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12 Ottobre 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – Ieri, la produzione industriale ha mostrato un calo solo lieve ad agosto (-0,2% m/m), risultando invariata su base annua e ancora superiore ai livelli pre-COVID (+1,5% rispetto a febbraio 2020).
L’industria italiana sta mostrando un rimbalzo più vivace, nella fase post-pandemica, rispetto alle altre tre grandi economie dell’area euro; il problema delle difficoltà di approvvigionamento di materie prime e componenti ha acquistato via via maggiore importanza negli ultimi mesi, ma pare meno rilevante che negli altri grandi Paesi dell’eurozona, probabilmente per via del minore peso del settore auto sul valore aggiunto totale del settore manifatturiero.

 

COMMENTI:

ITALIA – Oggi, a Roma, si terrà anche il vertice straordinario del G20 dedicato all’emergenza Afghanistan.

BCE – Secondo Philip Lane, “la componente persistente nella dinamica salariale gioca un ruolo centrale nel determinare l’inflazione sottostante” e quindi “il monitoraggio dei dati salariali e la differenziazione tra cambiamenti transitori e persistenti nel tasso di crescita dei salari svolgeranno un ruolo importante” nelle valutazioni future condotte dalla BCE.
A giudizio di Lane, una reazione isolata dei salari a una variazione inattesa dei prezzi non avrebbe implicazioni.
Per quanto riguarda lo shock energetico, potrebbe contemporaneamente aumentare l’inflazione generale ma ridurre quella sottostante, attraverso il freno alla crescita e il deterioramento delle ragioni di scambio.
Lane terrà un nuovo discorso sullo scenario economico nell’eurozona oggi nel primo pomeriggio; in calendario anche interventi del governatore della Banca di Francia Villeroy e del membro del Comitato Esecutivo Elderson.

FMI – Il Fondo Monetario Internazionale pubblica oggi i capitoli principali del World Economic Outlook e del Fiscal Monitor, seguiti da una duplice conferenza stampa.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana al rialzo, aiutato sia da rendimenti in salita su crescenti rischi inflazionistici dopo che le quotazioni del petrolio hanno raggiunto nuovi massimi sia da un moderato aumento della risk aversion.
Se i dati di inflazione USA domani si confermeranno elevati l’ascesa del biglietto verde dovrebbe proseguire.

EURL’euro ha aperto la settimana in leggero calo in area 1,15 EUR/USD, penalizzato dalla maggior forza del dollaro e da differenziali di rendimento che restano sfavorevoli.
A meno di sorprese positive dallo ZEW tedesco di oggi, atteso in calo, la moneta unica dovrebbe mantenersi sulla difensiva, in attesa del test chiave sui dati di inflazione USA di domani: se non deluderanno il cambio potrebbe aggiornare i minimi della scorsa settimana (1,1527 EUR/USD).

GBPLa dinamica della sterlina rimane invece più contrastata.
Aveva aperto al rialzo ieri ma in giornata ha poi ceduto chiudendo in calo sia contro dollaro da 1,36 a 1,35 GBP/USD sia contro euro da 0,84 a 0,85 EUR/GBP, al prevalere di un sentiment risk-off sui mercati per via dei crescenti rischi inflazionistici.
I dati sul mercato del lavoro questa mattina sono stati positivi ma la sterlina non ne sta beneficiando complici anche rinnovate tensioni con l’UE sul protocollo per l’Irlanda del Nord (in programma oggi un discorso su questo tema del ministro per Brexit Frost).
Domani anche la valuta britannica reagirà, di riflesso, ai dati USA di inflazione, ma l’eventuale effetto negativo dovrebbe essere inferiore a quello dell’euro, grazie alle attese di rialzi dei tassi BoE l’anno prossimo.

JPYLo yen ha aperto la settimana in ampio calo sia contro dollaro, rispetto al quale ha aggiornato i minimi dell’anno da 112 a 113 USD/JPY, sia contro euro da 129 a 131 EUR/JPY, penalizzato dall’allargamento dei differenziali di rendimento.
Se i dati di inflazione USA domani non deluderanno il calo contro dollaro dovrebbe proseguire, anche se a ritmi forse più contenti data l’ampiezza della correzione di ieri, mentre contro euro potrebbe stabilizzarsi o rafforzarsi per via del contestuale calo atteso dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

GERMANIA – Il dato congiunturale più importante in uscita oggi è l’indice ZEW, che misura la fiducia di investitori e analisti istituzionali sull’economia tedesca.
L’indice è atteso correggere nuovamente a ottobre, per via della persistenza di colli di bottiglia nella catena produttiva: le aspettative a 6 mesi sono viste a 25,1 da 26,5 precedente; l’indice sulla situazione corrente potrebbe correggere in misura più moderata, a 30 punti da 31,9 di settembre.

STATI UNITI – Dopo la festività di Columbus Day di ieri, non ci saranno dati di rilievo in uscita neppure oggi, in attesa della pubblicazione di informazioni su inflazione, vendite al dettaglio e produzione industriale di settembre da domani in poi.
In calendario nel tardo pomeriggio un intervento di Bostic (Federal Reserve Bank of Atlanta).