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6 Dicembre 2021 – nota economica giornaliera

AREA EURO
 – Venerdì le stime finali degli indici PMI dei servizi di novembre hanno registrato revisioni verso il basso in Francia e Germania, penalizzate dalla recente risalita dei contagi.
In Italia, dove la situazione sanitaria è più favorevole, l’indice è salito sui massimi da agosto.
– Tra i dati reali di ottobre le vendite al dettaglio in area euro sono cresciute di 0,2% m/m, in linea con le attese, mentre la produzione industriale in Francia ha sorpreso al rialzo con un rimbalzo di 0,9% m/m, anche se il gap rispetto ai livelli pre-COVID resta ampio.

GERMANIA – Stamane, gli ordinativi industriali hanno registrato forte calo di -6,9% m/m, dopo una crescita del +1,8% m/m (rivisto al rialzo da +1,3% m/m) di settembre.
La debolezza del dato di ottobre è spiegata dagli ordini esteri (-13,1% m/m); permangono difficoltà per via dei colli di bottiglia nella fornitura dei beni.
Il fatturato nel comparto manifatturiero è salito di +3,6% m/m in ottobre.

STATI UNITI – Venerdì, l’employment report di novembre ha dato informazioni miste, che non hanno ridotto l’incertezza sulla valutazione dell’entità dell’eccesso di domanda sul mercato del lavoro.
Le imprese hanno riportato un aumento di occupati non agricoli di sole 210 mila unità (i dati dei 2 mesi precedenti sono stati rivisti verso l’alto), ma gli occupati rilevati con l’indagine presso le famiglie, molto più volatile, sono cresciuti di 1,1 mln.
I dati per settore mostrano un netto rallentamento della crescita nei servizi privati.
La forza lavoro ha finalmente registrato un rialzo, con la partecipazione a 61,8% (da 61,6% di ottobre) e il tasso di disoccupazione è calato a 4,2%, a ridosso del livello di più lungo termine stimato dalla Fed (4%).
Il rialzo della forza lavoro è lo sviluppo più rilevante fra i dati di novembre, ma è presto per considerarlo una svolta duratura: saranno necessarie altre conferme.
Nel complesso i dati sono coerenti con un’ulteriore riduzione delle risorse disponibili sul mercato, e danno supporto alla previsione di volontà della Fed di accelerare il tapering per poter anticipare, se necessario, la svolta dei tassi alla prima metà del 2022.

 

COMMENTI:

ITALIA – Venerdì a mercati chiusi, Fitch ha migliorato il rating del debito sovrano dell’Italia da “BBB-” a “BBB”, con outlook stabile.
La revisione è motivata dal miglioramento del quadro di crescita (vista a 6,2% nel 2021, 4,3% nel 2022 e 2,3% per il 2023) e di finanza pubblica (la stima di deficit è stata rivista al ribasso all’8,9% nel 2021, al 5,5% nel 2022 e al 4,5% nel 2023, e il debito è ora atteso scendere sotto il 154% del PIL entro la fine del 2021, per attestarsi a circa il 150% entro il 2025).
Fitch ha anche rivisto al rialzo la stima di crescita potenziale a medio termine, allo 0,6% (rispetto allo 0,4% stimato in occasione dell’ultima revisione del rating a giugno 2021 e allo 0,5% della stima pre-pandemia).

BCE – Nella sua intervista Reuters NEXT, la presidente della BCE Lagarde ha ribadito di ritenere “probabile” la sospensione degli acquisti netti PEPP alla fine di marzo; allo stesso tempo, però, ha ammesso che “sarei incline a non prendere un impegno a lungo termine perché c’è troppa incertezza”.
Non è chiaro come ciò si concili con l’attuale formulazione dell’indirizzo sui tassi, che è legato all’andamento dell’inflazione passato e futuro, e non al calendario.
Diversi membri del comitato esecutivo, fra i quali anche la presidente, non hanno escluso la possibilità di variazioni dei tassi ufficiali nel 2023.
Probabilmente, la nota di cautela si applica piuttosto al PEPP e agli acquisti netti APP, che potrebbero essere rivisti più frequentemente.

STATI UNITI – Il periodo di silenzio dalla Fed che precede la riunione del 15 dicembre lascerà stabili le aspettative di accelerazione del tapering confermate dalle audizioni di Powell.
Bullard (St Louis Fed) ha detto che l’employment report ha dato informazioni solide e a suo avviso il tasso di disoccupazione scenderà sotto il 4% nel 1° trimestre 2022.
Bullard ha ripetuto di essere favorevole ad accelerare il tapering per potere anticipare la svolta sui tassi dopo aver valutato i dati della primavera e a discutere una successiva riduzione del bilancio della Fed.
Secondo Bullard è essenziale che la Fed sia “agile” nel rispondere all’evoluzione dello scenario.

 

PREVISIONI:

AREA EURO – La settimana è piuttosto povera di indicatori congiunturali.
La lettura finale del PIL Eurozona del 3° trimestre dovrebbe confermare la crescita vista nella stima preliminare.

GERMANIA
– L’indice ZEW di dicembre dovrebbe confermare il difficile momento dell’economia tedesca.
– La seconda lettura dell’inflazione confermerà l’accelerazione registrata nella stima flash.

STATI UNITI
 – Fra i pochi dati in uscita questa settimana, dei quali nessuno oggi, spicca il CPI di novembre.
I prezzi al consumo sono attesi ancora in rialzo solido su base mensile, con l’inflazione core appena sotto il 5% a/a, spinta sia dai beni sia dai servizi, e indicazioni di crescente diffusione del trend verso l’alto anche al di fuori dei settori colpiti dalla pandemia.
– La fiducia delle famiglie a dicembre dovrebbe proseguire sul sentiero in calo causato dai timori per l’inflazione, restando sui minimi dal 2011.
– La bilancia commerciale di ottobre dovrebbe registrare una netta chiusura del deficit, grazie al rimbalzo delle esportazioni, e indicare un contributo positivo del canale estero al PIL del 4° trimestre.