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13 Luglio 2023 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – Ieri il CPI a giugno è aumentato meno del previsto, di 0,2% m/m (3% a/a, dal 4% di maggio e dal picco di 9,1% a giugno 2022), dopo lo 0,1% m/m del mese precedente.
La variazione annua è ai minimi da marzo del 2021.
L’energia ha registrato un parziale recupero (+0,6% m/m) dopo l’ampio calo di maggio (-3,6% m/m), guidato dai carburanti (benzina: +1% da -5,6% m/m precedente): l’inflazione energetica è scesa ulteriormente in territorio negativo su base annua, a -16,7% a/a.
Per gli alimentari, l’incremento mensile è stato di 0,1% m/m, in linea con la media dei tre mesi precedenti, per una variazione tendenziale in rallentamento di un punto a 5,7% a/a.
L’indice core ha registrato una variazione di 0,2% m/m, in linea con l’indice generale, in frenata dallo 0,4% di maggio: per trovare un ritmo più basso di crescita mensile dei prezzi core, occorre risalire ai primi mesi del 2021.
La variazione tendenziale è rallentata più del previsto, a 4,8% a/a da 5,3% di maggio, ai minimi da ottobre 2021.
Variazioni mensili superiori alla media (0,3% m/m) sono state registrate sia dall’abitazione, come sempre principale contributore alla variazione totale, che dai servizi.
Tuttavia, i dati danno indicazioni di pressioni inflazionistiche in moderato rallentamento nel comparto dei servizi core ex-abitazione.
Si segnala il calo dei prezzi dei beni core, di -0,1% m/m (1,3% a/a) dopo il +0,6% m/m dei due mesi precedenti: una flessione dei listini core non si registrava dagli ultimi mesi dello scorso anno.
Il calo è dovuto soprattutto alle auto usate (-0,5% m/m, dopo il 4,4% m/m di ciascuno dei due mesi precedenti, per un calo annuo a -5,2%).
Al netto di energia, alimentari e abitazione, il CPI è rimasto stabile, rallentando su base annua a 2,7%.
Nel complesso, i dati danno conferma di una riduzione delle pressioni sui prezzi sia per quanto riguarda l’indice generale che il paniere al netto delle componenti più volatili.
La dinamica mensile core nei prossimi mesi potrebbe decelerare ulteriormente per via della svolta in corso nel comparto cruciale dell’abitazione.
Inoltre, l’indebolimento della domanda di lavoro e delle dinamiche salariali dovrebbe consentire una ulteriore decelerazione dell’inflazione core nei prossimi mesi, intono a 3,5% a/a a fine 2023.
Il deflatore dovrebbe essere 2-3 decimi al di sopra del CPI, per via del minor peso dell’abitazione.
I dati sul CPI di giugno non dovrebbero impedire un nuovo rialzo dei tassi ufficiali da 25pb, al 5,5%, alla prossima riunione del FOMC del 26 luglio.
Tuttavia, l’evidenza di minori pressioni inflazionistiche core, in particolare nei servizi, potrebbe ridurre l’eventualità di un ultimo rialzo successivo, opzione che pare attualmente ancora sul tavolo.

 

COMMENTI:     

BCELa BCE pubblica il resoconto della riunione di politica monetaria del 15 giugno.
Nelle dichiarazioni post-meeting, il sostegno a un nuovo rialzo dei tassi a luglio è apparso molto solido, così come l’esistenza di un gruppo di governatori più riluttanti ad appoggiare altri rialzi dei tassi.
Il nodo è ora costituito dalla riunione di settembre: la BCE e i governatori delle BCN hanno per lo più evitato di sbilanciarsi ed è da escludere che i verbali evidenzino un quadro più sbilanciato.
L’aspetto più interessante potrebbe perciò essere costituito dalle opinioni dei membri sull’andamento dell’economia reale, dell’inflazione e dei rischi.
Ieri, Vuj?i? (Croazia) ha confermato che un rialzo dei tassi ufficiali è probabile a luglio ma che la riunione di settembre è aperta a ogni sviluppo.
Per quanto riguarda il tasso terminale, ha detto che è improbabile che la BCE dica che la fase di rialzo dei tassi è conclusa, preferendo piuttosto confermare l’approccio basato sui dati, riunione per riunione.
Secondo, Lane attualmente stiamo osservando la fase transitoria della restrizione monetaria post-crisi.
Nel lungo termine, “il tasso di policy dovrebbe assestarsi intorno al 2% nel medio termine e non si prevede la reintroduzione di misure straordinarie come il quantitative easing su larga scala e i programmi di prestito mirati”.
Lane ha mostrato che la trasmissione della politica monetaria attraverso il canale del credito bancario è stata più rapida del previsto, ma che gli effetti reali potrebbero essere mitigati dal riassorbimento dello shock di offerta legato alla crisi energetica.

STATI UNITI
 – Il Beige Book preparato per la riunione del FOMC di luglio riporta attività in leggero aumento, con modesta crescita in cinque distretti, e aspettative di lieve espansione.
Sul fronte del manifatturiero, si evidenzia una sostanziale stagnazione dell’attività, che è aumentata solo nella metà dei distretti.
I servizi, invece, risultano ancora supportati da una forte domanda, e il settore alberghiero prevede un’intensa stagione estiva.
L’occupazione è in lieve crescita e la domanda di lavoro è rimasta robusta.
Tuttavia, i datori di lavoro continuano ad avere difficoltà a trovare lavoratori nei settori della sanità, dei trasporti e dell’ospitalità e, in generale, per le posizioni altamente qualificate.
Salari e prezzi restano elevati, ma i ritmi di crescita sono in rallentamento.
Nel manifatturiero, le pressioni sui costi dei fattori produttivi si sono attenuate notevolmente.
Nel complesso, il Beige Book dipinge un quadro di attività e mercato del lavoro in modesta crescita.
– Fra i numerosi discorsi di ieri, Barkin (Richmond Fed) ha dichiarato che la domanda e il mercato del lavoro rimangono ancora forti ed è “disposto a fare di più con la politica monetaria se i dati in arrivo non confermano che l’inflazione tornerà all’obiettivo“.
Kashkari (Minneapolis Fed) si è mostrato preoccupato per il settore bancario, dichiarando che le autorità di vigilanza dovrebbero adottare misure per garantire che le banche siano in grado di sopportare ulteriori aumenti dei tassi di interesse.
Il governatore della Fed di Minneapolis ha aggiunto che si potrebbero identificare le banche a rischio e quantificare le singole perdite di capitale eseguendo nuovi stress test su livelli elevati di inflazione.
Infine, Mester (Cleveland Fed) non si è soffermata sulla politica monetaria ma ha parlato di FedNow, il nuovo sistema di movimentazione di denaro in tempo reale della banca centrale statunitense.
A suo avviso, FedNow è stato progettato per contribuire a garantire la stabilità finanziaria in caso di uno stress bancario e le banche potranno comunque limitare la quantità di denaro che può essere spostata in un determinato periodo al fine di evitare potenziali corse agli sportelli.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi vediamo un modesto incremento di 0,2% m/m (-1,4% a/a) della produzione industriale a maggio.
Il volatile dato irlandese (-4,9% m/m) e la flessione tedesca contribuiranno infatti a comprimere il dato aggregato nonostante i progressi registrati in Italia, Francia e Spagna.
Il secondo aumento consecutivo dell’output lascerebbe comunque l’industria in rotta per una contrazione nel 2° trimestre.

FRANCIA – La seconda lettura dovrebbe confermare che a giugno i prezzi al consumo sono saliti di 0,2% m/m sia sull’indice armonizzato che su quello nazionale.
L’inflazione dovrebbe essere confermata in rallentamento al 4,5% dal 5,3% sul CPI e al 5,3% dal 6% sull’IPCA.
In prospettiva, l’inflazione francese dovrebbe seguire una dinamica altalenante nei prossimi mesi, per attestarsi al 4,3% (sul CPI) a fine anno.

STATI UNITI – Oggi in calendario il dato del PPI di giugno che è atteso in crescita di 0,2% m/m dopo il calo di -0,3% di maggio, che era dovuto all’ampio contributo negativo dell’energia.
L’indice core dovrebbe registrare una variazione di 0,2% m/m, come a maggio.