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13 Ottobre 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO – I dati sulla produzione industriale di agosto dovrebbero riportare un calo dell’output di -1,6% m/m.
Alla luce dei dati nazionali già pubblicati non escludiamo una revisione al ribasso della crescita registrata a luglio (+1,5% m/m).
Il settore continua a essere frenato dalle strozzature all’offerta che dovrebbero riassorbirsi solo nel corso del 2022.

GERMANIA
 – La stima finale dell’inflazione di settembre ha confermato l’incremento a 4,1% a/a sia sull’indice nazionale che sull’armonizzato, ai massimi da oltre 20 anni.
L’inflazione tedesca è attesa restare sopra il 4% nel 2° semestre, per ritornare sotto area 2% verso la fine del 2022.
– L’indice ZEW di ottobre è calato nuovamente, con la componente delle aspettative che è passata a 22,3 da 26,5 di settembre.
Anche l’indice sulla situazione corrente è calato dopo sette mesi di crescita, passando a 21,6 punti da 31,9 precedente.
L’indagine di questo mese conferma le difficoltà dell’economia tedesca legate ai colli di bottiglia nella catena produttiva.

 

COMMENTI:

BCE – Da segnalare l’intervento del governatore di Banque de France, sull’APP: secondo Villeroy de Galhau, “l’APP potrebbe beneficiare, ancor più che di un aumento dei volumi fissi, di una certa forma di flessibilità degli acquisti nel corso del tempo”.
Villeroy de Galhau ha anche affermato che il rischio di avere un’inflazione troppo bassa nel 2023 continua a superare quello di averla troppo alta.
Riguardo al programma TLTRO, il governatore di Banque de France è a favore del suo mantenimento come misura di garanzia sulla liquidità, ma rivedendone le condizioni.

STATI UNITI – I verbali della riunione del FOMC di settembre non dovrebbero fornire novità per il tapering il cui inizio è atteso a novembre.
I verbali, tuttavia, potrebbero informare sulle preoccupazioni dei partecipanti riguardo ai rischi di un rialzo dei prezzi più duraturo del previsto e alla eventuale disponibilità ad anticipare il primo rialzo dei tassi, se necessario.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ulteriormente ieri aggiornando i massimi dell’anno, ma sta ritracciando al ribasso oggi, in linea con la dinamica dei rendimenti USA.
Il vero test arriverà comunque in giornata con i dati di inflazione, attesa ancora molto elevata, e con i verbali dell’ultimo FOMC, che potrebbero mostrare crescente preoccupazione per l’aumento dei rischi inflazionistici, il che favorirebbe attese di un avvio più rapido del ciclo di rialzi dei tassi Fed.
Se dunque i dati non deluderanno, il rafforzamento del dollaro dovrebbe proseguire.

EURDi riflesso al dollaro l’euro è sceso ancora ieri aggiornando i minimi dell’anno a 1,1523 EUR/USD, ed è in modesto ritracciamento oggi.
Lo ZEW tedesco ieri è sceso ancora più delle attese, non fornendo pertanto sostegno alla moneta unica, che resta comunque guidata dai driver di dollaro.
Se i dati di inflazione USA non deluderanno l’euro potrebbe aggiornare nuovamente i minimi.
I target ribassisti in vista della svolta Fed rimangono collocati nel corridoio 1,15-1,14 EUR/USD, ma con downside che potrebbe estendersi – temporaneamente – verso 1,12 EUR/USD.

GBPAnche la sterlina ieri è scesa contro dollaro, da 1,36 a 1,35 GBP/USD, e sta risalendo oggi, seguendo i driver USA, mentre si è rafforzata contro euro da 0,85 a 0,84 EUR/GBP.
I dati di produzione questa mattina hanno mostrato un miglioramento superiore alle attese, ma celano in realtà una revisione al ribasso sul mese precedente, confermando l’incertezza del quadro domestico nel breve.
Sulla questione del protocollo post-Brexit per l’Irlanda del Nord si attende nel pomeriggio una nuova proposta dell’UE che dovrebbe andare nella direzione di agevolare l’ingresso di alcune merci britanniche nell’Irlanda del Nord, ma le tensioni potrebbero ugualmente non appianarsi, in quanto il Regno Unito ambirebbe a rimuovere la giurisdizione della Corte di Giustizia Europea sull’Irlanda del Nord.
La dinamica della sterlina potrebbe dunque mantenersi contrastata, restando temporaneamente esposta a nuova debolezza di fronte a dati USA che consolidino lo scenario di imminente svolta Fed e possibile avvio anticipato del ciclo di rialzi dei tassi Fed.
In programma oggi un discorso di Cunliffe, da seguire per eventuali indicazioni in merito al timing dell’avvio del ciclo di rialzi dei tassi BoE.

JPYSull’ulteriore salita dei rendimenti USA lo yen ha aggiornato i minimi contro dollaro, seppure ancora in area 113 USD/JPY, scendendo anche contro euro, ma restando in area 131 EUR/JPY.
Se i dati USA non deluderanno, il calo contro dollaro potrebbe proseguire.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – Oggi l’attenzione sarà focalizzata sulla pubblicazione del CPI e dei verbali della riunione del FOMC di settembre.
Il CPI core a settembre dovrebbe registrare una variazione di 0,2% m/m, con segnali di raggiungimento di un picco per l’inflazione.