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12 Aprile 2022 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Stamane, la stima finale ha confermato che a marzo l’inflazione armonizzata è salita al 5,6% a/a da 7,6%, quella nazionale da 5,1% a 7,3%.
In media annua, l’inflazione tedesca dovrebbe assestarsi oltre il 7% (sull’indice armonizzato), in un contesto di incertezza molto elevata e persistenti rischi al rialzo.

STATI UNITI – La Survey of Consumer Expectations della NY Fed riporta aspettative di inflazione a 1 anno in ulteriore aumento, a 6,6% da 6% previsto a febbraio. Invece, le aspettative a 3 anni correggono a 3,7%, da 3,8% del mese precedente.

 

COMMENTI:

RUSSIA – Mentre le forze armate russe si starebbero riposizionato nel sud del territorio ucraino, si è svolto a Mosca il primo colloquio di Putin con un leader Ue, il cancelliere austriaco Nehammer.
Intanto il governo giapponese ha deciso il congelamento di 398 entità collegate a individui di nazionalità russa, e la Ue sta mettendo a punto i dettagli di un possibile embargo sul petrolio importato da Mosca.

ITALIA – Il Presidente del Consiglio Mario Draghi in Algeria ha firmato un’intesa da cui dovrebbero derivare circa 3 miliardi di metri cubi di gas in più all’Italia quest’anno (attesi crescere a 6 nel 2023 e 9 nel 2024), e ha dichiarato che nuovi accordi verranno sottoscritti per una graduale sostituzione del gas russo.

STATI UNITI – Ieri, Evans (Chicago Fed) ha detto che un rialzo di 50 pb a maggio è ovviamente da considerare e “forse è anche molto probabile”.
Secondo Evans, sarebbe ideale portare i tassi alla neutralità ed è piuttosto probabile che la ripresa prosegua nei prossimi anni.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro sta salendo ulteriormente aggiornando di nuovo i massimi, sorretto dalla prospettiva di una restrizione Fed più robusta.
Nella stessa direzione dovrebbe condurre anche l’ampio aumento dell’inflazione atteso dai dati di oggi
, favorendo il rafforzamento in atto del biglietto verde.
Anche nel breve va comunque tenuta monitorata l’evoluzione della risk aversion che, se ampiamente in calo, toglierebbe parziale sostegno al dollaro.

EURL’euro si mantiene in calo da 1,09 a 1,08 EUR/USD sulla generalizzata forza del dollaro, complici anche le incertezze sul fronte del conflitto, mentre l’UE valuta l’ipotesi di un embargo sul petrolio russo.
I rischi restano verso il basso (downside entro 1,08-1,05 EUR/USD) al divergere dei dati euro e USA nel breve.
Rilevante sarà comunque la riunione BCE giovedì: eventuali segnali di accelerazione del processo di normalizzazione fornirebbero almeno parziale sostegno all’euro.

GBPResta in calo contro dollaro anche la sterlina da 1,30 a 1,29 GBP/USD. Ieri i dati di febbraio (produzione industriale e PIL mensile) hanno infatti deluso, suffragando l’ipotesi di un ciclo di rialzi dei tassi BoE solo moderato.
Positivi oggi i dati sul mercato del lavoro, ma in linea con le attese, coerentemente con altri rialzi nel breve, ma non con un sentiero più robusto successivamente.
Il confronto con il dollaro nel breve resta sfavorevole (downside temporaneo tendenzialmente entro 1,29-1,28 GBP/USD). Contro euro la sterlina si sta mantenendo in area 0,83 EUR/GBP.

JPYLo yen scende ulteriormente contro dollaro aggiornando i minimi da 123 a 125 USD/JPY sul raggiungimento di nuovi massimi da parte dei rendimenti a lunga USA.
Il ministro delle finanze giapponese ha ribadito che le autorità stanno monitorando la dinamica del cambio.
È comunque da attendersi ulteriore debolezza dello yen fintantoché i rendimenti USA continueranno a salire.
La valuta nipponica è scesa anche contro euro da 135 a 137 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

GERMANIA – Oggi l’indice ZEW è atteso calare nuovamente ad aprile, visto il protrarsi del conflitto russo-ucraino e il persistere di forti tensioni sui mercati delle materie prime.
L’indice sulle aspettative è atteso correggere a -49 da -39,3 punti; l’indicatore sulla situazione corrente dovrebbe passare a -29,5 punti da -21,4 di marzo.

STATI UNITI – Oggi il focus sarà sulla pubblicazione del CPI di marzo, previsto in aumento di 1,2% m/m (8,4% a/a), con rischi verso l’alto, spinto dai rialzi di energia e alimentari e ampliato dagli effetti della guerra in Ucraina.
L’indice core è atteso in rialzo di 0,5% m/m (6,6% a/a), sulla scia di aumenti sostenuti nei servizi, in particolare l’abitazione e i servizi aggregativi (ristorazione, ospitalità, tempo libero).
Le auto usate potrebbero correggere su base mensile, includendo con ritardo la flessione vista nel deflatore e nel PPI di febbraio, senza però modificare il trend sempre elevato dei prezzi dei beni core.
Nel complesso, i dati dovrebbero confermare la persistenza, la diffusione e l’ampiezza delle pressioni verso l’alto sull’inflazione, sia headline sia core, e rendere probabile un rialzo del tasso sui Fed Funds di 50pb alla riunione del FOMC a maggio.