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14 Dicembre 2021 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – La Survey of Consumer Expectations della NY Fed a novembre ha rilevato un aumento delle aspettative di inflazione a 1 anno a 6% da 5,7% di ottobre, ma una correzione sull’orizzonte a 3 anni a 4% da 4,2%.
La misura di dispersione di opinioni e l’incertezza sull’inflazione sono però in aumento su massimi storici.
Le famiglie prevedono un rallentamento della crescita dei prezzi delle case (a 5% da 5,6%) e stabilità della dinamica degli affitti (10%) fra 1 anno.
Le aspettative di spesa sono in ulteriore aumento e toccano un nuovo record, mentre quelle per il reddito da lavoro sono in modesto ritracciamento, ma restano sui massimi per la serie.
I dati sono positivi per le prospettive dei consumi, ma confermano la centralità dell’inflazione per lo scenario del 2022.

GIAPPONE – La produzione industriale di ottobre (finale) ha registrato un aumento di 1,8% m/m (-4,15 a/a), con una revisione verso l’alto rispetto alla variazione rilevata con la stima preliminare (1,1% m/m).
Anche fatturato e scorte sono in rialzo, di 2,4% m/m e 0,6% m/m, rispettivamente, con indicazioni positive per la crescita del 4° trimestre.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Consiglio dei Ministri potrebbe approvare oggi una proroga dello stato di emergenza, in scadenza al 31/12/2021, sino al 31/3/2022.

CANADA – La Bank of Canada ha confermato l’obiettivo del 2% per l’inflazione, con un intervallo di controllo di 1-3%.
La flessibilità sarà usata per perseguire il massimo livello di occupazione compatibile con l’obiettivo di inflazione.
L’accordo prospetta l’uso di un’ampia gamma di strumenti di politica monetaria, incluse le misure macroprudenziali, in aggiunta ai tassi ufficiali.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana al rialzo ieri grazie sia ad aspettative di accelerazione del processo di normalizzazione della politica monetaria da parte della Fed alla riunione che terminerà domani sia al permanere di un certo grado di risk aversion sui mercati a causa di Omicron.
Mentre scriviamo è in parziale arretramento, perlopiù per ragioni tecniche: in attesa dell’esito effettivo del FOMC, dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.

EUR – L’euro ha aperto la settimana in calo ieri da 1,13 a 1,12 EUR/USD sulla generalizzata forza del dollaro e sul rischio che la riunione BCE di giovedì ampli la distanza rispetto alla Fed.
Oggi, mentre scriviamo, sta risalendo, anche grazie all’ampio rimbalzo della produzione industriale dell’area.
Tuttavia, il vero driver resterà il confronto tra l’azione di policy della BCE e della Fed: un effettivo ampliamento della distanza tra Fed e BCE indebolirebbe l’euro verso 1,11-1,10 EUR/USD.

GBPAnche la sterlina ha aperto la settimana in calo scendendo contro dollaro tra ieri e oggi da 1,32 a 1,31 GBP/USD complici il deterioramento del quadro pandemico per via di Omicron e attese che la BoE non alzi i tassi alla riunione di giovedì.
Mentre scriviamo è in parziale risalita anche grazie ai positivi dati sul mercato del lavoro pubblicati questa mattina, che non hanno dato indicazione di peggioramento del quadro occupazionale dopo la chiusura del “furlough scheme” a fine settembre.
La sterlina però è in calo contro euro, seppure ancora in area 0,85 EUR/GBP, ma rispetto alla moneta unica dovrebbe tornare a rafforzarsi prossimamente grazie alla prospettiva che la BoE alzi i tassi l’anno prossimo.

JPYAnche lo yen ha aperto la settimana in calo ieri contro dollaro sulla forza di quest’ultimo, ma si è trattato di un calo modesto, contenuto in area 113 USD/JPY, in quanto lo yen resta supportato dalla risk aversion dovuta a Omicron.
Contro euro infatti si è rafforzato ieri, seppur leggermente, da 128,45 a 127,99 EUR/JPY.
L’atteso ampliarsi della distanza tra la Fed e la BoJ, la cui riunione terminerà venerdì notte, dovrebbe indebolire lo yen, soprattutto contro dollaro.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – L’unico dato congiunturale di rilievo oggi è la produzione industriale nell’Eurozona, che dovrebbe essere tornata a crescere ad ottobre dopo due mesi consecutivi di calo, trainata dall’ampio rimbalzo registrato dalla produzione di auto in Germania.
Vediamo un rimbalzo di +1,1% m/m (+2,8% a/a) dopo il -0,2% m/m precedente, che lascerebbe l’output in rotta per un’espansione nel 4° trimestre dopo la contrazione registrata durante l’estate.

STATI UNITI – Il PPI di novembre dovrebbe confermare la persistenza e la diffusione delle pressioni inflazionistiche, con una variazione di 0,5% m/m per l’indice headline e di 0,4% m/m per l’indice core.
I servizi medici e le tariffe aeree dovrebbero segnalare crescita solida, con indicazioni di aumento sostenuto del deflatore dei consumi di novembre.