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11 Novembre 2019 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan a novembre (prel.) è poco variata a 95,7 da 95,5 di ottobre. L’indice corrente corregge a 110,9 da 113,2 e le aspettative aumentano a 85,9 da 84,2. I dati sono ancora in linea con una espansione dei consumi a ritmi compresi fra 2,5 e 3% t/t ann. nei prossimi trimestri. Le aspettative di inflazione a 5-10 anni aumentano a 2,4% da 2,3% di ottobre, rimanendo all’interno dell’intervallo di fluttuazione dell’ultimo anno.

CINAL’inflazione dei prezzi al consumo è salita oltre le attese (Consenso Bloomberg 3,4% a/a), portandosi da 3,0% a/a di settembre a 3,8% a/a ad ottobre, ancora spinta al rialzo dagli effetti dell’influenza suina sui prezzi della carne di maiale (+101.3% a/a, ormai raddoppiati rispetto all’anno scorso), che trascina verso l’alto tutto il comparto degli alimentari (+15,5% a/a). Il rallentamento dei prezzi negli altri comparti, e il calo in quello dei trasporti e telecomunicazioni, continua a mantenere bassa l’inflazione core, che è rimasta ferma a 1,5% a/a per il terzo mese consecutivo, e quella al netto dei soli alimentari, rallentata da 1% a/a a 0,9% a/a. L’inflazione dei prezzi alla produzione è rimasta in territorio negativo a -1,6% a/a da 1,2% a/a in settembre, spinta al ribasso non solo dal calo dei prezzi delle materie prime ma anche da quello del comparto dei beni manufatti e dagli scavi. L’inflazione continuerà ad essere trascinata al rialzo dall’aumento dei prezzi degli alimentari nei prossimi mesi ma la mancanza di pressioni da domanda manterrà stabile l’inflazione core lasciando ancora intatto lo spazio di manovra per continuare l’allentamento monetario, ulteriormente necessario vista la prosecuzione del calo dei prezzi delle materie prime che rischia di avere un impatto negativo sui profitti delle grandi imprese, e quindi su indebitamento e occupazione.

 

COMMENTI:

SPAGNALa formazione di un governo si preannuncia ancora più complicata dopo il voto di domenica. Il PSOE ha ottenuto soltanto 120 seggi (-3), mentre Unidos Podemos ne ha 35 (-7). Una maggioranza di sinistra è possibile soltanto imbarcando una numerosa ed eterogenea pattuglia di altri partitini, inclusi i movimenti indipendentisti. D’altro canto, la pur forte avanzata del Partito Popolare e della destra di VOX non è sufficiente a rendere praticabile un governo di centrodestra.
L’unica altra opzione per formare una maggioranza di governo è l’alleanza fra i partiti tradizionali, PSOE e PP, che disporrebbe di 208 seggi.

STATI UNITI
Il presidente Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti non hanno concordato una riduzione di tutti i dazi verso la Cina mentre proseguono i negoziati. Trump ha affermato che, mentre la Cina vuole un’inversione dei rialzi attuati finora, non ci sarà una piena eliminazione delle misure restrittive. Le dichiarazioni cinesi degli ultimi giorni, che segnalavano una riduzione dei dazi già attuati in caso di un accordo per la fase 1 dei negoziati, non avevano finora avuto riscontro da fonti americane, a parte lo scetticismo di P. Navarro. Le parole di Trump indicano che gli USA, come prevedibile, non vogliono dare per scontata la riduzione dei dazi, anche se le difficoltà domestiche del presidente hanno indebolito ampiamente la posizione negoziale degli Stati Uniti.
Bostic (Atlanta Fed) ha detto di essere stato contrario all’ultimo taglio dei tassi, dato che era già stata attuata una buona dose di stimolo con i due tagli precedenti e che a suo avviso sarebbe stato opportuno attendere e vedere l’evoluzione dello scenario.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha chiuso la settimana passata in ampio rialzo più che recuperando il calo della precedente, sorretto da dati USA positivi (soprattutto l’ISM non-manifatturiero di martedì, ma anche la fiducia delle famiglie di venerdì che è salita, seppure solo marginalmente) e da un sentiment di fondo favorevole sul fronte USA-Cina, nonostante in alcuni casi il flusso delle notizie in merito appaia contraddittorio. La settimana entrante propone molti dati USA di rilievo e vari discorsi Fed, tra cui Powell giovedì. Tra i dati vi saranno mercoledì l’inflazione, attesa stabile, e venerdì l’indice Empire e le vendite al dettaglio, attesi in miglioramento, nonché la produzione industriale attesa invece ancora in calo ma anche a causa dello sciopero di GM. A meno di delusioni il dollaro dovrebbe quindi riuscire a consolidare o almeno a stabilizzarsi, continuando comunque a risentire anche del flusso di notizie sul fronte USA-Cina.

EUR – L’euro ha chiuso la settimana in calo da 1,1175 a 1,1015 EUR/USD, principalmente a causa del sentiment positivo che ha favorito il dollaro, ma anche per la conferma dell’assenza di spunti di forza propria, come emerso dai dati dell’area. Anche i dati in uscita questa settimana sono attesi fornire nel complesso analoghe indicazioni di debolezza (produzione industriale italiana oggi, Pil tedesco e dell’area giovedì, inflazione dell’area venerdì), eccezion fatta per lo ZEW tedesco domani atteso in miglioramento. A meno di sorprese positive dai dati l’euro dovrebbe pertanto mantenersi tendenzialmente nel range dei giorni scorsi tra 1,10 e 1,11 EUR/USD, con rischio di rottura di quota 1,1000 EUR/USD in caso di sorprese positive dai dati USA o di delusioni da quelli dell’area. In programma anche alcuni discorsi BCE.

GBP – La sterlina ha chiuso la settimana al ribasso contro dollaro da 1,29 a 1,27 GBP/USD per tre ragioni: il generalizzato rafforzamento del biglietto verde, l’incertezza elettorale e la parziale divergenza all’interno della BoE che giovedì ha lasciato i tassi fermi ma con 2 membri che hanno votato per un taglio immediato. Contro euro la sterlina è rimasta stabile nel range 0,85-0,86 EUR/GBP per via del contestuale calo dell’EUR/USD. La settimana entrante propone come dati oggi il Pil del 3° trimestre, atteso in miglioramento, e la produzione industriale, prevista ancora in calo ma a un ritmo più blando, l’inflazione mercoledì attesa in lieve calo e le vendite al dettaglio giovedì attese in miglioramento. A meno di delusioni, soprattutto dal PIL e dalle vendite al dettaglio, la sterlina potrebbe riuscire a evitare ulteriori cali. Eventuali novità di rilievo rispetto ai trend evidenziati dagli ultimi sondaggi elettorali avrebbero comunque il sopravvento sui dati.

JPY – Lo yen ha chiuso la settimana in calo contro dollaro da 108 a 109 USD/JPY, indebolito dal sentiment favorevole sul fronte USA-Cina e dai dati USA positivi. Contro euro si è leggermente rafforzato da 121 a 120 EUR/JPY, per via del maggior calo dell’EUR/USD. Contro dollaro la discesa in area 109 USD/JPY è un segnale di debolezza che potrebbe preludere a un nuovo calo in caso di ulteriore riduzione della risk aversion o di indicazioni positive dai dati USA. Questi ultimi insieme agli sviluppi USA-Cina resteranno i driver principali di questa settimana.

 

PREVISIONI:

ITALIA – La produzione industriale è attesa in calo a settembre. Stimiamo una contrazione di -0,2% m/m, dopo il recupero di +0,3% m/m visto ad agosto. Il contributo dell’energia dovrebbe essere stato negativo. La ripresa dell’export potrebbe aver limitato il calo. Su base annua, l’output è visto in diminuzione a -2,2% (corretto per i giorni lavorativi), da -1,8% precedente: sarebbe il settimo mese consecutivo in territorio recessivo. Le indagini hanno iniziato a dare qualche timido segnale di ripresa degli ordini, che potrebbe riflettersi in una minore debolezza dell’attività produttiva nei prossimi mesi.

AREA EURO
– Tra i dati in uscita questa settimana, l’indice ZEW tedesco è visto in ripresa sulla scia dei segnali di recupero del commercio mondiale, aprendo con indicazioni positive la tornata di indagini congiunturali di novembre. La prima lettura del PIL tedesco nel 3° trimestre dovrebbe mostrare una lieve contrazione dell’economia.
La seconda stima nell’Eurozona è attesa confermare che il PIL ha mantenuto la debole velocità di crociera di 0,2% t/t nel 3° trimestre, e l’inflazione è rallentata a 0,7% a/a a ottobre.
Infine, i dati relativi alla media Eurozona completeranno il quadro dei numeri sulla produzione industriale di settembre: ci attendiamo un calo su base congiunturale in entrambi i casi.

STATI UNITI
– La settimana ha molti dati importanti in uscita, ma non dovrebbero modificare il quadro: consumi in crescita moderata, manifatturiero debole e inflazione sotto controllo.
La prima indagine del manifatturiero di novembre dovrebbe confermare la quasi stagnazione del settore. Fra i dati di attività di ottobre, la produzione industriale dovrebbe registrare un altro ampio calo collegato allo sciopero di GM, mentre le vendite al dettaglio dovrebbero essere in modesto recupero dopo il risultato debole di settembre. Tutti gli indici di prezzo a ottobre dovrebbero confermare un andamento mediamente moderato, con il CPI core in rialzo di 0,2% m/m.
Oggi, Festività federale (Veterans’ Day): mercati azionari aperti, mercati obbligazionari chiusi.