Seguci su twitter

Categorie

11 Settembre 2023 – nota economica giornaliera

FRANCIA – Venerdì la produzione industriale è rimbalzata di 0,8% m/m a luglio dopo il calo di -0,9% del mese precedente.
Nel solo settore manifatturiero l’output è cresciuto di 0,7% m/m, un rimbalzo comunque non sufficiente a compensare il tonfo di -1,1% (rivisto al ribasso di un decimo) registrato a giugno: i dati sembrano più interpretabili come un rimbalzo “fisiologico” dopo le contrazioni piuttosto ampie del mese precedente e ci aspettiamo un calo dell’output già a partire da agosto.

SPAGNA – La produzione industriale è tornata a salire modestamente (0,2% m/m da -1%) ma nei prossimi mesi la tendenza dovrebbe restare discendente.

CINA
– Sabato l’inflazione dei prezzi al consumo, dopo un temporaneo calo di -0,3% a/a in luglio, è risalita a 0,1% a/a in agosto, in linea con le attese di consenso.
Le cause principali dell’aumento risiedono nella minore deflazione nel comparto dei carburanti, da -13,2 % in luglio a -4,5% in agosto (per via dell’aumento del prezzo del petrolio), e nell’incremento dei prezzi del comparto del turismo (+16,1% a/a), dei medicinali tradizionali e di alcuni alimentari.
L’inflazione core è rimasta invariata a 0,8% a/a; mentre i prezzi dei beni sono ancora in calo, l’inflazione dei servizi è salita a 1,3% a/a, il massimo degli ultimi 18 mesi, in linea con la migliore dinamica della domanda nel settore.
– La deflazione dei prezzi alla produzione si è ridotta da -4,4% a/a in luglio a -3% a/a in agosto, in parte per la diminuzione dell’effetto base favorevole, registrando un aumento dello 0,2% m/m.

 

COMMENTI:     

BCE – Il focus della settimana sarà giovedì sull’annuncio di politica monetaria della BCE.
L’esito della riunione è molto incerto: riteniamo che i tassi resteranno invariati (DFR: 3.75%), ma con l’indicazione che potrebbero tornare a salire nei prossimi mesi; la BCE confermerà l’approccio basato sui dati.
Infine, non ci attendiamo per ora un’estensione al PEPP la riduzione dei reinvestimenti.
Ricordiamo che la BCE pubblicherà anche l’aggiornamento delle proiezioni macroeconomiche.

STATI UNITI – Venerdì dalla Fed, Daly (Fed di San Francisco) ha ribadito di essere favorevole a un nuovo aumento dei tassi per assicurarsi che l’inflazione scenda verso l’obiettivo del 2%, sostenendo che c’è ancora lavoro da fare ed è troppo presto per dichiarare vittoria.
Non sono attesi nuovi discorsi (anche per la Fed inizia il periodo di silenzio che precede le riunioni di politica monetaria).

 

MERCATI VALUTARI:

USDLa settimana entrante sarà importate per il dollaro che, dopo aver chiuso al rialzo quella passata, oggi apre invece in calo, sia di riflesso al recupero dello yen sia in attesa dell’importante dato di inflazione USA di mercoledì che dovrebbe mostrare ancora un aumento per l’indice “headline” ma un calo dell’indice “core”, che è più importante agli occhi della Fed.
Dai dati in calendario nei giorni successivi (vendite al dettaglio, indice Empire, produzione industriale e indice di fiducia del Michigan) si attendono invece indicazioni miste, ma la tendenza dovrebbe supportare uno scenario di rallentamento nei prossimi mesi.
A meno quindi di sorprese verso l’alto dai dati, in particolare da quelli di inflazione, il dollaro potrebbe indebolirsi ancora.

EURL’euro ha chiuso la settimana passata in calo da 1,08 a 1,06 EUR/USD e anche in questo caso i prossimi giorni saranno cruciali.
A parte i dati USA che restano un driver importante che potrebbe concedere un po’ di sollievo alla moneta unica, determinante sarà la riunione BCE di giovedì.
Le attese sono per tassi fermi, con possibili revisioni verso il basso soprattutto sulle previsioni di crescita ma anche su quelle di inflazione.
Poiché tuttavia il quadro macro non è ancora chiaro perché i segnali di raffreddamento dell’inflazione e di indebolimento dell’attività sono recenti, è probabile che la BCE non chiuda le porte alla possibilità di un altro rialzo successivamente, non questa settimana ma prima di fine anno.
Nel complesso, sotto spinte contrastanti, l’euro potrebbe dunque mantenersi nel range dell’ultima settimana.
Qualora invece la BCE lasciasse intendere come poco probabile ulteriore restrizione monetaria più avanti (oggi il mercato attribuisce una probabilità poco inferiore al 70% di un rialzo a dicembre) l’euro potrebbe aggiornare i minimi (downside in area 1,05 EUR/USD).

GBPAnche la sterlina ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 1,26 a 1,24 GBP/USD e apre al rialzo oggi, principalmente sul ritracciamento del biglietto verde.
Importanti saranno domani i dati sul mercato del lavoro dai quali si attende un aumento del tasso di disoccupazione e una stabilizzazione della dinamica salariale, su livelli comunque ancora molto elevati.
Se le retribuzioni dovessero sorprendere verso l’alto aumenterebbe la probabilità che la BoE alzi ancora i tassi già la prossima settimana (attualmente il mercato lo sconta a poco più del 75%) favorendo un rafforzamento della sterlina.
Nel complesso l’upside della valuta britannica potrebbe essere comunque limitato per via dell’impatto negativo dell’ulteriore restrizione sulla già debole crescita.
Intanto oggi la sterlina è in lieve recupero anche contro euro, seppure limitato in area 0,85 EUR/GBP.

JPYLo yen ha chiuso la settimana passata in calo contro dollaro da 146 a 147 USD/JPY, ma oggi apre al rialzo fino a 145 USD/JPY dopo le dichiarazioni del weekend da parte del governatore della BoJ Ueda che ha indicato che la banca centrale potrebbe abbandonare la politica dei tassi d’interesse negativi quando avrà la percezione che si sia in rotta per perseguire l’obiettivo di inflazione al 2%, aggiungendo che i dati in arrivo entro fine anno potrebbero essere sufficienti per capire se si possano abbandonare i tassi negativi.
A meno di sorprese verso l’alto dai dati USA, queste dichiarazioni di Ueda potrebbero aiutare lo yen a rafforzarsi ancora o almeno a stabilizzarsi.
Lo yen oggi ha aperto al rialzo anche contro euro d 157 a 156 EUR/JPY.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Oggi la produzione industriale è attesa in calo a luglio, dopo il rimbalzo visto nei due mesi precedenti.
La flessione potrebbe essere pari almeno a -0,3% m/m, dopo il +0,5% di giugno.
Le indagini segnalano che sta venendo progressivamente meno il supporto degli ordini arretrati, che la domanda sia dall’estero che dall’interno va indebolendosi, e che le imprese riportano un eccesso di scorte.
Il rimbalzo visto nei mesi di maggio e giugno lascia un’eredità statistica positiva al trimestre estivo, tuttavia i fondamentali di domanda e offerta restano coerenti con una protratta debolezza dell’attività industriale in un orizzonte di almeno 3-6 mesi.

AREA EURO
 – La Commissione Europea pubblicherà oggi l’aggiornamento ad interim delle Previsioni Economiche d’estate.
Rispetto alle stime dello scorso maggio, che avevamo già giudicato ottimistiche, dovremmo assistere a una revisione al ribasso delle proiezioni sul PIL Eurozona: le nostre stime si fermano a 0,5% nel 2023 e 0,9% nel 2024, quelle di Bruxelles dello scorso maggio si attestavano rispettivamente a 1,1% e 1,6%.
Meno ampie invece dovrebbero risultare le correzioni per le stime di inflazione, che potrebbero essere limate intorno a 5,5% per l’anno in corso e a 2,5% per il 2024 (da 5,8% e 2,8% precedenti).
Anche le stime per l’Italia dovrebbero vedere una revisione verso il basso di un paio di decimi della crescita economica sul 2023 e di un decimo sul 2024 (da 1,2% e 1,1% delle stime precedenti), ma i rischi, specie sul prossimo anno, sono verso il basso
– In calendario domani la pubblicazione dell’indagine ZEW di settembre che potrebbe registrare un leggero miglioramento delle aspettative degli analisti circa la congiuntura tedesca, in un contesto però che rimane debole.
– I dati di produzione industriale di luglio dovrebbero, infatti, riportare un calo dell’output nel complesso dell’Eurozona (mercoledì).
– I dati sul costo del lavoro nel 2° trimestre potrebbero mostrare un’accelerazione dei salari orari mentre le stime finali dei prezzi al consumo di agosto dovrebbero confermare il calo dell’inflazione in Italia e il rialzo in Francia.

STATI UNITI
 – Il focus della settimana sarà mercoledì sul dato di inflazione di agosto, che dovrebbe riaccelerare sull’indice headline, spinta dalla componente energetica, e proseguire il trend discendente sull’indice core.
– La produzione industriale è attesa stabile ad agosto, dopo il dato sopra alle aspettative di luglio, mentre le vendite al dettaglio sono viste in leggera flessione sulla scia del rallentamento del comparto auto.
– Infine, le prime indagini di settembre dovrebbero confermare la moderata recessione del settore manufatturiero e il progressivo raffreddamento della fiducia dei consumatori.