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05 Novembre 2019 – nota economica giornaliera

ITALIAIl PMI manifatturiero è risultato poco variato a ottobre a 47,7 (da 47,8 di settembre). Si tratta del tredicesimo mese consecutivo in territorio recessivo.
Lo spaccato dell’indagine mostra segnali incoraggianti in quanto i nuovi ordini sono saliti a 47,1 da 45,7; viceversa, i sotto-indici per produzione e occupazione sono entrambi scesi. L’indagine ha dato segnali meno confortanti rispetto all’indice di fiducia delle imprese manifatturiere elaborato dall’Istat, che aveva fatto segnare un recupero nel mese. Le indagini in ogni caso continuano a segnalare concordemente una moderata contrazione dell’attività nell’industria.

AREA EURO – Il PMI manifatturiero di ottobre è risalito da 45,6 a 45,9 in ottobre, migliorando rispetto alla stima flash ma restando ampiamente sotto il livello coerente con una crescita dell’attività. Il progresso è legato al rimbalzo dell’indice sugli ordinativi totali (da 43,15 a 45,0), sospinti dalla componente degli ordini esteri, e a fronte di un calo più diffuso delle scorte. Il miglioramento del rapporto scorte/ordini è ancora insufficiente a far prevedere un rimbalzo imminente dell’attività.
Contenuto l’aumento dell’indice di produzione, passato da 46,0 a 46,3 e ancora bloccato su livelli coerenti con una contrazione degli indici reali.
A livello geografico, si notano progressi per l’indice francese (50,5, +0,2 punti) e tedesco (41,9, +0,5 punti), mentre l’indice italiano ha ceduto un decimo a 47,7 e quello spagnolo ben 9 decimi a 46,8.

CINA – Il PMI dei servizi redatto da Caixin-Markit è sceso lievemente da 51,3 in settembre a 51,1 in ottobre, trainato al ribasso da un calo di tutte le componenti, in particolare dell’occupazione e dei nuovi ordini. Entrambe si mantengono in territorio espansivo ma gli ordini hanno toccato il minimo degli ultimi otto mesi. Grazie al miglioramento dell’indice del settore manifatturiero il PMI composito è lievemente salito portandosi a 52 in ottobre da 51,9 in settembre.

 

COMMENTI:

STATI UNITI
Daly (San Francisco Fed) ha detto che a suo avviso la politica monetaria è al “livello giusto ora”, moderatamente accomodante come richiesto dai “venti contrari”.
Daly ha ripetuto le parole di Powell affermando che sarebbe necessario un “cambiamento significativo nello scenario” prima di considerare ulteriore stimolo.
Anche Kashkari (Minneapolis Fed) ha affermato di essere soddisfatto del livello attuale dei tassi. I commenti dei partecipanti al FOMC sono unanimi nel sostenere l’appropriatezza di una pausa nel sentiero dei tassi, come segnalato alla riunione di fine ottobre.
– I negoziati per la fase 1 dell’accordo USA-Cina sembra includano anche una riduzione dei dazi introdotti a inizio settembre. Secondo il FT, gli USA potrebbero ridurre del 15% i dazi su 111 mld di importazioni cinesi imposti a inizio settembre. La fase 1 dovrebbe prevedere un aumento di acquisti di prodotti agricoli americani da parte della Cina, regole per evitare la manipolazione valutaria e alcune misure per la protezione della proprietà intellettuale. Questa prima fase di accordo potrebbe quindi essere più ampia di quanto segnalato inizialmente e dare una luce positiva alla strategia negoziale di Trump, anche se nella sostanza i risultati di un anno e mezzo di guerra dei dazi restano quasi inesistenti sulle questioni più strutturali. Inoltre, è probabile che, dopo la eventuale conclusione della fase 1 con la firma di un accordo fra i due presidenti, i negoziati tornino in stallo per un periodo prolungato. Il risultato sarebbe comunque una riduzione dell’incertezza sulla politica commerciale e un sostegno alle decisioni di investimento delle imprese.

CINALa PBOC ha tagliato di 5pb il tasso sulle operazioni di rifinanziamento a medio lungo termine (Medium Long Term Lending Facility) con scadenza a un anno, portandolo da 3,25% a 3,20%. Questo è il primo taglio da quando la finestra di rifinanziamento a lungo termine è stata introdotta nel 2016. Il taglio dovrebbe favorire un abbassamento del Lending Prime Rate, il nuovo tasso rispetto al quale sono ora prezzati i prestiti bancari. Riteniamo che la PBOC continuerà ad effettuare altri tagli nei prossimi mesi e manteniamo quindi invariata la nostra previsione di riduzione dei tassi sulle operazioni di rifinanziamento per complessivi 70pb entro il 2020.

 

PREVISIONI:

STATI UNITI
– L’ISM non manifatturiero a ottobre dovrebbe risalire modestamente a 53,3, da 52,6 di settembre, dopo tre correzioni consecutive, con un moderato miglioramento dei sotto-indici di attività e ordini. I dati di ottobre non dovrebbero essere tali da indicare una svolta verso l’alto.
Il PMI dei servizi flash a ottobre si è stabilizzato a 51 da 50,9 di settembre, mentre le indagini regionali del settore non manifatturiero hanno dato indicazioni miste, con la Business Leaders Survey in calo in territorio recessivo e la Philadelphia Fed Non Manufacturing Survey su livelli inferiori a settembre, ma marginalmente positivi. Una stabilizzazione del recente trend verso il basso dell’ISM non manifatturiero ridurrebbe i rischi di ulteriore rallentamento della crescita nel 4° trimestre.
– Il deficit della bilancia commerciale a settembre è previsto a -52,8 mld di dollari (da -54,9 mld di agosto). Le esportazioni e le importazioni di beni sono previste in calo, nonostante il sostegno positivo della componente prezzi. L’export dovrebbe essere frenato dagli effetti dello sciopero GM sul comparto auto. Il canale estero dovrebbe contribuire negativamente alla crescita del PIL del 3° trimestre per circa -0,1pp.