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14 Aprile 2020 – nota economica giornaliera

FRANCIA – La produzione industriale sorprende a febbraio, avanzando dello 0,9% m/m contro attese di una stagnazione dopo il balzo di 1,1% m/m di gennaio. Tra gennaio e febbraio, quindi, la produzione ha recuperato l’80% del crollo di dicembre, riportandosi poco sotto il livello di novembre. Il comparto manifatturiero avanza dello 0,9% m/m e la produzione di energia dell’1,0% m/m.
La variazione annua passa a-1,4% da -2,8% di gennaio e da -2,9% di dicembre: il contesto del comparto manifatturiero francese si presentava a inizio 2020 già debole prima dell’arrivo dell’epidemia.
Il dato di febbraio lascia la produzione in rotta per una stagnazione nel primo trimestre da -0,5% t/t di dicembre. Tutto il calo della produzione industriale del primo trimestre sarà quindi imputabile all’impatto dell’epidemia nel mese di marzo.

STATI UNITI – Il CPI a marzo cala di -0,4% m/m (1,5% a/a), dopo +0,1% m/m di febbraio, e segna la più ampia variazione mensile negativa dal 2015.
La correzione dell’indice headline è spinta dall’energia (-5,8% m/m), con la benzina in calo di -10,5% m/m. Gli alimentari sono in rialzo di 0,3% m/m, sulla scia di un incremento di0,5% m/m per il cibo consumato a casa.
L’indice core è flette di -0,1% m/m(2,1% a/a), in linea con le nostre previsioni, ma con un netto undershooting rispetto alle aspettative di consenso (+0,1% m/m), dopo 0,2% m/m del mese precedente. I beni core hanno prezzi in calo di -0,3% m/m, i servizi ex-energia hanno prezzi stabili. Contrazioni marcate nelle voci colpite direttamente dall’epidemia: tariffe aeree e alberghiere, auto nuove, abbigliamento.
Sono invece in rialzo i comparti collegati all’accumulo di scorte di emergenza da parte delle famiglie e i servizi sanitari. L’abitazione ex-energia ha una variazione nulla, con affitti e affitti figurativi in rialzo ma controbilanciati dal crollo della voce “lodging away from home”.
Il BLS conferma che l’indagine per la raccolta dei dati è stata svolta solo via internet e telefono, e non di persona. Inoltre, si segnala che non è stato possibile raccogliere molti prezzi per via della chiusura di un gran numero di esercizi commerciali, ed è stato quindi necessario imputare stime o non includere dati dove non c’erano riferimenti accettabili.
Il trend dei prezzi nei prossimi mesi dovrebbe essere ancora debole, dato che le componenti in forte domanda, con prezzi in rialzo rappresentano una percentuale molto contenuta a fronte del peso delle voci più colpite dal lockdown. La mancanza di dati attendibili rende anche più difficile la valutazione delle informazioni. La previsione dell’inflazione dopo il 2021 è tuttavia più incerta, con una possibile svolta verso l’alto e gli effetti difficili da prevedere della crescita della liquidità e dell’implicita monetizzazione del debito in atto nel 2020.

 

COMMENTI:

ITALIA – Come anticipato nei giorni precedenti, il Presidente del Consiglio Conte ha annunciato in una conferenza stampa venerdì sera che le restrizioni alle attività produttive e le limitazioni agli spostamenti sono prorogate fino al 3 maggio, con l’eccezione di cartolerie, librerie e negozi di abbigliamento per bambini. Alcune regioni hanno però deciso di adottare norme più restrittive.

AREA EURO
 – La prossima videoconferenza del consiglio europeo dovrebbe anche dare indicazioni riguardo a quale strategia di rilancio adottare, se il lancio del Recovery Fund con emissioni comuni, o invece l’utilizzo del budget pluriennale UE.
Nei prossimi giorni dovrebbe anche essere definito il quadro normativo delle misure già concordate (SURE, ECCL per Pandemic Crisis Support, Fondo di Garanzia per la BEI). La Commissione Europea ha già presentato il 2 aprile una proposta di regolamento del Consiglio per l’istituzione di SURE, lo strumento di sostegno ai meccanismi nazionali di sostegno occupazionale.
– Riguardo al MES, De Guindos, vicepresidente BCE, in un’intervista a La Vanguardia, ha confermato che non ci saranno condizionalità ulteriori rispetto all’uso per la spesa sanitaria connessa a COVID-19.
La natura particolare della linea di credito, il cui utilizzo è vincolato al finanziamento della spesa sanitaria, non dovrebbe precludere la modalità di fruizione mediante Primary Market Support, che prevede di utilizzare la linea di credito in occasione delle emissioni di titoli di stato.
L’attivazione del Primary Market Support rappresenta la condizione necessaria perché la BCE possa attivare un programma OMT, “nella misura in cui è necessario dal punto di vista della politica monetaria”, acquistando titoli di stato con scadenza fra 1 e 3 anni.

STATI UNITI – Covid-19 update
Contagi 582.607, variazione contagi 24.900, guarigioni 44.261, decessi 23.622 (Fonte: JHU).
Gli Stati stanno iniziando a coordinarsi per avere piani comuni per la riapertura dell’attività, in risposta anche alla mancanza di guida a livello federale. I governatori dei principali stati orientali (NY, New Jersey, Connecticut, Massachusetts, Rhode Island, Pennsylvania, Delaware) hanno istituito una task force per definire le line guida per la strategia di uscita a livello regionale.
California, Oregon e Washington hanno istituito un “Western States Pact” che determinerà condizioni comuni richieste per la riapertura, con una collaborazione per i test e la rilevazione dei contagi. Il governatore della California dovrebbe annunciare oggi un piano per riaprire l’attività.
California e Washington hanno imposto presto e in modo deciso le restrizioni e hanno registrato un buon controllo della curva dei contagi fin dall’inizio dell’epidemia.
– Il presidente Trump ha detto che sarà lui ad annunciare i modi e i tempi per l’uscita dal lockdown, pur avendo lasciato finora in mano ai singoli governatori le decisioni “spiacevoli” relative alle chiusure. Tuttavia, i vincoli imposti finora, a parte il generico “social distancing” annunciato da Washington, sono regolati a livello statale e, a meno di un coordinamento più attivo a livello federale, anche la loro eliminazione sarà dipendente dalle decisioni dei governatori e/o dei sindaci delle contee.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata al ribasso, riaprendo in calo anche quella corrente. La settimana entrante propone, insieme a numerosi discorsi Fed, molti dati USA di rilievo – tra i quali l’indice Empire, le vendite al dettaglio, la produzione industriale e il Philly Fedattesi tutti negativi per effetto della pandemia.
Il dollaro potrebbe quindi mantenersi sulla difensiva, a meno che la risk aversion a livello globale non torni a salire significativamente, nel qual caso – al contrario – si rafforzerebbe.

EUR – L’euro ha chiuso la settimana passata al rialzo da 1,07 a 1,09 EUR/USD. Non si tratta però di un recupero significativo e soprattutto non è basato su fattori di forza propria. I dati in uscita nell’area, produzione industriale e stima finale dell’inflazione, non dovrebbero avere molto rilievo in questo caso per il cambio. Il driver dovrebbe infatti restare la dinamica dell’avversione al rischio, in funzione degli sviluppi sul fronte coronavirus: se dovesse aumentare significativamente, la moneta unica arretrerebbe.

GBP – La sterlina ha chiuso la settimana passata al rialzo contro dollaro da 1,21 a 1,24 GBP/USD, ampliando la salita in apertura di quella corrente fino a 1,25 GBP/USD, un movimento in parte agevolato dai volumi ancora sottili degli scambi sui mercati di ieri. Contro euro la dinamica è stata meno direzionale, in range tra 0,87 e 0,88 EUR/GBP.
La settimana entrante propone alcuni discorsi BoE, che potrebbero fornire qualche valutazione più aggiornata degli effetti della pandemia sull’economia domestica. Molto probabilmente saranno stati piuttosto pesanti, il che lascia intravedere nuovi cedimenti a venire della sterlina.

JPY – Lo yen ha chiuso la settimana passata sostanzialmente in range contro dollaro tra 108 e 109 USD/JPY ma ha aperto quella corrente in rafforzamento a 107 USD/JPY beneficiando di un aumento della risk aversion di riflesso al calo della borse USA. Contro euro ha chiuso invece in calo la settimana passata da 117 a 119 EUR/JPY, ma ieri ha riaperto recuperando buona parte della discesa. Anche per lo yen, come per l’euro, il driver sarà l’evoluzione dell’avversione al rischio, ma all’opposto dell’euro, dovrebbe beneficiarne ancora in caso aumentasse ancora.

 

PREVISIONI:

EUROZONA – In calendario, ci sono le seconde letture dell’inflazione di marzo: l’inflazione area euro dovrebbe confermare il rallentamento allo 0,7%, quella tedesca all’1,3%, quella francese allo 0,7% e quella italiana a zero. Inoltre, la produzione industriale di febbraio è vista in leggero aumento da 2,3% di gennaio.

STATI UNITI – I dati in pubblicazione cominceranno a riflettere gli effetti dell’epidemia sull’attività reale, anche se le informazioni saranno probabilmente una sottostima dell’impatto che si vedrà in seguito nel 2° trimestre.
Le prime indagini regionali del manifatturiero di aprile registreranno un ampio deterioramento, che si estenderà anche agli indici di aspettative, rimasti relativamente sostenuti nelle rilevazioni di marzo.
I dati di produzione industriale, vendite al dettaglio, nuovi cantieri e licenze residenziali a marzo dovrebbero essere in netto calo.
Le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione saranno ancora l’indicazione più aggiornata del deterioramento congiunturale e dovrebbero rimanere sui livelli delle settimane precedenti, nell’ordine di diversi milioni.