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13 Gennaio 2022 – nota economica giornaliera

AREA EURO – La produzione industriale è cresciuta ben oltre le attese a novembre, di +2,3% m/m, mentre il dato di ottobre è stato rivisto drasticamente verso il basso: -1,3% m/m da +1,1% precedente.
La sorpresa è spiegata dall’inclusione dei volatili dati irlandesi che non erano stati inseriti nella scorsa lettura.
Non escludiamo ulteriori revisioni in futuro ma al momento nonostante l’ampio rialzo di novembre la revisione dei dati di ottobre lascia la produzione in rotta, nel caso di una stagnazione a dicembre, per una contrazione intorno al -0,9% t/t nel 4° trimestre che pone ulteriori rischi al ribasso per la nostra previsione di +0,2% t/t sulla crescita del PIL.

STATI UNITI
– Il CPI di dicembre ha sorpreso verso l’alto, con aumenti di 0,5% m/m (7% a/a) per l’indice headline e di 0,6% m/m (5,5% a/a) per il core.
Gli aumenti dei prezzi sono diffusi, ma particolarmente marcati per i beni core (1,2% m/m) e per l’abitazione (0,4% m/m).
Alcune correzioni nei servizi (tariffe aeree e ricreazione) sono probabilmente collegate a Omicron e dovrebbero invertirsi nei prossimi mesi.
I dati confermano la presenza di ampi rischi verso l’alto per l’inflazione.
– Il Beige Book riporta crescita modesta, frenata da continui problemi nella catena del valore e carenza di manodopera.
Nonostante ciò, la domanda rimane elevata, sia dalle imprese sia dalle famiglie, a parte correzioni nel turismo e nei viaggi legate a Omicron.
Anche sul mercato del lavoro la domanda è sostenuta, e non riesce a essere soddisfatta per mancanza di offerta.
I salari sono in rialzo, specialmente per le categorie meno qualificate, su ritmi molto al di sopra della media storica.
I prezzi sono in ulteriore aumento, in parte per via delle strozzature all’offerta e in parte per la scarsità di manodopera.
Il quadro del Beige Book è in linea con quello dei dati e con l’aspettativa di una svolta dei tassi già a marzo.

 

COMMENTI:

STATI UNITI – Oggi è in agenda l’audizione di Brainard in Senato per la conferma della sua nomina a vice-presidente della Fed.
Brainard dovrebbe allinearsi al resto del Comitato, segnalando l’arrivo della svolta dei tassi in tempi brevi e della riduzione del bilancio poco dopo.
Altri discorsi dalla Fed hanno confermato il diffuso consenso a favore di una svolta a marzo.
Mester (Cleveland Fed) ha affermato che i livelli elevati di inflazione rendono molto convincente un rialzo dei tassi in tempi brevi e una rapida riduzione del bilancio.
Bullard ha detto che per riportare sotto controllo l’inflazione potrebbero essere necessari 4 rialzi nel 2022, e sottolineato che è importante agire “prima piuttosto che dopo”, iniziando la riduzione passiva del bilancio in primavera.
Le sue previsioni sono di inflazione e disoccupazione al 3% a fine 2022.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro non ha tratto beneficio dai dati di inflazione che pure sono risultati marginalmente superiori alle attese ed ha corretto riportandosi su livelli abbandonati due mesi fa.
La reazione si spiega probabilmente con il fatto che il mercato oramai ha incorporato lo scenario di avvio anticipato dei rialzi dei tassi a marzo per un totale di tre rialzi in corso d’anno e di conseguenza potrebbe essersi verificata una parziale riduzione dell’ampio lungo speculativo dollaro.
Nel brevissimo il biglietto verde potrebbe far fatica a recuperare questo calo, ma vi è ancora spazio per un rafforzamento successivo soprattutto se si prospettasse la possibilità di un quarto rialzo Fed.
I dati USA di oggi e i discorsi Fed dovrebbero essere favorevoli al dollaro, e potrebbero evitarne un’ulteriore discesa.

EURL’euro si è ampiamente rafforzato, salendo di oltre una figura da 1,13 a 1,14 EUR/USD, riflettendo la generalizzata correzione del dollaro, non fattori di forza propria.
In assenza di segnali dalla BCE di possibile accelerazione del sentiero di normalizzazione della politica monetaria, l’upside del cambio dovrebbe restare compresso, con primo corridoio di resistenze chiave a 1,1490-1,1530 EUR/USD, livelli ancora tecnicamente compatibili con un successivo arretramento dell’euro.

GBPAnche la sterlina si è rafforzata sul cedimento del dollaro da 1,36 a 1,37 GBP/USD, ma non contro euro, rispetto al quale è pressoché stabile in area 0,83 EUR/GBP.
La prospettiva di un altro rialzo dei tassi BoE già il 3 febbraio dovrebbe consentirle di consolidare, ma i nuovi colloqui in programma tra oggi e domani sulla questione del protocollo nordirlandese potrebbero interferire negativamente con la valuta britannica se non emergeranno segnali distensivi.

JPYAnche lo yen ha tratto beneficio dalla debolezza del dollaro riportandosi da 115 a 114 USD/JPY, ma potrà tornare a scendere successivamente, soprattutto se i rendimenti a lunga USA risaliranno fino a superare i massimi recenti.
Contro euro lo yen si è leggermente indebolito, complice la maggior forza dell’EUR/USD, mantenendosi però perlopiù in area 131 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La produzione industriale è vista in crescita dello +0,3% m/m a novembre, tornando a salire dopo il -0,6% m/m registrato nel mese precedente.
La crescita tendenziale dovrebbe salire al +3,7% da +2,0%.

STATI UNITI
 – Oggi il PPI di dicembre dovrebbe mostrare variazioni di 0,4% m/m per l’indice headline, e di 0,5% m/m per quello core, confermando la persistenza di ampi rialzi nel comparto dei beni durevoli e di rischi verso l’alto per l’inflazione.
– Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione di inizio gennaio dovrebbero essere poco variate, sui minimi da febbraio 2020.