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6 Aprile 2023 – nota economica giornaliera

ITALIA
 – I dati relativi al 4° trimestre sui conti delle amministrazioni pubbliche hanno registrato una crescita dell’indebitamento netto al -5,6% del PIL, da -4,9% un anno prima.
Nel 2022 il deficit si è attestato al -8% del PIL dal -9% dell’anno prima ed è atteso calare ancora nell’anno in corso; il disavanzo primario è passato dal -5,5% al -3,6%.
I conti trimestrali hanno infine evidenziato la più ampia contrazione del potere d’acquisto delle famiglie (-3,7% t/t) dopo quella registrata durante il 1° lockdown a fronte di un significativo aumento della quota di profitto delle imprese (44,8%, +1,9pp rispetto al trimestre precedente) sui massimi dal 2008.
– A febbraio le vendite al dettaglio sono calate di -0,9% m/m (-0,1% in valore) dopo la crescita di 1,1% registrata nel mese precedente.
La flessione più ampia è stata registrata dagli acquisti di beni alimentari, in calo per la prima volta dopo cinque mesi anche in valore.

AREA EURO – Sono stati rivisti al ribasso i PMI servizi per Germania (53,7 da 53,9 preliminare) e Francia (53,9 da 55,5) su livelli comunque coerenti con una moderata accelerazione dell’attività nel settore rispetto al mese precedente.
In Italia, il PMI servizi di marzo è salito, ben oltre le attese, da un precedente 51,6 a 55,7 (massimo dallo scorso aprile).
L’indagine è trainata da una netta accelerazione dell’attività corrente, ora al livello più alto da novembre 2021, e da intenzioni di assunzione ancora ampiamente espansive.
La crescita dei prezzi, sia pagati che ricevuti è meno diffusa, suggerendo che anche il picco per l’inflazione core potrebbe essere prossimo.
Complice un indice manifatturiero ancora su livelli espansivi il PMI composito è salito di 3 punti a 55,2.
I PMI suggeriscono la presenza di rischi al rialzo sulle nostre previsioni di stagnazione del PIL in Italia ed Eurozona nel 1° trimestre dell’anno e offrono segnali incoraggianti sul ciclo anche per la primavera.

GERMANIA – Poco fa la produzione industriale è cresciuta più del previsto a febbraio, di +2% m/m dopo il 3,7% m/m registrato a gennaio (dato rivisto al rialzo da 3,5%).
Rispetto ad un anno fa l’output risulta più alto di +0,6%.
Il manifatturiero ha visto una crescita dell’output del 2,4% m/m, con aumenti diffusi ai beni capitali (3,4% m/m), beni intermedi (1,8% m/m) e beni di consumo (1,4% m/m).
Le costruzioni hanno visto un aumento dell’1,5% su base mensile, dopo il forte recupero di inizio anno; di contro, la produzione di energia è scesa di -1,1% m/m.
I settori energivori hanno registrato una crescita di 1,9% m/m

FRANCIA – Ieri la produzione industriale è rimbalzata +1,2% m/m a febbraio rispetto al sorprendente calo di inizio anno (-1,4% m/m, rivisto da -1,9%).
Nel solo settore manifatturiero l’output è in crescita di 1,3% m/m da -1,5% mentre è salito per il secondo mese nelle costruzioni (1,6% m/m da 0,2%).
Il rimbalzo congiunturale risulta diffuso a tutti i principali raggruppamenti ad eccezione dei beni di consumo durevoli mentre è rimasta sostanzialmente stagnante la produzione di energia.
I dati di febbraio lasciano l’industria in rotta per un’espansione a inizio 2023.

STATI UNITI
– Ieri, la stima ADP degli occupati non agricoli privati di marzo ha registrato una variazione di 145 mila, dopo 242 mila di febbraio.
L’occupazione è in rialzo per estrattivo (47 mila) e costruzioni (53 mila), mentre è in calo di -30 mila nel manifatturiero.
La variazione per i servizi è in netto rallentamento rispetto al trend precedente, con un incremento di solo 75 mila posti.
Ricreazione e ospitalità, sanità e istruzione, trasporti e commercio e altri servizi sono complessivamente crescono di 179 mila, più che compensando il calo di finanza, informazione e servizi alle imprese (per un totale di -104 mila).
I dati danno indicazioni di rischi verso il basso per i nonfarm payroll in uscita venerdì e di una probabile modifica verso il basso del trend occupazionale, rafforzando i segnali di riduzione delle posizioni aperte di febbraio.
Se anche i nonfarm payroll saranno coerenti con un significativo rallentamento della domanda, il focus si sposterà sui sussidi di disoccupazione, l’indicatore più affidabile delle svolte del mercato del lavoro.
– L’ISM dei servizi a marzo è calato a 51,2 da 55,1 di febbraio, segnalando un ritmo di espansione più moderato.
L’indice di attività ha corretto solo modestamente, a 55,4 da 56,3, mentre gli ordini danno indicazioni di rallentamento marcato della crescita, passando da 62,6 a 52,2.
L’indice dell’occupazione resta in territorio espansivo, ma cala a 51,3 da 54, con indicazioni in linea con quelle dell’ADP.
I tempi di consegna continuano ad accorciarsi e l’indice dei prezzi è ancora elevato, ma in calo a 59,5.
Le imprese in generale riportano prospettive favorevoli e domanda in espansione, con persistente difficoltà a reperire manodopera e riduzione delle strozzature all’offerta.
I timori relativi al rialzo dei tassi e al rallentamento della crescita sono limitati.
– Il deficit della bilancia commerciale di febbraio si è ampliato a -70,5 mld, da 68,7 mld di gennaio, con una flessione delle importazioni di -1,5% m/m, non in grado di controbilanciare la contrazione dell’export (-2,7% m/m).
Per le esportazioni, il calo è diffuso a tutti i settori con l’eccezione del turismo, mentre dal lato delle importazioni la debolezza riguarda soprattutto le auto e i beni di consumo.
Il contributo delle esportazioni nette alla crescita dovrebbe essere marginalmente negativo nel 1° trimestre.

CINA – Il PMI dei servizi rilevato da Caixin è salito da 55 in febbraio a 57,8 in marzo, ben oltre le attese di consenso (fonte Bloomberg: 55), toccando il massimo degli ultimi 28 mesi.
Il dato segnala che l’accelerazione dell’attività del settore è proseguita anche in marzo trainata da un’ulteriore espansione degli ordini.
La forte ripresa dell’attività ha sostenuto un incremento degli occupati e ha aumentato le pressioni inflative sul fronte dei costi (la componente dei prezzi di acquisto è salita di 1,4 punti portandosi a 52,8).
L’inflazione dei prezzi di vendita è rimasta invece bassa (la componente è stata sostanzialmente stabile, in media a 50,4, negli ultimi cinque mesi; 50,4 in marzo) grazie all’elevata concorrenza.
Il PMI composito, pur rimanendo elevato in area espansiva, ha registrato un aumento più contenuto, da 54,2 in febbraio a 54,5 in marzo, a causa del calo del PMI manifatturiero.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI – Oggi le richieste di sussidi di disoccupazione di fine marzo saranno rilevanti, alla luce dei due dati deboli del mercato del lavoro pubblicati negli ultimi due giorni, posizioni aperte di febbraio sui minimi da maggio 2021, e stima ADP in netto rallentamento.