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12 Gennaio 2021 – nota economica giornaliera

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ITALIA – Stasera alle 21,30 è convocato il Consiglio dei Ministri che dovrebbe dare il via libera al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Italia Viva è attesa dare il suo sì in Parlamento all’approvazione del piano, così come allo scostamento di bilancio (altri 25 miliardi) e al nuovo decreto ristori.
Tuttavia, secondo indiscrezioni di stampa, Renzi potrebbe ritirare la sua delegazione al governo subito dopo il CdM odierno.
Si va verso una formalizzazione della crisi in Parlamento, che secondo la maggior parte degli osservatori potrebbe portare a un Conte ter, con cambiamenti sostanziali nella squadra e un nuovo programma di governo.

STATI UNITI – La leadership democratica ha fatto seguire i fatti agli annunci di due giorni fa riguardo alle misure per rimuovere Trump dalla sua carica negli ultimi giorni del mandato.
Ieri alla Camera sono stati introdotti due testi, un articolo di impeachment e una risoluzione per richiedere che Pence invochi il 25° emendamento se Trump non si dimette volontariamente.
L’obiezione dei repubblicani alla risoluzione fa scattare oggi il voto in aula.
Dato che Pence con ogni probabilità non invocherà il 25° emendamento, la risoluzione prevede che entro 24 ore, cioè mercoledì, la Camera voti per iniziare un processo di impeachment.
L’articolo di impeachment attualmente predisposto è basato sull’accusa di “istigazione alla violenza contro il governo degli Stati Uniti, ma potrà ancora essere modificato prima dell’apertura del processo.
L’articolo fa anche riferimento al 14° emendamento, che dà al Congresso il potere di rimuovere pubblici ufficiali coinvolti in “un’insurrezione o in una ribellione.
La Camera ha i voti per approvare l’articolo, dato che è necessaria la maggioranza semplice. Inoltre, sembra che più di una decina di rappresentanti repubblicani siano inclinati a rompere le fila del partito, al contrario di quanto avvenuto con il primo impeachment.
Al Senato per ora la maggioranza richiesta (67 voti su 100) è molto lontana, dato che solo alcuni senatori repubblicani hanno definito l’operato di Trump “impeachable.
Alcuni repubblicani stanno considerando altre strade, diverse dall’impeachment, per impedire a Trump di ricoprire cariche pubbliche, ma la macchina dell’impeachment è partita, e sembra ormai impossibile fermarla, anche se potrebbe portare a ulteriori spaccature e violenze nel paese.
Il sentiero delle prossime settimane sarà irto di polemiche e tensioni, ma sembra ormai segnato. L’impeachment alla Camera potrebbe essere votato in tempi rapidi, mentre al Senato il processo non potrà essere aperto prima del 19 gennaio.
In termini pratici, l’esito finale del processo non avrebbe conseguenze sulla permanenza in carica di Trump fino al 20 ma, se si votasse anche un divieto di ricoprire cariche pubbliche in futuro, avrebbe implicazioni rilevanti per le aspirazioni politiche di Trump e per il futuro del partito repubblicano.
Operativamente, lo scenario centrale è un voto per l’impeachment alla Camera potenzialmente già entro mercoledì e un successivo “congelamento” del risultato, con un ritardo indefinito nella trasmissione degli atti al Senato, indipendente dal fatto che Trump non sarà più in carica.
La Camera potrebbe trasmettere gli atti con ritardo oppure non trasmetterli affatto, in linea con precedenti storici per entrambe le alternative.
Rimane comunque in mano al Senato un’eventuale interdizione dai pubblici uffici, che potrebbe essere votata a maggioranza semplice, dopo il voto a maggioranza qualificata per la “condanna” del Senato e la chiusura del processo.
Biden ha richiesto alla leadership del nuovo Congresso, in caso di apertura del processo di impeachment al Senato, di suddividere l’agenda in modo da garantire lo svolgimento dei dibattiti per le nomine dei membri della sua amministrazione e l’introduzione di nuova legislazione.

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro ha aperto la settimana in ulteriore rialzo, rivedendo livelli abbandonati il 21 dicembre, grazie all’ulteriore salita dei rendimenti USA su attese di nuovo ampio stimolo fiscale.
Dalla Fed inoltre Kaplan ha indicato che la prospettiva di maggior stimolo fiscale potrebbe consentire alla Fed di avviare prima il processo di normalizzazione della politica monetaria, aggiungendo che spera che possano esserci le condizioni per avviare il tapering del QE entro fine anno.
Questo favorirebbe ulteriormente il dollaro, ma nel frattempo bisognerà innanzitutto verificare l’entità dello stimolo fiscale che verrà effettivamente elargito, l’evoluzione della pandemia e la risposta dell’economia.
Nel breve o poco oltre pertanto il recupero in corso del dollaro potrebbe fare una pausa prima di proseguire.
Nel frattempo, oltre ai dati, saranno da seguire con attenzione i discorsi Fed, per valutare l’evoluzione del processo decisionale interno.

EURL’euro ha aperto la settimana in calo da 1,22 a 1,21 EUR/USD sul generalizzato recupero del dollaro. La prospettiva che la ripresa USA possa riportare l’economia statunitense sui livelli pre-crisi prima rispetto all’area euro dovrebbe favorire il dollaro rispetto alla moneta unica.
Nel breve i supporti chiave rimangono comunque in area 1,20 EUR/USD.

GBPAnche la sterlina ha aperto la settimana in calo da 1,35 a 1,34 GBP/USD, penalizzata però anche dal riaprirsi della possibilità che la BoE possa trovarsi a dover prendere in considerazione l’opzione di tassi negativi.
Dalla BoE ieri Tenreyro, dati gli effetti negativi sull’economia della recrudescenza dei contagi, ha indicato che potrebbe essere necessario nuovo stimolo monetario, mostrando apertura verso la possibilità di portare i tassi in territorio negativo. Questa mattina ci sarà un altro intervento BoE (Broadbent).
Oggi la sterlina apre in parziale recupero, ma si tratta perlopiù di un ritracciamento tecnico dopo il calo di ieri.
Contro euro si è leggermente rafforzata passando da 0,90 a 0,89 EUR/GBP, ma si tratta di movimenti di scarso rilievo che lasciano il cambio in range.

JPYAnche lo yen ha aperto la settimana in calo sul recupero del dollaro portandosi da 103 a 104 USD/JPY, ma a imitare il calo contribuisce la correlazione negativa con le borse (lo yen tende a rafforzarsi quando le borse scendono, come hanno fatto ieri le borse USA).
Contro euro infatti la valuta nipponica si è rafforzata, seppure limitatamente, da 127 a 126 EUR/JPY.
Al di là del breve sulla tendenza di fondo dovrebbe comunque prevalere la dinamica dei rendimenti USA e quindi dei differenziali di rendimento.