Seguci su twitter

Categorie

09 Giugno 2021- nota economica giornaliera

ITALIA – Ad aprile le vendite al dettaglio sono calate di -0,4% m/m in valore (-0,4% m/m in volume) dopo la sostanziale stagnazione registrata nel mese precedente.
La crescita tendenziale ha invece mostrato un’accelerazione a 30,4% da 23,5% in valore (31,5% da 24,2% in volume) per via del confronto con aprile 2020, il mese di massima severità delle misure restrittive.
Ad aprile, come già a marzo, sono stati gli acquisti di prodotti non alimentari a trainare il calo (-1,5% m/m da -1,6% m/m in valore) a fronte di un andamento positivo per i beni alimentari (+1,0% m/m da +1,9% m/m).
A partire da maggio, e in misura maggiore a giugno, il graduale allentamento delle restrizioni dovrebbe permettere un deciso rimbalzo delle vendite al dettaglio.

AREA EURO
– La stima finale del PIL relativa al 1° trimestre è stata rivista verso l’alto, a -0,3% t/t dopo il -0,6% t/t della prima lettura. In termini tendenziali la contrazione si porta a -1,3% da -1,8% precedente.
È stata la flessione dei consumi privati (-2,3% t/t) a pesare sulla crescita, a fronte di un contenuto incremento per gli investimenti (+0,2% t/t) e di una stagnazione per i consumi pubblici.
Marginalmente positivo l’apporto del canale estero (+0,1 punti percentuali) grazie ad esportazioni in crescita ad un ritmo leggermente più elevato rispetto alle importazioni (+1,0% contro +0,9% t/t).
Le scorte infine hanno contribuito positivamente alla crescita per sette decimi.
La revisione al rialzo è imputabile all’ampio balzo registrato dal PIL irlandese (+7,8% t/t), un dato tipicamente assai volatile.
Dopo due trimestri di contrazione, il PIL area euro è atteso mostrare un rimbalzo dell’ordine di almeno un punto percentuale nel trimestre in corso, e una accelerazione dell’ordine di due punti nei mesi estivi. I livelli di attività pre-COVID potrebbero essere recuperati a inizio 2022.
 – La stima finale dell’occupazione nel 1° trimestre ha confermato la contrazione di -0,3% t/t mentre il calo tendenziale è stato ridimensionato a -1,8% da -2,1% precedente.
Le ore lavorate hanno subito una flessione più accentuata (-0,8% t/t, -3,4% a/a).
Dall’inizio della pandemia gli occupati in area euro sono calati di circa 3,4 milioni, in misura minore rispetto al previsto grazie al supporto fornito dai Governi che ha permesso alle imprese di proteggere, almeno in parte, i livelli occupazionali riducendo le ore lavorate.
Nei prossimi mesi, sull’onda della ripresa economica, dovremmo assistere ad un rimbalzo delle ore lavorate e ad un graduale incremento degli occupati, come peraltro suggeriscono le più recenti indagini di fiducia.

GERMANIA – A dispetto delle attese, l’indice ZEW è calato nel mese di giugno, con l’indice delle aspettative che è passato a 79,8 da 84,4 di maggio (massimo da febbraio 2000).
Di contro, la valutazione sulla situazione corrente ha mostrato un deciso miglioramento, a -9,1 da -40,1 precedente, grazie al marcato miglioramento della situazione sanitaria.
L’indice è coerente con una crescita congiunturale del PIL su ritmi di almeno 2% t/t tra 2° e 3° trimestre.

STATI UNITI
– La bilancia commerciale ad aprile registra un deficit di -68,9 mld di dollari, in chiusura di 6,1 mld da marzo, con le esportazioni in rialzo di 1,1% m/m e le importazioni in calo di -1,4% m/m, in linea con le indicazioni della bilancia preliminare dei beni.
Le esportazioni di beni sono spinte principalmente dai beni capitali e dalle materie prime, a fronte di correzioni nel comparto auto (per vincoli all’offerta) e nei beni al consumo.
Dal lato dell’import, rallentano le materie prime, le auto e i beni di consumo, mentre per i beni di investimento si registra un modesto incremento.
La rotazione della domanda USA verso i servizi riduce le importazioni di beni, mentre per i partner commerciali, più indietro nella fase di ripresa e di controllo della pandemia, prevale ancora la forte dinamica della domanda di beni.
Il contributo delle esportazioni nette, ampiamente negativo nel 1° trimestre, dovrebbe essere modestamente positivo nel secondo.
– I dati sui flussi di lavoro rilevati dalla Job Openings and Labor Turnover Survey a maggio mostrano un ulteriore aumento delle posizioni aperte, che toccano il massimo storico a 9,3 mln, dando ulteriori segnali di eccesso di domanda sul mercato del lavoro.
Il rapporto disoccupati/posizioni aperte, a 1,2, è sul livello di marzo 2020, con indicazioni di restrizioni dal lato dell’offerta, in particolare nei servizi ricreativi e dell’ospitalità.
Parallelamente, le dimissioni volontarie sono salite a livelli record, mentre i licenziamenti continuano a calare.

CINA – L’inflazione dei prezzi al consumo in maggio è salita meno delle attese (consenso Bloomberg 1,6% a/a) portandosi a 1,3% a/a da 0,9% a/a in aprile, nonostante la sorpresa al rialzo dell’inflazione dei prezzi alla produzione (Consenso Bloomberg 8,5% a/a), balzata da 6,8% a/a in aprile a 9% a/a in maggio, sui massimi dall’ottobre del 2008.
L’aumento dei prezzi alla produzione è spiegato per lo più da un aumento consistente dei prezzi rispetto ad aprile, 1,6% m/m (lo stesso di marzo) e solo in parte da un effetto base sfavorevole.
L’aumento dei prezzi continua ad essere concentrato nei beni di produzione dell’attività mineraria (+36,4% a/a in maggio da 24,9% a/a in aprile) e nelle materie prime industriali (+ 18,8% in maggio da 15.2 a/a in aprile) mentre resta molto più contenuto, seppur in aumento tendenziale per il terzo mese consecutivo, nei beni di consumo (+0,5% a/a in maggio da 0,3% a/a in aprile).
Il comparto dei trasporti ha continuato a fornire il maggior contributo all’aumento dell’inflazione tendenziale dei prezzi al consumo, spinto al rialzo dall’aumento dei prezzi dei carburanti (+21,3% a/a in maggio da 19,4% a/a in aprile), seguiti dagli alimentari, dal comparto della cultura e attività ricreative e dalle spese per l’abitazione.
In termini congiunturali però i prezzi degli alimentari hanno registrato un calo per il terzo mese consecutivo, e negli altri due comparti gli aumenti sono stati contenuti, contribuendo ad una variazione negativa m/m dell’inflazione totale che persiste da marzo (-0,2% m/m in maggio).
L’inflazione core è salita dello 0,1% m/m limitando l’aumento dell’inflazione tendenziale da 0,7% a/a in aprile a 0,9% a/a in maggio.
I dati continuano a segnalare che la trasmissione degli aumenti dai prezzi alla produzione a quelli al consumo rimane moderata in linea con la scarsa trasmissione passata, grazie all’assenza di pressioni da domanda, alla forte concorrenza tra le imprese e all’aiuto dell’apprezzamento del cambio.
L’inflazione dei prezzi alla produzione potrebbe essere vicina al picco nonostante il permanere di strozzature dell’offerta a livello internazionale, grazie ad un effetto base che tornerà favorevole nei prossimi mesi.
Il Governo ha comunque annunciato a fine maggio diverse misure per contrastare comportamenti speculativi da parte delle imprese, disincentivare le esportazioni di materie prime (riduzione o cancellazione dei ristori alle esportazioni e aumento dei dazi sull’export, per esempio sull’acciaio) e favorirne le importazioni (riduzione o esenzione dei dazi su alcuni prodotti), in modo da aumentare l’offerta interna, compreso il carbone.

 

COMMENTI:

UNIONE EUROPEA – Secondo quanto dichiarato ieri da Bohan (Commissione Europea) e riportato da Reuters, la prima emissione obbligazionaria a copertura del fondo per la ripresa e la resilienza avverrà nei prossimi giorni.
Altre due emissioni sono previste in luglio. La Commissione attiverà anche un programma di emissione di debito a breve termine e inizierà a operare tramite aste da settembre.
Il quadro di riferimento per le emissioni “verdi” sarà definito entro settembre.

STATI UNITI – Il Senato ha approvato un disegno di legge bipartisan che finanzia spese per ricerca e sviluppo in tecnologie pari a 250 mld di dollari, con l’obiettivo di aumentare la competitività americana e ridurre la dipendenza dalle importazioni nel settore dei semiconduttori (con misure per 52 mld), incrementando anche il ruolo della National Science Foundation.
Ora il testo andrà alla Camera per la discussione.
Nel frattempo, l’Amministrazione ha interrotto i negoziati con i senatori repubblicani guidati da S. Capito sul piano per le infrastrutture, affermando che le concessioni offerte dal lato democratico non hanno generato un corrispondente sforzo da parte repubblicana, in particolare sul fronte del finanziamento.
Intanto un gruppo di senatori bipartisan sta discutendo un piano per 900 mld in 5 anni su cui si potrebbe trovare un accordo, anche se per ora rimane aperta la questione relativa al finanziamento della spesa.
Rimane comunque difficile raccogliere 10 voti repubblicani al Senato, vista l’impossibilità di utilizzare la procedura di reconciliation, come chiarito la settimana scorsa dalla Senate Parlamentarian.