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9 Febbraio 2022 – nota economica giornaliera

ITALIA – Le vendite al dettaglio sono cresciute di 0,9% m/m a dicembre (9,4% a/a) dopo la flessione di -0,4% vista a novembre.
Nel 4° trimestre le vendite sono cresciute di 1,1% t/t; stimiamo però un rallentamento a inizio 2022, sulla scia della risalita dei contagi e dei rincari dei prezzi.

GERMANIA – Questa mattina i dati destagionalizzati e corretti per gli effetti del calendario sul commercio internazionale di dicembre hanno evidenziato una crescita sia delle esportazioni (+0,9% m/m), che delle importazioni (+4,7% m/m). Il surplus è risultato pari a 6,8 mld (in termini destagionalizzati) in dicembre e a 173,3 mld nell’intero 2021.

SPAGNA – A dicembre la produzione industriale è calata di -2,6% m/m dopo il robusto incremento di 3,9% registrato a novembre, riuscendo comunque a chiudere il trimestre in espansione di 1,4% t/t

STATI UNITI – Ieri, la bilancia commerciale di dicembre ha mostrato un deficit in moderato rialzo a -80,7 da -79,3 miliardi, limitato dalla ripresa dell’esportazione di servizi legata alla riapertura del turismo internazionale.
Per i beni, si registra un incremento di 1,3% m/m delle esportazioni a fronte di un aumento più rapido delle importazioni (+2% m/m).
Nel comparto dei servizi, l’export è in rialzo di 2% m/m (dopo 5,3% m/m a novembre) e l’import in calo di -0,7% m/m.
Il contributo delle esportazioni nette alla crescita di fine 2021 è circa nullo.

 

COMMENTI:

BCEVilleroy de Galhau, governatore di Banque de France, ha ribadito che la sua aspettativa è che l’inflazione sia in calo nel 2022 e ritorni sotto il 2%, rassicurando che la Banca centrale sarà in grado di riportare l’inflazione a quel livello nel medio termine.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è rafforzato ieri grazie all’ulteriore salita dei rendimenti, sia a breve che a lunga, che hanno inaugurato nuovi massimi.
I progressi sono stati comunque contenuti e oggi il biglietto verde è in marginale arretramento, ma questo è coerente con le scarse novità di questi giorni, in vista dei dati di inflazione di domani, attesi in ampio aumento.
I discorsi Fed di oggi supporteranno lo scenario di un primo rialzo dei tassi a marzo, ma essendo questo scontato l’effetto sul dollaro potrebbe essere scarso.
La tendenza di fondo della valuta statunitense resta comunque al rialzo nel breve, in prospettiva di un sentiero di aggiustamento Fed significativo.

EURL’euro è sceso leggermente ieri da 1,1448 a 1,1394 EUR/USD, sulla scia delle precedenti dichiarazioni di Lagarde che avevano smorzato le attese per un’accelerazione significativa del sentiero di aggiustamento BCE.
In assenza di spunti di rilievo oggi dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi, in attesa dei dati di inflazione USA domani che, se non deluderanno, dovrebbero invece contribuire a indebolire leggermente l’euro (downside in area 1,13 EUR/USD).

GBPLa sterlina si mantiene in leggero rafforzamento, sia contro dollaro, in area 1,35 GBP/USD, sia contro euro, in area 0,84 EUR/GBP, supportata dalla prospettiva di una prosecuzione regolare del ciclo di rialzi dei tassi BoE, e dall’eventualità che il prossimo rialzo possa arrivare già a marzo.
Per verificare tale possibilità saranno da seguire i discorsi BoE. Oggi è in programma un intervento di Pill.
Pill a febbraio aveva votato per soli 25 pb, ma eventuali dichiarazioni hawkish – come quelle di Broadbent che ha spiegato di aver votato per 25 pb al fine di non spingere ulteriormente sulla curva dei redimenti – fornirebbero sostegno alla sterlina.

JPYLo yen si è indebolito ieri contro dollaro per via dell’ulteriore salita dei rendimenti USA, ma si è mantenuto in area 115 USD/JPY.
Oggi è in marginale recupero, complice anche il calo della risk aversion, ma ulteriore indebolimento dovrebbe aversi domani se i rendimenti USA saliranno ancora sull’atteso aumento dell’inflazione statunitense.
Lo yen è sceso ieri anche contro euro, da 131 a 132 EUR/JPY, e anche qui sta leggermente ritracciando oggi, restando comunque in range.

 

PREVISIONI:

ITALIA – Vediamo un calo di -0,5% m/m della produzione industriale a dicembre, dopo il balzo di 1,9% registrato nel mese precedente.
La flessione potrebbe proseguire a gennaio, sulla scia dei rincari delle materie prime energetiche e della accelerazione dell’ondata pandemica.

STATI UNITI – Oggi non ci sono dati in uscita. Due discorsi dalla Fed (Bowman e Mester) dovrebbero confermare il consenso generalizzato nel FOMC per una svolta dei tassi a marzo.