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13 Maggio 2020 – nota economica giornaliera

STATI UNITI
 – Il Weekly Economic Index della NY Fed nell’aggiornamento di ieri per la settimana conclusa il 9 maggio è sceso a -12% da -11,1% di giovedì scorso. L’indice è costruito in modo da esser paragonabile alla crescita del PIL a/a.
– Il CPI ad aprile corregge di -0,8% m/m (+0,3% a/a), segnando il calo più ampio da fine 2008. Gli indici energia e alimentari hanno variazioni con segno opposto, -10,1% m/m e +1,5% m/m, rispettivamente. Il prezzo della benzina è in calo di -20,6% m/m.
L’indice core flette per il secondo mese consecutivo, con una variazione di -0,4% m/m, record negativo da quando esiste la serie (1957), dopo -0,1% m/m. Su base annua, la variazione del CPI core è di 1,4% a/a, minimo da aprile 2011. I beni core segnano una correzione di -0,7% m/m, con il contributo negativo di auto usate (-0,4% m/m) e abbigliamento (-4,7% m/m).
I servizi al netto dell’energia hanno prezzi in calo di -0,4% m/m.
I prezzi hanno variazioni nulle o negative in molti comparti: abitazione con prezzi invariati (controbilanciati da un calo delle tariffe alberghiere di -7,1% m/m), trasporti -5,7% m/m (noleggio auto -16,6% m/m, tariffe aeree -15,2% m/m) biglietti per eventi sportivi e artistici -1% m/m.
Invece, i servizi medici registrano un incremento di 0,5% m/m, le assicurazioni sanitarie aumentano di 1,1% m/m (20,2% a/a).
Le violente contrazioni delle voci maggiormente influenzate dall’epidemia (servizi ricreativi, residenze diverse da quella primaria, abbigliamento) derivano dal crollo della domanda e dagli effetti del lockdown.
Pertanto, il quadro dei prezzi delineato dal CPI è particolarmente inaffidabile in questa fase di ampi, rapidi e inusuali spostamenti della domanda. Fino a quando non ci sarà una semi-normalizzazione dell’attività, con la graduale riapertura dell’economia, sarà difficile valutare il trend dei prezzi.

 

COMMENTI:

AREA EURO
– La BCE ha effettuato acquisti nell’ambito del PEPP per 34,2 miliardi di euro nella settimana fino al 8 maggio, a fronte di scadenze per 0,1 miliardi. Gli acquisti del PSPP hanno raggiunto i 12,3 miliardi, ma con scadenze per 5,1 miliardi. Gli acquisti netti di obbligazioni e carta commerciale sono stati di 2,6 miliardi al netto delle scadenze. Sono stati pari a 1 miliardo gli acquisti di covered bonds.
Nel complesso, il portafoglio di titoli dell’Eurosistema è cresciuto in una settimana di 45,6 miliardi, raggiungendo 3113 miliardi di euro, mentre i crediti verso il sistema bancario per le operazioni di rifinanziamento a lungo termine sono saliti di 14,3 miliardi, a 962,8 miliardi di euro.
Philip Lane, membro del comitato esecutivo BCE, ha detto che la BCE si attende una contrazione del PIL fra il 5 e il 12%, quest’anno, e che il quadro resta molto incerto anche ora che abbiamo superato il punto di minimo. Secondo Lane, l’incremento del debito pubblico che si sta verificando è soprattutto nei confronti di famiglie residenti, il che lo rende meno destabilizzante; comunque, sarebbe meglio per tutti i paesi se lo sforzo di finanziamento avvenisse attraverso emissioni comuni. Lane ha anche sostenuto che il PEPP, diversamente dall’APP, non ha la funzione di riportare l’inflazione all’obiettivo, ma “di stabilizzare l’economia e riportarla a una situazione normale”.

STATI UNITI – Covid-19 update
Contagi 1.369.484, nuovi contagi 21.700, decessi 82.373, guarigioni 230.287 (Fonte: JHU).
La graduale riapertura dell’attività prosegue anche negli Stati che avevano rinviato a fine maggio la fine del lockdown. La California e lo stato di NY stanno procedendo con riduzioni di restrizioni a livello locale, con indicazioni che anche la città di NY potrebbe riaprire a giugno. Ora stati che rappresentano circa il 70% del PIL hanno ridotto o eliminato il lockdown.
Pelosi ha presentato il nuovo disegno di legge (Health and Economic Recovery Omnibus Emergency Solutions Act, HEROES Act), che contiene misure di stimolo per la fase 4 per circa 3 tln di dollari.
Il disegno di legge include circa 1 tln di dollari per gli Stati, un nuovo round di trasferimenti diretti alle famiglie (1200 dollari per individuo+1200 dollari per dipendente), un’estensione fino a gennaio dell’integrazione ai sussidi di disoccupazione attuata con il CARES Act e in scadenza a luglio, misure di assistenza per le fasce basse di reddito. La proposta democratica non è stata negoziata con i repubblicani, ma rappresenta la base negoziale per le future discussioni in Congresso. I repubblicani hanno recentemente mostrato maggiori preoccupazioni per l’ampliamento del deficit, sono contrari a finanziare in modo ampio gli stati e richiedono misure di protezione legale per la responsabilità civile delle imprese nei confronti dei dipendenti dopo la riapertura dell’attività. Diversi esponenti del Senato e della Casa Bianca hanno detto che prima di iniziare discussioni su nuovi interventi vogliono valutare gli effetti di quanto già approvato e aspettare almeno fino a fine mese.
– Il focus nella giornata di oggi sarà sull’intervento di Powell, che parlerà dello scenario economico. Il presidente potrebbe delineare un quadro simile a quello descritto dai diversi esponenti del FOMC che anno parlato in questi giorni e che prevede un 2° trimestre di contrazione fra -30 e -40% t/t ann., seguito da una graduale ripresa nel 2° semestre e nel 2021, ma soggetto a rischi legati una possibile nuova ondata di contagi.
Per quanto riguarda gli obiettivi del mandato della Fed, la preoccupazione principale dovrebbe essere per il mercato del lavoro, dove il consenso nel FOMC sembra essere per un tasso di disoccupazione ancora in aumento nel 2° trimestre (da 14,7% rilevato ad aprile, ma sottostimato rispetto all’effettiva percentuale di disoccupati) e in lento calo nei trimestri successivi.
Sul fronte dell’inflazione, nonostante i dati deboli del CPI di aprile, Powell dovrebbe indicare probabile disinflazione nei prossimi mesi, senza rischi di deflazione.
Il punto cruciale dell’intervento di Powell dovrebbe riguardare la politica monetaria per sottolineare l’ampiezza e la potenza delle misure adottate finora con i programmi di erogazione di credito: il presidente della Fed potrebbe anche indicare che i programmi in atto possono essere ancora ampliati ed estesi, e che la banca centrale non include tassi negativi fra le misure che potrebbe adottare in questa fase.
Harker (Philadelphia Fed) ha detto che la ripresa post-Covid, quando arriverà, sarà disomogenea, sottolineando che i settori più colpiti ora avranno maggiori difficoltà a ritornare a crescere, mentre l’organizzazione del lavoro renderà ardua l’espansione in molti comparti, fra cui l’edilizia commerciale. Queste caratteristiche anomale rispetto alle riprese del passato determineranno rischi per il settore bancario: sarebbe opportuno che le banche si astenessero dal distribuire dividendi in questa fase, in linea con quanto indicato anche da Kashkari (Minneapolis Fed), ma in contrasto con affermazioni di Powell.
Infine, Harker ha ribadito che ci sono due scenari: uno di crescita modesta dal 2° semestre, e l’altro, più negativo, in cui una seconda ondata di contagi dovuta a una uscita prematura dal lockdown potrebbe riportare a una nuova ampia contrazione del PIL.
Anche Mester (Cleveland Fed) ha affermato che, con l’uscita dal lockdown, l’economia dovrebbe tornare a crescere e la disoccupazione dovrebbe calare nel 2° semestre e nel 2021. Secondo Mester la fragilità dello scenario richiederà ulteriore stimolo fiscale.
La previsione di Mester include una contrazione del PIL fra -25% e -40% t/t ann. nel 2° trimestre, con un tasso di disoccupazione intorno al 20%.
Barkin (Richmond Fed) ha uno scenario economico analogo a quello dei suoi colleghi del FOMC, con una graduale ripresa nel 2° semestre. Secondo Barkin è difficile prevedere il ritmo di crescita e dipenderà anche dai comportamenti individuali. In caso di crescita lenta, gli interventi fiscali dovranno essere adattati a uno scenario diverso da quello ipotizzato inizialmente, a forma di V. Barkin ha sottolineato che la Fed ha ancora strumenti da usare, sul fronte del bilancio e dell’erogazione di credito.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha provato a proseguire il rialzo di lunedì, ma è stato rapidamente respinto, erodendo circa metà dei progressi del giorno precedente. Il movimento fa parte di una fase di assestamento tra spunti contrastanti: cauta uscita dal lockdown e timore di una nuova ondata di contagi.
L’attesa per il discorso odierno di Powell può aver contribuito al riposizionamento del mercato, sul quale iniziano a circolare aspettative che la Fed – finora dimostratasi riluttante – possa adottare tassi negativi. Eventuali conferme in tal senso indebolirebbero il dollaro.

EUR – L’euro, dopo aver approfondito il calo in area 1,07 EUR/USD, è risalito a 1,08 EUR/USD, chiudendo al rialzo. Il movimento riflette soprattutto le dinamiche di dollaro lasciando comunque il cambio in range. Attesi molto negativi oggi per via della pandemia i dati di produzione dell’area, ma l’euro risentirà soprattutto della reazione del dollaro al discorso di Powell.

GBP – La sterlina ha corretto sia contro dollaro da 1,23 a 1,22 GBP/USD sia contro euro da 0,87 a 0,88 EUR/GBP indebolita dal permanere di un sentiment sfavorevole sia per l’aumento dei contagi sia per la confusione generata dal programma di uscita dal lockdown presentato da Johnson. L’attesa per i dati di oggi, PIL in primis, che certificano l’impatto negativo della pandemia sull’economia, ha favorito ulteriormente il calo. L’incertezza sui negoziati con l’UE è l’altro punto debole della valuta britannica. Il round in corso questa settimana è il penultimo prima della scadenza di fine giugno, termine ultimo per presentare un’eventuale domanda di estensione del periodo di transizione. A meno di novità positive, la sterlina può scendere ancora.

JPY – Lo yen si è rafforzato di riflesso al ritracciamento del dollaro, restando però in area 107 USD/JPY. Contro euro si è indebolito portandosi da 115 a 116 EUR/JPY ma ha chiuso al rialzo. Anche in questo caso si tratta di movimenti di aggiustamento, con scarsi segnali direzionali.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La produzione industriale a marzo è attesa in discesa di circa il -12% m/m, dopo la quasi stagnazione di febbraio. A livello settoriale, la caduta peggiore dovrebbe registrarsi per i beni durevoli e i beni di investimento. Lo spaccato per Paesi potrebbe vedere Francia, Italia e Spagna registrare performance ben al di sotto della media dell’Eurozona. La variazione annua dovrebbe passare a -13,3% a/a (da -1,9% precedente).

STATI UNITI – Il PPI ad aprile è atteso in calo di -0,4% m/m, dopo -0,2% m/m di marzo. Il PPI core dovrebbe essere invariato su base mensile, dopo +0,2% m/m.