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14 febbraio 2020 – nota economica giornaliera

GERMANIA
– La stima flash del PIL nel 4° trimestre ha mostrato una crescita nulla (contro una stima di consenso a +0,1% t/t).), per una variazione tendenziale di 0,3% a/a. L’istituto di statistica riporta che nel trimestre c’è stato un marcato rallentamento dei consumi sia privati che pubblici, e un calo considerevole degli investimenti in macchinari e attrezzature; il commercio estero ha contribuito negativamente, con una flessione per l’export e un aumento dell’import.
La tendenza annua (corretta per gli effetti di calendario) è rallentata a 0,4% da 0,6% precedente (rivisto al rialzo di un decimo). Per il 2020, ci aspettiamo una crescita media annua invariata rispetto al 2019, che beneficia di un effetto di trascinamento di 0,1% dal 2019. La proiezione non corretta per i giorni lavorativi (comparabile con quella della Commissione) è pari a 0,9%. I rischi, specie sulla prima parte dell’anno, restano verso il basso.
– La seconda stima dell’inflazione di gennaio ha confermato la lettura preliminare. L’indice armonizzato è salito dell’1,6% a/a dall’1,5% di dicembre, mentre quello nazionale dell’1,7% a/a dall’1,5% precedente. Gli aumenti sono guidati da effetti statistici legati ai prezzi dell’energia. L’indice nazionale al netto dei prezzi dell’energia, infatti, è rimasto stabile all’1,5% a/a. Sul mese, i prezzi sono calati per effetto di fattori stagionali e per la riduzione dell’IVA sui biglietti ferroviari per gli spostamenti su lunghe tratte, il cui prezzo è calato del 10%.

FRANCIA – La disoccupazione migliora oltre le attese nel quarto trimestre 2019: la percentuale di disoccupati sulla forza lavoro scende a 8,1% da 8,5% (dato quest’ultimo rivisto al ribasso di un decimo da 8,6%). Si tratta del minimo da inizio 2009.
Il miglioramento del mercato del lavoro francese è notevole, in particolare perché la spinta viene da un aumento dell’occupazione.
Nel trimestre i senza lavoro sono calati di 85mila unità a 2,4 milioni di persone. Il calo più cospicuo è concentrato nelle fasce 25-49 anni e oltre 50 anni, mentre aumenta nella fascia dei più giovani (15-24 anni). Il tasso di occupazione è salito nel quarto trimestre da 65,2% a 65,9%, con una crescita particolarmente accentuata nella fascia 55-64 anni, ma anche nella fascia 25-49 l’aumento è apprezzabile.
L’occupazione rimane invece invariata nella fascia dei più giovani (15-24 anni). I contratti a tempo indeterminato sono aumentati dello 0,2% t/t nell’ultimo trimestre ma sono stabili in termini annui.
L’indagine di fine 2019 quindi è positiva ed evidenzia che le politiche di collocamento attivo inaugurate da Macron cominciano a dare frutti, anche perché gli aumenti dell’occupazione nella fascia di età più alta sono spiegati in buona misura dalle politiche di ricollocamento attivo dello Stato.
Il dato di fine 2019 abbassa di un decimo la media annua a 8,4% da 8,5%. Nel 2019 quindi la disoccupazione è calata di 0,6. Sebbene a marzo sia possibile registrare un rimbalzo della disoccupazione, in media annua quest’anno la disoccupazione è vista in calo ora all’8,2%.

PAESI BASSI – Nell’ultimo trimestre 2019 la stima flash indica che il PIL ha mantenuto una velocità di crociera di 0,4% t/t, come nei precedenti tre trimestri, meglio della stima di consenso (0,3% t/t).
In termini annui, la crescita rallenta all’1,6% dall’1,8%. Sulla base dei dati disponibili, la spesa per consumi è cresciuta in modo inaspettato di 0,7% t/t da 0,1% t/t; anche gli investimenti fissi sono rimbalzati all’1,2% t/t da -0,2% t/t, riportandosi su ritmi di crescita simili a quelli del secondo trimestre.
Complessivamente, la domanda interna ha stupito al rialzo, dando un contributo di 0,6, contro lo 0,1 del terzo trimestre. Il canale estero ha anch’esso dato un contributo marginalmente positivo (0,1), in rallentamento dallo 0,2 di settembre: le importazioni sono cresciute solo di 0,6% t/t da 1,1% t/t mentre l’export è stato più forte del previsto, a +0,7% t/t da 1,2% t/t.
Pertanto, nel 2019 l’economia è cresciuta dell’1,7% circa un punto in meno rispetto al 2018. Per l’anno in corso prevediamo un rallentamento del PIL a 1,3%.

STATI UNITI
– Il CPI a gennaio aumenta di 0,1% m/m (un arrotondamento verso il basso di 0,145% m/m) e l’inflazione sale a 2,5% a/a da 2,4% a/a di dicembre. La modesta accelerazione dell’inflazione headline è causata dall’effetto confronto con il 2019.
L’energia segna un calo di -0,7% m/m. L’indice core è in rialzo di 0,2% m/m (0,242% m/m) e di 2,3% a/a. L’indice al netto di energia, alimentari e abitazione aumenta di 0,2% m/m; questa misura è stata identificata come rilevante per valutare le tendenze sottostanti dalla Fed di St Louis. I servizi ex-energia registrano un rialzo di 0,3% m/m, in linea con la variazione per il comparto abitazione.
I beni core hanno prezzi in calo di -0,4% m/m. L’abbigliamento è in rialzo di 0,7% m/m (terzo aumento consecutivo), ma il comparto delle auto usate registra una nuova contrazione e i farmaci segnano un indebolimento. Nel complesso, non ci sono indicazioni di ripresa del trend dell’inflazione, che sarà frenata nei prossimi mesi dall’apprezzamento del dollaro e dal calo dei prezzi energetici.
– I nuovi sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa l’8 febbraio sono poco variati, a 205 mila da 203 mila della settimana precedente, mantenendosi sui minimi da metà 1969 e confermando un mercato del lavoro vicino al pieno impiego.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Consiglio dei Ministri ha approvato il ddl sul processo penale comprensivo del cosiddetto lodo “Conte bis”. I ministri di Italia Viva hanno disertato il CdM, evidenziando lo strappo tra il partito di Matteo Renzi e il resto della maggioranza sulla giustizia.
Sempre ieri, nelle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, Italia Viva aveva votato con le opposizioni gli emendamenti che miravano a eliminare dal Milleproroghe l’articolo sulle nuove regole sulle concessioni autostradali. Resta da vedere se la frattura sarà ricomponibile.
In caso contrario, Italia Viva punterebbe a una nuova maggioranza “istituzionale” mentre il Presidente del Consiglio Conte vorrebbe sostituire il sostegno da parte dei parlamentari di IV con i voti di una pattuglia di “responsabili” (parlamentari provenienti dal gruppo misto o in uscita da partiti di opposizione). Le prossime ore saranno probabilmente decisive per la sopravvivenza dell’esecutivo.

AREA EURO – La Commissione Europea non ha modificato la sua previsione per la crescita dell’Eurozona nel 2020-21, che resta a 1,2% per entrambi gli anni, mentre ha rivisto al rialzo le stime di inflazione a 1,3% nel 2020 e a 1,4% nel 2021, in parte per proiezioni sul prezzo del petrolio riviste al rialzo rispetto a novembre.
Le stime sono pubblicate nel rapporto: European Economic Forecast – Winter 2020.
I tempi di elaborazione hanno probabilmente impedito di effettuare un’analisi di impatto dell’epidemia cinese: la Commissione si limita a segnalare che ipotizza un impatto negativo concentrato nel primo trimestre, con ricadute globali limitate; in effetti, la previsione di variazione trimestrale del PIL riaccelera a 0,2% nel primo trimestre e a 0,3% nel secondo.
La Commissione prevede ancora una riaccelerazione della crescita tedesca a 1,1%, di cui 4 decimi dovuti al maggior numero di giorni lavorativi; anche scorporando tale effetto, la proiezione è superiore alla nostra, ed è stata sorprendentemente rivista al rialzo rispetto all’autunno scorso di un decimo. Per l’Italia, la previsione 2020 è stata invece tagliata a 0,3%, e viene segnalata la presenza di pronunciati rischi verso il basso. Una revisione al ribasso ha interessato anche la Francia, da 1,3 a 1,1%, mentre la Commissione ha pubblicato stime in rialzo per Spagna (1,6%) e Belgio (1,2%).
Lo scenario appare nel complesso un po’ ottimistico riguardo alle prospettive di crescita nell’anno in corso, soprattutto alla luce dei fattori negativi che potrebbero pesare sul primo trimestre e della svolta in negativo della produzione di beni intermedi a fine 2019.

STATI UNITI
– La NY Fed ha pubblicato un’analisi degli effetti del blocco della produzione di 737 MAX da parte di Boeing in vigore da gennaio. Il lavoro valuta la trasmissione di uno shock idiosincratico a un’impresa di dimensioni rilevanti non solo alle imprese che lavorano nell’indotto ma anche al resto dell’economia. Nello studio, l’effetto del blocco produttivo annunciato da Boeing è stimato in circa 21 mld nel 1° trimestre sulle entrate totali, con un calo di circa l’84% rispetto al fatturato di un trimestre “medio”. Sulla base di questa stima e del peso di Boeing sull’economia (Domar weight), la restrizione dello shock sulla crescita del PIL nel 1° trimestre sarebbe pari a -0,4 pp.
L’autore sottolinea che questa è probabilmente una sottostima delle conseguenze dello shock, dato che non tiene conto di eventuali non linearità del processo produttivo, trasmesse potenzialmente attraverso le scorte e il lavoro. Inoltre, Boeing ha annunciato che non metterà in aspettativa i dipendenti associati alla produzione del 737 MAX, limitando gli effetti sull’occupazione, ma inducendo un’ampia contrazione della produttività. Infine, è ancora totalmente incerta la data di una possibile ripresa produttiva, improbabile comunque prima del 2° semestre.
Il flusso di discorsi dalla Fed prosegue, con indicazioni coerenti con il proseguimento della pausa sui tassi. Williams (NY Fed) ha detto che il suo scenario centrale è positivo (con crescita al 2,2% e inflazione verso il 2%), ma soggetto a diversi rischi verso il basso, fra cui la crescita in Cina e nel resto del mondo. Pertanto, secondo Williams, la Fed è in “modalità dipendente dai dati”.
Sul fronte della liquidità, Williams ha affermato che l’obiettivo della banca centrale è il controllo dei tassi a breve, non l’eliminazione della volatilità, al momento ridotta dagli interventi della Fed.
– L’audizione di fronte alla commissione bancaria del Senato per la nomina di due nuovi membri del Board della Fed, che precede il voto in aula, ha registrato difficoltà per uno dei due candidati di Trump, J. Shelton, mentre per l’altro candidato, Waller, non ci sono ostacoli.
Tre senatori repubblicani hanno indicato di essere indecisi sul voto relativo a Shelton
, segnalando conflitto con le sue opinioni sull’indipendenza della banca centrale, sulla sua visione economica non ortodossa e sulla sua posizione favorevole ad agire attivamente con i tassi per indebolire il dollaro.
Un solo voto contrario in commissione sarebbe sufficiente a bloccare l’avanzamento di Shelton al voto in aula. La Casa Bianca continua a premere per l’approvazione di Shelton, mentre il voto in commissione non è ancora fissato, ma non avverrà prima di un paio di settimane.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
– La seconda stima del PIL dell’Eurozona è attesa invariata rispetto alla lettura flash, a 0,1% t/t e 1,0% a/a. I rischi sono però al ribasso, visto che i dati già comunicati hanno registrato un’attività economica ferma in Germania e in calo in Italia e Francia (-0,3% e -0,1% t/t); viceversa, una crescita superiore alla media si è vista in Spagna (0,5% t/t), Belgio (0,4% t/t) e Austria (0,3% t/t). Il dettaglio delle componenti potrebbe indicare una crescita modesta per consumi e investimenti (in rallentamento rispetto al trimestre precedente) e un contributo circa nullo del commercio etero e negativo dalle scorte.
– Prevediamo che l’occupazione sia cresciuta di 0,1% t/t nel 4° trimestre 2019, in linea con il dato del 3° trimestre. L’indice occupazionale nelle indagini PMI è ulteriormente calato da 51,7 a 51,3 nel 4° trimestre, e segnala un probabile rallentamento della crescita tendenziale dell’occupazione. Stimiamo che quest’ultima sia calata a 0,8% dall’1% precedente, ai minimi dal 2013.

STATI UNITI
– Le vendite al dettaglio a gennaio sono attese in aumento di 0,3% m/m, frenate da un calo dei prezzi della benzina. Anche le vendite al netto delle auto dovrebbero aumentare di 0,3% m/m, dopo 0,7% m/m di dicembre, alla luce dei risultati dei concessionari, poco variati rispetto al merse precedente. Il clima mite e l’accelerazione dell’attività nell’edilizia residenziale dovrebbero spingere i materiali da costruzione, mentre le vendite in altri comparti dovrebbero essere in moderazione dopo l’aumento solido di dicembre (0,5% m/m per le vendite al netto di auto, benzina, materiali da costruzione e alimentari). I consumi nel 1° trimestre dovrebbero essere in moderata ripresa dopo il rallentamento a 1,8% t/t ann. del 4° trimestre.
– I prezzi all’import sono previsti in diminuzione di -0,4% m/m, spinti verso il basso dal calo del prezzo del petrolio collegato alla diffusione del coronavirus e ai rischi di rallentamento della crescita cinese nel 1° trimestre.
– La produzione industriale a gennaio è attesa in calo di -0,5% m/m, con una correzione più ampia nel manifatturiero (-0,9% m/m), frenato dal blocco produttivo del 737 MAX da parte di Boeing e dalle ripercussioni sull’indotto. Il rallentamento del comparto aeronautico potrebbe determinare una flessione dell’output manifatturiero vicino a -0,7% t/t nel 1° trimestre, con effetti restrittivi sulla crescita complessiva. La NY Fed stima che il blocco produttivo di Boeing riduca la crescita del PIL nel 1° trimestre di almeno -0,4 pp.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a febbraio (prel.) dovrebbe correggere a 99,2, da 99,8, sulla scia dei timori sulla diffusione del coronavirus. Le condizioni correnti e le aspettative dovrebbero comunque mantenersi su livelli elevati e in linea con una crescita dei consumi poco sopra il 2% t/t ann. nei prossimi trimestri.