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13 Dicembre 2022 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Poco fa la stima finale ha confermato che a novembre l’inflazione è scesa all’11,3% a/a dall’11,6% di ottobre sull’indice armonizzato e al 10% dal 10,4% sulla misura domestica.
Il calo tendenziale è spiegato dalla frenata di energia (38,7% a/a da 43% precedente) e servizi (3,6% da 4%), cui si contrappone una accelerazione per i listini alimentari (21,1% da 20,3%).
La variazione congiunturale è stata confermata nulla sull’indice armonizzato e pari a -0,5% sulla misura nazionale.

 

COMMENTI:

ITALIA – Questa mattina il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni riferirà alla Camera alle 9,30 in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì su Ucraina, energia, economia e sicurezza.
Oggi tornano a riunirsi in via straordinaria i ministri dell’Energia Ue per continuare a discutere della proposta di un meccanismo temporaneo di contenimento dei prezzi del gas naturale.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana in leggera risalita sull’analogo movimento dei rendimenti e sull’aumento della risk aversion, ma si tratta di oscillazioni di scarso rilievo che lo lasciano in range.
Il primo test chiave sarà oggi con i dati di inflazione, attesa in calo anche questo mese.
Se le aspettative non saranno disattese il dollaro dovrebbe arretrare, proporzionalmente all’effettiva discesa dell’inflazione: l’ampia accelerazione ribassista recente del dollaro era partita proprio sui dati di inflazione di un mese fa (10 novembre) che avevano mostrato un calo più ampio del previsto.

EUR – L’euro ha aperto la settimana stabile in range, in area 1,05 EUR/USD, in attesa delle indicazioni chiave dalle riunioni della Fed (domani) e della BCE (giovedì).
Oggi, intanto, se i dati di inflazione USA confermeranno le aspettative di un altro calo l’euro dovrebbe rafforzarsi di riflesso all’indebolimento atteso del dollaro.
Potrebbe arrivare a inaugurare nuovi massimi oltre quelli recenti (1,0594 EUR/USD di lunedì scorso) qualora l’inflazione USA dovesse scendere più del previsto.
Dai dati dell’area stamani sono giunte indicazioni miste: la produzione industriale italiana ha mostrato infatti una contrazione più ampia delle attese, mentre lo ZEW tedesco è migliorato leggermente più del previsto, ma la componente delle condizioni correnti è migliorata meno di quanto ci si aspettasse.
Complessivamente, comunque, lo scenario di contrazione del PIL dell’area nel 4° trimestre è confermato e questo nel breve potrebbe contribuire a contenere l’upside dell’euro.

GBP – Similmente all’euro la sterlina ha aperto la settimana stabile contro dollaro in prossimità dei massimi recenti in area 1,22 GBP/USD, affacciandosi stamani in area 1,23 GBP/USD sui dati del mercato del lavoro che hanno mostrato un’accelerazione della dinamica salariale (soprattutto se si guarda l’indice ex-bonus) e un aumento dell’occupazione contro attese di calo.
La valuta britannica è però poi rientrata, in quanto nel complesso i dati forniscono segnali di possibile allentamento delle condizioni del mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione in salita e i posti vacanti in calo.
Anche la sterlina, tuttavia, oggi reagirà di riflesso al dollaro sui dati di inflazione USA, per cui dovrebbe rafforzarsi se questi confermeranno le attese di calo.
Giovedì poi il focus si sposterà sulla riunione BoE.
Contro euro la sterlina è in range a 0,85-0,86 EUR/GBP.

JPY – Lo yen ha aperto la settimana in calo contro dollaro da 136 a 137 USD/JPY sulla risalita dei rendimenti a lunga statunitensi, ma può recuperare rapidamente oggi se questi torneranno a scendere sull’atteso calo dei dati di inflazione USA.
Lo yen si è indebolito anche contro euro da 143 a 145 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

GERMANIA – Più tardi, l’indice ZEW è atteso correggere marginalmente in dicembre, penalizzato dalla risalita dei prezzi energetici.
L’indice sulle aspettative è atteso scendere a -40 da -36,7 precedente; l’indicatore sulla situazione corrente dovrebbe risultare poco variato a -66 da -64,5 di novembre.

ITALIA – Sempre oggi, la produzione industriale potrebbe flettere per il secondo mese ad ottobre, dopo la brusca flessione già registrata nel mese precedente.
Le indagini manifatturiere sono calate ancora da livelli già depressi, mentre temperature superiori alla media, nonché gli sforzi di efficientamento, dovrebbero aver frenato la produzione di energia.
Stimiamo una diminuzione di -0,5% m/m da un precedente -1,8%, che riporterebbe l’output sui livelli dello scorso agosto.
Dopo aver contribuito negativamente alla crescita del valore aggiunto già durante il trimestre estivo, l’industria potrebbe frenare il PIL in misura più consistente nei trimestri autunnale e invernale.

STATI UNITI – Il focus sarà sul CPI core di novembre, che dovrebbe registrare una variazione di 0,4% m/m (6,2% a/a).
Per i beni core è previsto un moderato aumento del prezzo delle auto, sia usate sia nuove, ma negli altri comparti il trend dovrebbe essere debole (ma modestamente positivo, dopo il calo di -0,4% m/m di ottobre), alla luce degli annunci di ampie promozioni mirate a ridurre eccessi di scorte, in alcuni casi, e a mantenere competitività, in altri.
I servizi ex-energia dovrebbero registrare una variazione circa in linea con il dato di ottobre (0,5% m/m), sulla scia di una stabilizzazione della componente abitazione fra 0,7% e 0,8% m/m (con un temporaneo ritracciamento nel settore alberghiero, molto volatile), una ripresa nella sanità, e nei trasporti aerei.
I servizi ricreativi e gli “altri servizi” dovrebbero mantenere una dinamica sostenuta, spinta dalla domanda sempre solida e dall’elevato costo del lavoro.
I dati dovrebbero dare supporto alla previsione di graduale rallentamento della dinamica mensile rispetto all’estate, senza però eliminare i rischi di persistenza dell’inflazione nei servizi ex-abitazione.