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10 Luglio 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA – Venerdì le vendite al dettaglio di maggio sono cresciute dello 0,7% m/m in valore (+3% a/a) e dello 0,2% m/m in volume (-4,7% a/a) dopo essere rispettivamente avanzate di 0,2% e calate di -0,1% nel mese precedente.
Dopo il rimbalzo di inizio 2023 nel 2° trimestre i consumi privati di contabilità nazionale potrebbero crescere solo marginalmente, con la contrazione degli acquisti di beni che dovrebbe risultare compensata da una dinamica ancora positiva per i servizi.

STATI UNTI – Venerdì il rapporto sull’occupazione di giugno ha confermato che il rallentamento della crescita sta avendo ripercussioni anche sul mercato del lavoro.
Il numero di lavoratori dipendenti non-agricoli è salito di 209mila unità, un po’ meno del consenso; assieme alle revisioni dei dati passati, questo ha prodotto una variazione media di 244mila unità nell’ultimo trimestre – con un netto calo delle assunzioni nette rispetto al primo trimestre.
Tale andamento riflette il minor dinamismo delle assunzioni nette nei servizi privati.
Tutte le indagini congiunturali suggeriscono che tale tendenza continuerà nei prossimi mesi, probabilmente accentuata da un ritmo meno intenso di assunzioni nel settore pubblico.
Anche i dati dell’indagine campionaria presso le famiglie confermano che la crescita occupazionale sta rallentando.
Tuttavia, complice la stabilità del tasso di partecipazione alla forza lavoro, il tasso di disoccupazione è calato marginalmente al 3,6%, confermandosi stazionario da circa un anno.
Per quanto concerne la dinamica dei salari orari, l’accelerazione della variazione mensile a 0,4% m/m e di quella annua al 4,4% confermano che servirà un maggiore rallentamento della crescita economica per raffreddare mercato del lavoro e andamento dei salari, anche se qui potrebbero giocare fattori di composizione (minor peso di settori con bassi salari).

CINA – L’inflazione dei prezzi al consumo è scesa da 0,2% a 0,0% in giugno, toccando il minimo da marzo 2021.
Su base mensile, si registra il quinto calo consecutivo (-0,2% m/m).
La diminuzione è spiegata dall’accentuazione della deflazione nel comparto dei trasporti e comunicazioni (da -3,9% a -6,5% a/a in giugno) – dovuta principalmente al calo dei prezzi dei carburanti (-17,6% a/a) – e del comparto degli articoli e servizi per la famiglia (-0,5% a/a in luglio), nonché dal rallentamento dei beni e servizi vari (da 3,1% a 2,4% a/a in giugno).
L’inflazione core, dopo essere oscillata tra 0,6% e 0,7% a/a tra febbraio e maggio, è scesa a 0,4% a/a in giugno, toccando il minimo da aprile 2021, segnalando l’assenza di pressioni da domanda.
La deflazione dei prezzi alla produzione si è intensificata, passando da -4,6% a – 5,4% a/a in giugno, registrando un calo dello 0,8% m/m.
La flessione è guidata soprattutto dalla diminuzione dei prezzi alla produzione delle materie prime, in particolare del comparto minerario (-16,2% a/a) a cui si affianca anche un ulteriore calo dei prezzi dei beni di consumo (-0,5% m/m), in particolare di quelli durevoli (-1,5% a/a).
Il miglioramento atteso nel mercato del lavoro nei prossimi mesi dovrebbe alimentare un aumento dell’inflazione dei servizi e, in misura minore, dei beni non alimentari.
Tuttavia, dati inferiori alle attese nella prima metà dell’anno abbassano il profilo anche per la seconda metà, mantenendo l’inflazione ben al di sotto del target del governo del 3% e lasciando spazio per un ulteriore allentamento monetario.

 

COMMENTI:     

BCE – Il vicepresidente De Guindos ha ribadito che il consiglio direttivo prenderà le decisioni sui tassi sulla base di tre ordini di fattori: la valutazione delle prospettive di inflazione, l’andamento dell’inflazione sottostante, la forza della trasmissione della politica monetaria.
De Guindos ha sottolineato che ci sono miglioramenti e una minore dispersione delle misure di inflazione sottostante; inoltre, ha ribadito l’attenzione della BCE per l’interazione futura tra dinamica salariale e margini di profitto.
Il governatore di Banque de France, F. Villeroy de Galhau, ha dichiarato che la fase di rialzo è vicina agli obiettivi ma che poi bisogna attendersi una fase di stabilità e non una rapida inversione.
Secondo il greco Stournaras, rialzi dei tassi dopo settembre sarebbero sorprendenti.

STATI UNITI – Secondo noi, i dati rafforzano l’ipotesi che la Fed alzi i tassi ufficiali di 25pb alla prossima riunione e mantengono sul tavolo l’opzione di un secondo rialzo successivamente, ma confermano altresì che a questo punto per il successo della politica di disinflazione potrebbe essere più rilevante la durata della fase restrittiva che la sua intensità.
Venerdì, Goolsbee (Chicago Fed) ha dichiarato di non vedere nulla che contraddica lo scenario di un ritorno dell’inflazione al 2% senza recessione; secondo lui, ciò potrebbe richiedere un altro paio di rialzi dei tassi quest’anno.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – La settimana entrante in vedrà la pubblicazione della prima indagine di luglio, la ZEW tedesca, che potrebbe evidenziare una stabilizzazione della situazione corrente a fronte di un ulteriore progresso per le aspettative.
– I dati di produzione industriale di maggio sono attesi registrare un rimbalzo in Italia, dopo quattro mesi di calo, e un modesto incremento per l’Eurozona.
– Non ci aspettiamo revisioni dalle stime finali d’inflazione di giugno in Germania e Francia.

STATI UNITI
– Oggi non ci sono dati di rilievo in calendario.
Questa settimana il focus sarà sul CPI core di giugno, che dovrebbe registrare una variazione di 0,3% m/m e di 5% a/a, minimo da novembre 2021.
Il rallentamento del CPI core dovrebbe essere dovuto in parte ai servizi, specialmente l’abitazione, e in parte ai beni, in particolare le auto usate.
In generale, i trend sottostanti delle variazioni dei prezzi core hanno imboccato sentieri verso il basso che dovrebbero permettere alla Fed di interrompere entro l’estate i rialzi dei tassi.
– Fra gli altri dati, la prima indagine di fiducia dei consumatori di luglio non dovrebbe riportare sostanziali miglioramenti rispetto al progresso registrato a giugno, rimanendo su livelli ancora relativamente bassi.