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06 Maggio 2021 – nota economica giornaliera

GERMANIA – Gli ordini all’industria a marzo sono cresciuti di +3,0% m/m, dopo +1,4% m/m di febbraio (quest’ultimo dato è stato rivisto al rialzo di due decimi).
La variazione tendenziale è salita di +27,8% a/a, per via dell’effetto statistico di confronto con il mese di marzo dello scorso anno (quando gli ordinativi crollarono a causa dell’introduzione del primo lockdown); rispetto a febbraio 2020 il valore risulta più alto di +9,1% (dato destagionalizzato e corretto per gli effetti del calendario).
La crescita nel mese è trainata dagli ordinativi domestici (+4,9% m/m) e dai beni di consumo (soprattutto dai Paesi non appartenenti all’area euro: +14,4% m/m).
In base ai dati preliminari di marzo, il fatturato nel comparto manifatturiero è salito di +2% m/m dopo il -1,8% m/m di febbraio – un segnale positivo per l’andamento della produzione industriale di marzo.
Le prospettive rimangono buone: in tutte le indagini congiunturali, il giudizio sugli ordinativi è su valori alti anche ad aprile.

AREA EURO
– La stima finale dell’indice PMI dei servizi di aprile ha registrato una contenuta revisione verso l’alto a 50,5 (da 50,3 preliminare), in salita da 49,6 di marzo, tornando sui livelli di agosto dello scorso anno.
Tra le principali economie si evidenzia una netta accelerazione dell’attività nel settore in Spagna (da 48,1 di marzo a 54,5), in territorio espansivo per la prima volta da luglio 2020 grazie all’allentamento delle misure restrittive, ed una crescita in Francia (indice rivisto a 50,3, da 50,4 preliminare e in miglioramento da 48,2 di marzo).
In calo rispetto al mese precedente invece i PMI tedesco (rivisto a 49,9 da 50,1, in flessione da 51,5 di marzo) e italiano (da 48,6 di marzo a 47,3).
In Italia, la contrazione riflette il fatto che l’indagine (condotta tra il 12 e il 27 del mese) non dovrebbe aver risentito delle riaperture scattate del 26 aprile (che creano le basi dunque per un rimbalzo da maggio); di conseguenza, nonostante l’aumento nel manifatturiero, in Italia il PMI composito è rallentatoa51,2 da 51,9 precedente.
Nel complesso dell’area euro l’indice PMI composito è stato rivisto marginalmente al rialzo da 53,7 a 53,8 (in miglioramento dal 53,2 di marzo).
In sintesi, le indagini di fiducia di aprile, oltre a confermare l’accelerazione nell’industria, iniziano ad evidenziare segnali positivi anche nei servizi grazie all’allentamento delle restrizioni in corso in vari Paesi, il che offre presupposti incoraggianti per un ritorno alla crescita per l’economia dell’area euro già a partire dal trimestre in corso.
– A marzo i prezzi alla produzione nel settore industriale sono saliti di +1,1% m/m da +0,5% m/m di febbraio.
Rispetto a un anno prima, la variazione è di +4,3% da +1,5% precedente.
Al netto dell’energia, il comparto che ha trainato i listini, la crescita mensile dei prezzi è più contenuta (da +0,6% a +0,9%), ma risulta comunque la più ampia mai registrata dall’inizio delle rilevazioni nel 1996 (sostenuta dai beni intermedi).
I dati segnalano l’intensificarsi delle pressioni inflattive a monte della catena produttiva in un contesto in cui l’offerta fatica a tenere il passo con la ripresa della domanda.
I maggiori costi derivanti dai colli di bottiglia nelle catene produttive potrebbero generare temporanee pressioni al rialzo sull’inflazione dei beni nei prossimi mesi, come suggerito dalle più recenti indagini di fiducia condotte presso le imprese manifatturiere.

STATI UNITI – La stima ADP dei nuovi occupati non agricoli privati ad aprile registra una variazione di 742 mila, con incrementi solidi nelle imprese di tutte le dimensioni.
Nell’industria, gli occupati aumentano di 106 mila, con incrementi ampi nel manifatturiero (55mila) e nelle costruzioni (41 mila), e un moderato rialzo nell’estrattivo (10 mila), pur dopo un mese di marzo particolarmente brillante.
I servizi sono di nuovo la componente più dinamica, in crescita di 636 mila: ricreazione e tempo libero +237 mila, commercio e trasporti +155mila, servizi alle imprese +104 mila, sanità e istruzione +92 mila, servizi finanziari +11 mila.
Nell’ultimo anno la stima ADP ha registrato variazioni in media inferiori a quelle dell’employment report, pertanto rimane probabile un risultato più forte con i non-farm payroll in uscita venerdì.
Inoltre, gli occupati nel settore pubblico dovrebbero essere in crescita significativa grazie alla riapertura delle scuole e ai trasferimenti a Stati ed enti locali approvati con l’American Jobs Act.
Tuttavia, le segnalazioni delle imprese di crescente difficoltà a reperire manodopera indicano che la dinamica occupazionale potrebbe essere frenata da carenza di offerta.
L’apparente eccesso di domanda di lavoro ha indotto ieri il governatore dello Stato del Montana a interrompere l’erogazione dell’integrazione federale ai sussidi di disoccupazione di 300 dollari alla settimana.
In Montana, il tasso di disoccupazione al 3,8%, contro il 6% a livello nazionale, e il governatore intende utilizzare i fondi integrativi per offrire un bonus ai disoccupati che accettano un lavoro.
Il Labor Dept ha criticato il governatore affermando che non c’è evidenza che l’integrazione federale riduca l’offerta di lavoro.
– L’ISM dei servizi ad aprile corregge da 63,7 a 62,7.
I tempi di consegna aumentano di 5,1 a 66,1 e i prezzi pagati toccano il massimo dal 2008, salendo a 74.
L’indice di attività cala da 69, 4 a 63,7 e i nuovi ordini flettono da 67,2 a 63,2, mentre l’occupazione migliora da 57,2 a 58,8.
Le imprese riportano segnali di domanda compressa e di difficoltà a soddisfarla per via di carenza di materiali, vincoli di capacità produttiva e problemi di logistica e di personale, con una riduzione delle scorte.
Nelle costruzioni il problema più citato è la mancanza di personale, nell’ospitalità la domanda cresce e il mercato del lavoro è compresso, anche gli altri settori danno indicazioni analoghe di forti pressioni da eccesso di domanda.
Il livello dell’indice composito di aprile è coerente con una crescita del PIL di 4,7%.
Le indagini sono coerenti nell’indicare difficoltà dell’offerta a soddisfare la domanda crescente e pressioni verso l’alto sui prezzi.

 

COMMENTI:

REGNO UNITO
 – Dalla riunione BoE, che termina oggi, non si attendono modifiche a tassi e QE.
Tuttavia, qualcuno prospetta un rallentamento degli acquisti del QE già a questa riunione.
A nostro avviso appare poco probabile, sia perché nel breve permangono ancora rischi verso il basso sullo scenario sia perché la BoE aveva indicato di aver avviato un’analisi interna per valutare come modificare la guidance al fine di segnalare l’avvio del processo di normalizzazione della politica monetaria.
Rilevante sarà quindi, piuttosto, quello che la BoE eventualmente dirà in merito a tale guidance e l’effetto sulla sterlina potrebbe essere positivo perché potrebbe indicare che la BoE non ritiene così lontana la svolta di policy.
Molto importanti saranno anche le nuove previsioni di crescita e inflazione che saranno pubblicate nel MPR aggiornato.
Le indicazioni positive giunte dai dati recenti e dall’evoluzione del quadro pandemico suggeriscono una possibile revisione al rialzo delle previsioni di crescita. Questo favorirebbe un rafforzamento della sterlina.
– Assieme alle elezioni locali, si tiene oggi anche il voto per l’assemblea del Galles e per il parlamento in Scozia.
La sterlina si è leggermente rafforzata ieri, grazie a un sondaggio che ha mostrato un calo di consensi per l’SNP. Se questi infatti non dovessero vincere cadrebbe lo scenario di un nuovo referendum per l’indipendenza della Scozia.
Anche in caso di vittoria piena tuttavia, nonostante l’SNP abbia prospettato un nuovo referendum entro il 2023, non è certo che ci sarà, sia perché è necessario il benestare del governo di Londra (non favorevole) sia perché il consenso degli scozzesi a favore dell’indipendenza si è notevolmente ridotto.
I risultati definitivi saranno disponibili entro il fine settimana.

SPAGNA – Le elezioni regionali di Madrid hanno sancito la netta vittoria del Partito Popolare di Isabel Diaz Ayuso.
Il PP ha ottenuto infatti il 44,7% dei consensi, in crescita di 22 punti rispetto alle precedenti consultazioni. Tale successo tuttavia non consentirà ai conservatori di prescindere dall’appoggio del gruppo di estrema destra, Vox.
L’ex-Vice Premier Pablo Iglesias, leader del movimento radicale Podemos, uscito dalla coalizione di Governo proprio per concorrere alle elezioni nella capitale, risultato appena quinto tra i partiti in corsa, ha annunciato il proprio ritiro dall’attività politica.

STATI UNITI – Diversi presidenti di Fed regionali hanno confermato la loro adesione alle indicazioni di Powell riguardo al sentiero della politica monetaria, ribadendo che non ci sono ancora le condizioni per una svolta di policy.
Daly (San Francisco Fed) ha detto che l’economia è in crescita solida, ma non è il momento per ridurre lo stimolo monetario. A suo avviso l’economia è ancora molto lontana dagli obiettivi e non è ora di parlare di normalizzazione.
Williams (NY Fed) ha detto che a suo avviso lo stimolo monetario non sta generando squilibri finanziari e che, nonostante le buone notizie del momento, non è scontato che l’economia possa raggiungere gli obiettivi della Fed senza significativo supporto di policy.
Inoltre, Williams ha sottolineato che il contributo degli acquisti di titoli nel contenere i rendimenti saranno particolarmente utili nei prossimi anni.
Secondo Williams la fase attuale di forte crescita di domanda e offerta potrà generare volatilità dell’inflazione, ma una parte delle pressioni sui prezzi dei beni potrebbe essere limitata dallo spostamento della spesa delle famiglie verso i servizi.
Williams ha ribadito che la Fed comunque prende l’inflazione seriamente e ha gli strumenti per controllarla.
Evans (Chicago Fed) ha detto che, nonostante il miglioramento dello scenario, la Fed è ancora lontana dagli obiettivi del suo mandato e la politica monetaria rimarrà probabilmente invariata “per un certo tempo”.
Riguardo all’inflazione, Evans ha sottolineato che i prezzi subiranno aggiustamenti di livello, senza però portarsi su un sentiero di costante accelerazione e ha detto che potrebbe esserci qualche motivo di preoccupazione in caso di movimenti ampi del tratto lungo della curva o delle aspettative rilevate dalle indagini.

 

MERCATI VALUTARI:

USDIl dollaro aveva aperto al rialzo ieri ma poi ha ceduto in corso di sessione anche a causa dei dati USA (occupati ADP e ISM non-manifatturiero) che, pur confermandosi positivi, sono risultati meno forti delle attese.
Il test finale si avrà con l’employment report di domani: se non deluderà il dollaro dovrebbe stabilizzarsi o riprendere a salire.

EURL’euro è sceso leggermente ieri, da 1,20 a 1,19 EUR/USD, ampliando l’incursione sotto quota 1,2000 EUR/USD (minimo a 1,1984).
La dimensione del calo è minima, tuttavia la scarsa resilienza della moneta unica pur di fronte a dati USA che, anche se positivi, risultano meno forti delle attese, può essere interpretata come un indicatore che nel breve il cambio può scendere ancora se i dati USA non deluderanno.

GBPLa sterlina si è leggermente rafforzata ieri sia contro dollaro da 1,38 a 1,39 GBP/USD sia contro euro restando però in area 0,86 EUR/GBP, grazie a un sondaggio che ha mostrato un calo di consensi per l’SNP.
Se questi infatti non dovessero vincere cadrebbe lo scenario di un nuovo referendum per l’indipendenza della Scozia.
Anche in caso di vittoria piena tuttavia, nonostante l’SNP abbia prospettato un nuovo referendum entro il 2023, non è certo che ci sarà, sia perché è necessario il benestare del governo di Londra (non favorevole) sia perché il consenso degli scozzesi a favore dell’indipendenza si è notevolmente ridotto.
Le elezioni parlamentari si tengono oggi e i risultati definitivi saranno disponibili entro il fine settimana.
Più significativo però per la sterlina, almeno nell’immediato, sarà l’esito della riunione BoE che termina oggi. Le attese sono per tassi e QE invariati.
Tuttavia, qualcuno prospetta un rallentamento degli acquisti del QE già a questa riunione.
A nostro avviso appare poco probabile, sia perché nel breve permangono ancora rischi verso il basso sullo scenario sia perché la BoE aveva indicato di aver avviato un’analisi interna per valutare come modificare la guidance al fine di segnalare l’avvio del processo di normalizzazione della politica monetaria.
Rilevante sarà quindi, piuttosto, quello che la BoE eventualmente dirà in merito a tale guidance e l’effetto sulla sterlina potrebbe essere positivo perché potrebbe indicare che la BoE non ritiene così lontana la svolta di policy.
Molto importanti saranno anche le nuove previsioni di crescita e inflazione che saranno pubblicate nel MPR aggiornato. Le indicazioni positive giunte dai dati recenti e dall’evoluzione del quadro pandemico suggeriscono una possibile revisione al rialzo delle previsioni di crescita. Questo favorirebbe un rafforzamento della sterlina.

JPYLo yen si è marginalmente rafforzato ieri, sia contro dollaro, restando comunque in area 109 USD/JPY, sia contro euro passando da 131 a 130 EUR/JPY.
Si tratta di movimenti non significativi, in parte a causa dei tre giorni di chiusura per festività dei mercati giapponesi, che riaprono oggi.
Il driver rimangono comunque i dati e i rendimenti USA: non appena riprenderanno una tendenza stabilmente positiva lo yen tornerà a scendere, soprattutto contro dollaro.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – I dati nazionali già pubblicati puntano verso un ampio incremento delle vendite al dettaglio a marzo. Prevediamo una crescita di +3,3% m/m dopo il recupero di +3,0% m/m registrato a febbraio.
La variazione tendenziale dovrebbe quindi balzare a +11,5% da -2,8% precedente per l’effetto statistico di confronto con il mese di marzo dello scorso anno (quando le vendite crollarono a causa dell’introduzione del primo lockdown in senso stretto).