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08 Aprile 2020 – nota economica giornaliera

ITALIA – La Nota mensile sull’andamento dell’economia dell’Istat contiene una prima valutazione dell’istituto sugli effetti economici del COVID-19. Si tratta di una simulazione della contrazione dei consumi legata alla riduzione dei comportamenti sociali quali turismo, carburanti e servizi di trasporto terrestri, che determinerebbe una contrazione del valore aggiunto dell’1,9% in uno scenario di lockdown limitato a marzo e aprile, e del 4,5% nell’ipotesi di chiusura fino a giugno.
Si tratta a nostro avviso di stime parziali, su cui gravano significativi rischi al ribasso.
Inoltre, l’Istat ha diffuso per la prima volta il “Social mood on economy index”, un indicatore sperimentale che fornisce misure del sentiment italiano sull’economia derivate da campioni di tweet pubblici in lingua italiana e che vengono elaborati giornalmente: la serie mostra un’elevata correlazione con la diffusione del COVID-19, avendo toccato, da inizio anno, il suo massimo il 18 febbraio, ed avendo subito poi una decisa flessione fino al 31 di marzo, ultimo dato rilevato.

ITALIA – Le vendite al dettaglio in valore sono cresciute per il terzo mese di fila a febbraio, mostrando anzi un’accelerazione a 0,8% m/m e 5,7% a/a in valore (0,9% m/m e 5,8% a/a in volume).
Per la variazione annua di tratta di un massimo da quasi 15 anni. L’incremento è trainato dagli alimentari, ma anche tutti gli atri gruppi di prodotti registrano un incremento tendenziale, che va dall’1% di cartoleria, libri, giornali e riviste al 7,6% di generi casalinghi durevoli e non durevoli.
Sul dato ha inciso l’incremento degli acquisti in alcuni settori causato, nell’ultima parte del mese, dalla diffusione dell’epidemia di Covid-19, che si è riflesso in particolare in un balzo delle vendite nella grande distribuzione alimentare (+9,9%a/a).
Sul dato di marzo peserà la chiusura della maggiore parte degli esercizi commerciali, disposta dall’11 del mese.

GERMANIA – A febbraio, il dato destagionalizzato e corretto per gli effetti di calendario sulla produzione industriale ha registrato un aumento dello 0,3% m/m, da +3,2% precedente, muovendosi in direzione opposta rispetto alle attese.
Sull’anno, la produzione è diminuita del -1,2% a/a da -0,9% a/a di gennaio. Il manifatturiero è cresciuto dello 0,5% m/m, spinto dalla produzione di mezzi di trasporto, di prodotti chimici e farmaceutici, saliti dopo un finale di 2019 debole.
Anche la produzione di energia è cresciuta (+2,7% m/m), mentre le costruzioni hanno registrato una flessione del -1,0% m/m, dopo la forte crescita (+6,4%) di gennaio. A marzo, ci aspettiamo un forte calo legato all’epidemia di COVID-19: la fiducia economica è, infatti, ai minimi storici.
Poco più della metà delle imprese manifatturiere ha registrato problemi nella fornitura di beni intermedi o materie prime già tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo, da quando, cioè, è entrato in vigore il distanziamento sociale.
Inoltre, la seconda metà di marzo ha visto lo stop della produzione di auto per il calo delle vendite.

FRANCIA – Il 25% dei lavoratori privati francesi (5,8 milioni) è già incluso nel meccanismo di disoccupazione parziale (chômage partiel), secondo quanto dichiarato dalla ministro del lavoro, Pénicaud.
Il costo della misura potrebbe essere di 19,7 miliardi in 3 mesi. Il meccanismo francese consente di ricevere il 70% del salario lordo, in parte versato dallo Stato e in parte dall’impresa, e si applica potenzialmente al 95% dei salariati nel settore privato.

GIAPPONE – Gli ordini di macchinari privati core a febbraio aumentano di 2,3% m/m, dopo +2,9% m/m a gennaio. I dati mostrano una correzione di -1,7% m/m per il manifatturiero e un aumento di 5% per il non manifatturiero. Gli ordini dei primi due mesi del trimestre sono in calo di -0,9% rispetto al quarto trimestre (a sua volta in flessione di -1,8% t/t) e, in assenza dell’epidemia avrebbero puntato a una stabilizzazione dell’output.
L’effetto di Covid-19 si sentirà in misura crescente nei prossimi mesi, e potrebbe determinare un’ampia contrazione del PIL di oltre -10% t/t ann. nel 2° trimestre.
Il primo ministro Abe ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, applicato inizialmente a sette prefetture (che rappresentano circa il 50% del PIL), ma non ha introdotto misure di stretto lockdown.
Le aree metropolitane introdurranno misure a livello locale. Il Cabinet office dovrebbe a breve presentare un pacchetto di sostegno pari a circa 39 tln di yen (7% del PIL) a sostegno di famiglie e imprese.

 

COMMENTI:

AREA EURO – L’Eurogruppo non è stato in grado ieri di raggiungere un consenso sulle proposte di aiuto finanziario connesse alla crisi pandemica.
Repubblica riferisce che l’Italia, appoggiata da Francia e altri 12 governi, non si sarebbe accontentata di una generica promessa di valutare la creazione di un nuovo fondo per la ripresa (“Recovery Fund”), e che si rifiuti di firmare le conclusioni senza una garanzia che possa emettere obbligazioni comuni.
Germania, Olanda e Austria avrebbero chiesto di rinviare la questione al Consiglio Europeo. Anche sulla condizionalità delle linee di credito MES vi sarebbero contrasti, ma su questo punto, sul meccanismo SURE e sul fondo di garanzia per la BEI l’accordo ci sarebbe, secondo il resoconto de Il Sole 24 ore.
La crisi ha già portato alla cancellazione della conferenza stampa della presidente della Commissione, prevista oggi.

AREA EURO – La BCE ha annunciato nella notte un allentamento transitorio delle misure sulle garanzie, articolato in tre punti:
1. Un allargamento della normativa sugli ACC (Additional Credit Claims), che consente alle banche centrali nazionali di accettare attività finanziarie diverse da quelle normalmente stanziabili per le operazioni di mercato aperto. Il regime è stato esteso ai prestiti a imprese, lavoratori autonomi e famiglie garantiti dal settore pubblico; è stata agevolata l’inclusione delle valutazioni creditizie interne effettuate con sistemi approvati dai supervisori; infine, sono stati abbassati i livelli di reporting necessari per accedere al sistema ACC.
2. Il limite minimo per i crediti scende a 0 euro; la quota massima di strumenti di debito non garantiti emessi da ogni gruppo bancario nel collateral pool di una banca viene alzata dal 2,5 al 10%; infine, viene rimosso il limite minimo sulla qualità del credito per i titoli di stato della Grecia, ai fine dell’uso come garanzia.
3. La BCE ha temporaneamente ridotto i margini di garanzia del 20%.
Le misure puntano ad allargare la gamma di attività stanziabili e saranno in vigore per tutta la durata della crisi pandemica, e sono collegate alla durata del PEPP.
Non è collegata alla durata del PEPP, invece, la riduzione aggiuntiva dei margini di garanzia sulle attività non negoziabili che “condurrà in media a una ulteriore riduzione dei margini di garanzia per questo tipo di attività nell’ordine del 20%”. Infine, il comunicato stampa segnala che la BCE si appresta ad adottare misure per mitigare temporaneamente gli effetti delle riduzioni dei rating dovute all’impatto economico del coronavirus.

STATI UNITI – Covid-19 update
 – I verbali delle riunioni straordinarie del FOMC di marzo dovrebbero essere, come i dati economici usciti finora (sussidi a parte), ormai superati dagli eventi delle settimane successive e non rilevanti per la previsione delle decisioni future di politica monetaria, dettate ora dalla gestione dei problemi di disfunzionalità dei mercati e dall’obiettivo di fornire credito a famiglie e imprese.
Dai verbali dovrebbe emergere la volontà della Banca centrale di agire con ogni strumento disponibile per fronteggiare l’emergenza economica e finanziaria, come appare evidente dalla risposta in termini di programmi e strumenti messi in campo nelle ultime settimane.
Al 7 aprile: contagi 399.081, nuovi contagi giornalieri 29.600, decessi 12.895, guarigioni 22.461 (fonte JHU).
La forte richiesta di prestiti da parte delle piccole imprese sta esaurendo i fondi allocati (350 mld). Il programma prevede prestiti per finanziare circa due mesi di costi “essenziali (salari, utility, affitti) che potranno essere condonati se a fine giugno le imprese manterranno la forza lavoro precedente.
La Small Business Administration, che gestisce il programma e approva le richieste che poi vanno alle banche, ha comunicato di avere già ricevuto 220mila domande, per un totale di circa 66 mld e ritiene che il totale previsto dal CARES Act sia insufficiente.
La Fed ha annunciato che a breve verrà istituita una facility specifica che erogherà fondi alle istituzioni finanziarie con la garanzia dei prestiti concessi con il PPP.
I prestiti erogati dalle banche sono garantiti dalla Small Business Administration, quindi, a differenza di altre facility istituite dalla Fed, non sarà necessaria una garanzia del Tesoro per la copertura dei rischi di credito che potrebbero ricadere sulla Fed.
Il Congresso e l’amministrazione stanno considerando l’ampliamento del PPP con altri 250 mld di fondi, ma non è chiaro se l’ampliamento del PPP verrà come legge autonoma o come parte di un più ampio pacchetto.
Tuttavia, la situazione è complicata dal fatto che, con i parlamentari non presenti a Washington, potrebbe essere necessario un voto unanime e i democratici potrebbero propendere per un pacchetto complessivo in cui inserire voci ritenute cruciali oltre a quella delle piccole imprese.
Al momento, Pelosi ha indicato che si starebbe predisponendo un nuovo pacchetto di circa 1 tln di dollari che includa maggiori risorse per le piccole imprese oltre ad altre misure di assistenza e di stimolo.

 

MERCATI VALUTARI:

USD – Il dollaro ha corretto ieri al ridimensionarsi dell’avversione al rischio su primi segnali di rallentamento della diffusione del coronavirus, in particolare in Europa e USA, grazie alle misure di contenimento adottate.
L’OMS invita comunque a non abbassare la guardia perché la situazione è ancora incerta: oggi infatti il dollaro ha già recuperato parte del calo di ieri. Nel brevissimo la dinamica del biglietto verde potrebbe non esibire una direzionalità precisa.

EUR – L’euro ha tratto beneficio dal calo del dollaro risalendo da 1,07 a 1,09 EUR/USD, ma oggi è sceso di nuovo fino a 1,08 EUR/USD penalizzato anche dalla notizia che l’Eurogruppo non è riuscito a trovare un accordo per offrire una risposta coordinata contro gli effetti del coronavirus. Intanto la BCE ha annunciato un allentamento transitorio delle misure sulle garanzie per favorire l’offerta di credito all’economia.

GBP – Anche la sterlina ha tratto beneficio dal calo del dollaro risalendo da 1,21 a 1,23 GBP/USD – similmente all’euro, rispetto al quale si è infatti mantenuta in range tra 0,87 e 0,88 EUR/GBP – arretrando parzialmente questa mattina in correlazione positiva con l’EUR/USD.
La situazione comunque rimane mutevole, anche a fronte degli sviluppi domestici, incluse le condizioni di salute del premier Johnson, che potrebbero produrre nuova volatilità sul cambio.

JPY – Anche lo yen ha tratto beneficio dal calo del dollaro risalendo da 109 a 108 USD/JPY, ma meno dell’euro, rispetto al quale infatti è sceso – temporaneamente – da 117 a 119 EUR/JPY. A pesare sulla valuta nipponica ha contribuito la dichiarazione dello stato di emergenza di un mese per Tokio, Osaka e altre cinque regioni, deciso a causa del rapido aumento dei casi di coronavirus. L’area interessata dalle restrizioni rappresenta una fetta importante del Pil giapponese, il che lascia presagire una contrazione della crescita anche nel 2° trimestre.
Il governo ha pertanto messo a punto un pacchetto di stimolo fiscale di 108mila miliardi di yen, pari a circa il 20% del Pil giapponese, per affrontare la crisi da Covid-19. Pur restando dominanti le dinamiche generalizzate di dollaro, in questo caso lo yen potrebbe mantenersi più cedevole a fronte degli sviluppi domestici.