Seguci su twitter

Categorie

7 Dicembre 2022 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Questa mattina la produzione industriale ha registrato una quasi stagnazione in ottobre (-0,1% m/m), dopo il rimbalzo di +1,1% m/m di settembre (dato rivisto al rialzo da +0,6%).
L’output è sugli stessi livelli di un anno fa.
Il manifatturiero ha visto una flessione di -0,4% m/m, spiegata sia dai beni di consumo (-1,9% m/m) che intermedi (-1,8% m/m); all’opposto, hanno registrato una crescita i beni capitali (+1,4%).
Infine, crolla il settore energia (-7,6% m/m), mentre le costruzioni sono salite di +4,2% m/m.
I settori energivori hanno subito una contrazione di -3,6% m/m.

STATI UNITI – Oggi non ci sono dati di rilievo in pubblicazione.
Ieri, la bilancia commerciale di ottobre ha registrato un ampliamento del deficit a -78,2 md, da -74,1 mld di settembre, con importazioni in rialzo di 0,6% m/m, nonostante un’ampia contrazione nei beni di consumo del comparto elettronica, ed esportazioni in calo di -0,7% m/m, con un ampio calo nel comparto farmaceutico dovuto all’indebolimento della domanda di vaccini per Covid.
Le esportazioni nette dovrebbero dare un contributo negativo alla crescita del PIL del 4° trimestre.

CINA – I dati di commercio estero hanno registrato una contrazione tendenziale ben superiore alle attese di consenso, in parte a causa di un effetto base sfavorevole ma in parte anche a causa di un calo congiunturale che evidenzia la debolezza della domanda sia estera sia interna.
Le esportazioni, dopo un moderato calo del 0,3% a/a in ottobre, sono scese dell’8,7% a/a in novembre (Consenso Bloomberg -3,9% a/a).
La contrazione ha riguardato le esportazioni verso tutti maggiori partner commerciali e soprattutto verso gli Stati Uniti (da – 12,6 a/a in ottobre a -25,4% a/a in novembre) mentre le esportazioni verso l’area ASEAN6 sono bruscamente rallentate ma sono rimaste in aumento (da 19,9% a/a in ottobre a 5,2% a/a in novembre).
Il calo dell’export ha riguardato tutte le tipologie di merci e in particolare il comparto dell’elettronica e dell’ICT.
Le importazioni sono diminuite del 10,6% a/a (Consenso Bloomberg -7,1% a/a) in novembre da – 0,7% a/a in ottobre, con un calo generalizzato a tutti i maggiori paesi fornitori, guidato dal Giappone (-24,5% a/a) e dall’area euro 3 (Italia, Francia e Germania: -17,0% a/a in novembre da -4,1% a/a in ottobre).
I dati in volume continuano a segnalare un calo delle importazioni di circuiti elettronici, fibre tessili e cereali, mentre registrano un aumento di materie prime energetiche e industriali.
La debolezza delle esportazioni è destinata a perdurare, a causa del rallentamento della domanda mondiale esacerbato dal peggioramento del ciclo nel settore dell’elettronica, mentre le importazioni dovrebbero risentire positivamente della ripresa della domanda interna solo successivamente all’uscita della strategia di tolleranza zero, e dunque non nel breve termine.

 

COMMENTI:

BCE – L’indagine BCE sull’accesso al credito registra una generalizzata restrizione delle condizioni creditizie e un aumento del financing gap, più diffuso tra le grandi imprese che tra le PMI.
Il saldo netto ponderato è il maggiore dal 2013.
Tuttavia, la percentuale di imprese che incontra difficoltà nell’ottenere credito è rimasta stabile al 7%.
L’indagine riscontra un peggioramento della redditività, più significativo tra le PMI, dovuto all’aumento dei costi.

STATI UNITI – Sul fronte politico, il ballottaggio per il seggio del Senato in Georgia ha dato la vittoria ai democratici, assegnando al partito del presidente una maggioranza di 51-49.
Il risultato è importante perché con la maggioranza numerica le commissioni del Senato saranno presiedute e dominate dai democratici.
Nel Senato attuale, con la parità di 50 seggi per democratici e repubblicani, le commissioni sono governate con un’alternanza concordata fra i due partiti.
Il risultato in Georgia segna non solo una sconfitta per il partito repubblicano, ma anche per Trump che aveva scelto e sostenuto il candidato perdente.

 

PREVISIONI:

AREA EURO
 – Oggi la crescita del PIL nel 3° trimestre potrebbe essere rivista al rialzo di un decimo allo 0,3% t/t (2,2% a/a), dopo gli inattesi miglioramenti registrati in Germania e Belgio.
Dovrebbe essere stata la domanda interna, sia per consumi che per investimenti, ad aver sostenuto la crescita, mentre il canale estero dovrebbe aver fornito un apporto negativo a causa di importazioni in crescita a ritmi superiori alle esportazioni.
Anche nell’ipotesi di una (probabile) contrazione dell’economia nel trimestre in corso, il PIL Eurozona potrebbe chiudere il 2022 con un’espansione, in media annua, al 3,3%.
– In calendario oggi in Italia i dati delle vendite al dettaglio di ottobre.