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11 Aprile 2023 – nota economica giornaliera

STATI UNITI – Venerdì, i dati del mercato del lavoro di marzo hanno mostrato un rallentamento della dinamica occupazionale, con una variazione di 236 mila posti dopo 326 mila di febbraio e 472 mila di gennaio.
Il tasso di disoccupazione è tornato a 3,5%, con il tasso di partecipazione a 62,6%, in aumento per il quarto mese consecutivo.
I salari orari sono cresciuti di 0,3% m/m e di 4,2% a/a, mentre l’indice delle ore lavorate è calato di -0,1% m/m.
Le informazioni di marzo, insieme al calo delle posizioni aperte di febbraio e al rialzo dei nuovi sussidi di disoccupazione di inizio aprile, segnalano un possibile trend verso il basso della domanda di lavoro.
Se il CPI di marzo non darà sorprese verso l’alto, a maggio il FOMC potrebbe discutere una pausa nel sentiero dei tassi, come già fatto a marzo, anche se l’esito della prossima riunione resta estremamente incerto.

CINA – L’inflazione dei prezzi al consumo è scesa da 1% a/a in febbraio a 0,7% a/a in marzo, rispetto ad attese di stabilità (consenso Bloomberg: 1% a/a).
La discesa è stata guidata principalmente dal calo dei prezzi degli alimentari (-1,4% m/m e 2,4% a/a in marzo, da 2,6% a/a in febbraio) e dei trasporti (-0,4% m/m e -1,9% a/a in marzo, da zero in febbraio), seguiti dai servizi e articoli per la famiglia e dai servizi per l’abitazione, mentre negli altri comparti l’inflazione è aumentata solo marginalmente.
La discesa continua ad essere trainata dal comparto dei beni, dove l’inflazione è rallentata da 1,2% a/a in febbraio a 0,5% a/a in marzo, mentre la tendenza dei prezzi è lievemente salita nel comparto dei servizi (da 0,6% a/a in febbraio a 0,8% a/a in marzo).
L’inflazione core ha registrato un marginale aumento da 0,6% a/a in febbraio a 0,7% a/a in marzo, guidata dal comparto dell’abbigliamento e dai servizi.
La deflazione dei prezzi alla produzione si è invece ampliata, da -1,4% a/a in febbraio a -2,5% a/a in marzo, principalmente a causa di un effetto base sfavorevole, mentre il livello dei prezzi negli ultimi due mesi si è stabilizzato.
Nonostante le attese di un aumento, in particolare nella seconda metà dell’anno, le rilevazioni molto basse dei primi mesi dell’anno contribuiranno a mantenere contenuta l’inflazione dei prezzi al consumo in media annua, ben al di sotto del target del 3% indicato dal Governo.

 

COMMENTI:                                  

ITALIA – Il Governo dovrebbe approvare oggi pomeriggio il Documento di Economia e Finanza, che secondo indiscrezioni di stampa dovrebbe vedere una revisione al rialzo della stima sul PIL 2023, da 0,6% a 0,9% tendenziale e 1% programmatico (grazie a nuove misure espansive per 3 miliardi), e viceversa una limatura delle proiezioni di crescita per il 2024, da 1,9% a 1,4%. Il deficit per quest’anno potrebbe essere confermato al 4,5% del PIL, ed è atteso rimanere sopra il 3% anche il prossimo anno.
Dovrebbe infine proseguire il calo del rapporto debito/PIL, con un punto di arrivo al 140,9% nel 2025 (dal 141,2% stimato in precedenza).

BCE – Nella BCE sembra ancora prevalente l’orientamento ad alzare i tassi ufficiali, sebbene con diverse sfumature.
Knot (Olanda) pensa che a maggio la scelta sarà fra un rialzo di mezzo punto o uno di un quarto di punto, e ritiene certo che i tassi debbano salire ancora.
De Cos (Spagna) ha detto che se a maggio lo scenario previsionale di marzo sarà ancora valido, i tassi saranno aumentati ancora (una dichiarazione simile a quelle precedenti di Lane).
I tassi impliciti negli OIS sono già conformi a tale impostazione, scontando un rialzo di 25pb con probabilità 86% e un rialzo di 50pb con probabilità 14%.

STATI UNITI
 – Dalla Fed, Williams (NY Fed) ha detto di non essere preoccupato per la divergenza fra lo scenario dei tassi della Fed e quello del mercato.
Secondo Williams, lo scenario di tassi in calo scontato dal mercato potrebbe dipendere da due fattori: uno scenario più pessimistico per via dell’incertezza generata dalla recente turbolenza del sistema bancario, e un maggiore ottimismo sul calo dell’inflazione.
– Sul fronte del sistema bancario, i dati stanno confermando una stabilizzazione dello stress scatenato dai fallimenti di SVB e Signature.
Le informazioni dal bilancio della Fed al 5 aprile hanno mostrato una marginale correzione dei prestiti di emergenza, a 148 mld da 152 mld della settimana precedente, grazie a un calo dell’utilizzo della finestra di sconto di circa 18 mld, a fronte di un incremento di 14,6 mld del Bank Term Funding Program.
Le “altre estensioni di credito”, utilizzate per gestire le banche fallite hanno registrato una flessione di circa 5,5 mld.
Anche i flussi verso i fondi di mercato monetario istituzionali mostrano un trend in rallentamento, con un incremento di 28 mld al 5 aprile, dopo 54,5 mld della settimana precedente, e di circa 50 mld complessivamente.
Per quanto riguarda i bilanci bancari le informazioni sono coerenti con un quadro di stabilizzazione.
I depositi al 29 marzo sono calati di 65 mld in termini destagionalizzati (ma sono in rialzo di 42 mld in termini non destagionalizzati).
La correzione è concentrata fra le banche definite “grandi” (40 mld), cioè le maggiori 25 per attività, che includono anche istituzioni regionali di media dimensione.
I prestiti (“borrowings”) che includono i prestiti di emergenza dalle autorità, sono calati di 24 mld.

GIAPPONE – Il nuovo governatore della BoJ, K. Ueda, ha affermato che la banca centraleproseguirà con la politica monetaria accomodante della precedente leadership”.
Ueda ha detto che intende completare il difficile processo per raggiungere l’obiettivo di inflazione stabilmente al 2%.
Il nuovo governatore ha riconosciuto che le politiche attuate finora hanno determinato alcuni effetti collaterali, ma ha segnalato che intende mantenere in vigore gli elementi principali della strategia ora in atto, inclusi i tassi a breve negativi e il controllo della curva.
Un cambiamento di strategia probabilmente non sarà preparato con anticipo, perché evitare correzioni di mercato premature.
La prima riunione presieduta da Ueda sarà quella del 28-29 aprile.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – La settimana nell’area euro si prospetta povera di dati congiunturali rilevanti.
La produzione industriale italiana è attesa in lieve recupero a febbraio dopo il calo del primo mese dell’anno.
Per produzione industriale dell’intera Eurozona a febbraio si dovrebbe registrare il secondo incremento consecutivo.
– Le stime finali di inflazione di marzo in Germania e Francia dovrebbero confermare il rallentamento visto nella lettura preliminare.
– Questa mattina le vendite al dettaglio dovrebbero tornare a calare come suggerito dai dati delle principali economie, stimiamo di -0,8% m/m dopo la modesta crescita di gennaio.

STATI UNITI – Oggi non ci sono dati in agenda.
Questa settimana avrà due eventi cruciali: il CPI di marzo e i verbali dell’ultima riunione del FOMC.
I verbali del FOMC dovrebbero segnalare l’incertezza relativa alla durata e all’entità della restrizione del credito collegata alla crisi bancaria, pur sottolineando l’impegno a riportare sotto controllo l’inflazione.
Il CPI core di marzo dovrebbe registrare una variazione di 0,4% m/m e mantenere l’inflazione core elevata, a 5,7% a/a.
Altri dati macro di marzo saranno importanti per lo scenario congiunturale, con le vendite al dettaglio attese in modesto rialzo e la produzione in aumento marginale.