5,9% a/a), con aumenti solidi sia per i beni (0,8% m/m) sia per i servizi (0,7% m/m).
La nostra previsione per ora è che la dinamica mensile core si porti, nella migliore delle ipotesi, verso una media di 0,5% m/m nel prossimo paio di trimestri.
– Ieri il Beige Book ha segnalato modesta espansione dell’attività, con crescenti indicazioni di rallentamento della domanda in molti settori e preoccupazioni per i rischi di recessione.
Il mercato del lavoro rimane sotto pressione, con costanti aumenti salariali.
Gli aumenti dei prezzi sono diffusi e “sostanziali”, anche se si registra una moderazione dei prezzi di alcuni input.
Le imprese riportano di avere ancora un significativo “pricing power che permette di trasmettere rialzi di costi sui prezzi finali.
Il rapporto è in linea con le informazioni emerse dai dati recenti di rallentamento della domanda a fronte di persistenti pressioni sui prezzi.

 

COMMENTI:

AREA EURO – La Commissione Europea pubblicherà oggi le previsioni macroeconomiche d’estate che dovrebbero riportare revisioni al rialzo delle stime d’inflazione e al ribasso per la crescita nei prossimi trimestri.
Le proiezioni sulla crescita dei prezzi potrebbero superare il 7% nel 2022 e il 4% nel 2023 (da 6,1% e 2,7% rispettivamente nelle previsioni di primavera).
Le limature delle previsioni sul PIL dovrebbero invece riguardare prevalentemente il 2023 (quando la crescita potrebbe scendere sotto il 2% da 2,3% delle precedenti stime).

ITALIA – È atteso oggi il voto di fiducia in Senato sul Decreto Aiuti.
Il Movimento 5 Stelle ha annunciato di voler abbandonare l’aula.
Per quanto il Governo disponga di una maggioranza numerica anche senza i voti del M5S, in caso di “strappo” da parte dei pentastellati il Presidente del Consiglio Draghi potrebbe valutare di salire al Quirinale rassegnando le proprie dimissioni.

STATI UNITI
I dati di inflazione di giugno danno supporto alla previsione di un rialzo ampio anche alla riunione del FOMC del 26-27 luglio.
Per ora manteniamo la previsione di 75pb, ma dopo la pubblicazione del dato, la probabilità di un rialzo di 100pb è aumentata considerevolmente, anche se a luglio il calo del prezzo della benzina dovrebbe dare un ampio contributo negativo all’inflazione.
– Ieri, diversi commenti dalla Fed sono stati misti riguardo alla previsione per luglio.
Mester (Cleveland Fed) ha detto di non essere ancora pronta a una nuova accelerazione del ritmo dei rialzi, nonostante i dati pessimi del CPI.
Daly (San Francisco Fed) ha affermato di non essere stata sorpresa dall’inflazione di giugno, e di restare favorevole, per ora, a un rialzo di 75pb.
Secondo Bostic (Atlanta Fed) tutte le opzioni sono sul tavolo.
Barkin (Richmond Fed) ha sottolineato l’importanza di controllare l’inflazione anche a costo di una recessione e segnalato che dopo il CPI di giugno la determinazione della Fed si è ulteriormente rafforzata.
Barkin ha detto che l’elemento centrale della politica monetaria ora è riportare i tassi reali a breve in territorio positivo, con tassi nominali al di sopra dell’inflazione attesa.

CANADA – La Bank of Canada ha alzato ieri il tasso di riferimento da 1,50 a 2,50%, un intervento superiore alle attese, proseguendo anche il quantitative tightening.
Il comunicato avvisa di attendersi ulteriori rialzi, che porteranno il tasso di riferimento in area restrittiva.
La Bank of Canada continua a prevedere un rientro dell’inflazione all’obiettivo senza necessità di causare una recessione, ma avvisa che il sentiero è diventato più stretto a causa della persistenza delle pressioni inflazionistiche.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato aggiornando nuovamente i massimi tra ieri e oggi sui dati di inflazione che hanno mostrato un incremento superiore alle attese iniziando a generare aspettative di un rialzo Fed ancora più ampio, di 100 pb, il 27 luglio.
Nel breve questo, insieme al deterioramento del quadro globale di crescita/inflazione, può continuare a favorire il dollaro.

EURL’euro è sceso marginalmente sotto la parità, a 0,9997 EUR/USD, sui dati USA e anche se poi è risalito temporaneamente fino in area 1,01 EUR/USD, oggi è sceso di nuovo in prossimità di 1,0000 EUR/USD.
Nel breve, sul cambio, i differenziali di tasso tra BCE e Fed incidono molto meno negativamente dell’incertezza sulle prospettive delle forniture di gas dalla Russia, e fino a che non si avranno chiarimenti su questo fronte, ovvero alla scadenza della chiusura programmata di Nord Stream 1 giovedì prossimo, l’euro rimane sotto pressione.

GBPAnche la sterlina si è indebolita sul generalizzato rafforzamento del dollaro post-inflazione USA, ma restando sostanzialmente in range, sia contro dollaro, da 1,19 a 1,18 GBP/USD, sia contro euro, in area 0,84 EUR/GBP.
Nel breve però, in assenza di spunti positivi sul fronte domestico, i rischi restano verso il basso, anche in funzione degli sviluppi sul fronte delle forniture di gas russo.

JPYLo yen ha corretto ampiamente tra ieri e oggi da 136 a 139 USD/JPY aggiornando qui i minimi contro dollaro su attese di una restrizione Fed ancora più robusta dopo gli ultimi dati di inflazione e quindi di una divergenza rispetto alla BoJ ancora più ampia.
Aumenta il rischio di rottura di quota 140 USD/JPY nel breve.
Lo yen è sceso anche contro euro da 137 a 139 EUR/JPY.

CADIl dollaro canadese si è apprezzato ieri, portandosi rispetto al dollaro USA da 1,30 a 1,29 USD/CAD, dopo che la BoC ha sorpreso alzando i tassi di 100 pb, da 1,50% a 2,50%, più di quanto atteso (75 pb).
Questo però non apre a prospettive di ulteriore rafforzamento nel breve della valuta canadese, che infatti si era indebolita poco prima sui dati di inflazione USA ed è di nuovo in calo oggi.
Nel breve, la dominanza del dollaro statunitense, la tendenza ribassista dei prezzi del petrolio e i rischi verso il basso sulla crescita globale, frenano il cambio.
La BoC infatti, pur alzando di più i tassi per contrastare la più ampia salita dell’inflazione, nel MPR ha rivisto significativamente al rialzo le previsioni di inflazione (a 7,2 – 4,6 – 2,3% nel 2022-23-24 da 5,3 – 2,8 – 2,1%) ma ha rivisto significativamente al ribasso le previsioni di crescita (a 3,5 – 1,8% nel 2022-23 da 4,2 – 3,2%).

 

PREVISIONI:

STATI UNITI
 – Oggi verrà pubblicato il PPI di giugno, atteso in rialzo di 0,8% m/m, con rischi verso l’alto alla luce della sorpresa dell’inflazione al consumo del mese scorso.
– Le aspettative di inflazione rilevate dall’indagine dell’Univ. of Michigan, in uscita venerdì saranno importanti per valutare l’ipotesi di una nuova accelerazione del ritmo dei rialzi.