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08 Settembre 2020 – nota economica giornaliera

GERMANIA – I dati di luglio sulla bilancia commerciale mostrano un’ulteriore ripresa di esportazioni (+4,7% m/m) e importazioni (+1,1% m/m), anche se i livelli restano inferiori a quelli di un anno prima rispettivamente di 11% e 11,3%. La contrazione dei flussi commerciali è stata maggiore con i paesi extra-UE che con gli altri Stati membri dell’Unione.

GIAPPONE – La seconda stima del PIL del 2° trimestre è rivista verso il basso solo marginalmente a -7,9% t/t (-28,1% t/t ann.), da -7,8% t/t (-27,8% t/t ann.).
La domanda domestica corregge di -6,5% t/t (da -4,8% t/t): all’interno della domanda privata (in calo di -4,8% t/t), si rilevano variazioni di rilievo delle varie componenti rispetto alla prima lettura dei dati.
I consumi calano di -7,9% t/t (da -8,2% t/t), gli investimenti fissi non residenziali, come atteso, sono rivisti verso il basso a -4,7% t/t (da -1,5% t/t), a fronte di una maggiore accumulazione di scorte (con un contributo di 0,3 pp).
Il contributo del canale estero resta negativo (-3 pp), per via del crollo dell’export (-18,5% t/t) a fronte di una variazione modesta delle importazioni (-0,5% t/t).
Il contributo della spesa pubblica è nullo, con la variazione degli investimenti compensata dal calo dei consumi.
Le manovre di stimolo attuate nella parte centrale dell’anno sono state mirate a sostenere direttamente il reddito delle famiglie.
L’accumulo di scorte e la debolezza degli investimenti non residenziali rappresentano freni alla ripresa attesa per la seconda metà dell’anno, che dovrebbe vedere variazioni di 1,55 t/t e 1,1% t/t, rispettivamente.
Nelle prossime settimane la crisi di governo aperta con le dimissioni di Abe per motivi di salute dovrebbe concludersi con la nomina del nuovo segretario dell’LDP, che diventerà primo ministro fino a fine 2021. È probabile che, chiunque sia il successore di Abe, il nuovo governo debba introdurre una nuova manovra di sostegno alla crescita entro fine anno.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha aperto la settimana in modesto rafforzamento ma, essendo gli scambi limitati con mercati chiusi ieri per il Labor Day, il vero test si avrà nei prossimi giorni, in particolare giovedì sull’esito della riunione BCE (tramite la reazione dell’euro).

EURL’euro ha aperto la settimana in lieve arretramento (minimo odierno a 1,1793 EUR/USD). I dati di produzione industriale sono risultati più deboli delle attese, ma al di là di questo dopo l’ampio apprezzamento estivo del cambio sembrano ora necessari nuovi elementi per sostenere un ulteriore rafforzamento della moneta unica.
Una pausa o un ritracciamento appaiono pertanto giustificati. Il test chiave si avrà comunque giovedì, con la riunione BCE.
Oggi intanto si potrà osservare la reazione di fronte a un’eventuale revisione del PIL dell’area.

GBPDiversamente dalle altre majors, la sterlina ha aperto la settimana con una dinamica più precisa, al ribasso, sia contro dollaro da 1,32 a 1,31 GBP/USD sia contro euro in area 0,89 EUR/GBP.
A penalizzarla è stata la notizia pubblicata dall’FT secondo cui il Regno Unito vorrebbe scavalcare alcune parti dell’Accordo di Recesso dall’UE, in particolare con riferimento alla questione irlandese e al tema degli aiuti di stato. Inoltre, Johnson avrebbe posto come data entro la quale concludere l’accordo commerciale con l’UE il 15 ottobre. In assenza di progressi nei colloqui in programma questa settimana, il rischio che non si riesca a siglare un accordo di libero scambio per fine anno aumenta. Questo potrebbe penalizzare ulteriormente la sterlina.

JPYIn assenza di novità sul fronte USA e con mercati statunitensi chiusi ieri, lo yen ha aperto la settimana pressoché stabile contro dollaro in area 106 USD/JPY e in marginale rafforzamento contro euro ma contenuto in area 125 EUR/JPY.
Il cambio contro dollaro dovrebbe mantenersi in range, mentre per il cross con l’euro maggiori spunti arriveranno giovedì sull’esito della riunione BCE.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La stima finale del PIL nel 2° trimestre 2020 dovrebbe confermare il crollo di -12,1% t/t (-15,0% a/a) dovuto alle misure di confinamento rimaste in vigore fino agli inizi di maggio. La caduta dell’attività economica deriverebbe soprattutto dalla forte flessione della domanda interna finale: i consumi privati e gli investimenti potrebbero scendere entrambi di oltre -13% t/t.
Anche il commercio estero dovrebbe contribuire negativamente alla crescita del PIL, con entrambi i flussi in netto calo.
I dati ad alta frequenza e le indagini di fiducia indicano che il minimo dell’attività è stato toccato nella prima quindicina di aprile.
Stimiamo un calo del PIL nel 2020 di -8,3%.