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6 Luglio 2023 – nota economica giornaliera

AREA EURO
– Ieri il PPI è calato di -1,9% m/m a maggio.
La quinta flessione mensile consecutiva è spiegata, come nei mesi precedenti, dai minori prezzi di energia e beni intermedi, mentre tornano a correggere marginalmente (-0,1% m/m), dopo quasi tre anni di crescita ininterrotta, i beni di consumo non durevoli.
La variazione annua è scesa in territorio negativo per la prima volta da dicembre 2020, a -1,5%.
La tendenza ribassista proseguirà nei prossimi mesi, grazie anche ad effetti base particolarmente favorevoli.
– La stima finale dell’indice PMI composito di giugno per l’Eurozona ha visto una revisione al ribasso a 49,9 da un 50,3 preliminare (e da 52,8 di maggio).
La lettura rappresenta un minimo da dicembre 2022 ed è compatibile con una stagnazione del PIL tra fine primavera e inizio estate, mentre le componenti relative agli ordini e alle aspettative non offrono prospettive di riaccelerazione nei mesi successivi.
– Le prime stime dei PMI servizi sono risultate decisamente inferiori alle attese sia in Spagna (53,4 da 56,7 di maggio) che in Italia (52,2 da 54), dove l’indice è sceso a un minimo dallo scorso febbraio.
L’attività e l’occupazione nel settore restano espansive, ma l’indice relativo alle aspettative anticipa una decelerazione nei prossimi mesi.
L’ampio calo del PMI manifatturiero di lunedì, associato alla correzione dell’indicatore sui servizi, porta il PMI composito italiano a 49,7 da 52 del mese precedente: era da fine 2022 che l’indice non tornava al di sotto della soglia d’invarianza.
I prezzi di vendita tornano a contrarsi per la prima volta da febbraio 2021, trainati dalla manifattura a fronte di listini nei servizi che decelerano ma restano superiori alla media storica.

GERMANIA – Questa mattina gli ordinativi all’industria di maggio hanno mostrato un marcato recupero di +6,4% m/m, dopo il crollo di marzo e la crescita marginale di +0,2% m/m in aprile (rivista al rialzo da -0,4%).
Tuttavia, gli ordini su base annua restano in territorio negativo (-4,3% a/a) ed in calo di -6,1% tra marzo e maggio.
Inoltre, la variazione mensile è influenzata da ordini su larga scala, al netto dei quali si registra una crescita di 3,2% m/m.
Il rimbalzo nel mese ha riguardato sia il mercato estero (+6,4% m/m) che gli ordini domestici (+6,2%).
Si registra, tuttavia, una crescita dei soli beni di investimento (+12% m/m), mentre calano sia i beni intermedi (-1,1% m/m) che quelli di consumo (-0,8% m/m).
Lo spaccato settoriale è misto: alla crescita di autoveicoli (+8,6% m/m) e altri mezzi di trasporto (+137,1%), che comprende la produzione di navi, materiale rotabile ferroviario, veicoli aerei e spaziali e veicoli militari, si contrappone un crollo delle apparecchiature elettriche (-15% m/m).
Il fatturato manifatturiero in termini reali è cresciuto del 2,7% su base mensile e del 4% su base annua.

FRANCIA – La produzione industriale ha sorpreso al rialzo, crescendo di 1,2% m/m a maggio (+1,5% a/a) dopo lo 0,8% m/m del mese precedente.
Il progresso sembra essere spiegato più da fattori di offerta (fine degli scioperi, calo dei prezzi dell’energia, riassorbimento dei colli di bottiglia) che da una ripresa della domanda che, al contrario, resta fiacca.
L’industria dovrebbe aver contribuito positivamente alla crescita del valore aggiunto nel 2° trimestre, ma le indagini restano deboli e anticipano una contrazione dell’output nel trimestre in corso.

 

COMMENTI:     

ITALIA – Il governatore di Banca d’Italia, Visco, ha dichiarato ieri che non comprende e non condivideosservazioni anche di recente avanzate che spingerebbero a preferire il rischio di essere più, anziché meno, restrittivi”; Visco propugna “un atteggiamento simmetrico” per “contenere le ricadute sul reddito e preservare la stabilità finanziaria”.
Il movimento dei tassi ufficiali BCE dovrà essere “calibrato nei prossimi mesi con particolare attenzione, alla luce dei dati che si renderanno via via disponibili e delle attese relative ai tempi di ritorno alla stabilità dei prezzi”, ma ritiene che non vi siano ragioni evidenti per ritenere che tale risultato non possa essere conseguito con sufficiente rapidità.

BCE – La Consumer Expectations Survey di maggio della BCE ha mostrato segnali incoraggianti circa le aspettative d’inflazione a 12 mesi dei consumatori, che sono calate per il secondo mese portandosi al 3,9% da 4,1% di aprile, un livello ancora storicamente elevato ma sui minimi da inizio 2022.
Le attese a tre anni sono rimaste invariate al 2,5% mentre l’inflazione percepita è scesa all’8% da un precedente 8,9%.
Nonostante il ridimensionamento delle pressioni inflattive però le intenzioni di spesa non mostrano ancora segnali di ripresa.

GERMANIA – Ieri durante la presentazione del Budget per il 2024 il ministro delle finanze tedesco ha annunciato il ritorno alla “normalità fiscale”, dopo tre anni di politiche fiscali espansive.
A partire dal prossimo anno tornerà il tetto del debito, sospeso con lo scoppio della pandemia, e si vedrà un marcato ridimensionamento dell’indebitamento netto, che sarà di soli 16,6 miliardi.
La spesa pubblica dovrebbe calare a 445,7 miliardi da 476 del 2023, con tagli che riguarderanno tutti i ministeri ad eccezione della difesa, il cui budget aumenterà da 50 miliardi a 51,8.

STATI UNITI
– I verbali della riunione del FOMC di giugno hanno confermato che “quasi tuttii partecipanti erano favorevoli ad una breve pausa per meglio valutare l’impatto dei precedenti aumenti dei tassi sull’economia, mentre “alcuni” avrebbero preferito un aumento di 25pb.
I partecipanti favorevoli ad un rialzo a giugno hanno indicato che il mercato del lavoro è resiliente e non vi sono sufficienti evidenze che l’inflazione sia in grado di tornare all’obiettivo del 2%.
Proprio la solidità del mercato del lavoro, unita alla tenuta della spesa per consumi, ha portato alla revisione delle previsioni dello staff: la possibilità che l’economia continui a crescere lentamente evitando una recessione è ora quasi altrettanto probabile quanto lo scenario di base di una lieve recessione.
Per quanto riguarda le opinioni sul sentiero dei tassi, come dichiarato anche da Powell a Sintra la scorsa settimana, la maggioranza ritiene che siano opportuni altri aumenti entro la fine dell’anno e che l’approccio dipenderà ancora una volta dai dati.
In conclusione, il rialzo del prossimo 26 luglio appare ormai come pressoché scontato, ma quello successivo è molto più incerto, a nostro avviso, dato che l’inflazione dovrebbe tornare su un sentiero in calo e l’eccesso di domanda di lavoro dovrebbe ridursi.
– Ieri Williams (New York Fed) ha detto che mantenere i tassi fermi a giugno è stata la scelta corretta ma ha sottolineato che c’è ancora molto lavoro da fare per riportare l’inflazione sotto il target, e i dati avvalorano l’idea che la Fed possa avere bisogno di alzare ulteriormente i tassi nei prossimi mesi.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – Oggi nell’Eurozona le vendite al dettaglio potrebbero risultare pressoché ferme per il secondo mese a maggio (stimiamo un marginale progresso di 0,1% m/m dopo la stagnazione del mese precedente).
La tendenza per i consumi di beni resta debole, nonostante il rallentamento delle pressioni inflazionistiche e il recupero in corso per la fiducia delle famiglie.

STATI UNITI
– Oggi l’ISM dei servizi a giugno dovrebbe essere poco variato a 50,5, da 50,3 di maggio: le altre indagini hanno segnalato il proseguimento dell’espansione dell’attività, dell’occupazione e dei prezzi nei servizi, sia pure a ritmi meno solidi.
L’indebolimento atteso del mercato del lavoro e l’esaurimento del risparmio in eccesso dovrebbero contribuire a ridurre la crescita della domanda di servizi, generando una quasi stagnazione dell’attività economica nella parte finale dell’anno.
– Il deficit della bilancia commerciale di maggio dovrebbe essere in aumento a -89 mld, dopo il -74,6 mld di aprile.
La bilancia preliminare dei beni ha mostrato un calo di -5,5% m/m delle esportazioni, diffuso a tutti i settori, e un incremento di 1,8% m/m per le importazioni, concentrato nel segmento auto e nei beni di consumo.
– Gli occupati non agricoli privati rilevati a giugno dalla stima ADP sono previsti dal consenso in rialzo di 180 mila unità, dopo le 278 mila di maggio.