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7 Luglio 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO – Ieri in Eurozona le vendite al dettaglio sono risultate invariate per il secondo mese a maggio e in calo del -2,9% a/a.
Il dato lascia gli acquisti di beni in rotta per una contrazione anche nel 2° trimestre: è possibile che le spese per servizi offrano supporto ma nel complesso i consumi privati di contabilità nazionale dovrebbero risultare poco più che stagnanti nei mesi primaverili dopo la flessione dei due trimestri precedenti.

GERMANIA – Questa mattina la produzione industriale ha registrato una lieve correzione, di – 0,2% m/m (sotto le attese di consenso), dopo l’aumento di +0,3% m/m di aprile.
Rispetto ad un anno fa, l’output risulta in aumento di 0,7%.
Il calo è imputabile al crollo dei prodotti farmaceutici (-13,1% m/m) e dell’energia (-7% m/m), cui si contrappone un aumento della produzione di autoveicoli (+4,9%).
Il manifatturiero ha visto un aumento di +0,2% m/m, in quanto la crescita per i beni di capitali (1,3% m/m) è stata compensata solo in parte dal calo sia per i beni di consumo (-1,2% m/m) che per quelli intermedi (-0,5% m/m); il settore delle costruzioni ha subito una flessione di -0,4% m/m.
I settori energivori hanno registrato una contrazione di -1,4% m/m (-12,4% a/a).
La produzione è in rotta per una contrazione di -0,6% t/t nel 2° trimestre

STATI UNITI
– Ieri la stima ADP degli occupati non agricoli privati di giugno ha sorpreso al rialzo, con una variazione di 497 mila unità dopo le 267 mila di maggio (riviste al ribasso da 278 mila).
L’occupazione è spinta da servizi per ricreazione e ospitalità (232 mila), trasporto e commercio (90 mila) e istruzione e sanità (74 mila).
Anche le costruzioni e il comparto estrattivo hanno creato nuovi posti, mentre il manifatturiero, la finanza e i servizi di informazione riportano contrazioni. I dati aggiungono rischi verso l’alto per le previsioni dei nonfarm payrolls in uscita oggi, anche se l’ampio rialzo di giugno potrebbe essere in parte dovuto a problemi di destagionalizzazione dei dati.
– L’indice ISM dei servizi a giugno è salito più di quanto anticipato dal consenso, a 53,9 dal 50,3 di maggio.
I miglioramenti sono diffusi agli indici di attività (a 59,2 da 51,5), agli ordini (a 55,5 da 52,9) e all’occupazione (53,1 da 49,2), ma segnali positivi vengono anche dalla componente dei prezzi pagati, che è calata per il secondo mese consecutivo, a 54,1.
I dati sono coerenti con un’espansione della domanda e dell’occupazione: per il momento, i servizi sembrano ancora in grado di compensare il rallentamento del settore manufatturiero.
– Il deficit della bilancia commerciale a maggio è diminuito a -69 mld di dollari, dopo i -74,4 mld di aprile (rivisto da -74,6), con una diminuzione sia delle importazioni (-2,3% m/m) che, in minor misura, delle esportazioni (-0,8% m/m).
L’import ha registrato una contrazione di -2,7% m/m dei beni, affossati dai farmaceutici, mentre nei servizi la flessione è stata modesta (-0,5% m/m).
La (più modesta) contrazione dell’export è dovuta ai beni (-1,5%), spinti al ribasso dal comparto alimentare. La stima GDPNow dell’Atlanta Fed vede un contributo del canale estero di -0,75% e una crescita del PIL di 1,9% t/t ann. nel 2° trimestre.

 

COMMENTI:     

USALogan (Dallas Fed) ha dichiarato che nella riunione di giugno vi erano gli estremi per un rialzo dei tassi ma ha sottolineato che, in un contesto di incertezza, “può aver senso saltare una riunione e muoversi gradualmente“.
Secondo Logan, le continue prospettive di un’inflazione superiore all’obiettivo e di un mercato del lavoro più forte del previsto richiedono una politica monetaria più restrittiva.
Per questo, ha aggiunto, “due terzi dei partecipanti al FOMC hanno previsto almeno altri due aumenti dei tassi quest’anno”.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – Oggi negli gli occupati non agricoli a giugno sono attesi in aumento di 190 mila, dopo le 393 mila di maggio.
Nell’ultimo mese le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione si sono stabilizzate intorno a 260 mila, contro un livello di 225 mila nella settimana di rilevazione dell’employment report di maggio, che ha registrato un aumento di occupati non agricoli di 393 mila unità.
Sussidi intorno a 260 mila sono storicamente associati con una crescita degli occupati inferiore a 200 mila.
Un indebolimento della domanda di lavoro è coerente con tutte le altre informazioni satellite: indagini delle imprese (in particolare quella delle piccole imprese), posizioni aperte, dimissioni e licenziamenti.
È probabile che la dinamica occupazionale sia sovrastimata, come appare dal recente aggiornamento delle Early Benchmark Revisions per fine 2022 e inizio 2023, stimate dalla Philadelphia Fed sulla base del Quarterly Census of Employment and Wages.
Il tasso di disoccupazione dovrebbe risultare invariato a 3,7%.
La partecipazione per tutte le coorti al di fuori di quelle oltre i 54 anni ha ormai superato i livelli pre-pandemici e potrebbe esserci ancora un modesto contributo positivo dagli individui più anziani nei prossimi trimestri.
I salari orari sono previsti in aumento di 0,3% m/m, come a maggio, con un ulteriore marginale rallentamento della variazione annua, da 4,3% a 4,2% a/a, sui minimi da giugno 2021.