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10 aprile 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – La produzione industriale è calata a febbraio di -1,2% m/m. Tra i principali settori di attività solo per l’energia si osserva un incremento congiunturale.
Su base annua, l’output si contrae per il dodicesimo mese consecutivo (-2,2% da -1,4% precedente).
Il punto è che, fino a febbraio, l’impatto di Covid-19 era ancora limitato. Stimiamo una flessione congiunturale dell’output di circa il 18% a marzo e il 36% ad aprile, visto che anche le aziende non soggette a chiusura hanno operato a ritmi molto inferiori alla norma, con poche eccezioni (alimentare e farmaceutico). Tra le cause, oltre al calo di domanda, le difficoltà logistiche e le interruzioni delle catene del valore a livello internazionale.

STATI UNITI
 – I nuovi sussidi di disoccupazione nella settimana conclusa il 4 aprile restano su livelli elevatissimi, a 6,606 mln, solo 261 mila in meno rispetto a 6,867 mln della settimana precedente. Il numero di nuovi disoccupati (non destagionalizzato) nelle ultime 4 settimane è di 15,4 mln e dà una misura del calo di occupazione dall’esplosione dell’epidemia e dall’inizio delle misure di social distancing. A livello statale, molti stati registrano ancora significativi aumenti di richieste di sussidio, mentre in alcuni casi una moderata correzione. È probabile che nelle prossime settimane il livello delle nuove richieste scenda, mentre continuerà a salire su livelli record il totale dei sussidi esistenti. Un punto importante da notare è che gran parte dei nuovi “senza lavoro non sarà anche senza reddito. Grazie all’estensione a una platea molto ampia (che include lavoratori della “gig economy” e i free-lance) e all’integrazione di 600 dollari/settimana per quattro mesi dei sussidi, il reddito percepito dai disoccupati/congedati in media a livello nazionale potrebbe corrispondere al reddito mediano annuo ed essere circa il doppio del reddito mediano dei lavoratori nei settori colpiti. Inoltre, nell’employment report di marzo più dell’85% dei disoccupati erano classificati come “disoccupati temporanei”.
– Il PPI a marzo registra una correzione di -0,2% m/m. Per i beni, è da notare l’incremento nel comparto auto (+0,8% mm) e nei farmaci (0,5% m/m), a fronte di ampie correzioni per i beni energetici (-16,8% m/m per la benzina e -34,6% m/m per il petrolio). Fra i servizi, sono in rialzo i servizi ospedalieri (+0,4% m/m) e quelli finanziari, mentre crollano le tariffe aeree (-10% m/m).
Per il PPI si rilevano difficoltà di rilevazione che rendono meno affidabili gli indici in questa fase di chiusura generalizzata di molte attività.
– La fiducia dei consumatori rilevata dall’Univ. of Michigan ad aprile crolla a 71 (da 89,1 di marzo), segnando la variazione più ampia da quando esiste la serie, con contrazioni record per le condizioni correnti (da 103,7 a 72,4).
La componente aspettative (da 79,4 a 70) è stata sostenuta dalla percezione che la crescita dei contagi e dei decessi siano vicini al picco e che quindi l’economia potrà riaprire in tempi relativamente rapidi.
Tuttavia, il direttore dell’indagine segnala che probabilmente queste aspettative relativamente positive sono eccessivamente ottimistiche e che probabilmente l’indice di fiducia e le sue componenti nei prossimi mesi dovranno ancora correggere adattandosi a un quadro di ripresa meno rapida rispetto a quanto previsto ora dalle famiglie.

CINA – L’inflazione dei prezzi al consumo è scesa da 5,2% a/a in febbraio a 4,3% a/a in marzo, registrando un calo dell’1,2%m/m. Quasi tutti i comparti hanno registrato un calo dei prezzi a marzo rispetto al mese scorso, maggiore per i beni (-1,7% m/m) che per i servizi (-0,3% m/m), in particolare gli alimentari (-3,8% m/m) e i carburanti (-9,5% m/m).
La dinamica dei prezzi della carne di maiale, maggior responsabile dell’aumento dei prezzi degli alimentari nel 2019, rimane elevata (+116,4% a/a) ma in un sentiero di rallentamento (+135,2% a febbraio), aiutata da maggiori importazioni e dal ricorso alle riserve statali. L’inflazione core (al netto di alimentari ed energia) è salita da 1% a 1,2% a/a, a causa degli aumenti nei comparti dei medicinali, della cultura e intrattenimento, e di altri servizi, ma rimane sui minimi storici. L’inflazione dei prezzi alla produzione è scesa dell’1,5% a/a dopo un calo dello 0,4% in febbraio, trainata al ribasso dalla discesa dei prezzi delle materie prime. L’inflazione è attesa in ulteriore rallentamento nei prossimi mesi offrendo maggiore spazio all’allentamento della politica monetaria.

 

COMMENTI:

ITALIA – Secondo quanto emerso da fonti sindacali dopo l’incontro in videoconferenza con il governo, l’esecutivo è intenzionato a prorogare le misure restrittive sulle attività economiche e le limitazioni agli spostamenti fino al 3 maggio. Durante l’incontro, il presidente del Consiglio avrebbe menzionato l’ipotesi di procedere a qualche limitato ampliamento dei codici Ateco esclusi dalle restrizioni. Il nuovo DPCM dovrebbe essere varato entro sabato, ma non si esclude che possa essere chiuso già nelle prossime ore. Nella riunione tra governo e parti sociali è stato deciso che un comitato di esperti del mondo dell’industria e dell’economia affiancherà quello tecnico-scientifico nelle decisioni e si pronuncerà anche sull’aggiornamento delle misure previste dal protocollo sulla sicurezza negli ambienti di lavoro.
L’OMS e gli esperti del comitato tecnico-scientifico premono per una gestione cauta, sottolineando che la “fase 2” di graduale riapertura dovrà essere lenta e progressiva.

AREA EURO – L’Eurogruppo ha annunciato nella notte l’accordo sul pacchetto aggiuntivo di misure per la crisi COVID-19:
• Il gruppo BEI costituirà un fondo di garanzia pan-europeo di €25mld, con l’intenzione di utilizzarlo a supporto di un programma di erogazioni alle imprese europee che potrebbe arrivare a €200mld.
• È stata approvata la costituzione di SURE, uno strumento transitorio di assistenza finanziaria basato sull’art. 122 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. SURE erogherà prestiti agli Stati membri “a condizioni favorevoli” per sostenere i programmi di protezione dei lavoratori e dell’occupazione.
Si prospetta di farlo arrivare a €100mld, appoggiandosi al bilancio UE e a garanzie prestate dagli Stati membri.
• Il MES istituirà il Pandemic Crisis Support, basato sul meccanismo ECCL esistente. Il PCS sarà disponibile a condizioni uniformi, senza necessità di negoziare un memorandum specifico, con l’unico vincolo di utilizzare la linea di credito per finanziare direttamente o indirettamente la spesa sanitaria e le misure di prevenzione dovute a COVID-19. La linea di credito sarà pari al 2% del PIL dello Stato richiedente alla fine del 2019 (quindi, non oltre 35,8 miliardi per l’Italia). Si punta a rendere lo strumento disponibile entro 2 settimane, attivando subito le procedure nazionali di ratifica.
D’altro canto, una volta superata l’emergenza, “gli Stati membri[…]rimarranno impegnati a rafforzare le proprie fondamenta economico-finanziarie, coerentemente con il regime di coordinamento e sorveglianza economica e fiscale dell’UE, compresa l’eventuale flessibilità applicata.
• Infine, il comunicato fa menzione di un accordo “per lavorare su un Recovery Fund”, che fornisca “finanziamenti attraverso il bilancio dell’UE a programmi progettati per rilanciare l’economia in linea con le priorità europee e garantire la solidarietà dell’UE con gli Stati membri più colpiti”. “Tale fondo sarebbe temporaneo, mirato e commisurato ai costi straordinari dell’attuale crisi, che contribuirebbe a diluire nel tempo”.
Il riferimento al bilancio UE, che peraltro potrebbe consentire di evitare ulteriore aumento del debito nazionale in relazione alla quota di spesa finanziata dal Recovery Fund, implica però che le risorse saranno nel migliore dei casi disponibili dal 2021. Nel complesso, la rete di sicurezza per ora poggia per ora quasi esclusivamente sui programmi di acquisto BCE.

BCE – Il resoconto della riunione straordinaria del 18 marzo mostra un consenso unanime nel consiglio riguardo alla necessità di una risposta monetaria decisa. Il sostegno alle misure proposte da Lane è stato ampio, ma diversificato. L’estensione degli acquisti ha trovato consenso molto ampio.
Generale consenso” si è riscontrato anche in merito all’allentamento dei criteri sulle garanzie per le operazioni di mercato aperto.
Il PEPP è stato appoggiato da una “ampia” maggioranza. I dissenzienti avrebbero preferito ampliare l’APP o considerare le OMT: la prima opzione è stata respinta a causa della natura temporanea dello shock; l’opzione OMT è stata ritenuta inadeguata perché lo shock attuale non è specifico a un singolo paese.
La discussione aveva affrontato anche la possibilità di un taglio dei tassi per contrastare il rialzo della curva dei tassi risk-free, riduzioni dei limiti di rating per il debito privato, inclusione di altre asset class nel programma di acquisto.

STATI UNITI – US Covid-19 update
Contagi 465.750, nuovi contagi giornalieri 32.400, decessi 16.684, guarigioni 25.960 (Fonte: JHU).
Il Senato ha bocciato due proposte alternative presentate da repubblicani e democratici per dare ulteriori finanziamenti per 250 mld di dollari al programma di sostegno alle piccole imprese. I democratici richiedono anche misure per finanziare stati, enti locali e strutture sanitarie per circa 250 mld.
Il segretario del Tesoro ha detto che l’economia potrebbe “riaprire” entro fine maggio, non appena il presidente lo riterrà opportuno sulla base delle questioni sanitarie.
La Casa Binaca starebbe, secondo il WSJ, costituendo una seconda task force per Covid-19, parallela a quella guidata dal vice-presidente Pence, per valutare anche la strategia e i tempi della riapertura.
La nuova task force includerebbe Mnuchin, Kudlow e Hassett. In ogni caso le misure di vero e proprio lockdown sono state a livello statale, quindi non è chiaro quanto potere abbia l’amministrazione per modificare la situazione, dato che l’unico segnale dipendente dall’amministrazione è quello di social distancing fino a fine aprile.
L’Internal Revenue Service ha esteso anche ad altri settori lo spostamento al 15 luglio delle scadenze fiscali del 15 aprile già annunciate per gli individui.
Powell, in un discorso sull’economia e sulla risposta di politica monetaria all’epidemia, ha annunciato l’introduzione di nuove facility per aumentare il flusso di credito e ha affermato che la Fed userà il proprio potere di finanziamento “energicamente, proattivamente e aggressivamente fino a quando non saremo fiduciosi di essere solidamente sulla strada della ripresa”. Powell però ha anche ricordato i limiti della politica monetaria in questi frangenti: la banca centrale ha il potere di prestare, il governo quello di spendere.
La Fed ha annunciato nuove misure per sostenere l’erogazione del credito in questa fase di vincoli all’attività:
• Per rafforzare l’efficacia del Paycheck Protection Program gestito dalla Small Business Administration, la Fed istituisce una nuova facility (Paycheck Protection Program Lending Facility) per erogare liquidità a istituzioni finanziarie con la garanzia di prestiti a piccole imprese;
• Per sostenere il credito a piccole e medie imprese, la Fed acquisterà fino a 600 mld di prestiti attraverso il Main Street Lending Program attraverso le garanzie dei fondi allocati dal CARES Act;
• Per aumentare il flusso di credito a famiglie e imprese, la Fed incrementa la dimensione e la copertura delle Primary e Secondary Market Corporate Credit Facility oltre che della Term Asset Backed Securities Loan Facility, Questi tre programmi ora potranno erogare finanziamenti fino a 850 mld di dollari;
• Per contenere gli effetti negativi sui cash-flow, la Fed istituisce la Municipal Liquidity Facility che potrà erogare finanziamenti fino a 500 mld di dollari, per contenere gli effetti negativi sui cash-flow di stati ed enti locali.
– Il bilancio della Fed è alle soglie di 6 tln di dollari (6,05 tln) nella settimana conclusa l’8 aprile. Dal lato dell’attivo, i titoli acquistati sono pari a 4,97 tln, di cui 3,5 tln in titoli del Tesoro e 1,46 tln in MBS.
I repo sono pari a 227 mld; i prestiti, a 130 mld, riflettono ricorso alla finestra di sconto e alle nuove facility aperte per erogare credito. L’attività di swap con altre banche centrali è pari a 385 mld.
Dal lato del passivo, il circolante è a 1,88 tln, le riserve sono a 2,76 tln, e il conto del Tesoro è a 698 mld.
Il bilancio toccherà nuovi massimi e sulla base degli annunci fatti finora potrebbe superare i 9 tln.

STATI UNITI – Il BLS ha segnalato in un documento specifico le difficoltà nella compilazione degli indici, e riferito che la raccolta di dati di persona (che copre circa il 65% dei dati) a partire da metà marzo è stata interrotta a livello nazionale e a partire dal 5 marzo nell’area di Seattle, lasciando solo la raccolta via internet e via telefono. I dati potrebbero non essere pubblicati in caso non ci fossero rilevazioni dirette relative ad aree geografiche che coprano una percentuale minima in ogni area geografica.
Il BLS dichiara che difficilmente potranno esserci stime del bias causato dall’epidemia ai dati pubblicati. Tutti i dati ottenuti con rilevazioni campionarie saranno molto poco affidabili nei prossimi mesi.
Il trend dei prossimi mesi sarà, a nostro avviso, di significativa disinflazione e di ulteriore allontanamento del deflatore core dal 2%.
La previsione dell’inflazione dopo il 2021 è tuttavia più incerta, con una possibile svolta verso l’alto dovuta a strozzature all’offerta (anche per gli alimentari, con il blocco dei migranti in agricoltura, oltre che per il manifatturiero per l’interruzione delle catene produttive) e gli effetti difficili da prevedere della crescita della liquidità e dell’implicita monetizzazione del debito in atto nel 2020.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro è tornato a correggere sui sussidi di disoccupazione che si sono attestati ancora su livelli record salendo più delle attese e sull’annuncio da parte della Fed di nuove misure per sostenere l’erogazione del credito, funzione che Powell ha assicurato che verrà esercitata pienamente e massimamente fino a che l’economia non si sarà re-immessa su un sentiero di ripresa.
L’inflazione oggi è attesa in calo ma i numeri potrebbero essere distorti dai problemi di rilevazione dovuti alle restrizioni imposte per fronteggiare il coronavirus.
A meno di sviluppi particolari il biglietto verde dovrebbe chiudere la settimana al ribasso. Mercati USA chiusi oggi per le festività pasquali.

EUR – L’euro ha ripreso a salire, portandosi da 1,08 a 1,09 EUR/USD, sostenuto anche dall’aspettativa del varo da parte dell’Eurogruppo di un pacchetto di sostegno all’economia per fronteggiare la pandemia, che è stato infatti annunciato ieri sera. Resistenze importanti in area 1,10 EUR/USD.

GBP – Anche la sterlina si è rafforzata, leggermente, da 1,23 a 1,24 GBP/USD sul calo del dollaro, restando stabile contro euro in area 0,87 EUR/GBP per via del contestuale rafforzamento dell’EUR/USD. Nonostante il recupero in atto la valuta britannica resta a rischio di nuovi cedimenti per il duplice livello di incertezza che grava sull’economia domestica: coronavirus e negoziati con l’UE. Migliorate intanto le condizioni del premier Johnson, che è stato dimesso dalla terapia intensiva: rimane sotto osservazione in ospedale.

JPY – Lo yen è tornato a rafforzarsi da 109 a 108 USD/JPY sul calo generalizzato del dollaro, cedendo invece contro euro da 118,06 a 119,00 EUR/JPY per via della più ampia salita dell’EUR/USD. Continuano però a scarseggiare gli spunti di carattere direzionale.

 

PREVISIONI:

FRANCIA – La produzione industriale è vista ferma a febbraio, dopo la crescita di +1,2% m/m registrata a gennaio. Nel mese le indagini di fiducia INSEE e PMI per il comparto manifatturiero avevano indicato una flessione del morale, ma la survey di Banque de France aveva evidenziato, in controtendenza, un’espansione. Su base annua, l’output dovrebbe risultare poco variato (da -2,8% precedente). Ci attendiamo un crollo dell’attività produttiva tra marzo e aprile.

STATI UNITI – Il CPI a marzo dovrebbe correggere, dopo +0,1% m/m di febbraio, mentre l’indice core è atteso in calo, con rischi verso il basso, dopo 0,2% m/m del mese precedente.
L’indice headline dovrebbe essere spinto verso il basso dalla componente energetica, con un calo di circa il 20% del prezzo della benzina rispetto al mese precedente.
L’indice core dovrebbe registrare contrazioni marcate nelle voci colpite direttamente dall’epidemia e rialzi nei comparti collegati all’accumulo di scorte di emergenza da parte delle famiglie.
Per quanto riguarda i beni core, i prezzi dovrebbero esser in ampio calo, intorno a -0,3/-0,4% m/m, sulla scia di sconti marcati e “fuori stagione” nell’abbigliamento e in altri segmenti della spesa discrezionale, a fronte di incrementi anche solidi per i beni di prima necessità che però hanno un peso molto limitato sull’indice.
Per quanto riguarda i servizi ex-energia, ci dovrebbero essere tendenze contrastanti, con un crollo delle tariffe alberghiere e aeree, aggravato dai fattori di destagionalizzazione, dato che in questa stagione tutte le voci collegate al turismo registrano tipicamente aumenti, almeno fino a giugno.
Tuttavia, sanità e abitazione dovrebbero sostenere i prezzi dei servizi ex-energia nel loro complesso e mantenere la variazione mensile marginalmente positiva (con rischi verso il basso).