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12 Settembre 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – Il calo di -0,7% m/m (-2,1% a/a) della produzione industriale a luglio è stato più ampio del previsto.
Il calo dell’indice generale è stato attenuato da un aumento della produzione di energia (+3,7% m/m), mentre nel solo settore manifatturiero l’output è calato di -1,1% m/m.
Nonostante il calo di luglio, il rimbalzo dei due mesi precedenti lascia un effetto di trascinamento lievemente positivo al trimestre estivo, il che significa che, in caso di stagnazione in agosto e settembre, la produzione smetterebbe di calare nel trimestre corrente, dopo 4 trimestri negativi di fila.
Tuttavia, i fondamentali di domanda e offerta segnalano una protratta debolezza per l’attività industriale su un orizzonte di almeno 3-6 mesi.
Ci aspettiamo un ritorno alla crescita del PIL nel 3° trimestre dopo il calo di -0,4% t/t subito durante la primavera ma i rischi sulle prospettive di crescita restano orientati verso il basso.

 

COMMENTI:     

AREA EURO – Ieri la Commissione Europea ha pubblicato l’aggiornamento ad interim delle previsioni macroeconomiche.
Rispetto alle stime dello scorso maggio le proiezioni di crescita del PIL sono state corrette a 0,8% da 1,1% nel 2023 e a 1,3% da 1,6% per il 2024.
Nonostante la limatura la stima sul 2024 resta superiore al consenso e, a nostro parere, ottimistica.
Per quanto riguarda l’inflazione, le previsioni per l’anno in corso sono state portate a 5,6% da 5,8%, circa in linea con le nostre stime, mentre quelle per il 2024 sono state alzate di un decimo al 2,9%, un dato superiore sia alle attese di consenso che alle nostre previsioni.
Per l’Italia le previsioni sul PIL sono state riviste al ribasso a 0,9% sul 2023 e a 0,8% sul 2024 (da 1,2% e 1,1% rispettivamente).
Tagliate anche le stime per la Germania, a -0,4% da 0,2% nel 2023 e a 1,1% da 1,4% nel 2024.
Per Francia e Spagna le proiezioni sono state riviste al rialzo per quest’anno (a 1% da 0,7% e a 2,2% da 1,9% rispettivamente) e viceversa al ribasso per il 2024 (a 1,2% da 1,4% e a 1,9% da 2% rispettivamente).

REGNO UNITOCatherine Mann (BoE) ha detto che è a favore di un nuovo rialzo dei tassi ufficiali per contrastare il rischio che l’inflazione diventi troppo persistente.
Tra i membri del comitato di politica monetaria della BoE, Mann è forse quello più aggressivo nel sostenere la necessità di agire contro l’inflazione.
Il mercato sconta attualmente un rialzo dei tassi da 25pb con una probabilità del 77% nella prossima riunione del 21 settembre (e un rialzo da 50pb complessivi con una probabilità di quasi il 60% entro 6 mesi).
Intanto i dati di luglio comunicati stamane hanno evidenziato una salita di un decimo del tasso di disoccupazione (a 4,3%) ma anche una accelerazione sempre di un decimo delle retribuzioni medie (a 8,5% a/a).

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana in calo ieri ma questa mattina è già in recupero, in parte tecnico.
La volatilità esprime l’incertezza della situazione, che dovrebbe però già chiarirsi un po’ domani con i dati di inflazione USA: eventuali sorprese verso l’alto/il basso favorirebbero/indebolirebbero il dollaro, lasciando comunque all’esito del FOMC della prossima settimana la reazione più significativa.

EURL’euro ha aperto la settimana al rialzo ieri ma questa mattina sta ritrattando, restando comunque in area 1,07 EUR/USD, perlopiù di riflesso alla dinamica del dollaro.
La prospettiva che la BCE giovedì faccia una pausa nei rialzi dei tassi e la possibilità che rimanga incertezza sulla fattibilità o meno di un ultimo rialzo prima di fine anno dovrebbero mantenere il cambio nel range dell’ultima settimana tra 1,06 e 1,08 EUR/USD.
Miste sono anche le indicazioni giunte dallo ZEW tedesco di stamani, con la componente di sentiment migliorata marginalmente contro attese di peggioramento e quella sulle condizioni correnti invece peggiorata più del previsto.

GBPAnche la sterlina ha aperto la settimana in rafforzamento ieri contro dollaro ma sta arretrando da 1,25 a 1,24 GBP/USD stamani, complici anche le indicazioni contrastanti dai dati domestici sul mercato del lavoro, con la dinamica retributiva in leggera accelerazione ma il tasso di disoccupazione in lieve aumento.
Dalla BoE Mann si è espressa a favore di un altro rialzo dei tassi per contrastare l’inflazione persistente, e a nostro avviso questo dovrebbe aversi prima di fine anno, il dubbio è se già la prossima settimana o a novembre.
Altre indicazioni arriveranno domani con i dati di Pil mensile e di produzione industriale, attesi in indebolimento.
La debolezza della crescita frena la sterlina che contro euro si sta mantenendo leggermente sulla difensiva.

JPYLo yen ha aperto la settimana in rafforzamento ieri da 147 a 145 USD/JPY contro dollaro, ma oggi sta lievemente arretrando, in assenza di novità che confortino prospettive di un cambio di policy della BoJ nei prossimi mesi.
Tuttavia, i rendimenti a 10 anni giapponesi stanno leggermente salendo e questo aiuta a contenere il downside dello yen.
Se poi domani i dati USA dovessero sorprendere verso il basso lo yen dovrebbe beneficiarne.

 

PREVISIONI:

GERMANIA – Oggi l’indice ZEW sulle attese a 6 mesi di analisti e investitori istituzionali sull’economia tedesca dovrebbe salire per il secondo mese a settembre, a -10 da -12,3 precedente.
L’annuncio di un piano fiscale da 32 miliardi (circa 7 miliardi l’anno fino al 2028) da parte del Governo, e le attese di un calo dell’inflazione di fondo, rendono lievemente meno pessimistiche le prospettive cicliche, in un contesto, però, caratterizzato da elevata incertezza.
Ci aspettiamo un peggioramento per il quinto mese consecutivo dell’indice sulla situazione corrente, a -74 da -71,3 del mese scorso.

STATI UNITI – Oggi non ci sono indicatori di rilievo in uscita negli Stati Uniti, in attesa dell’importante dato sui prezzi al consumo di agosto che verrà comunicato domani (atteso mostrare una intensificazione delle pressioni dall’energia ma un rallentamento dell’indice core ai minimi da quasi due anni).