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8 Ottobre 2021 – nota economica giornaliera

ITALIA – Ieri le vendite al dettaglio ad agosto sono cresciute di +0,4% m/m dopo la flessione di -0,3% di luglio.
Il rimbalzo è sintesi di una crescita degli acquisti di beni non alimentari a fronte di una sostanziale stagnazione per gli alimenti.
Il dato lascia le vendite in rotta per una modesta espansione nel 3° trimestre; in ogni caso, ancora durante l’estate, come già in primavera, dovrebbe essere stata la crescita sostenuta dei consumi di servizi, ben più che quella di beni, a spingere il PIL.

GERMANIA – Questa mattina i dati destagionalizzati e corretti per gli effetti del calendario sul commercio internazionale di agosto hanno evidenziato una flessione delle esportazioni (-1,2% m/m) ed una crescita delle importazioni (+3,5% m/m).
Secondo la Bundesbank, il saldo di conto corrente di agosto (in termini non destagionalizzati) è risultato pari a +11,8mld.

STATI UNITI – Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione a inizio ottobre finalmente tornano a calare, scendendo a 326 mila; si registra anche un forte calo dei sussidi esistenti a metà settembre, sulla scia della fine dei programmi federali.

GIAPPONE – La spesa reale delle famiglie ad agosto è scesa di -3% a/a, dopo 0,7% a luglio; su base mensile, i consumi correggono di -3,9% m/m, dopo -0,9% m/m del mese precedente.
I dati confermano la debolezza della crescita estiva, dovuta agli effetti della variante Delta.
Lo scenario autunnale è però di ripresa, grazie al contenimento dei contagi.

CINA – Il PMI dei servizi rilevato da Caixin Markit è rimbalzato da 46,7 in agosto a 53,4 in settembre, molto più delle aspettative (consenso Bloomberg 49,2) sulla scia di quello pubblicato dal NBS la scorsa settimana (53,2) ma non superando il livello di luglio (54,9).
Il rimbalzo è stato trainato dall’aumento degli ordini, della componente occupazione e di quella dei prezzi, tutte tornate in zona espansiva, e da un miglioramento delle aspettative.
Il PMI composito è quindi salito da 47,2 in agosto a 51,4 in settembre, grazie a un aumento di tutte le componenti.

 

COMMENTI:

BCEIl resoconto della riunione dell’8-9 settembre rivela che alcuni membri del Consiglio direttivo ritenevano le previsioni di inflazione dello staff per il 2023 troppo basse, e che molti ritenevano i rischi dello scenario sbilanciati verso l’alto.
Tale particolare era già emerso dalle dichiarazioni del governatore della banca centrale irlandese Makhlouf nei giorni successivi alla riunione.
La necessità di monitorare con attenzione le prossime trattative salariali era ampiamente condivisa.
Per quanto riguarda la riduzione degli acquisti PEPP, una parte del Consiglio avrebbe voluto riportarli subito al livello di inizio 2021, mentre almeno un membro del consiglio si preoccupava dell’impatto che una riduzione troppo rapida avrebbe potuto esercitare sulla credibilità dell’impegno a contrastare un’inflazione troppo bassa.
La riunione di ottobre, dalla quale non si attende alcuna modifica alla politica monetaria, sarà interessante soprattutto per valutare l’ulteriore evoluzione del dibattito interno su inflazione e adeguamento del PEPP al mutamento dello scenario e delle condizioni finanziarie.

STATI UNITI – Sul fronte politico, i democratici hanno raggiunto un accordo con i repubblicani, e il Senato ha approvato un rialzo del limite del debito sufficiente a finanziare il Tesoro fino a inizio dicembre, e dovrebbe essere votato alla Camera il 12 ottobre.
La soluzione è comunque solo temporanea e il rischio di default potrebbe tornare alla ribalta a novembre.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro si è sostanzialmente stabilizzato ieri, ma oggi apre al rialzo favorito da attese positive in merito all’employment report dopo che ieri anche i sussidi di disoccupazione hanno sorpreso positivamente mostrando un calo maggiore del previsto.
Se i dati sul mercato del lavoro di oggi non deluderanno, il biglietto verde dovrebbe avviarsi a chiudere la settimana al rialzo, riavvicinando/superando i massimi della settimana scorsa, che sono anche i massimi dell’anno. In caso invece di delusione il dollaro si indebolirebbe, ma solo temporaneamente.

EURL’euro si mantiene in calo in area 1,15 EUR/USD, penalizzato dalla maggior forza generalizzata del dollaro e nello specifico dall’evoluzione sfavorevole dei differenziali di rendimento sia a breve sia a lunga.
Se l’employment report non deluderà, l’euro potrebbe aggiornare i minimi dell’anno (1,1527 EUR/USD di due giorni fa): supporti in area 1,14 EUR/USD.

GBPLa sterlina invece si è mossa ancora in controtendenza ieri, rafforzandosi sia contro dollaro da 1,35 a 1,36 GBP/USD sia contro euro da 0,85 a 0,84 EUR/GBP, mentre è in parziale arretramento oggi, per via del rafforzamento generalizzato del dollaro.
La salita di ieri è stata favorita dal consolidarsi di attese di avvio del ciclo di rialzi dei tassi BoE l’anno prossimo.
Huw Pill, arrivato alla BoE il mese scorso in sostituzione di Haldane, ha infatti indicato che i rischi inflazionistici stanno aumentando significativamente e che le pressioni si stanno rivelando maggiori del previsto.
Oggi è in programma un altro discorso BoE: Tenreyro alle h. 15:00.
Tuttavia, oggi il driver principale anche per la sterlina dovrebbe essere l’employment report USA: se non deluderà, la valuta britannica dovrebbe arretrare rispetto al dollaro, ma meno dell’euro, rispetto al quale si dovrebbe quindi rafforzare, grazie all’atteso avvio del ciclo di rialzi dei tassi BoE l’anno prossimo.

JPYLo yen è in calo da ieri sia contro dollaro, da 111,22 a 111,99 USD/JPY, sia contro euro da 128 a 129 EUR/JPY, penalizzato dalla salita dei rendimenti USA.
Se l’employment report non deluderà, dovrebbe aggiornare i minimi dell’anno contro dollaro in area 112 USD/JPY.
Il calo contro euro potrebbe invece essere esiguo, per via del contestuale calo atteso dell’EUR/USD.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – Oggi è in uscita l’atteso employment report di settembre, che dovrebbe dare le ultime informazioni necessarie per il via libera del tapering, atteso per novembre.
Gli occupati non agricoli sono previsti in aumento di 450 mila, il tasso di disoccupazione dovrebbe correggere a 5,1% e i salari orari dovrebbero mantenere una dinamica sostenuta (0,4% m/m).
Nei servizi si dovrebbe vedere una ripresa della dinamica occupazionale, con segnali di effetti limitati, come durata e intensità, della variante Delta.
Un aumento di occupati anche inferiore alle previsioni di consenso, purché modestamente positivo, dovrebbe essere sufficiente per aprire la strada al tapering.