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13 Gennaio 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – A novembre, le vendite al dettaglio hanno subita una brusca correzione, pari a -6,9% m/m in valore e -7,4% in volume.
Il dato annuo è tornato in territorio ampiamente negativo, a -8,1% e -8,4% rispettivamente.
Sia la variazione congiunturale che quella tendenziale sono ai minimi dalla scorsa primavera.
Si tratta evidentemente dell’effetto delle nuove misure di contenimento della pandemia (mezza Italia ha visto la chiusura delle attività commerciali non essenziali nella seconda metà di novembre).
Ciò è visibile dal fatto che si sono salvate dal calo, sia nel mese che sull’anno, solo le vendite di alimentari (da notare il +10,7% dei discount di alimentari), nonché il commercio elettronico (+50,2% a/a).
Tutti i comparti non alimentari registrano variazioni tendenziali negative, con l’eccezione delle dotazioni per informatica, telecomunicazioni e telefonia (+28,7%) e dell’utensileria per la casa e ferramenta (+2%).
Le flessioni più marcate si evidenziano per abbigliamento e calzature (rispettivamente -37,7% e -45,8%), due settori per i quali è prevista la chiusura degli esercizi commerciali in “zona rossa”.
Sulla base dei dati sulla mobilità verso gli esercizi commerciali, le vendite al dettaglio potrebbero aver subito un’ulteriore correzione su base annua a dicembre.
I consumi dovrebbero aver dato il principale contributo al calo del PIL nel trimestre finale del 2020, ed è in dubbio una significativa ripartenza a inizio 2021.

AREA EURO – Nel rimbalzo post-pandemico del terzo trimestre 2020, l’aumento dell’occupazione di 0,7 milioni di unità è arrivato per 0,4 milioni da persone inattive e per 0,3 milioni da disoccupati.
Il flusso lordo da disoccupati ad occupati è stimato in 2,6 milioni, pari al 21% del totale.
Inoltre, la fine delle misure di confinamento ha portato a una riclassificazione di ben 2,4 milioni di lavoratori da “inattivi” a “disoccupati”.
Il reddito operativo lordo delle imprese non finanziarie è del 6,9% inferiore ai livelli di un anno prima, mentre nel secondo trimestre il calo tendenziale era stimato a -19,3%.

 

COMMENTI:

ITALIA – Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri sera il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che verrà trasmesso al Parlamento e alle parti sociali (deve essere inviato alla UE entro metà febbraio).
Le ministre di Italia Viva si sono astenute, lamentando l’assenza nel piano del ricorso alla linea di credito del MES per il sostegno al sistema sanitario.
Matteo Renzi ha annunciato una conferenza stampa per oggi pomeriggio, nella quale comunicherà se il suo partito intende ritirare la sua delegazione al governo.
In serata è previsto un nuovo CdM per approvare il D.L. anti-Covid con le misure in vigore dal 15 gennaio (e con proroga dello stato di emergenza), mentre domani è in calendario la riunione dell’esecutivo per il varo del nuovo scostamento di bilancio per i ristori di gennaio.

BCE – In un’intervista del 7 gennaio pubblicata ieri, Isabel Schnabel ha dichiarato che l’inflazione salirà nei prossimi mesi per il venir meno di una serie di fattori frenanti transitori (andamento dei prezzi dell’energia, riduzione dell’IVA in Germania), e che un’ulteriore spinta potrebbe venire dalla ripresa che seguirà la crisi pandemica.
Tuttavia, secondo Schnabel “non ci sono indicazioni che ci si debba preoccupare che l’inflazione diventi troppo elevata”, perché la debolezza della domanda è pronunciata.
Riguardo alle regole fiscali dell’Unione, secondo Schnabel sono troppo rigide nelle fasi negative del ciclo economico e troppo lasche in quelle positive. “Quando la pandemia sarà superata, i governi dovranno ricostituire spazio fiscale per fronteggiare le crisi future”.

STATI UNITI
 – Prosegue il coro di voci dal FOMC riguardo allo scenario 2021 e alle sue implicazioni per la politica monetaria.
Rosengren (Boston Fed) ha detto che le prospettive economiche sono positive, con la previsione di un’accelerazione della crescita nella seconda parte dell’anno e di tassi fermi e prosecuzione degli acquisti di titoli fino a quando l’economia non sarà su un sentiero solido.
Secondo Rosengren ci saranno significativi aumenti occupazionali nei prossimi due anni, ma l’inflazione non si consoliderà intorno al 2% su tale orizzonte.
Implicitamente Rosengren si allinea alle posizioni coerenti con tassi fermi per almeno due anni e acquisti invariati almeno per quest’anno.
Anche George (Kansas City Fed) è ottimista sulla ripresa ma sottolinea la necessità di una politica monetaria accomodante, alla luce dell’incertezza sulla diffusione dei vaccini.
Mester (Cleveland Fed) ritiene che l’attuale politica monetaria sia appropriata per far fronte a un temporaneo rallentamento della crescita a inizio anno e al consolidamento dell’accelerazione successiva, dato che l’economia è ancora lontana dagli obiettivi di occupazione e inflazione.
I discorsi lasciano aperta l’incertezza sulla tempistica del tapering, discussa nei giorni scorsi da Bostic che aveva suggerito la possibilità di una svolta già quest’anno.
Bullard (St Louis Fed) ha detto, in linea con George, che è troppo presto per prevedere i tempi di una riduzione degli acquisti: a suo avviso sarà comunque una decisione discrezionale, ancora troppo difficile da prevedere.
In settimana ci sono ancora diversi discorsi in agenda, incluso un intervento di Powell venerdì.
Il messaggio dovrebbe rimanere in linea con le indicazioni di questi giorni: è troppo presto per aprire la discussione sul tapering, se ne riparlerà non prima dell’autunno.
– Il percorso segnato dai democratici in risposta agli eventi del 6 gennaio procede come atteso.
Ieri la Camera ha approvato (223-205, con un voto repubblicano unito a tutti i democratici) una risoluzione che invita Pence a invocare il 25° emendamento per rimuovere il presidente e prevede che venga aperto un processo di impeachment in caso Pence non proceda come richiesto.
Pence ha indicato che non ricorrerà al 25° emendamento, pertanto oggi dovrebbe essere presentato un articolo di impeachment, con l’accusa di “istigazione alla violenza contro il governo degli Stati Uniti”.
Il voto a favore dell’impeachment sarà importante per mostrare l’entità delle divisioni all’interno del partito repubblicano.
L. Cheney, che detiene la terza più importante carica del partito repubblicano alla Camera, ha annunciato che voterà a favore e la leadership repubblicana ha deciso di non mettere pressione su rappresentanti e senatori per respingere la procedura, come invece avvenuto la volta precedente.
Sembra possibile che più di una ventina di rappresentanti repubblicani alla Camera si uniscano ai democratici, mentre si allarga il numero di senatori favorevoli all’impeachment e circola la notizia secondo cui McConnell ritiene che le azioni di Trump siano “impeachable” e che veda con favore il procedimento.
Il voto alla Camera dovrebbe essere rapido e senza intoppi.
I dubbi riguardano l’iter del processo dopo la decisione della Camera. È improbabile che gli atti vengano trasmessi subito al Senato, che non si riunirà fino al 19 gennaio.
Pertanto, lo scenario centrale è che la trasmissione avvenga dopo l’insediamento del nuovo Congresso, e il processo al Senato possa essere dilazionato anche per un periodo prolungato.
Il focus è ora sull’evoluzione degli eventi fino al 20 gennaio, con il timore di ulteriore violenza e disordini, mentre il partito repubblicano dovrà affrontare le proprie fratture e scegliere quanto distanziarsi da Trump e dai suoi sostenitori.
L’esito di un potenziale cambiamento delle posizioni repubblicane sarà rilevante per la gestione della presidenza Biden dei temi urgenti del momento, che richiedono interventi rapidi dal 20 gennaio in poi per l’economia e la pandemia.

STATI UNITI-COVID19 – L’amministrazione ha annunciato due modifiche importanti riguardo alla campagna di vaccinazioni.
In primo luogo, l’amministrazione ha deciso di distribuire agli stati anche le dosi, inizialmente tenute da parte, per il richiamo da somministrare agli individui vaccinati.
In secondo luogo, la priorità per le vaccinazioni è stata cambiata, indicando che nel primo gruppo di individui da vaccinare si includono tutti coloro che hanno più di 65 anni e coloro che hanno condizioni sanitarie pre-esistenti.
In questo modo si amplia la platea dei riceventi insieme alla disponibilità delle dosi.
A partire dalla prossima settimana, la distribuzione delle dosi sarà determinata dall’avanzamento raggiunto nei singoli stati.
Secondo il CDC, cica il 56% degli individui fra 18 e 64 anni hanno una condizione di salute pre-esistente.
Circa 100 mln di persone hanno un problema sanitario, e circa 53 mln di questi hanno più di 65 anni.
Le nuove decisioni fanno prevedere una possibile accelerazione della campagna vaccinale nelle prossime settimane, con l’aspettativa che con la presidenza Biden venga proposto e approvato in tempi rapidi un nuovo pacchetto fiscale con ulteriori fondi dedicati al sostegno dello sforzo sanitario degli stati sul fronte dei vaccini.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha ritracciato al ribasso riassorbendo la salita di lunedì, complice l’arretramento dei rendimenti USA.
L’incertezza sull’entità dello stimolo fiscale, sull’effettiva evoluzione della pandemia e sulla reazione finale dell’economia potevano giustificare una pausa.
La tendenza tuttavia dovrebbe riprendere successivamente, se la ripresa USA non deluderà.

EURL’euro è risalito da 1,21 a 1,22 EUR/USD sul ritracciamento del dollaro. L’upside dovrebbe tuttavia restare limitato entro i massimi recenti, per via degli effetti negativi della seconda ondata della pandemia in Europa, come mostreranno anche i dati di produzione dell’area in uscita oggi.

GBPLa sterlina è risalita sia contro dollaro da 1,35 a 1,36 GBP/USD sia contro euro, rispetto al quale è comunque rimasta in area 0,89 EUR/GBP.
A favorirla sono state anche le dichiarazioni del governatore della BoE Bailey, che ha ridimensionato le speculazioni di taglio dei tassi in territorio negativo, spiegando che tassi negativi possono compromettere la profittabilità delle banche e quindi la loro capacità di concedere prestiti.
L’evoluzione sfavorevole della pandemia dovrebbe tuttavia contribuire a limitare l’upside della valuta britannica.

JPYAnche lo yen ha recuperato sul dollaro tornando da 104 a 103 USD/JPY a causa dell’arretramento dei rendimenti USA, stabilizzandosi contro euro in area 126 EUR/JPY per il contestuale recupero dell’EUR/USD. La dinamica dei rendimenti USA resta il driver principale.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La produzione industriale è attesa tornare a contrarsi a novembre, stimiamo di -2,4% m/m dopo il rimbalzo di +1,3% m/m visto a ottobre; su base annua, l’output dovrebbe calare in territorio ancor più negativo, da -2,1% a -5,9%.
Dopo l’accentuata volatilità nei mesi tra fine estate e inizio autunno, dovuta alla stagionalità “anomala” nei ritmi produttivi durante l’anno, sull’output a novembre dovrebbero pesare, sia pur in misura minore che nei servizi, le nuove restrizioni alle attività economiche approvate dal Governo a partire da metà ottobre; la tenuta della domanda estera potrebbe limitare la flessione.

AREA EURO – La ripresa della produzione industriale è destinata ad interrompersi a novembre, a causa delle misure restrittive introdotte in quasi tutti i Paesi dell’area.
L’indice dovrebbe far segnare un -0,2% m/m, dopo il +2,1% m/m di ottobre; la variazione annua è attesa invariata a -3,6% a/a.

STATI UNITI – Il CPI a dicembre è previsto in rialzo di 0,4% m/m (1,4% a/a), dopo 0,2% m/m di novembre, con un contributo positivo dell’energia.
Il CPI core dovrebbe essere in rialzo di 0,2% m/m(1,7% a/a).
Il comparto dei beni core dovrebbe registrare una riaccelerazione, dopo 0,1% m/m di novembre, con una ripresa dei prezzi delle auto e dei medicinali.
Sul fronte dei servizi ex-energia, il comparto dell’abitazione dovrebbe proseguire sul trend compresso dei recenti trimestri, frenato dalla debolezza degli affitti e delle tariffe alberghiere, mentre dovrebbe esserci una moderata ripresa nel segmento dei trasporti.