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13 Novembre 2019 – nota economica giornaliera

GERMANIA – L’indice ZEW di fiducia economica è balzato a -2,1 in novembre, il miglior livello da maggio. La valutazione della situazione corrente è migliorata in misura soltanto marginale, da -25,3 a -24,7. Il miglioramento delle aspettative riflette le notizie più tranquillizzanti sul fronte delle politiche commerciali, con la ripresa del dialogo fra Cina e Stati Uniti e le voci di un nuovo rinvio della decisione in merito al dossier auto da parte dell’amministrazione americana. Il balzo dell’indice ZEW dovrebbe riflettersi in un miglioramento anche delle aspettative nell’indagine Ifo (pubblicata il 25 novembre).

 

COMMENTI:

BCE
– Nella settimana conclusa l’8 novembre, la BCE ha acquistato 6,2 miliardi di titoli di stato. La quota del PSPP nella prima settimana è quindi pari al 50% degli acquisti netti, contro un’incidenza dell’81% sullo stock al 31/12/2018. Gli acquisti netti di corporate bonds assommano a 2,7 miliardi (30%), quelli di Covered bonds a 1,2 miliardi e, infine, quelli di ABS a 0,6 mld.
Coeuré, membro del comitato esecutivo, ha affermato in un discorso che le banche centrali sono costrette a mantenere un bilancio più ampio rispetto a quanto sarebbe necessario per controllare i tassi a breve termine a causa della distribuzione disomogenea dell’eccesso di riserve.
Mentre negli Stati Uniti il problema è la concentrazione dell’eccesso in una piccola minoranza di operatori (l’1% detiene l’86% dell’eccesso di riserve), nell’Eurozona la questione sorge soprattutto per un problema di frammentazione geografica del mercato.
A tale riguardo, non ci sarebbe evidenza di un incremento dei volumi transfrontalieri sul mercato unsecured dopo l’introduzione del tiering; tuttavia, l’effetto sarebbe più visibile sul mercato secured. Come risultato, l’eccesso di liquidità è calato in Germania, Olanda e Belgio, mentre è salito considerevolmente in Italia e Austria.
La somma non è nulla, perché il tiering ha portato anche a un aumento della domanda di riserve.
Nel complesso, i dati presentati da Coeuré indicano che i margini per la redistribuzione dell’eccesso di riserve sarebbero in larga misura già stati sfruttati.
Inoltre, Coeuré ha espresso la convinzione che la banca centrale potrebbe in futuro aumentare il proprio controllo sui tassi a breve termine anche in un regime di forte eccesso di liquidità consentendo anche a operatori non bancari l’accesso alle operazioni di mercato aperto. Questo significa che la volatilità del tasso dipende ora anche dalla distribuzione dell’eccesso di riserve fra settori, un aspetto che la BCE dovrà in futuro monitorare.

STATI UNITI
– Il presidente Trump, in un discorso all’Economic Club of New York, ha usato toni positivi, ma complessivamente cauti sull’evoluzione dei negoziati con la Cina. In linea con i commenti degli ultimi giorni, Trump ha detto che un accordo “significativo” per la fase 1 delle trattative potrebbe avvenire “presto”, senza però garantire tempi e contenuti. Trump ha anche aggiunto che in caso non si raggiungesse un’intesa, gli USA alzerebbero i dazi “in misura molto significativa”, confermando che i rischi sulla politica commerciale sono ridotti ma non eliminati.
Il nodo del contendere al momento è la riduzione dei dazi già imposti, in particolare quelli attuati a settembre. Gli USA appaiono disposti a congelare i dazi programmati per dicembre, ma non confermano le dichiarazioni cinesi secondo cui un accordo è stato raggiunto anche per la rimozione dei dazi già introdotti. Inoltre, c’è la difficoltà costituita dall’identificazione del luogo per un incontro fra i due presidenti dopo che è stato cancellato il summit in Cile. Le schermaglie fra le due parti potrebbero proseguire nel prossimo mese.
Iniziano oggi le audizioni pubbliche dell’inchiesta di impeachment del presidente Trump. Questa fase sarà rilevante non solo per i contenuti delle audizioni, ma soprattutto per l’impatto sull’opinione pubblica e quindi sul sostegno dei senatori repubblicani per Trump.
– I leader democratici e repubblicani in Congresso hanno trovato un accordo per estendere fino al 20 dicembre le leggi di finanziamento in scadenza il 21 novembre. Secondo la Casa Bianca, Trump è disposto a firmare i disegni di legge, a patto che non venga limitata la possibilità di finanziare la costruzione del muro con il Messico.
– L’audizione del presidente della Fed, Powell, di fronte al Joint Economic Committee dovrebbe confermare il messaggio di pausa sui tassi comunicato dopo la riunione di ottobre, insieme a una valutazione complessivamente positiva dello scenario economico. Come nella conferenza stampa del mese scorso, Powell dovrebbe segnalare che un nuovo intervento sui tassi verrebbe considerato in caso di deterioramento dello scenario attuale ed eventualmente ribadire che il FOMC non ha preso in considerazione possibili rialzi. Pertanto, ora la Fed e il mercato sono allineati nel prevedere tassi fermi nei prossimi trimestri, con un marginale bias verso il basso, coerente con l’attuale bilancio dei rischi.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha recuperato integralmente il calo di lunedì, salendo sopra i massimi di venerdì, favorito da un sentiment che rimane positivo grazie ai buoni fondamentali dell’economia USA.
In un atteso discorso Trump ha ribadito che Cina e Stati Uniti sono vicini a un accordo, ma non ha fornito alcun dettaglio in proposito, aggiungendo anche che qualora non si dovesse concludere la trattativa gli Stati Uniti aumenteranno considerevolmente i dazi sui prodotti cinesi.
Trump ha anche nuovamente criticato la Fed per la lentezza con cui taglia i tassi. Oggi usciranno i dati di inflazione, dai quali ci si attende una stabilizzazione. Dalla Fed in programma un discorso di Powell e di Kashkari. A meno di delusioni dai dati o di commenti negativi dalla Fed, il dollaro dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi.

EUR – L’euro ha corretto da 1,1038 a 1,1001 EUR/USD, non riuscendo a trarre beneficio dallo ZEW tedesco che è migliorato più del previsto. L’ampiezza del movimento è comunque molto modesta, ma conferma l’assenza di spunti di forza propria. Questa mattina esce la produzione industriale dell’area da cui si attende una contrazione. A meno di sorprese dal dato il cambio dovrebbe dunque restare sulla difensiva, con possibilità di rottura (ribassista) almeno temporanea di 1,1000 EUR/USD.

GBP – La sterlina si è stabilizzata nella parte medio/alta del range di ieri sia contro dollaro (area 1,28 GBP/USD inoltrata) sia contro euro (triple bottom a 0,8556/5 EUR/GBP), favorita dal sentiment positivo in merito ai sondaggi elettorali che confermano i conservatori in testa (al 42% contro il 28% del Labour, secondo l’ultimo di YouGov). Sul fronte dati quelli sul mercato del lavoro ieri sono stati di tenore misto, con il tasso di disoccupazione in calo contro attese di stabilizzazione ma le retribuzioni in rallentamento. Oggi uscirà l’inflazione, attesa in lieve calo: se dovesse risultare ancora più bassa delle attese la sterlina potrebbe risentirne negativamente, ma in misura modesta.

JPY – Lo yen si è pressoché stabilizzato contro dollaro, anch’esso in un range stretto, data l’assenza di spunti nuovi, mantenendosi tra 109 e 108 USD/JPY. Contro euro si è invece rafforzato con un movimento più ampio da 120 a 119 EUR/JPY, per via del calo dell’EUR/USD. Oggi i driver principali saranno i dati USA e i discorsi Fed. A meno di sorprese o di novità inattese, la valuta nipponica dovrebbe mantenersi in range.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La produzione industriale è vista in calo di -0,4% m/m a settembre, dopo il +0,4% m/m precedente, per effetto soprattutto della diminuzione di un punto percentuale registrata in Germania. La variazione annua è attesa ancora in territorio negativo, a -2,5% da -2,6% di agosto. Nel trimestre estivo, perciò, la produzione sarebbe calata di -1,0% t/t, dopo il -0,6% t/t dei mesi primaverili.

STATI UNITI – Il CPI a ottobre è previsto in aumento di 0,3% m/m, spinto anche dalla benzina, dopo una variazione nulla a settembre. L’indice core dovrebbe aumentare di 0,2% m/m, dopo 0,1% m/m del mese precedente, con la variazione annua stabile a 2,4% a/a. La dinamica mensile dell’indice core è stata molto volatile negli ultimi mesi: dopo una serie di aumenti sotto la media nella prima metà dell’anno, fra giugno e agosto si è registrata una netta accelerazione, seguita da una normalizzazione a settembre.
A ottobre la variazione dell’indice core dovrebbe rientrare verso la media, con incrementi di 0,2% m/m sia per la sanità sia per l’abitazione.